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Autore Topic: L'Europa che ama i diritti  (Letto 1933 volte)
Luisa
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« il: 10 Luglio 2008 - 05:59:34 »

L'Europa che ama i diritti
 Gianni Pittella*,   10 luglio 2008, 15:20

     L'Europarlamento adotta la risoluzione che boccia le misure, reputate discriminatorie, del governo italiano per la raccolta delle impronte digitali dei minori nei campi nomadi. Ora l'esecutivo di Berlusconi si deve fermare e dare seguito alla volontà di cooperazione con l'Ue espressa da numerosi suoi ministri prima del voto di oggi


Il ministro degli Interni Roberto Maroni aveva definito, con una inqualificabile caduta di stile, "grottesco" il dibattito del Parlamento europeo in merito al censimento dei bimbi rom in Italia. E' stato proprio quel dibattito a provocare una riflessione e un voto che, con una significativa maggioranza, ha approvato oggi una risoluzione in cui si chiede agli stati membri di rivedere e abrogare le leggi e le politiche che discriminano i rom sulla base della razza e dell'origine etnica.
Un chiaro monito al governo italiano affinché sospenda le procedure in corso che prevedono la schedatura dei bimbi rom, proprio in base all'origine etnica.

La risoluzione ricorda che la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta dei diritti fondamentali, la Convenzione dei Diritti del bambino, i Trattati della Unione Europea sanciscono la inviolabilità dei principi di eguaglianza e di non discriminazione, di dignità e di rispetto della vita privata, dei diritti del bambino e delle persone appartenenti a minoranze.

E riafferma che la via maestra per affrontare la questione dei rom e dei migranti è la integrazione, la cittadinanza, l'inclusione.

Concetto, quest'ultimo, rilanciato proprio questa mattina nello stesso Parlamento europeo dal presidente del Consiglio Nicholas Sarkozy, in primis con la proposta di un patto europeo per il governo dei flussi migratori.

La risoluzione approvata prevede che l'identificazione dei minori, se utile alla tutela dei minori non accompagnati a rischio di sfruttamento, accattonaggio, mendicità, possa essere realizzata caso per caso attraverso procedure ordinarie e non discriminatorie, nel pieno rispetto di ogni garanzia e tutela giuridica.
Tutto l'opposto della schedatura su base etnica e con procedure invasive come quella delle impronte digitali.

Ora il governo italiano si fermi. E dia seguito alla volontà di cooperazione espressa da numerosi suoi ministri prima del voto di Strasburgo. E lo faccia con gli atti e con i fatti. Che siano inconfutabilmente rispettosi dei principi e delle norme europee.

A chiederlo è una risoluzione di una istituzione europea che ha una fortissima legittimità democratica e che non è il ritrovo di centinaia di parlamentari, di varia nazionalità, accecati dall'ostilità politica contro l'esecutivo italiano.

A chiederlo è, con una lettera ufficiale, la Commissione europea, ove siedono rappresentanti della destra europea, come il Commissario responsabile del portafoglio delle libertà civili Jacques Barrot, che, come noi della sinistra riformista, amano l' Europa dei diritti.

Oggi nell'aula di Strasburgo è andata in scena, con Barrot e Sarkozy, quella destra tanto distante dalla nostra politica sociale ed economica, otre che dal nostro programma politico, ma tanto degna di essere co-protagonista dell'azione di costruzione di un' Europa portatrice di civiltà nel mondo.
Se solo ricordassimo lo show del presidente Berlusconi, quando assunse la guida del semestre italiano del Consiglio, noteremo l'abisso.

*Presidente della Delegazione Italiana del PSE ed eurodeputato del PD

http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=8498



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