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Autore Topic: Censimento: pressing del Campidoglio sul prefetto. Protestano rom e sinti  (Letto 1962 volte)
aemme
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« il: 12 Luglio 2008 - 05:58:51 »

Censimento nomadi, pressing del Campidoglio
sul prefetto. Protestano rom e sinti


 
ROMA (11 luglio) - Con o senza impronte, che il censimento abbia inizio. La sollecitazione parte dalla Commissione sicurezza del Campidoglio, in particolare dal presidente, Fabrizio Santori. I controlli nei campi, abusivi e regolari, dove vivono rom, ma anche cittadini comunitari ed extracomunitari in condizioni di disagio, probabilmente inizieranno attorno al 15 luglio.

Il prefetto Carlo Mosca era stato fra i primi a dire che, comunque, non sarebbe stato possibile prendere le impronte digitali a tutti coloro che vivono nei campi - cifra presumibile 9.000 - tanto meno ai bambini. Mosca ha anche consegnato delle linee guida al sindaco Gianni Alemanno, in cui spiega come si attiverà il censimento. Ma in realtà, anche se nessuno lo dice apertamente e benché prevalga il rispetto istituzionale, il dialogo fra Campidoglio e Prefettura sul tema del censimento dei campi è quanto meno non semplice. Santori aveva chiesto a un rappresentante della Prefettura di partecipare a una riunione della commissione sicurezza. Il prefetto Mosca ha risposto che l’incontro ci sarà, ma non prima di settembre. Ma per quella data - in linea teorica - il censimento dovrebbe essere già concluso.

«Scriverò una lettera alla Prefettura - spiega prudentemente Santori - per avere alcuni chiarimenti. Ci sono alcune procedure che non sono ancora certe. Le linee guida, nel caso si verifichi che nei campi vi sono persone che delinquono, prevede le espulsioni. Bene, come facciamo a constatare che queste persone delinquono? Inoltre, come possiamo fare per rendere rapide le procedure, tenendo conto che l’ex Cpt è già pieno? Altro caso: ipotizziamo che in un campo abusivo nel corso del censimento vengano trovate persone comunitarie ma senza i mezzi di sostentamento, senza redditi e senza lavoro. Che ne sarà di queste persone? Il campo sarà smantellato se è abusivo? Noi avevamo proposto di ipotizzare dei campi temporanei di tre mesi, dove può restare chi cerca lavoro. Dopo tre mesi, se è ancora disoccupato, dovrà tornare nel proprio paese». Appare un percorso ancora pieno di incognite. «E’ vero - ribatte Santori - però per lo meno ci si sta muovendo per affrontare il problema, un tempo invece ci si voltava dall’altra parte. Dobbiamo evitare che si smantelli magari un’insediamento abusivo ma poi queste persone ne creino un altro poco distante».

Ma a complicare l’operazione “censimento dei campi” è, indubbiamente, intervenuta anche la risoluzione votata dal Parlamento europeo. E sulla prudenza manifestata dal prefetto, Santori osserva: «Rispetto il suo ruolo di commissario per l’emergenza nomadi. Però ricordiamoci che durante le elezioni la volontà popolare è stata molto chiara, sul tema sicurezza Alemanno ha preso anche i voti del centro sinistra». Ieri Massimo Converso, presidente dell’Opera nomadi, ha spiegato: «Non avevo dubbi, ero certo che l’Unione europea avrebbe bocciato il censimento. Per quanto riguarda Roma trovo sia stato positivo anche l’atteggiamento del prefetto Mosca rispetto a questo problema. Positiva anche la posizione prudente assunta dal sindaco Alemanno che sta dando serenità all’interno della comunità nomade». Al Villaggio globale si è svolta una manifestazione organizzata dalla Federazione Rom e Sinti insieme. Hanno partecipato in 200, provenienti da tutta Italia. «Vogliamo partecipare attivamente alle decisioni che ci riguardano - ha detto il presidente della Federazione, Nazareno Guarnieri - Quella delle impronte è solo una vigliaccata politica perché il 90% dei rom e sinti che vivono in Italia sono già identificati. La restante minoranza sono dell’ex Jugoslavia e perciò non hanno documenti: per loro bisogna trovare una soluzione politica. Siamo pronti a fare lo sciopero della fame».

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=27511&sez=HOME_ROMA
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