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61  Lingua e cultura ROM / La musica / Salento - Pizzica scherma il: 10 Agosto 2008 - 03:57:16
Torrepaduli Danza delle Spade 2007
http://it.youtube.com/watch?v=eTfo2C3VafE&NR=1

San Rocco,Ruffano-2007
http://it.youtube.com/watch?v=cBhkVidluS4&feature=related


Notte della Taranta- danza delle spade- pizzica scherma
http://it.youtube.com/watch?v=nbhiCBu2S4k&feature=related


La danza delle spade o dei coltelli spiegata da Uccio Aloisi e Giorgio di Lecce
http://it.youtube.com/watch?v=keSxK5NJTfk

Stage  - Parma 2007 - Movimenti
62  Lingua e cultura ROM / Materiali Trasversali / La politica italiana sui Rom vista dalla Francia il: 10 Agosto 2008 - 09:52:30
La politica italiana vista dalla Francia -
08/08/08

di Anne Laure Fremont - dal quotidiano francese La Croix

Rom, il nuovo capro espiatorio. Stigmatizzata attraverso campagne politiche contro l'insicurezza, la comunità dei Rom è un bersaglio ideale per servire da diversivo ai problemi della società italiana. L'Italia sembra in stato d'assedio: Lunedì prossimo (scorso ndr), 3000 militari saranno dispiegati per rafforzare la sicurezza nelle grandi città.
 
Saranno inoltre incaricati di sorvegliare i centri di “permanenza temporanea” in cui sono portati gli immigrati clandestini arrestati. Questo dispositivo viene attuato in un momento in cui, a Napoli, Roma e Milano, il nuovo governo di Silvio Berlusconi conduce da un mese le operazioni di identificazione nei campi rom, dietro le pressanti richieste dei suoi alleati xenofobi della Lega Nord e del suo ministro dell'interno, Roberto Maroni.

I Rom devono compilare un modulo con le caselle relative a “etnia” e “religione” e lasciare le loro impronte digitali se hanno più di 14 anni.

E poco importa se tutte queste misure provocano un'ondata di sdegno all'estero. Per il governo italiano, infatti, i Rom sono un pericolo. Presenti nella penisola dal Medio Evo, si stima la loro presenza tra le 120 000 e le 160 000 persone. Più della metà hanno la cittadinanza italiana, ma molti vivono ancora nelle stesse condizioni dei clandestini. Gli altri sono soprattutto Rumeni, per lo più in campi attorno alle grandi città: se ne contano più di sessanta a Roma vicino alle autostrade, sotto i ponti o in bidonville. Vivono in periferia, sono però al centro dell'interesse mediatico, dopo una serie di fatti di cronaca. L'ultimo, in data 14 maggio, ha riguardato una zingara accusata di aver tentato di rubare un neonato a Ponticelli, vicino a Napoli: in risposta, un gruppo di giovani ha incendiato il campo rom. Un sondaggio apparso sul quotidiano di sinistra La Repubblica mostra che il 68% degli italiani vorrebbe risolvere il problema degli zingari con le espulsioni. La settimana scorsa, a Roma, un altro campo rom è stato colpito con bottiglie Molotov.

Gli immigrati “visibili” fungono spesso da capro espiatorio «C'è sempre stato razzismo verso i Rom», ci spiega Udo Enwereuzor, dell'ONG italiana Cospe. Facilmente identificabili per il modo in cui vivono, sono un bersaglio ideale. In un momento in cui la situazione economica del paese peggiora, gli immigrati “visibili” servono sempre da capro espiatorio. L'adesione della Romania all'Unione Europea nel 2007 non ha cambiato nulla: una legge prevede ormai l'espulsione di coloro che non hanno un reddito sufficiente, europei o no.

Fabrizio Gatti, giornalista del settimanale L'Espresso, si è fatto passare per Rom per il tempo necessario a fare un'inchiesta. Testimonia: «Ho visto le umiliazioni subite per la strada e nei campi di detenzione. I Rom che lavorano in nero, soprattutto nell' edilizia, non hanno alcun diritto. In caso di incidente sul lavoro, i datori di lavoro li buttano sulla strada per far credere che sono stati investiti da una macchina…».

Se il governo italiano si accanisce su questo popolo, lo fa a fini politici. La criminalità non è aumentata, ma i responsabili politici sanno che la paura è un elemento di coesione. Del resto, i partiti di destra non sono i soli a stigmatizzare i Rom. Walter Veltroni, ex sindaco (centro sinistra) di Roma affermava per esempio durante il suo mandato che essi erano «responsabili del 75% dei reati commessi in città».

I Rom utilizzati come pretesto per nascondere il vero problema: la mafia Per Fabrizio Gatti, i Rom sono utilizzati come pretesto per nascondere il vero problema: «A destra come a sinistra, molti politici sono implicati in affari mafiosi. Da entrambe le parti, si preferisce sviare l'attenzione con un argomento che unisce: l'insicurezza». Questa paranoia, caratterizzata da pregiudizi ancestrali – i Rom sarebbero ladri di bambini e di automobili -, è ampiamente diffusa dai grandi canali televisivi di proprietà di Silvio Berlusconi.

Per Udo Enwereuzor, neanche politica ed economia locali sono esenti da sospetti. «Prendiamo l'esempio degli incidenti di Ponticelli: non si sa chi ha incendiato il campo, ma si sa che quel terreno era coinvolto in un progetto di edificazione che doveva partire in agosto. Ora, ci sarebbe voluto molto tempo per far andar via i Rom, un ritardo che sarebbe costato 67 milioni di euro ai gruppi di interesse implicati in quel programma. Un' evacuazione rapida della zona era più redditizia. Da lì a dire che la Camorra (mafia napoletana), che ha certamente la sua parte in quel progetto, è all'origine di quell'attacco, c'è solo un passo, che i media italiani non hanno granché fatto».

Nonostante questa situazione, i Rom restano in Italia, dove è più facile trovare da lavorare in nero. Quanto a tornare in Romania, non se ne parla, constata Andrea Galli, medico di strada per l'associazione umanitaria Naga: «Per loro, là è peggio». 

http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=7564
63  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Fra l’8 e il 13 luglio visita segreta di Maroni a Bagnasco il: 10 Agosto 2008 - 09:16:14
Rom, visita segreta di Maroni a Bagnasco
10 agosto 2008           

Era il momento più caldo della questione rom, il periodo del fuoco incrociato sul ministro leghista Roberto Maroni che aveva delegato ai prefetti di Roma, Milano e Napoli la schedatura dei campi nomadi e il rilevamento delle impronte digitali ai minorenni. In quella fase, estremamente delicata, Maroni ha incontrato in segreto il vescovo di Genova, e presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco. Un summit nella curia del capoluogo ligure e però «riservatissimo», su esplicita richiesta dell’arcivescovo.

Era la metà di luglio e da quel momento la metamorfosi nelle posizioni del titolare dell’Interno, e soprattutto della chiesa sul tema delle impronte, è stata lenta ma costante. Bagnasco non si è quasi più pronunciato sul tema; “Avvenire” - che della Cei è l’organo di stampa - ha mitigato le posizioni e meno bordate sono giunte pure da “Famiglia Cristiana”, il settimanale dei paolini che ha una linea editoriale diversa, ma è pur sempre un punto di riferimento per i credenti di tutt’Italia. Le scelte del governo hanno fatto il resto. Con il consiglio dei ministri del primo agosto si è stabilito di “congelare” ogni scelta definitiva in materia di rilievi dattiloscopici fino a settembre, in attesa di avere un parere della Commissione europea che aveva fino ad allora criticato il Viminale.

La notizia del blitz è stata confermata ieri al Secolo XIX dal ministro stesso, attraverso il suo staff: Maroni ha ribadito d’essere stato a Genova nel periodo compreso fra l’8 e il 13 luglio (non ha volutamente specificato la data e, ironia della sorte, il 10 fu organizzata un’iniziativa dell’Arci contro il “censimento” cui prese parte don Andrea Gallo) per un colloquio «informale». E ha aggiunto un dettaglio d’un certo rilievo, per calibrare l’attenzione che l’esecutivo Berlusconi riserva ai rapporti con il numero uno della Cei. Sentendosi «sotto attacco», chiese a Bagnasco un faccia a faccia proponendo come sede Roma. Ma dalla Liguria, insieme a una dichiarazione di disponibilità, giunse l’esplicita richiesta di organizzare la cosa all’ombra della lanterna nonostante il cardinale sia spesso nella capitale.

Il ministro si è trattenuto negli uffici dell’Arcivescovado alcune ore, un passaggio fugace del quale erano informate poche persone in città, praticamente solo gli ufficiali e i funzionari che hanno curato le misure-lampo per garantire la sicurezza (non va dimenticato che Bagnasco è stato oggetto d’intimidazioni l’anno scorso, ndr). Quel giorno non aveva in agenda altri impegni genovesi e anzi, gli esponenti della Lega Nord contattati dal nostro giornale si sono detti all’oscuro della visita.

Le “Disposizioni urgenti per fronteggiare lo stato d’emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi in Campania, Lazio e Lombardia” erano contenute in un’ordinanza del 30 maggio. I prefetti dei tre capoluoghi diventavano a tutti gli effetti commissari, sebbene le polemiche fossero divampate a un mese di distanza, ovvero il 25 giugno quando Maroni illustrò le linee programmatiche del dicastero alla commissione Affari costituzionali della Camera. «Abbiamo chiesto di rilevare le impronte ai nomadi, anche ai minori - ribadì - ma non si tratta di un allarme su un’etnia bensì sui campi».

Da lì in avanti è stata battaglia, e anche l’espressione del mondo cattolico ha giocato un ruolo determinante. Basti pensare che già a metà maggio, prima della visita del Papa a Genova, Bagnasco rilasciò dichiarazioni importanti sul caso rom dopo i tre attentati incendiari agli insediamenti di Ponticelli (Napoli). «Occorre neutralizzare gli estremismi - disse - che non possono dettare legge a nessuno e non vanno considerati come la realtà totale d’un popolo. E occorre, in positivo, creare condizioni di accoglienza e di dignità per tutti quelli che rispettano le regole della convivenza e s’impegnano per una reale integrazione». A luglio la temperatura s’era surriscaldata, con il j’accuse di “Famiglia Cristiana” («indecente la proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bimbi»), dell’arcivescovo emerito di Firenze Silvano Piovanelli («la strada è sbagliata») e il dibattito aperto sulle pagine di “Avvenire” con un’incalzante intervista al ministro. E poi l’Europa: il 10 luglio il parlamento di Strasburgo aveva bollato l’iniziativa con una mozione che definiva le impronte «discriminazione razzista»; a distanza di venti giorni sarebbe tornato alla carica il Consiglio (organizzazione non comunitaria che raccoglie 47 paesi del Vecchio Continente allo scopo di vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali), con la relazione del responsabile per i diritti umani Thomas Hammarberg che segnalava il rischio di «fomentare altri episodi xenofobi»; accennava inoltre, salvo fare marcia indietro nello spazio di mezza giornata, a presunti blitz violenti della polizia. Maroni ha sempre replicato con una certa fermezza, ma è un fatto che (anche) dopo il passaggio “genovese” i suoi tecnici si siano rimessi al lavoro. E a tre settimane dal blitz, ogni decisione finale in materia d’impronte è stata rinviata, mentre il censimento dei campi si è concretizzato in modo più soft.

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/genova/2008/08/10/1101687716293-rom-visita-segreta-maroni-bagnasco.shtml
64  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Torino - Nei campi nomadi solo con la fedina pulita e pagando una tassa il: 10 Agosto 2008 - 08:31:28
Nei campi nomadi si entra solo con la fedina pulita

E chi ottiene il posto adesso dovrà pagare una tassa

ALESSANDRO MONDO

TORINO - Norme più severe nella gestione dei campi-nomadi presenti in città, oggetto di un dibattito che a inizio anno ha monopolizzato le pagine dei giornali. In autunno, statene certi, il tema tornerà a surriscaldarsi. L’appuntamento è a settembre quando, in linea con il percorso stabilito, la giunta proporrà al Consiglio comunale le modifiche al regolamento delle aree di sosta. Sempre che il sindaco, approfittando dei poteri speciali concessi dal ministro dell’Interno Maroni, non decida di tradurle in altrettante ordinanze immediatamente esecutive. A proposito: ieri Chiamparino ha firmato le prime ordinanze relative alle piscine comunali - due quelle aperte in estate: Colletta e Lombardia - e alla «bonifica» di via Aosta, trasformata in un poco edificante pic-nic a cielo aperto.

Come fa presente l’assessore Beppe Borgogno (Polizia municipale), i vigili urbani coordinati dall’ispettore Alberto Gregnanini le applicheranno da oggi. In entrambi i casi chi sgarra potrà essere, a seconda delle situazioni, multato, allontanato e interdetto. La violazione dell’interdizione costerà agli interessati una denuncia ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale. «Non ci sarà nessuna task-force dedicata - mette le mani avanti Gregnanini -. Tanto nelle piscine comunali quanto in via Aosta si susseguiranno i controlli che la Polizia municipale fa da sempre. Solo da inizio anno i vigili urbani hanno svolto in quella via 130 servizi». La differenza è che da oggi hanno in mano uno strumento in più. Poco entusiasta il centrodestra. «Meglio che niente - commenta Agostino Ghiglia, An -, anche se sono solo pannicelli caldi». Mentre il collega Roberto Ravello sottolinea come ai vigili sia vietato il porto d’arma durante il presidio delle piscine comunali.

Per Mario Carossa, Lega Nord, è solo l’inizio: «Da settembre bisognerà affrontare il problema della prostituzione». Ma torniamo alle novità che a breve interesseranno i nomadi presenti nei campi autorizzati (questa la premessa). Come spiega l’assessore comunale Marco Borgione (Servizi sociali), che Chiamparino ha incaricato a marzo di studiare il problema, le misure saranno tre: «Starà al sindaco decidere se recepirle nelle ordinanze, però mi ha già detto di condividere l’impianto dei provvedimenti». La prima novità affronta due problemi: la capienza dei campi e la possibilità di usufruirne da parte di quanti ne hanno veramente bisogno. Chi risulterà intestatario di un bene immobile, a Torino e non solo, perderà il diritto al posto negli insediamenti comunali. «Non c’è nessuna volontà punitiva - precisa Borgione -: è una questione di buonsenso. Chi è intestatario di un’abitazione non può occupare un posto nei campi, sottraendolo ad altri».

Il che presuppone controlli rigorosi da parte del Comune ed un meccanismo da applicare uniformemente su tutto il territorio. Il modello ricalca uno dei vincoli previsti per accedere alla graduatoria della casa popolare. La seconda «new-entry» nel panorama dei campi-nomadi autorizzati - quelli abusivi, che pure esistono, sono candidati al progressivo smantellamento - sarà la richiesta di un piccolo contributo, ancora da quantificare, per usufruire dello spazio. Semplificando, si potrebbe parlare di una mini-tassa di occupazione del suolo pubblico in aggiunta alle spese che i nomadi sostengono per le utenze (a cominciare dalla luce). Il terzo punto riguarda la fedina penale dei nomadi, con le ricadute del caso per la sicurezza urbana. Chi si è macchiato di reati gravi, passati in giudicato, aggiunge Borgione, perde automaticamente il diritto di vivere nei campi: «E’ prima di tutto una garanzia per chi vive all’interno del campo stesso. Dobbiamo evitare che si formino coaguli di sfruttamento da parte della parte meno sana della comunità nei confronti di quella più fragile». Il dibattito è assicurato.

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200808articoli/7841girata.asp
65  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Milano, in un anno 2.412 identificazioni il: 10 Agosto 2008 - 08:22:03
Nomadi/ De Corato: Milano, in un anno 2.412 identificazioni
Soprattutto rom romeni. 16 agosto pronta lista senza fissa dimora

Milano, 6 ago. (Apcom) - La Polizia Municipale ha identificato dal luglio 2007 ad oggi 2.412 persone su tutto il territorio cittadino e sta completando la lista dei senza fissa dimora che consegnerà in Prefettura il 16 agosto. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. Si tratta di cittadini comunitari, per una significativa maggioranza rom romeni, che entro 3 mesi dal primo controllo devono dimostrare di avere i requisiti stabiliti dalla Comunità Europea per continuare a soggiornare nel nostro Paese: registrazione all'anagrafe, mezzi economici di sostentamento e assicurazione sanitaria. L'attività, viene precisato in una nota, viene svolta Sulla base della Direttiva Ue, recepita dal Decreto Legislativo n° 30 del febbraio 2007, in materia di soggiorno dei cittadini comunitari.

"Questi 2.412 comunitari - spiega il vicesindaco - sono stati censiti nell'ultimo anno sia nei campi nomadi, autorizzati e abusivi, che sulle strade. E di questi, già 35 sono stati segnalati al Prefetto perché trovati, al secondo controllo, senza i requisiti stabiliti dalla Comunità europea. La Polizia Municipale sta anche procedendo all'identificazione dei soggetti senza fissa dimora, ad esempio quelli in sosta ai semafori o agli incroci o i minori trovati a chiedere l'elemosina. Già 146 persone, tra italiani, extracomunitari e cittadini Ue, sono state identificate e il 16 agosto la lista completa sarà consegnata al Prefetto Lombardi".

"E' stato proprio il Prefetto - precisa la nota di De Corato - lo scorso 14 luglio, dopo la nomina a commissario straordinario e l'avvio del censimento nei campi nomadi sulla base dell'ordinanza del ministro Maroni, a richiedere espressamente al comandante Bezzon questa ulteriore attività di identificazione da parte della Polizia Municipale. Un'azione necessaria per completare il quadro delle presenze di nomadi a Milano, visto che alcuni potrebbero mancare dai campi al momento del censimento proprio perché 'impegnati' nell'accattonaggio".


http://notizie.alice.it/notizie/politica/2008/08_agosto/06/nomadi_de_corato_milano_in_un_anno_2_412_identificazioni,15673499.html
66  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Questione cassonetti: il lavoro di Fikreta il: 10 Agosto 2008 - 07:40:36
La questione cassonetti a Roma
daniele vinci Sabato, 9 Agosto 2008

Stavo leggendo una delle tante storie di quotidiana “sopravvivenza”.

Sopravvivenza non voluta o cercata, ma dettata dagli eventi.

Fikreta è una Rom arrivata a Roma a 18 anni quando al suo paese c’era la guerra, non lavorava MA si è CREATA un lavoro.

In questa sede non voglio legittimare o accusare nessuno, voglio solo riflettere sull’analisi della realtà che mi circonda.

Molto spesso anche io mi innervosisco quando vedo rovistare nei cassonetti, sia da parte dei Rom che da parte di polacchi, italiani, bengalesi ecc, e lasciare tutto fuori dal cassonetto, come se fosse una giustificazione al fatto che non hanno tempo ne voglia di rimettere a posto.

La mia è pur sempre na visualizzazione ristretta del fenomeno, una visone distorta dal mio egoismo, dal mio status, dal mio modo di pensare e di agire.

Ho avuto la fortunua di nascere in un Paese dove le guerre non esistono più da ormai 50 anni, e questo mi ha permesso di capire che la convivenza civile è l’unica forma di democrazia vera.

Ma chi arriva da un paese in guerra, come possiamo pretendere che sappia o voglia sapere cosa sia la normalità…Ma a prescindere da questo demagogismo, la storia di Fikreta è diversa.

Fikreta, dicevamo, si è creta un lavoro e lo svolge nel più “pulito” dei modi, alla faccia dell’evasione fiscale di tanti imprenditori italiani, che oltrtutto sfruttano manodopera rumena(e popolazioni similari in condizioni di instabilità economica) Fikreta ha le fatture di ciò che vende, roba trovata nei cassonetti, e queste fatture le permettono di rinnovare il permesso di soggiorno.

Storie di ordinaria “follia” per chi vive da “precario” in Italia.

Lei stessa giudica male chei fa il suo “mestiere” sporcando la città.

Con la nuova ordinanza del comune di Roma c’è il pericolo che il suo lavoro venga “eliminato”.

E se invece ragionassimo da un pnto di vista diverso?

Cosa fanno le persone come Fikreta?

Raccolgono materiale iingombrante, lasciato IRREGOLARMENTE da italiani vicino ai cassonetti.

Direte voi, perchè irregolarmente?

Perchè per farlo ritirare da personale addetto AMA bisogna pagare!, altrimenti è gratuito se si conssegnano i materiali nelle isole ecologiche dei municipi prefissati, figuriamoci se con il traffico romano i cittadini vanno a portare i rifiuti ingombranti nelle isole ecologiche(sono pochi in proporzione che lo fanno)…

Nella maggior parte dei casi, i frigoriferi, i materassi, e tutto ciò che per noi è inutile nelle nostre case, viene lasciato comodamente(rigorosamente di sera per non essere visti e rischiare la multa) nel cassonetto sotto casa…

Ed allora chi ci pensa?

Ci pensano a ripulire, lo sporco della città, le persone come Fikreta, che educatamente senza lasciare sporco, caricano il materiale sul mezzo di trasporto e lo vanno a rivendere…

Naturalemte se si pensasse che il lavoro possa essere utile, allora perchè non leggitimarlo?

perchè non dare la possibilità a chi “lavora” onestamente di continuare a farlo, e magari mettere le cose in regola anzichè ragionare sempre nel modo più facile, ovvero : se una cosa non va bene allora elimiamo tutto, compreso anche quello che di buono può esserci!

Ripeto, non legittimo chi si comporta ineducatamente, sporcando ulteriormente la città, ma penso che eliminare un “servizio”, seppur non regolamentato, come quello che fa Fikreta mi sembra insensato.

Proviamo allora a pensare cosa potremmo giovare se regolamentassimo lavori come quello di Fikreta…Perchè finora per un lavoro come quello, ROVISTARE NELL’IMMONDIZIA, non si troverebbe nessuno che lo faccia per non meno di un tot di soldi…La gente come Fikreta la fa gratuitamente e silenziosamente...a differenza dei mezzi dell’immondizia

studentefreelance
http://roma.blogolandia.it/2008/08/09/la-questione-cassonetti-a-roma/
67  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Milano - SGOMBERATO CAMPO VIA CONSOLE MARCELLO il: 10 Agosto 2008 - 07:32:03
MILANO, ABBATTUTA BARACCOPOLI E SGOMBERATE 20 PERSONE

(AGI) - Milano, 9 ago. - Venti persone sono state sgomberate da una baraccopoli, che poi e' stata abbattuta, ieri mattina in via Console Marcello, periferia nord di Milano.

Lo rende noto il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato. L'intervento e' stato condotto dagli agenti del Nucleo problemi del territorio della Polizia Municipale e dal commissariato di polizia di Quarto Oggiaro. Le dieci baracche erano state costruite su un terreno di proprieta' comunale, un'area recintata e poco visibile dalla strada. Secondo quanto riferisce De Corato, i rom si sono allontanati spontaneamente alla vista degli agenti.

Dopo l'abbattimento delle baracche, l'Amsa ha bonificato l'area e il Nuir ha ripristinato la recinzione dell'area. "Erano arrivate un paio di mesi fa le prime segnalazioni di questo nuovo insediamento - spiega De Corato - il fatto che i rom allontanati parlassero esclusivamente romeno fa inoltre supporre che fossero appena arrivati in Italia, a testimonianza di come sia costante il flusso di ingressi dalla Romania verso il nostro Paese".(AGI)

http://www.agi.it/milano/notizie/200808091426-cro-r012205-art.html


ROM, DE CORATO: "SGOMBERATO CAMPO ABUSIVO VIA CONSOLE MARCELLO"

"Nuovo sgombero da parte della Polizia Municipale in un'area occupata abusivamente da rom romeni. Dieci le baracche abbattute e una ventina i rom romeni che si sono allontanati spontaneamente dall'area all'arrivo degli agenti". Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. L'intervento è avvenuto ieri mattina ed è stato condotto dagli agenti del Nucleo Problemi del territorio della Polizia Municipale insieme al commissariato della Polizia di stato di Quarto Oggiaro. La baraccopoli, riferisce il Comune, si era insediata su un terreno di proprietà comunale in via Console Marcello, un'area recintata e ben occultata alla vista. (omnimilano.it)

(09 agosto 2008)

http://www.omnimilano.it/www/notizie_visualizza.php?Id=019316
68  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Roma, quelli che vivono rovistando nei cassonetti il: 09 Agosto 2008 - 06:52:44
Dopo l'annunciata ordinanza di Alemanno, viaggio in un campo rom
"La mia famiglia ha solo questa risorsa, rilascio regolare fattura"
Roma, quelli che vivono rovistando nei cassonetti

testo e fotografie
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/rom-cassonetti/1.html

di STEFANIA CULURGIONI

 ROMA - "Se passerà il divieto di frugare nei cassonetti, io non saprò più come mantenere la mia famiglia. E allora che sia il Comune ad aiutarmi a trovare una soluzione". Fikreta Suleimanovjc, rom bosniaca di 40 anni, abita nel campo autorizzato di via Salviati, a Roma. Per lei e per le altre donne dell'insediamento sono giorni di forte apprensione.

Il 6 agosto infatti, il sindaco Gianni Alemanno ha annunciato un'ordinanza che vieta il rovistaggio nei cassonetti della città. Un provvedimento che ha scatenato fortissime polemiche da parte delle associazioni di solidarietà e che, nel giro di poche ore, è stato ritirato.

"Ci siamo fermati per ulteriori verifiche" ha detto il sindaco che ha fatto una temporanea marcia indietro. Lasciando però nell'incertezza intere famiglie rom che vivono proprio di quell'attività: il recupero e la vendita dei rifiuti dei cassonetti.

GUARDA IL SERVIZIO FOTOGRAFICO

Fikreta abita nel primo settore del campo (il secondo è quello dei korakhané, e le due parti sono separate da una lamiera arrugginita alta due metri). Cinquanta container, sito autorizzato dal Comune, costruito nel 1999 per ospitare i rom sgomberati dal Casilino 700. Trecentocinquanta persone circa, un numero sempre in aumento per la nascita, costante, di neonati.

E' nata a Mostar in Bosnia, e a Roma ci è arrivata 18 anni fa, subito dopo la guerra. "E da allora - racconta - il mio lavoro è questo: raccogliere gli oggetti che trovo nei cassoni, rivendere il ferro agli sfasciacarrozze e il resto nei mercatini. Un lavoro che, secondo me, è onesto. Non sporco, non mendico, non mando i miei figli a chiedere l'elemosina".

La sua giornata tipo comincia molto presto: sveglia alle cinque del mattino e poi con la macchina via verso la zona di Cinecittà ("perché lì c'è un altro campo dove mi conoscono e mi lasciano fare", spiega). Con un gancio di ferro e il baule aperto, la raccolta comincia subito. "Raccolgo tutti i rifiuti abbandonati - dice - biciclette, forni, lavastoviglie, scaldabagni, materassi, reti del letto, macchine da cucire, lampadari, ferri, scarpe, vestiti, cavi, pezzi di elettrodomestici da cucina. Tutte cose abbandonate accanto ai cassoni verdi, oppure buttate dentro. Io carico tutto in macchina e torno al campo".

A mezzogiorno un altro giro di perlustrazione, e nel pomeriggio il secondo passaggio: "Vado dagli sfasciacarrozze che comprano tutto. Mi danno più o meno dieci centesimi e io riesco a fare anche 50 euro al giorno. Mi rilasciano una regolare fattura. Grazie alle ricevute finora ci ho potuto fare la dichiarazione dei redditi, che mi ha permesso di rinnovare il permesso di soggiorno. Sono pure iscritta alla Camera di commercio con la dicitura di artigiano autonomo".

Quello che non smercia agli sfasci, Fikreta lo rivende nei mercatini. Si aggancia da abusiva accanto alle bancarelle regolari oppure si mette per strada, con un telo per terra. "Chi viene a comprare? Sia italiani che stranieri". Persone che acquistano scarpe, oggetti, vestiti per pochissimi euro.

"Ma che mi bastano - dice Fikreta - per mantenere la mia famiglia. Il Comune mi passa 120 euro al mese per mantenere libri e quaderni dei ragazzi, ma non sono sufficienti per tutto".

Tutto il campo rom è una specie di magazzino all'aperto di ferraglie accatastate, di motori da sezionare, ruote di biciclette, lamiere di ferro, elettrodomestici, assi da stiro, batterie delle auto, tricicli. Un piccolo bazar di rottami da aggiustare e rivendere. In gran parte prelevati dalla città che vomita rifiuti, altre volte dalle cantine come servizio richiesto da chi cambia o vende casa e vuole liberarsi della roba inutile e quindi chiama i rom, altre ancora, forse, rubata.

"Ma quello dei cassonetti - assicura Fikreta - è un lavoro onesto. E io sono molto arrabbiata con quei rom che lo fanno e lasciano sporco tutto intorno. Spero davvero che il sindaco ci ripensi".

(9 agosto 2008)

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/rom/cassonetti/cassonetti.html
69  Lingua e cultura ROM / Materiali Trasversali / Racav Lavor - Vivere da Rom in una grande citta', Milano il: 09 Agosto 2008 - 05:06:34
Racav Lavor

Documentario sulla vita di una famiglia allargata di Rom a Milano

I nuclei familiari, il lavoro, la scuola
momenti e problematiche della vita quotidiana
nel campo.

Da scaricare su:
http://www.sivola.net/download/racav_lavor.mp4
70  Lingua e cultura ROM / Operatori e amici / Sastipe - Mediatrici rom a Milano il: 09 Agosto 2008 - 03:53:39
Sastipe ''Star bene''

Da scaricare un documentario sull'esperienza di mediazione culturale
di alcune giovani donne rom a Milano

Audio-video di ottima qualita'

http://www.sivola.net/download/sastipe.mp4
71  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Roma, Belviso: tutelare i bambini rom con case di accoglienza il: 09 Agosto 2008 - 08:19:53
ROMA: BELVISO, BASTA SFRUTTAMENTO BAMBINI PER MENDICARE 


(ASCA) - Roma, 7 ago - ''Quanto accaduto questo pomeriggio a piazza della Repubblica, con una donna che mendicava con un bambino di tre mesi, mi rattrista molto ma, al tempo stesso, mi fa ben sperare nei confronti di quelle persone che, mettendo da parte l'indifferenza, hanno denunciato l'accaduto riuscendo a salvare un bimbo di tre mesi che rischiava di morire. A loro e ai Vigili urbani che sono immediatamente intervenuti va il mio ringraziamento piu' sentito''. Lo ha detto l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso.

''Si tratta - ha aggiunto - di un episodio a dir poco sconcertante ma che ci da' un motivo in piu' per continuare a lavorare affinche' episodi del genere non si ripetano.

Iniziative e progetti come la realizzazione di due case di accoglienza per bimbi sfruttati, che portero' domani in Giunta- ha concluso l'assessore- va proprio in questa direzione ed e' solo il primo passo di un percorso che l'Amministrazione intera portera' avanti per tutelare i bambini troppo spesso vittime di sfruttamento''.

res-rg/mcc/ss

(Asca)
 
http://www.asca.it/moddettregione.php?id=307677&img=&idregione=&nome=&articolo=ROMA:%20BELVISO,%20BASTA%20SFRUTTAMENTO%20BAMBINI%20PER%20MENDICARE
72  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / Re: IncontROM a milano il: 09 Agosto 2008 - 08:08:01
grazie per aver condiviso con noi un ricordo positivo

facci sapere degli sviluppi, speriamo ce ne siano
magari in autunno, nel bellissimo autunno milanese

73  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Roma - Chiede l'elemosina con bimbo di tre mesi denunciata donna rom il: 09 Agosto 2008 - 07:19:24
Chiede l'elemosina sotto il sole col bimbo di tre mesi disidratato

Chiedeva l´elemosina in strada, sotto il sole cocente, con il figlio di appena tre mesi in braccio, disidratato e sotto peso. La donna, una rumena di 29 anni, è stata bloccata dai vigili urbani del nucleo assistenza emarginati in via Vittorio Emanuele Orlando, a due passi da piazza della Repubblica.

A chiamare i vigili, intorno alle 15 di ieri, un passante preoccupato dallo stato di salute del bambino. Il neonato è stato subito trasportato all´ospedale Bambino Gesù: i medici hanno riscontrato malnutrizione e disidratazione.

Il magistrato ha emesso il divieto di prelievo del bambino da parte di chiunque nell´ospedale, compreso chi esercita la patria potestà. Sarà emessa per la mamma, da parte dei vigili urbani, la denuncia per maltrattamento e sfruttamento di minore. 
 
(08 agosto 2008)

http://roma.repubblica.it/dettaglio/Chiede-lelemosina-sotto-il-sole-col-bimbo-di-tre-mesi-disidratato/1499046
74  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Roma: la giunta approva comunita' per bambini rom tolti alle famiglie il: 09 Agosto 2008 - 06:23:49
ROMA: GIUNTA APPROVA MEMORIA CASE ACCOGLIENZA BIMBI SFRUTTATI 


(ASCA) - Roma, 8 ago - Due comunita' di accoglienza dedicate ai bambini rom costretti all'accattonaggio e alla mendicita', che prevedano un percorso di integrazione e scolarizzazione dei miniori con l'ausilio di mediatori culturali, psicologi e operatori sociali. Questo il contenuto della memoria di Giunta presentata dall'assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso e approvata oggi dalla Giunta capitolina.

Il provvedimento si rivolge ai minori che vivono situazioni di sfruttamento, che risultano essere privi di genitori, o quando a questi ultimi e' tolta la patria potesta'. Le due strutture daranno ai bambini un posto sicuro dove vivere e seguire le attivita' previste dal progetto.

Le procedure di individuazione degli enti gestori delle strutture si svolgeranno tramite un avviso pubblico rivolto agli enti del terzo settore. Le attivita' delle comunita' ospitanti dovranno riguardare sia la fase emergenziale sia quella relativa al trattamento a medio periodo dei progetti individuali di intervento.

''L'integrazione passa attraverso il riconoscimento dei diritti e dei doveri di ciascuno. Far crescere un bambino in un ambiente accogliente e socialmente sano significa dargli la prospettiva di un futuro migliore, aiutarlo a crescere e fare di lui un adulto consapevole e rispettoso'', ha detto la Belviso. Questo provvedimento e' ''un primo passo per garantire ai bambini che vivono situazioni di disagio familiare e sociale le stesse opportunita' che hanno tutti gli altri, e questo significa giocare, frequentare la scuola, divertirsi: il diritto di essere bambino''.

res-dnp/did/ss

(Asca)

http://www.asca.it/moddettregione.php?id=307765&img=&idregione=&nome=&articolo=ROMA/NOMADI:%20GIUNTA%20APPROVA%20MEMORIA%20CASE%20ACCOGLIENZA%20BIMBI%20SFRUTTATI
75  Lingua e cultura ROM / Materiali Trasversali / Zingari ruba-bimbi notizie false e psicosi il: 08 Agosto 2008 - 03:20:42
Zingari ruba-bimbi notizie false e psicosi

Massimo Lugli

 «Le zingare hanno rapito un bambino». La nuova paura metropolitana, indice di un clima di diffidenza sempre più pesante, ha il volto segnato, le lunghe gonne e i capelli corvini delle donne rom. Due le segnalazioni arrivate, in meno di 48 ore alla polizia e ai carabinieri. In entrambi i casi, ovviamente, si trattava di falsi allarmi ma le "ladre di bambini" stanno entrando nell´immaginario collettivo e nelle leggende metropolitane, come l´ambulanza che rapiva i ragazzini per i trapianti di organi, segnalata più volte sul litorale.

Il primo allarme è scattato martedì sera quando una donna, disperata, ha chiamato il 112. «Aiuto, un gruppo di zingare ha rapito mia figlia». La signora era in un bar di via Arco di Travertino, all´incrocio con via Tuscolana. Alcune auto del radiomobile sono immediatamente partite a tutto gas e a sirena spiegata ma quando sono arrivate sul posto la situazione si era già risolta da sola. La signora, uscendo dal locale, non aveva più visto la figlia e, in strada, aveva notato un gruppetto di nomadi che si allontanavano tranquillamente, chiacchierando. Presa dal panico, da donna aveva pensato che le avessero sequestrato la figlia e il primo istinto era stato quello di chiedere aiuto. Pochi minuti dopo aveva trovato la bambina assieme al padre, a neanche dieci metri di distanza dall´ingresso del locale. Alle scuse della signora i carabinieri, inappuntabili, hanno risposto con un garbato: «Per carità, siamo qui per aiutare i cittadini». Ma le scuse, in realtà, sarebbero state dovute alle nomadi accusate senza colpa.

Nuova segnalazione, stavolta al 113, ieri mattina a Villa Ada. Una donna parla di due zingare che hanno rapito un bambino. Sul posto piomba, tra la costernazione dei jogger e della gente in cerca di un po´ di fresco, una volante seguita a ruota da un´auto dei carabinieri e, poco più tardi, da una pattuglia dei "Falchi", i motociclisti della squadra mobile. Non ci sono indizi, non ci sono testimoni, agenti e militari interrogano i passanti: «Avete visto dei nomadi? Avete notato qualcosa di strano?». Il parco viene perlustrato da cima a fondo, partendo dal laghetto e risalendo fino all´ingresso sulla Salaria. I frequentatori abituali, abituati al pacifico passeggiare dei militari e dei poliziotti a cavallo, si domandano con apprensione il perché di tutto quello spiegamento di forze che, alla fine, si rivela completamente inutile: nessun rapimento, nessun bambino sparito. Solo la paura di una città che, tra censimenti dei campi e impronte digitali ai bambini, vive la presenza degli zingari con sempre maggiore apprensione.

I rapimenti dei bambini italiani da parte degli zingari, in realtà, sembrano rarissimi. Esemplare il caso del 28 luglio 2007 sulla spiaggia dell´Isola delle Femmine vicino Palermo. Una nomade romena di 45 anni era entrata in uno stabilimento per chiedere l´elemosina e si avvicinò a un bambino di 3 anni. La madre lanciò l´allarme, la romena fu arrestata e sfuggì a stento al linciaggio. Tre giorni dopo la scarcerazione: «La donna è stata vittima della psicosi collettiva e del pregiudizio contro gli zingari» scrisse il Gip nell´ordinanza. Diverso il caso di Napoli, 11 maggio scorso: una sedicenne nomade entra in una casa, viene sorpresa con un bambino di 6 mesi in braccio e arrestata per tentato sequestro. La notizia scatena un assalto ai campi nomadi. Epilogo giudiziario ancora da scrivere.

Secondo i dati della polizia la stragrande maggioranza dei bambini sotto i 10 anni scomparsi sono stati portati via da uno dei genitori. Il prefetto Rino Monaco, che si occupa di persone scomparse ha una lista di 13 minori mai ritrovati ma i sospetti sono a 360 gradi. E, in effetti, basta un po´ di buon senso per rendersi conto che l´unica cosa che non manca ai rom sono proprio i bambini.

(08 agosto 2008)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Zingari-ruba-bimbi-notizie-false-e-psicosi/2036604/6
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