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Autore Topic: Roma - Confusione e disinformazione al censimento-prova di via Mazzacurati  (Letto 2082 volte)
aemme
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« il: 18 Luglio 2008 - 04:06:22 »

Campo rom Corviale, via al censimento

Tanta confusione e disinformazione al censimento-prova di via Mazzacurati. Tanti nomadi non sanno nulla, altri hanno paura di espulsioni immediate.

di Cecilia Gentile

 «Ma che ci prendono il sangue?». Ci sono confusione, disinformazione e timore al campo di via Mazzacurati, a Corviale, dove ieri pomeriggio la Croce Rossa ha deciso di far partire il primo censimento rom della capitale. Una specie di prova generale, in vista dell´inizio ufficiale previsto per lunedì prossimo. Alla fine del test, infatti, i censiti saranno tre adulti e quattro bambini.

Qualcuno sa del censimento, i volontari della Croce Rossa sono passati nei giorni scorsi e li hanno avvisati. La maggior parte però è all´oscuro di tutto. Fa domande. «Cosa vuol dire identificare? Ci manderanno via? Cacceranno dall´Italia quelli con precedenti penali? Verrà la polizia?».

Uno dopo l´altro, i camper lasciano il piazzale. Più si moltiplicano le telecamere, più spariscono i nomadi. Alle 17.30, quando arrivano le due unità mobili della Croce Rossa, nel parcheggio è rimasta solo Refija, 28 anni, nubile, tre incisivi d´oro «perché costano di più». Lei non scappa. «Io non ho nulla da temere - dice - Non ho figli».

E allora il plotone di giornalisti e cameramen insegue lei, mentre gli operatori della Croce Rossa la accompagnano all´unità mobile per raccogliere i dati. Torna il responsabile del campo, Naser Osmanovic, che era andato con la compagna e i quattro figli a fare la spesa al supermercato, e si fa largo nella calca.

«Devo essere io il primo - annuncia - sono il capo campo. Devo dare l´esempio. Così poi potrò dire a tutti di non avere paura». Ricompare qualche altro rom. Entra Naser e fornisce nome, cognome, nazione di provenienza, stato civile, figli, occupazione, anni di permanenza in Italia, vaccinazioni eseguite, malattie. Stesse notizie per il resto della famiglia, con una foto a ciascuno, foto che poi finirà sulla tessera sanitaria con la quale i nomadi potranno curarsi gratis nei centri Cri.


«Chi non vuole farsi censire non sarà censito - scandisce a chiare note il presidente nazionale della Croce Rossa, Massimo Barra - Poi vedremo». «Vogliamo un´adesione spontanea», conferma il presidente provinciale Fernando Capuano. «Siamo d´accordo con il censimento se è un vero censimento - dichiara Naser - Se invece ci saranno blitz a mezzanotte ed espulsioni, allora no. Con la forza non si fa niente. Non siamo in guerra».

"Campo" è una parola troppo grossa per i dieci camper e le 60 persone che da cinque anni si sono concentrati in questo parcheggio, proprio sotto i palazzi grigi del serpentone. Vengono dall´insediamento della Muratella, sgomberato nel 2003, sono poi stati trasferiti al campo di via Candoni, ma se ne sono andati volontariamente perché non andavano d´accordo con gli altri residenti, sempre della Bosnia, ma di una città diversa: loro di Sarajevo, gli altri di Bijelijna.

Qui, al parcheggio, sono tutti una famiglia. Vivono raccogliendo ferro, uomini e donne, e vendendolo a un´azienda della Magliana. I bambini non vanno a scuola. Seguono i genitori nei giri di raccolta o stanno nei camper a guardare la televisione.

C´è una ragazza di quindici anni. La sua famiglia vive a Napoli. Ma lei sta a via Mazzacurati perché qui c´è il suo fidanzato, di appena un anno più grande di lei. D´altra parte tra i rom la famiglia si mette su presto. Zarko lo ha fatto otto anni fa, quando ne aveva sedici, ora ha quattro figli.

La comunità si approvvigiona d´acqua alla fontanella più vicina. Dalle taniche la versano nei serbatoi dei camper. «Se sono felice così? Sì, lo sono», risponde Refija. «Faccio quello che mi pare. Non sono sposata. Così aiuto mio padre e i miei nove fratelli. Ne avevo anche un altro, è morto asfissiato mentre veniva in Italia con un Tir».

(18 luglio 2008)
http://roma.repubblica.it/dettaglio/Campo-rom-Corviale-via-al-censimento/1489769
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