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76  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Sgomberato dalla polizia stabile occupato dai rom il: 30 Luglio 2008 - 06:52:09
Sgomberato dalla polizia stabile occupato dai rom
 
I nomadi avevano lasciato il campo di via Germagnano  una decina di giorni fa

TORINO

È stato sgomberato dalla polizia, nelle prime ore di questa mattina, un edificio di Torino in cui si erano installate alcune famiglie di rom. L’operazione - riferiscono in Questura - si è svolta senza incidenti e le persone sono state portate in autobus, accompagnate da operatori del Comune, al loro campo di provenienza, in via Germagnano, che avevano lasciato il 6 luglio.

La palazzina è in via Pisa 5, nella zona Aurora. A chiedere l’intervento delle forze dell’ordine era stato il proprietario. Sempre secondo quanto riferito, alcune infiltrazioni d’acqua avrebbero potuto portare a problemi di "stabilità".

 Nel corso dell’operazione si è formato un piccolo presidio di giovani dei centri sociali, uno dei quali è stato portato in Questura.

Nei siti internet dell’area dell’autonomia si parla di intervento condotto con modalità di tipo nazista.

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200807articoli/7626girata.asp
77  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Linee guida del Ministero dell'Interno il: 30 Luglio 2008 - 06:44:44
Linee guida del Ministero dell'Interno
 
Linee guida del ministero dell'Interno, diffuse il 17 luglio, per l'attuazione delle ordinanze del presidente del consiglio dei ministri del 30 maggio 2008, n. 3676,3677 e 3673, concernenti insediamenti di comunità nomadi nelle regioni Campania, Lazio e Lombardia

Contesto e finalizzazione delle attività

L'adozione dello strumento delle ordinanze di protezione civile, in attuazione della dichiarazione dello stato di emergenza per le criticità relative a insediamenti di comunità nomadi emerse nelle regioni Campania, Lazio e Lombardia, e stata determinata, com'è noto, dalla grave situazione di degrado igienico, sanitario e socio-ambientale che si registra negli insediamenti abusivi e anche in quelli autorizzati.

La situazione di grave degrado è risalente nel tempo.

In più occasioni, gli organismi internazionali preposti alla tutela dei diritti umani hanno invitato l'Italia a risolvere le citate criticità.
In particolare, la risoluzione Ue del 31 gennaio 2008, concernente una strategia europea peri Rom, ha sollecitato gli Stati membri a risolvere il fenomeno delle baraccopoli e dei campi abusivi, dove manca ogni norma igienica e di sicurezza e nei quali un gran numero di bambini muoiono in incidenti domestici, soprattutto incendi, causati dalla mancanza di norme di sicurezza adeguate.

In tale prospettiva, le ordinanze in questione sono da considerarsi, in via primaria, finalizzate a porre in essere misure volte a rimuovere la predetta situazione di degrado e a promuovere condizioni di vivibilità nella legalità per le comunità in argomento, consentendo l'accesso ai servizi di carattere sociale, assistenziale, sanitario e scolastico, avuto soprattutto riguardo ai minori, maggiormente esposti a rischi di abuso e sfruttamento.

Ciò anche alfine d salvaguardare la sicurezza pubblica e le stesse persone presenti in tali insediamenti, recentemente colpiti da episodi di intolleranza e xenofobia che hanno interessato i territori delle città capoluogo delle tre regioni.

Principi fondamentali

L'attuazione delle ordinanze deve avvenire nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità della persona, in conformità con i principi generali dell'ordinamento giuridico e delle direttive comunitarie, come espressamente richiamato nell'articolo 3 dei provvedimenti.
In tal senso, le operazioni demandate ai Commissari non devono riguardare specifici gruppi, soggetti, o etnie, ma tutti coloro che risultano presenti negli insediamenti, autorizzati o abusivi che siano, qualunque sia la nazionalità o il credo religioso.
Sarà cura dei Commissari procedere in modo da escludere effetti che possono essere considerati direttamente o indirettamente discriminatori.

Monitoraggio degli insediamenti e censimento delle persone e dei nuclei familiari

L'attività di censimento prevista dall'articolo 1, comma 2, sub. c), delle ordinanze (nota 3) deve essere considerata strumentale al raggiungimento delle finalità di carattere sociale, assistenziale e di integrazione, anche alfine di disegnare la portata e la tipologia degli interventi necessari e di proporre le iniziative conseguenti avviandole, quando possibile, con tempestività.
Tale attività partirà dal monitoraggio e dalla precisa individuazione dell'ubicazione degli insediamenti, autorizzati e abusivi.

Accanto al complessivo monitoraggio della composizione, specie numerica, degli insediamenti occorre poi concretizzare la rilevazione delle presenze, eventualmente a mezzo di apposito foglio notizie che, nel tenere conto delle diverse specificità a livello locale, contenga esclusivamente le informazioni necessarie in relazione alle già descritte finalità, nel rispetto dei diritti fondamentali e della dignità delle persone, con esclusione di qualsiasi dato non pertinente, in particolare di quelli attinenti all'etnia e alla religione.

Per i dati relativi alla salute - ferma restando la facoltatività delle risposte - possono essere raccolti quelli ritenuti necessari nella prospettiva di interventi di prevenzione e assistenza sanitaria.

Quanto al trattamento dei dati così raccolti, si ribadisce che non va realizzato alcun data base, così come vanno in ogni caso rispettate le norme nazionali e internazionali a tutela della privacy.

Le informazioni raccolte devono essere destinate alle forme di conservazione e archiviazione previste per la generalità dei cittadini, nella responsabilità dei Soggetti autorizzati a detenerle
(Uffici anagrafici, Uffici di Polizia, Uffici per l'assistenza sociale, Asl, eccetera).

Identificazione

Per garantire la necessaria identificazione - a tutela del diritto all'identità della persona - le ordinanze prevedono che si possa procedere, anche nei confronti dei minori e in relazione alle esigenze sopra richiamate, a rilievi segnaletici.

Tale modalità comprende, com'è noto, diverse forme di riconoscimento (descrittive, fotografiche, dattiloscopiche e antropometriche).

Pur restando nella discrezionalità dei Commissari determinare quale forma di riconoscimento sia da adottare, in relazione alla finalità di rendere certa l'identificazione, va aggiunto che i rilievi dattiloscopici devono essere effettuati, secondo le ordinarie procedure previste dalla legislazione vigente, nei casi in cui l'identificazione, che deve essere certa, non sia altrimenti possibile in base a documenti disponibili e circostanze attendibili, sulla base di quanto previsto dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e relativo regolamento di esecuzione.
Ancora una volta, si rammenta che tutte le procedure devono essere eseguite nel rispetto della persona e in condizioni di riservatezza.

Una specifica attenzione, attesa la delicatezza dell'operazione, deve accompagnare la identificazione dei minori, che sarà effettuata, attraverso tali rilievi, allorché necessaria per tutelarli, anche in rapporto ad abusi dei genitori o sedicenti tali.

In particolare, l'acquisizione delle impronte digitali potrà riguardare i soggetti che siano maggiori di 14 anni, salvo che non sia possibile una identificazione in altro modo.
Peri minori di tale età, ma maggiori di 6 anni, le impronte potranno essere acquisite solo ai fini del rilascio del permesso di soggiorno, ove richiesto da coloro che ne esercitano la potestà, secondo quanto previsto dal regolamento Uè n. 380/2008 (nota 4), ovvero, nei casi necessari, attraverso il raccordo con la competente Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori e a mezzo della Polizia giudiziaria.

Al di sotto di tale fascia di età, i rilievi dattiloscopici potranno essere disposti, d'intesa con la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori, solamente in casi eccezionali, da parte della Polizia giudiziaria, nei confronti dei minori che versino in stato d'abbandono o si sospetta possano essere vittime di reato.

Tutti i rilievi effettuati non dovranno essere oggetto di alcuna raccolta autonoma, bensì saranno conservati negli archivi già previsti dall'ordinamento come, ad esempio, l'archivio stranieri della Questura e della Prefettura, per coloro che avviano la pratica perii permesso di soggiorno, o quello della cittadinanza per coloro che ne richiedono il riconoscimento.

Dati già rilevati

Va infine rilevato, quanto ai dati finora raccolti, che laddove trattati in difformità con le citate indicazioni, non potranno essere ulteriormente utilizzati e/o conservati.

Attività di prevenzione, allontanamenti ed espulsioni

I dati disponibili relativamente all'insediamento di comunità nomadi, in specifiche aree del Paese, dimostrano che queste non sono omogenee nella composizione e risultano essere il frutto di un'aggregazione avvenuta nel tempo di soggetti appartenenti a diverse etnie e nazionalità, anche italiana.

Si tratta in prevalenza di persone senza fissa dimora che si spostano sul territorio creando insediamenti abusivi temporanei.

Gli interventi di ricognizione, identificazione e censimento potranno portare anche alla individuazione di soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi della liberta personale, di extracomunitari irregolarmente presenti sul, territorio dello Stato e/o cittadini comunitari peri quali sussistono motivi imperativi di pubblica sicurezza o altre circostanze previste dalla legge che ne giustifichino l'allontanamento, per i quali dovranno essere adottati immediatamente i relativi provvedimenti, previsti dalla normativa vigente.

L'insieme delle attività è funzionale a individuare le persone che potranno legittimamente abitare negli insediamenti autorizzati e punta a eliminare, nel contempo, tutti gli insediamenti abusivi.

Per quanto concerne lo specifico trattamento dei dati, in quanto finalizzato alla tutela della sicurezza con gli ordinari strumenti di prevenzione e repressione dei reati, va operato in modo che le informazioni raccolte siano come di consueto indirizzate verso i canali giudiziari e di polizia previsti dalle vigenti disposizioni di legge.

Croce Rossa Italiana

Le ordinanze del presidente del Consiglio dei ministri prevedono che, per la migliore efficacia delle azioni di propria competenza, i Commissari delegati possano attivare le necessarie forme di collaborazione, tra l'altro, con Ia Croce Rossa italiana.

In considerazione delle finalità delle stesse ordinanze, prioritariamente orientale alla risoluzione di problematiche di natura umanitaria e assistenziale, tale forma di collaborazione è da ritenersi senz'altro auspicabile, tenuto conto del contributo che il ricorso a tale Organismo può garantire in termini di rilevazione dello stato di salute, soprattutto per le categorie più deboli, quali minori in tenera età, donne in stato di gravidanza e anziani, nonché per avviare, ove necessario, adeguate forme di profilassi.

I Commissari delegati designano la Croce Rossa italiana quale responsabile del trattamento dei dati raccolti nello svolgimento della propria attività di collaborazione, trattamento che deve assicura re, nel rispetto delle disposizioni vigenti, la riservatezza dei dati sensibili nonché il loro esclusivo utilizzo ai fini previsti.

Ripristino delle prestazioni sociali e sanitarie, inserimento e integrazione sociale, progetti integrati peri minori, scolarizzazione e avviamento professionale

Gli interventi a sostegno del ripristino delle prestazioni sociali e sanitarie e, più in generale per l'inserimento e l'integrazione attraverso progetti di scolarizzazione e avviamento professionale, rivestono grande importanza anche al fine di una soluzione duratura delle problematiche evidenziatesi.

Il ruolo dei Commissari, in tal senso, si configura di particolare importanza per la funzione, inerente la missione, di stabilire i più proficui rapporti con i Comuni e gli altri Enti territoriali,, nonché con le istituzioni scolastiche e altri soggetti, anche associative del volontariato, per conseguire gli obiettivi.

In tal senso, i Commissari provvederanno altresì a informare l'Autorità di governo sulla necessità di ulteriori interventi da promuovere, se del caso, con la partecipazione di strutture centrali dell'Amministrazione statale.

Elaborazione deaweb.org, Maurizio Buzzani
http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2008/luglio/linee-guida-interno-nomadi.html
78  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Bottiglia incendiaria contro i nomadi - Nencini: "Grave episodio xenofobo" il: 30 Luglio 2008 - 06:05:02
CERRETO GUIDI
Bottiglia incendiaria contro i nomadi - Nencini: "Grave episodio xenofobo"

In due, incappucciati, hanno lanciato una molotov artigianale contro una carovana di nomadi in transito, fermi nella frazione di Stabbia, a Cerreto Guidi. Sul caso stanno indagando i carabinieri di Empoli. Il presidente del Consiglio regionale: ''Ferma condanna, tenere alta la soglia di attenzione contro derive xenofobe''

Cerreto Guidi (Firenze), 29 luglio 2008 - Non sono stati ancora scoperti i responsabili della bottiglia incendiaria lanciata contro un'auto di nomadi facenti parte di una carovana, in transito, che si era fermata nella zona industriale di Stabbia, nel comune di Cerreto Guidi.

La molotov artigianale è stata gettata nella tarda serata di ieri. Secondo le prime rilevazioni non sembrerebbe aver provocato nessun incendio ma solo qualche ammaccatura al veicolo. Secondo quanto emerso, tutto è avvenuto intorno alle 22. I nomadi, in tutto una sessantina, di etnia sinti con cittadinanza italiana, in viaggio su una ventina di veicoli, erano in sosta da alcune ore a Stabbia. Dalle testimonianze raccolte, a lanciare la bottiglia, contenente benzina e uno stoppino acceso, sarebbero stati in due, a volto coperto e che viaggiavano a bordo di un quad.

Le indagini sono seguite dai carabinieri di Empoli.

''Ferma condanna'' e un richiamo a ''tenere alta la soglia di attenzione contro derive xenofobe'' queste le parole con cui si è espresso il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini. ''Fortunatamente non ci sono stati feriti - ha commentato Nencini -, ma l'episodio conferma la necessità dell'impegno che la Toscana si è assunta nello Statuto: il rifiuto di ogni forma di xenofobia e di discriminazione legata all'etnia. Una scelta che chiama tutti a non smarrire il senso profondo di civiltà che ha sempre contraddistinto la storia di questa terra''

http://lanazione.ilsole24ore.com/firenze/2008/07/29/107973-bottiglia_incendiaria_contro_nomadi.shtml
79  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Padova - Cacciati i nomadi: oggi scadeva l’ultimatum ma la carovana è sparita il: 30 Luglio 2008 - 05:55:49
Subito in allarme Padova
Carrai: «Non possiamo ospitare altre roulotte»
Cacciati i nomadi: oggi scadeva l’ultimatum ma la carovana è sparita

Luisa Morbiato

SELVAZZANO. Hanno lasciato il territorio comunale ieri, nel primo pomeriggio, prima della scadenza dell’ultimatum imposto dal sindaco Paolo Fortin. L’ordinanza era stata notificata verso le 11, poco dopo sono sparite le roulotte di rom che da qualche giorno affollavano il grande parcheggio, circa 400 posti, del Golf Club Montecchia di Feriole. Si trattava degli oltre cento componenti la famiglia Levak, già sfrattati dal sindaco di Teolo Lino Ravazzolo, che aveva tempestivamente applicato la nuova normativa in materia.

Anche Fortin si era subito attivato, appena giunte in municipio, alla polizia municipale e ai carabinieri le prime segnalazioni dei cittadini allarmati. I nomadi hanno, quindi, abbandonato il grande spazio lasciando dietro di loro moltissimi rifiuti, ma debitamente accumulati e pronti a essere smaltiti. Già oggi, come ha annunciato il sindaco, si provvederà a ripulire l’area e subito dopo il parcheggio verrà chiuso.

«Oltre al parcheggio vicino al Golf Club di Montecchia provvederemo a sbarrare gli altri spazi presenti sul territorio, come abbiamo fatto di recente a Caselle - spiega Fortin - Si tratta di aree scarsamente utilizzate che verranno riaperte quando ce ne sarà la necessità». Nel periodo di permanenza i nomadi sono stati controllati più volte dai vigili e dai carabinieri: avrebbero dovuto lasciare Selvazzano entro oggi e, in previsione, erano già stati predisposti per mezzogiorno un vertice tra amministrazione e forze dell’ordine e successivi controlli.

Il sindaco, infatti, si è mostrato subito irremovibile. «Devono andarsene dal territorio comunale, anche a costo di tornare da dove sono venuti - aveva detto - Sarà questa anche l’occasione per testare le nuove norme. Certo che il problema non può essere risolto dai sindaci anche se Selvazzano, grazie al Consorzio Padova Ovest, dispone di un buon organico di polizia locale».

Per ora in città il problema è stato risolto grazie alla decisione repentina dei rom di andarsene. Diretti dove? In preallarme subito Padova. «Non possiamo accettare nuove carovane di nomadi, i nostri spazi sono già occupati. Saremo costretti anche noi ad allontanarli». L’assessore alla Sicurezza di Padova, Marco Carrai, non ha dubbi: «La città non può ospitare più nomadi di quelli che già ha»; e assicura che il comando di polizia municipale è già stato allertato per monitorare la situazione e le aree cittadine dove abitualmente si formano accampamenti. A cominciare da Granze.
 
(28 luglio 2008)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Cacciati-i-nomadi:-oggi-scadeva-l-ultimatum-ma-la-carovana-e-sparita/2035141/6
80  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Il Comune di Napoli intitolerà una strada alle due bimbe rom annegate il: 29 Luglio 2008 - 09:13:05
Il Comune di Napoli intitolerà una strada alle due bimbe rom annegate


NAPOLI (29 luglio) - I corpi di Violetta e Cristina erano rimasti per oltre un'ora sulla spiaggia mentre alcuni bagnanti continuavano a prendere la tintarella.

Alle due bimbe rom annegate il Consiglio comunale di Napoli ha deciso di dedicare una strada. L'ordine del giorno approvato è stato firmato da tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione, su proposta dei Verdi, Prc, Pdci e Sinistra democratica, per intitolare una strada cittadina alle sorelline rom.

«Occorre intervenire con un richiamo a sentimenti di sensibilità, solidarietà e accoglienza - dichiarano i consiglieri in uan nota del Comune - per contrastare l'indifferenza, quasi l'abitudine alla cronaca nera, specie quando riguarda gli immigrati, che si leggeva nelle immagini dei bagnanti stesi al sole accanto ai corpi privi di vita delle ragazzine.

Accadimenti eccezionalmente drammatici come questo non possono essere dimenticati dopo solo qualche giorno quando cala l'attenzione dei media».

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=8681&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=
81  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / Contro la schedatura dei Rom: "Sassari Città Aperta" il: 26 Luglio 2008 - 11:27:28
Il comitato spontaneo a difesa dei diritti del popolo Rom incontrerà il Prefetto di Sassari



Contro schedatura Rom: "Sassari Città Aperta"


SASSARI - Prosegue l'attività del Comitato "Sassari Città aperta" a favore dell'accoglienza e dell’integrazione, per promuovere la pacifica convivenza tra le diverse culture presenti nel nostro Paese e nelle nostre Città.

Il comitato, già promotore della raccolta delle impronte e delle firme dei cittadini per protestare contro il provvedimento governativo di schedatura degli appartenenti, bambini compresi, all'etnia Rom, esprime preoccupazione per il clima di intolleranza, di pregiudizio, di sospetto e di paura che si è alimentato negli ultimi mesi nei confronti degli immigrati e, in particolare, delle comunità Rom, fatte oggetto di odiosi episodi di stampo razzistico.

Il provvedimento, giustificato dal Governo come atto di tutela verso i minori, presenta, come ha rilevato il Parlamento Europeo, i caratteri inequivocabili della prevaricazione razzistica e si configura come una vera e propria discriminazione su base etnica.

Gli aderenti al Comitato "Sassari Città aperta" ritengono necessario coltivare i valori dell'accoglienza e dell'integrazione e rafforzare i principi della solidarietà e della legalità, particolarmente di fronte alle profonde trasformazioni in atto, tra cui il grande fenomeno dei flussi migratori e le delicate problematiche dell’incontro di popoli, culture, civiltà. La soluzione non può essere l’intolleranza, l’ostilità e la schedatura.

Per questi motivi, lunedì 28 luglio presso gli uffici della Prefettura di p.zza d'Italia, una delegazione del Comitato incontrerà il Prefetto di Sassari per consegnare le firme raccolte e il documento che stigmatizza il provvedimento di schedatura su base etnica e ne richiede il ritiro, sollecitando nel contempo ogni utile azione per il rafforzamento delle politiche di integrazione, le uniche in grado di garantire diritti e uguaglianza tra tutti i cittadini.

http://notizie.alguer.it/n?id=18845
82  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Nazzareno Guarnieri - Partecipazione attiva e dialogo diretto con Rom e Sinti il: 26 Luglio 2008 - 05:27:13
"Partecipazione attiva e dialogo diretto con Rom e Sinti"
 22/07/2008 - 16:29

Intervista a Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione "Rom e Sinti insieme":
"I campi nomadi non hanno nulla a che fare con la cultura Rom. Serve dialogo diretto con i diretti interessati".
 
Partecipazione attiva e propositiva e dialogo diretto con la comunità sono i temi che più ricorrono nelle parole di Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione "Rom e Sinti insieme". Proprio ieri è iniziato ufficialmente a Roma, a partire da un insediamento abusivo, il censimento dei campi nomadi della Capitale. Ma i campi nomadi, sottolinea il presidente della Federazione, "non hanno nulla a che fare con la cultura Rom". HC l'ha intervistato per parlare di censimento ma anche della recente mobilitazione della comunità Rom e Sinta e delle ultime proposte del Governo.

Ieri è iniziato ufficialmente a Roma il censimento dei campi nomadi a partire da un insediamento abusivo alla Magliana Vecchia. Qual è la vostra posizione nei confronti di queste iniziative e di questo censimento, che in realtà non riguarda solo Roma ma è in azione anche a Milano e a Napoli?

La posizione della Federazione è molto semplice: siamo sicuramente favorevoli a un censimento della realtà per rilevare la presenza numerica e i tutti i bisogni all'interno della comunità Rom ma siamo nettamente contrari a una schedatura o a un censimento che voglia appunto schedare le persone. Anche perché circa il 90% dei Rom e Sinti che vivono in Italia sono residenti in un Comune e il restante 10% sono le persone più controllate d'Italia perché vengono dalla ex Jugoslavia e hanno uno status giuridico particolare, non essendoci più la ex Jugoslavia e avendo perso l'archivio anagrafico. Oggi bisogna trovare una soluzione politica affinché queste persone abbiano dei documenti. Posso dire che la volontà politica di schedare, di prendere le impronte a Rom e Sinti è solo una vigliaccata della politica per un po' di tornaconto in termini di consenso elettorale. Secondo me tutto questo can can sulle impronte e sul censimento vuole nascondere un dovere della politica: quello di realizzare una politica di integrazione culturale delle minoranze Rom e Sinte. Ancora una volta non si affronta nella giusta maniera un problema che non solo tocca Rom e Sinti ma tocca l'intera popolazione italiana. La convivenza è un valore essenziale, la coesione sociale è un valore irrinunciabile.

Sul vostro blog scrivete che le minoranze Rom e Sinte sono trattate come "rifiuti umani" e sono i "monumenti moderni della segregazione". Come si supera la segregazione?

La segregazione è avvenuta con scelte politiche totalmente sbagliate proposte e realizzate da persone esterne alla nostra comunità. I campi nomadi non hanno nulla a che fare con la cultura Rom. E quando quarant'anni fa dicevo "attenzione che i campi nomadi saranno il nostro inferno" molti mi dicevano che non capivo nulla. Oggi tutti mi dicono che i campi nomadi sono stati un grande errore. Ma quelli che li hanno realizzati sono ancora lì. È chiaro che il campo nomadi crea segregazione, il campo nomadi crea un livello di esclusione molto elevato. Noi proponiamo un dialogo diretto, la Federazione si pone come soggetto rappresentativo, rappresentando 22 associazioni di dodici Regioni italiane. Se il Ministro dell'Interno, o il Ministro degli Affari Sociali, o il Governo, inizia a dialogare con noi, forse si trova la giusta soluzione, condivisa anche dalle minoranze Rom e Sinte, per avviare un percorso di integrazione culturale. Ma questo sembra non interessi a questo governo né a quelli precedenti che hanno sempre rifiutato un dialogo diretto con i diretti interessati.

È questo che intende quando scrivete che la Federazione "Rom e Sinti insieme" si pone come una rete di autorappresentazione? Significa che finora ci sono stati degli intermediari fra Rom e Sinti e istituzioni?

Finora tutte le politiche che sono state realizzate per Rom e Sinti sono state fatte, proposte e realizzate da persone esterne, da Arci, Opera Nomadi, Capodarco e da tante altre associazioni che sicuramente si sono occupate delle nostre minoranze - e a loro va il nostro grazie - ma hanno avuto una lettura interpretativa del mondo Rom. Hanno fatto quanto era loro possibile interpretare ma non c'è mai stato un coinvolgimento attivo e propositivo delle professionalità Rom e Sinte, cioè dei diretti interessati. Per questo si parla molto di partecipazione attiva e propositiva. Spesso questa partecipazione è stata utilizzata in modo strumentale: non è sufficiente essere Rom o Sinti per essere preparati, occorre far partecipare quei Rom e Sinti con la necessaria preparazione. Non posso creare un mediatore culturale di fatto solo perché sono Rom o Sinto ma bisogna fare un percorso formativo. La partecipazione diventa fondamentale. Questo emerge da quarant'anni di politiche sbagliate: l'assenza di partecipazione attiva e propositiva di professionalità Rom e Sinte, in particolar modo in ambito sociale. Le esigenze di sicurezza sono una cosa, le politiche sociali sono un'altra. Occorrono politiche sociali. Solo le politiche sociali possono dare maggior controllo del territorio e maggior sicurezza.

Ha detto che i campi nomadi non sono tipici della comunità e infatti sul vostro sito internet proponete soluzione abitative diverse, come quella della "microarea". Cos'è una microarea? E ci sono esempi in Italia di realtà simili?

Alcuni esempi li abbiamo creati proprio noi della Federazione in Lombardia. Sono terreni prevalentemente agricoli comprati dalle famiglie Sinte dove in accordo con l'ente locale si va a definire la possibilità di costruire un'abitazione per la famiglia allargata di quella determinata famiglia Sinta, con l'obbligo ben preciso che quell'abitazione non può essere posta in vendita. È una soluzione tutta da sperimentare, stiamo provando a lavorare su questo, gli esempi sono molto positivi. Esempi positivi riguardano l'Alto Adige e la Lombardia.

Negli ultimi tempi si è assistito a una mobilitazioni da parte della comunità Rom e Sinta che è scesa in piazza a Roma per rivendicare i suoi diritti e ha tenuto assemblee pubbliche. Si tratta di una novità, sta cambiando qualcosa o queste iniziative c'erano anche prima ma nessuno se n'è accorto?

Sicuramente stanno cambiando delle cose, sicuramente si sente forte le necessità di una partecipazione attiva. Oggi ci si rende conto di quanto sia importante avere anche la partecipazione attiva e propositiva di Rom e Sinti.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha detto di voler concedere la cittadinanza ai bambini Rom senza genitori. Secondo lei può rappresentare una soluzione o riguarda una strettissima minoranza?

È evidente che il Ministro conosce poco la realtà Rom anche perché i bambini Rom senza genitori sono veramente rarissimi, veramente molto pochi. Invece c'è una grossa realtà di bambini Rom nati in Italia ma senza documenti perché provengono dalla ex Jugoslavia. Nel nostro documento, presentato a Cecina, abbiamo chiesto la necessità di riconoscere lo stato di apolidia a queste persone. E di riconoscere la cittadinanza a tutti quei bambini, Rom e non, immigrati, che sono nati in Italia. Questo presuppone un cambiamento della legge sulla cittadinanza: non diritto di sangue ma diritto di suolo, cioè i bambini che nascono in Italia sono automaticamente cittadini italiani. È questa la proposta della Federazione. Sicuramente quelle proposte non vanno nella direzione giusta e per questo chiediamo al Ministro Maroni di incontrarci e di dialogare insieme, e insieme di condividere soluzioni utili a tutti i cittadini.


A cura di Sabrina Bergamini
2008 - redattore: BS

http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=19558
 
83  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Vaticano: "Emergenza emigranti nel rispetto dei diritti umani" il: 26 Luglio 2008 - 05:23:11
Monsignor Marchetto sul decreto del governo contro i flussi di clandestini
"Importante salvaguardare l'equilibrio tra accoglienza e sicurezza"
Vaticano: "Emergenza emigranti nel rispetto dei diritti umani"

CITTA' DEL VATICANO - Anche in una situazione di "emergenza" immigrati, l'Italia deve rispettare i diritti umani internazionali, sia per quanto riguarda i lavoratori di altri paesi, sia i rom e i rifuigiati politici. E' quanto sottolinea in una dichiarazione monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

"Per giudicare sulla bontà dell'iniziativa 'emergenza' in quell'auspicato equilibrio tra accoglienza e sicurezza, bisognerà considerare i contenuti delle decisioni" e verificarne la coerenza riguardo "all'auspicato equilibrio tra accoglienza e sicurezza", ha detto, in merito alla situazione italiana, mons. Marchetto, in una dichiarazione rilasciata oggi, prima di partire per una Conferenza internazionale negli Stati Uniti. "Per sé, - ha osservato il presule - emergenza non è termine negativo perché ci può essere anche per misure che tengano in conto l'afflusso, ora, dai Paesi che implicano necessità di protezione (Sudan, Somalia, Eritrea, per es.), nella linea della collaudata legislazione internazionale per rifugiati e richiedenti asilo". "Anche una padrona di casa - sottolinea l'arcivescovo - si trova in emergenza se arrivano due ospiti imprevisti, ma cercherà di provvedere nel migliore dei modi alla loro accoglienza".

"Quel che si auspica, nell'attuazione delle disposizioni, è dunque - ha spiegato - il rispetto dei diritti umani di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, nonchè quello delle norme internazionali accolte dall'Italia per quanto riguarda i rifugiati, i richiedenti asilo, gli apolidi, anche Rom e Sinti o di altre famiglie zingare, nonchè coloro che sono oggetto-soggetto del traffico di esseri umani".

(26 luglio 2008)

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/emergenza-extracomunitari/vaticano-extracom/vaticano-extracom.html
84  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / GELMINI, SANZIONI PIU' ASPRE PER GENITORI CHE NON MANDANO FIGLI A SCUOLA il: 26 Luglio 2008 - 04:37:14
SICUREZZA: GELMINI, SANZIONI PIU' ASPRE
PER GENITORI CHE NON MANDANO FIGLI A SCUOLA


Roma, 26 lug. - (Adnkronos) - "Dovrebbero essere rese piu' rigorose ed aspre le sanzioni per i genitori che non consentono ai figli di frequentare regolarmente la scuola''. Lo ha dichiarato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini in un'intervista a Sky Tg24. E parlando del piano di scolarizzazione per i bambini rom, il ministro ha aggiunto: "Siamo molto preoccupati nel constatare che oggi molti bambini rom che risiedono nel nostro Paese non frequentano regolarmente la scuola''. ''Dobbiamo ricordare - ha aggiunto Mariastella Gelmini - che e' un diritto costituzionalmente garantito, quindi stiamo collaborando con il ministero degli Interni per effettuare il censimento dei bambini rom e per predisporre un piano di scolarizzazione che consenta loro di avere il diritto di conoscere l'italiano e soprattutto per restituire l'infanzia a questi bambini".

In riferimento al livello dell'istruzione, Gelmini sostiene che ''in questi anni la scuola e' stata vittima di una forma di egualitarismo e appiattimento verso il basso tipici del '68. Dobbiamo superare questa impostazione. Credo che si possa coniugare l'alfabetizzazione del Paese con buoni livelli di istruzione''.

Quanto alla ricerca in Italia il ministro della Pubblica Istruzione crede che ''vada messa al centro dell'azione del Governo, ma soprattutto ringiovanita. Dobbiamo dare uno spazio adeguato ai giovani ricercatori ed evitare la fuga dei cervelli''.

http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDgwNzI2MTU0NzQ5LnhtbCI7fQ==
85  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Gelmini lancia la scolarizzazione dei rom il: 26 Luglio 2008 - 04:32:13
La Gelmini lancia la scolarizzazione dei rom e attacca:
 «La scuola è vittima del Sessantotto»


Stiamo già collaborando con il ministero dell'Interno e procedendo con il censimento dei campi». E' così che il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini sta preparando un prossimo piano di scolarizzazione dei bimbi rom. Partirà a settembre, secondo i programmi del ministero. Sempre oggi, 26 luglio, il ministro è tornata sul ripristino del grembiule a scuola, definendolo «un semplice ritorno all'ordine», e ha affermato che la scuola italiana è «vittima della cultura del '68».

Sul piano di scolarizzazione, la Gelmini ha anche anticipato il possibile apporto di associazioni che si occupano di dispersione scolastica e dei singoli presidi. «Ci sono bambini -ha ricordato - che sono privati della propria adolescenza e della propria infanzia e di un diritto costituzionalmente garantito che è quello della scuola». E ha poi ammonito: «Dovrebbero essere rese più rigorose ed aspre le sanzioni per i genitori che non consentono ai figli di frequentare regolarmente la scuola».

Capitolo grembiule. Il ripristino della divisa scolastica «non è una proposta esaustiva o che abbia la pretesa di cambiare le condizioni della scuola, è semplicemente un ritorno all'ordine e soprattutto alla parità delle condizioni». La Gelmini lo ha precisato a Sky Tg 24, ribadendo l'opportunità di far rimettere il grembiule agli studenti. E ha colto l'occasione per prendersela con il '68. «La scuola - ha argomentato il ministro nonché coordinatrice lombarda di Forza Italia -, è stata vittima di una forma di egualitarismo e di appiattimento verso il basso tipica di quella cultura. Noi dobbiamo superare questa impostazione, cercando di coniugare l'alfabetizzazione del paese con i buoni livelli di istruzione che dobbiamo recuperare".

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/07/gelmini-scuola-rom-grembiule-68.shtml?uuid=252d247a-5b11-11dd-a133-adf41bf75dd4&DocRulesView=Libero
86  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Dalla campagna per i Rom di Terralba nasce un programa di integrazione positiva il: 26 Luglio 2008 - 09:14:45
Dalla campagna per i Rom di Terralba nasce un programa di integrazione positiva

Il Gruppo EveryOne e gli antirazzisti sardi esultano: dalla campagna per i Rom di Terralba nasce un programa di integrazione positiva che coinvolge tutta la regione


Il 22 giugno scorso il Gruppo EveryOne, insieme agli Amici dei Rom di Terralba (Oristano) ha iniziato una campagna contro lo sgombero dell'insediamento locale, composto da 52 Rom: 23 adulti e ben 28 bambini. Il Comune di Terralba aveva deciso, formalizzando la decisione con un'ordinanza, di evacuare la comunità Rom, senza offrirle alcuna alternativa di alloggio. Alessandro Matta, esponente sardo del nostro gruppo, ha dedicato un impegno particolare alla riuscita dell'azione di protesta. La campagna EveryOne proponeva agli antirazzisti di tutta Italia di inviare e-mail di protesta al sindaco di Terralba.

“E' da segnalare che ci sono molti anziani, molti bambini che frequentano le scuole,” scrivemmo al primo cittadino e alle altre autorità locali, “e non paiono esserci grossi problemi con la comunità terralbese, a parte il fatto che le condizioni in cui vivono i Rom sono di indigenza ed emarginazione. Insieme agli amici dei Rom di Terralba lanciamo un accorato appello: aiutateci a evitare la tragedia umanitaria dello sgombero del campo nomadi di Terralba.

Mettere in mezzo alla strada famiglie Rom integrate, ma prive di mezzi di sostentamento, equivarrebbe ad annientarle”. L'azione a sostegno dei Rom di Terralba è stata da noi portata all'attenzione della Commissione per i Diritti Umani del Parlamento europeo, al Comitato contro le discriminazioni delle Nazioni unite, all'ERRC, alle principali organizzazioni internazionali per la tutela dei Diritti dei Popoli e ai media internazionali. Nonostante questo, le famiglie sono state costrette ad abbandonare il campo e sono state ospitati presso la comunità Il Samaritano, fondata da don Giovanni Usai. Il sindaco di Terralba, irriducibile antizigano, ha tentato di cacciare i Rom anche dalla comunità, attrezzata decorosamente dalla protezione civile, con la motivazione che “nel campo non ci sono le condizioni igieniche”. Per fortuna Giovanni Usai non si è arreso: “Qui si tratta di persone che hanno bisogno e voglia di integrarsi e non si può accettare che vengano cacciate da un momento all’altro senza motivo.

Le condizioni igieniche ci sono, si tratta di discutere e ragionare, anche per tutelare i 23 minori che vanno a scuola, tanto alle elementari quanto alle medie e con ottimo profitto”. Il prefetto, sentite le ragioni del parroco, gli ha consentito di mantenere le tende nel campo allestito al Samaritano, in attesa di una soluzione più consona. Intanto proseguiva  la campagna a favore dei Rom di Terralba e da tutta Europa piovevano proteste nei confronti dell'amministrazione comunale. Ieri, 23 luglio 2008, finalmente la vicenda si concludeva felicemente, grazie all'intervento della Regione - il cui presidente è Renato Soru - che ha concesso alla Cooperativa “Il Samaritano” una decina di immobili dell’ex Ersat in comodato gratuito, perché sia realizzato un Villaggio della Solidarietà. Gli immobili si trovano nei territori di Arborea, Oristano e Terralba: l'Assessorato degli Enti Locali ha stanziato 80 mila euro per gli interventi di manutenzione.

L’Assessorato alla Sanità ha già iniziato ad attivare programmi di sostegno per l’inclusione sociale a favore dei nuclei familiari in particolari condizioni di emergenza e povertà. Per portare avanti il progetto di integrazione delle popolazioni Rom sparse per la Sardegna saranno investiti subito 500 mila euro. Con questi programmi, la Sardegna dimostra di aver superato la fase dell'emarginazione ed esclusione delle comunità Rom per entrare nello spirito della nuova Europa, l'Europa della solidarietà, dell'integrazione positiva e dei diritti umani. Il nostro gruppo segnalerà alla Commissione europea per i diritti umani Renato Soru e la Regione Sardegna quali esempi virtuosi di accoglienza in questo periodo di deriva razzista che coinvolge molte regioni italiane, in cui istituzioni e autorità conducono una vera e propria campagna persecutoria nei confronti di Rom e Sinti. Nella foto, scorcio di Terralba, sotto Renato Soru


Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 - (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

87  Lingua e cultura ROM / Quale scuola / Roma - Il comune propone scuole comunali serali il: 26 Luglio 2008 - 09:04:57
Campidoglio: «Assunzione per 933 precari della scuola materna». Lunedì vertice per gli asili


ROMA (25 luglio) - «Ho proposto e ottenuto la conferma delle assunzioni dei 933 lavoratori precari delle scuole materne di Roma, assunzioni che, dopo la decisione di stabilizzarli compiuta dalla precedente giunta, erano a rischio per problemi di bilancio. Abbiamo ottenuto il risultato di non ridurre l'organico scolastico trovando le risorse finanziarie necessarie». Lo dichiara l'assessore comunale capitolino alle Politiche educative e scolastiche Laura Marsilio, a margine della presentazione, al Bioparco di Roma, del Centro estivo Blu, destinato ai bambini in particolari situazioni di difficoltà.

Lunedì l'incotro con Alemanno. «Lunedì - aggiunge Marsilio - è previsto un incontro del sindaco Alemanno e dell'assessore al Personale Ezio Cavallari con i sindacati della scuola, per riuscire a chiudere la trattativa per la stabilizzazione del personale educativo degli asili. Abbiamo anche proposto ai sindacati una riorganizzazione delle supplenze scolastiche affinchè siano svolte quelle davvero essenziali. E ho in mente di istituire dei premi di produttività per le insegnanti delle scuole materne. In questo modo potremo offrire un servizio di qualità, garantire la dignità delle insegnanti e lavoratrici, e mantenere sotto controllo i costi del settore scolastico».

Al Comune la gestione diretta degli asili. «Attraverso la piena stabilizzazione del personale scolastico - conclude Marsilio - il Comune potrà assumere nuovamente la gestione diretta dei cinque asili nido affidati all'azienda farmaco-sanitaria Farmacap, attiva anche nel campo delle strutture educative. Una gestione, quella Farmacap, oggetto di critiche sindacali per le modalità di assunzione dei lavoratori delle scuole materne da parte dell'azienda». «Risolveremo -conclude l'assessore- anche il problema di questi lavoratori, attraverso un incontro ad hoc con impresa e sindacati».

La scolarizzazione dei rom. «Mi sono attivata per promuovere la scolarizzazione dei bambini rom, attraverso l'istituzione di scuole comunali serali che offrano una formazione per professioni utili a integrarli e a farli entrare a pieno titolo nella nostra comunità cittadina - ha proseguito la Marsilio - La strada della piena responsabilizzazione dei ragazzi nomadi è quella che ho proposto al Tavolo sui rom presieduto dal prefetto di Roma Carlo Mosca e finalizzato a coordinare tutte le istituzioni e i soggetti coinvolti nelle tematiche delle comunità nomadi della Capitale.

Bisogna affrontare la questione rom in modo realistico e non romantico-ideologico - ha aggiunto -: evitare interventi assistenziali, settoriali e ghettizzanti, come i massicci finanziamenti pubblici ai campi nomadi, e far uscire i ragazzi rom dalla 'logica del campò, che crea disagio, degrado e paura fra i cittadini».
88  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / I clandestini? Il 63% arriva in aereo il: 26 Luglio 2008 - 03:43:43
I dati del viminale
I clandestini? Il 63% arriva in aereo
Solo il 10% degli immigrati irregolari raggiungono il nostro Paese via mare

ROMA - La maggior parte dei clandestini arriva in Italia con l'aereo. Almeno il 63%, A rivelarlo è un rapporto del ministero dell'Interno. «Solo il 10% degli irregolari arriva via mare» conferma la portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), Laura Boldrini.

SBARCHI - Nel 2007, secondo dati del Viminale, sono state 20.453 le persone sbarcate lungo le coste italiane, il 3% dei 650.000 immigrati che vivrebbero clandestinamente in Italia. E per uno straniero che arriva a Lampedusa il governo italiano chiede l'ingresso di altri 12 per motivi di lavoro. Così nel 2007, quando il Viminale ha disposto l'ingresso di 170.000 lavoratori e 80.000 stagionali, a fronte dei circa 20.000 sbarcati clandestinamente nel sud.

FRONTEX - Per contrastare l'arrivo negli aeroporti di cittadini a rischio «over stayer», l'agenzia dell'Unione europea per il controllo delle frontiere esterne, Frontex, ha già messo in piedi due operazioni, Amazon I e II, nel 2006 e nel 2007, che nel giro di poche settimane ha arrestato e rimpatriato oltre 4.000 persone, in maggioranza verso il continente sudamericano. Amazon II ha impegnato 29 funzionari negli 8 aeroporti internazionali di Madrid, Barcellona, Roma, Milano, Francoforte, Lisbona, Parigi e Amsterdam, dal 20 febbraio 2007 al 9 marzo 2007. Risultato: 2.161 arrestati e rimpatriati, di cui 877 boliviani, 464 brasiliani, 259 paraguayani, 155 venezuelani, 54 colombiani, 41 peruviani, 6 ecuadoregni e 305 di altre nazionalità. «Sono stati fermati perché privi della documentazione atta a giustificare la loro presenza o perché senza sufficienti garanzie per la loro sussistenza nel periodo di residenza in Europa», ha dichiarato alla Bbc Daniela Munzbergova, dell'ufficio stampa di Frontex. Gli aeroporti con più respingimenti sono stati Madrid (1.255), Parigi (284) e Lisbona(209). Nel mese di novembre 2006, altri 1.992 sudamericani erano stati arrestati nella missione Amazon I, in maggioranza boliviani. I rimpatri si fanno sui voli di linea, a spese della compagnia su cui hanno raggiunto l'Europa, «responsabili- dice Munzbergova- di aver trasportato passeggeri in condizioni illegali».


25 luglio 2008

http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_25/clandestini_aereo_mare_48498c42-5a4d-11dd-bcb1-00144f02aabc.shtml
89  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Cosa e' lo stato di emergenza nazionale il: 26 Luglio 2008 - 03:27:57
Cosa e' lo stato di emergenza nazionale

ROMA  - Il provvedimento di estensione all'interno territorio nazionale dello stato di emergenza per l'immigrazione varato dal governo consentirà "l'adozione di procedure accelerate per la gestione dei nuovi centri di accoglienza", come ha spiegato il Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione Mario Morcone.

Lo stato di emergenza era stato proclamato per la prima volta nel 2002 ed era stato prorogato ogni anno fino al 2007. Da gennaio 2008 anche per il miglioramento della situazione nelle strutture di accoglienza, era stato limitato solamente alle regioni di Puglia, Sicilia e Calabria. Morcone ha ricordato che "l'eccezionale afflusso di immigrati e richiedenti asilo soprattutto dalla Somalia e dall'Eritrea ha reso necessario in questi mesi distribuire le persone giunte a Lampedusa e sulle coste meridionali in altre realtà nazionali e con procedure d'urgenza. Sono stati pertanto allestiti centri di assistenza e soccorso ad Aviano, a Castiglione delle Stiviere, a Settimo Torinese, a Castelnuovo di Porto e ad Ancona. Questa situazione di eccezionale pressione ha reso necessario espandere nuovamente sul restante territorio nazionale la dichiarazione di emergenza".

Il provvedimento del governo, rileva Morcone, consentirà "attraverso l'utilizzo di ordinanze di protezione civile, l'adozione di procedure accelerate per la gestione dei nuovi centri di accoglienza nonché interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria in strutture soggette a quotidiano degrado. Si tratta in sostanza - conclude Morcone - di continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto e che quest'anno avevamo sperato che si potesse limitare a tre sole regioni. A tutt' oggi ospitiamo su tutto il territorio nazionale 7.359 cittadini stranieri".   

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_731034932.html
90  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Converso: centinaia di rom lasciano Roma il: 25 Luglio 2008 - 03:25:03
Per paura di un censimento che non è stato loro spiegato"

Roma, Opera nomadi: centinaia di rom stanno lasciando la Capitale

"Torneranno quando il censimento sarà finito. Questo dimostra l'inutilità di questo provvedimento che genera solo confusione. A Roma il censimento già c'era: bastava aggiornare quello dei vigili urbani"

ascolta la notizia Roma, 25 lug. - (Adnkronos) - "Abbiamo notizia che alcune centinaia di Rom che vivono nei campi abusivi sono andati via da Roma per paura di un censimento che non e' stato loro spiegato". Lo ha dichiarato il presidente dell'Opera Nomadi Massimo Converso, intervenendo al convegno 'I minori Rom e Sinti nel Lazio', in corso a Roma.

"Questi gruppi -ha spiegato- che hanno preferito allontanarsi dalla capitale torneranno quando il censimento sara' finito. Questo dimostra l'inutilita' di questo provvedimento che genera solo confusione. A Roma il censimento gia' c'era: bastava aggiornare quello dei vigili urbani".

In merito alla scolarizzazione, Converso chiede che "venga bloccato il bando, sia prorogato quello vecchio in modo tale da proporne un altro che comprenda anche i bambini Rom di strada".

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lazio.php?id=1.0.2366404549


NOMADI/ BORGHEZIO: PERCHE' TANTA PAURA DEL CENSIMENTO?
Opera nomadi dovrebbe collaborare lealmente alle operazioni

Roma, 25 lug. (Apcom) - Il capodelegazione della Lega Nord al Parlamento europeo, Mario Borghezio, chiede alla popolazione nomade in Italia perché ha paura del censimento deciso dal governo. Ed esorta l'Opera Nomadi - che ha lanciato l'allarme sulla fuga di "alcune centinaia di rom" dai campi abusivi di Roma - a "collaborare lealmente con lo Stato al censimento", affermando che l'Ong "sicuramente riceve generosi fondi pubblici".

"E' lo stesso presidente dell'Opera Nomadi Massimo Converso - dichiara Borghezio - a dare oggi la notizia 'che alcune centinai di rom che vivono nei campi abusivi sono andati via da Roma per paura di un censimento che non è stato loro spiegato'. Sarebbe, per la verità un'ottima notizia, almeno per i cittadini romani...", osserva l'eurodeputato leghista. "Purtroppo, però, l'ineffabile Presidente dell'Opera Nomadi aggiunge che essi 'torneranno quando il censimento sarà finito'.

"Non occorrono, quindi, molte spiegazioni ulteriori per comprovare la necessità e l'urgenza del censimento voluto dal ministro Maroni e, non a caso, tanto avversato da tutta la buonisteria in servizio permanente effettivo", continua Borghezio. "Resta una domanda di fondo: perchè l'Opera Nomadi, che sicuramente riceve generosi fondi pubblici, non sente il dovere di collaborare lealmente con lo Stato al censimento?"


http://notizie.alice.it/notizie/politica/2008/07_luglio/25/nomadi_borghezio_perche_tanta_paura_del_censimento,15556314.html

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