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Autore Topic: Acli e Caritas di Como: Allora schedate i nostri figli!  (Letto 2869 volte)
aemme
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« il: 01 Luglio 2008 - 08:42:42 »

«Impronte ai bimbi Rom? Allora schedate i nostri figli»
2008-07-01
di MAURIZIO MAGNONI

— COMO — «BAMBINI che dichiarano di essere zingari, con il supporto e l'approvazione dei loro genitori, ovviamente». È questa la provocazione, un po’ ironica, un po’ preoccupata, che le Acli e la Caritas Diocesana di Como propongono a tutta la comunità lariana dopo le dichiarazioni del ministro dell'Interno, Roberto Maroni sull'opportunità di identificare attraverso le impronte digitali i bambini Rom.


«L’IMPRONTA digitale - spiega Luisa Seveso, presidente provinciale delle Acli comasche, supportata dai vertici della Caritas Diocesana - la dovrebbero mettere solo i figli degli zingari. Ma allora perché non estendere l'opportunità di essere schedati anche ai nostri figli? I nostri bambini si divertiranno e vivranno come un gioco questa cosa mentre noi genitori testimonieremo che c'è qualche bambino, come loro, come i nostri figli, ma che si diverte di meno. Anche perché, senza andare troppo lontano, certe situazioni ci sono anche nella nostra società».

In pratica le Acli e la Caritas comasca, che nel corso di un recente convegno hanno approfondito il tema della diversità, delle sue problematiche, con questa iniziativa si rivolgono alle istituzioni del territorio «affinché si attivino per contrastare un pensiero e una politica che riteniamo inaccettabili, in particolare se questi concetti vengono portati avanti dai massimi livelli di governo.

Chiediamo una raccolta di firme entro giovedì 3 luglio presso la sede delle Acli di Como in via Brambilla 35, recapito telefonico, per qualisiasi informazione, 031/33.12.727».

«CHIEDIAMO l'aiuto di tutti - conclude Seveso - dopo aver contattato tutte le associazioni di volontariato e di solidarietà sociale presenti sul territorio. Si tratta di un'iniziativa che, sul territorio nazionale, è partita da noi e quindi ci teniamo a dare un esempio importante, ci teniamo a dare un messaggio che sia recepito dal Governo. Ben inteso: non ci rivolgiamo solo alla schedatura di rom o zingari di qualsiasi genere, ma anche di altre persone, magari italiane che vivono ai margini della società.

Quando si parla di "schedatura" tornano alla mente certi periodi del passato, certi momenti che sarebbe meglio non far tornare, soprattutto se riguardano bambini. Chiediamo la partecipazione della gente comasca».

http://ilgiorno.ilsole24ore.com/como/2008/07/01/101113-impronte_bimbi_allora_schedate_nostri_figli.shtml
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