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331  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dei Rom - 28 aprile 2005 - B il: 09 Giugno 2008 - 07:13:02
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dei Rom nell'Unione europea

28 aprile 2005 - Bruxelles
-------------------------------------------------------------------

Il Parlamento europeo ,

–   vista la celebrazione in data 8 aprile 2005 della Giornata internazionale dei Rom(1) ,

–   visto il Trattato costituzionale firmato dai Capi di Stato e di governo il 29 ottobre 2004, la cui Seconda parte è costituita dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   visti gli articoli 3, 6, 7, 29 e 149 del trattato CE, che impegnano gli Stati membri a garantire pari opportunità per tutti i cittadini,

–   visto l'articolo 13 del trattato CE che permette alla Comunità europea di prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sulla razza o l'origine etnica,

–   vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica(2) che vieta ogni discriminazione per motivi etnici,

–   visti l'articolo 4 della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sulla protezione delle minoranze nazionali e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali,

–   vista la Raccomandazione 1557(2002) del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, in particolare i suoi paragrafi 3 e 15 che rilevano il diffuso fenomeno della discriminazione contro i Rom nonché la necessità di rafforzare il sistema di monitoraggio delle discriminazioni nei loro confronti e di risolvere la questione del loro status giuridico,

–   visto il documento adottato dal gruppo COCEN in vista del Consiglio europeo di Helsinki del 1999, dal titolo "Situazione dei Rom nei paesi candidati", in cui si sottolinea l'esigenza di una maggiore sensibilizzazione al problema del razzismo e delle discriminazioni contro i Rom,

–   vista la Convenzione ONU contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti del 10 dicembre 1984,

–   vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro(3) ,

–   vista la Carta dei partiti politici europei per una società non razzista(4) ,

–   vista l'istituzione di un Gruppo di Commissari responsabili per i diritti fondamentali, la lotta contro le discriminazioni e le pari opportunità(5) , e in attesa della presentazione della sua agenda,

–   visti il regolamento (CE) n. 1035/97 del Consiglio, del 2 giugno 1997, che istituisce un Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia(6) , le relazioni annuali e le relazioni tematiche dell'Osservatorio (EUMC) sul razzismo nell'UE e il Libro verde della Commissione su uguaglianza e non discriminazione nell'Unione europea allargata (COM(2004)0379);

–   vista la recente pubblicazione da parte della Commissione di una relazione che richiama l'attenzione sugli inquietanti livelli di ostilità e di violazioni dei diritti dell'uomo contro Rom, zingari e girovaghi in Europa(7) ,

–   viste la sua risoluzione del 27 gennaio 2005 sull'olocausto, l'antisemitismo e il razzismo ( 8 ) ,

–   visti gli strumenti giuridici internazionali quali la Raccomandazione generale XXVII (Discriminazioni nei confronti dei Rom) del Comitato delle Nazioni Unite sull'eliminazione della discriminazione razziale e la raccomandazione di politica generale n. 3 sulla lotta al razzismo e all'intolleranza verso i Rom/zingari della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza,

–   visto l'esaustivo Piano d'azione adottato dai paesi dell'OSCE, tra cui gli Stati membri e i paesi candidati, incentrato sul miglioramento della situazione dei Rom e dei Sinti nella zona OSCE, nel quadro del quale gli Stati si impegnano, tra l'altro, a potenziare i loro sforzi volti a garantire che le popolazioni Rom e Sinti possano svolgere un ruolo completo ed equo nelle nostre società e a debellare la discriminazione nei loro confronti,

–   visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.   considerando che la data dell'8 aprile, proclamata Giornata internazionale dei Rom, è considerata una giornata celebrativa per questo popolo e al tempo stesso un'opportunità per sensibilizzare maggiormente il pubblico su quella che è la più numerosa minoranza etnica d'Europa e sulla gravità della sua esclusione sociale,

B.   considerando che i 12-15 milioni di Rom che vivono in Europa, 7-9 milioni dei quali nell'Unione europea, sono vittime di discriminazioni razziali e che molti di loro subiscono spesso gravi discriminazioni strutturali, condizioni di povertà ed esclusione sociale nonché una discriminazione multipla in base a sesso, età, disabilità e orientamento sessuale,

C.  sottolineando l'importanza di eliminare urgentemente la persistente e violenta tendenza a compiere atti di razzismo e discriminazione razziale contro i Rom e consapevole che ogni forma di impunità per attacchi razzisti, espressioni di odio, aggressioni fisiche da parte di gruppi estremisti, detenzioni illegali e maltrattamenti da parte della polizia originati da sentimenti di antizingarismo e fobia dei Rom contribuisce ad indebolire i principi della legge e della democrazia, tende ad incoraggiare il ripetersi di tali reati e richiede risoluti interventi volti ad eliminarli,

D.  rilevando che la mancata azione contro la discriminazione razziale e la xenofobia nei confronti dei Rom, soprattutto da parte delle pubbliche autorità, rappresenta un fattore che favorisce il persistere di tali problemi nella società,

E.   considerando che la comunità Rom continua a non essere considerata una minoranza etnica o nazionale in tutti gli Stati membri e paesi candidati e che essa pertanto non gode in tutti i paesi dei diritti connessi a tale status,

F.   considerando che, se molti Stati membri hanno rapidamente trasposto nell'ordinamento interno la direttiva 2000/43/CE, altri non vi hanno provveduto o lo hanno fatto in modo incompleto o non corretto,

G.   considerando che l'Olocausto dei Rom merita un pieno riconoscimento commisurato alla gravità dei crimini commessi dai nazisti per eliminare fisicamente i Rom d'Europa e chiedendo al riguardo alla Commissione e alle autorità competenti di adottare tutte le misure necessarie per rimuovere l'azienda di allevamento suino dal sito dell'ex campo di concentramento di Lety u Pisku e di crearvi un degno memoriale,

H.  ricordando che un elevato numero di Rom è stato vittima di guerre e di "pulizia etnica" e continua ad essere vittima di persecuzioni in parti di regioni dell'ex Iugoslavia,

I.   deplorando che un notevole numero di Rom richiedenti asilo sono stati espulsi o minacciati di espulsione dagli Stati membri ospitanti in violazione del principio di non-refoulement definito nella Convenzione di Ginevra del 1951 e protocolli associati,

J.   deplorando che i Rom continuino ad essere sottorappresentati nelle compagini governative e nell'amministrazione pubblica degli Stati membri e dei paesi candidati in cui costituiscono una significativa percentuale della popolazione; che i loro governi si sono impegnati ad aumentare il numero di Rom che lavorano nell'ambito di strutture decisionali ma non hanno ancora compiuto progressi significativi,

K.   riconoscendo la necessità di garantire l'effettiva partecipazione dei Rom alla vita politica, soprattutto per quanto riguarda le decisioni che interessano la vita e il benessere delle comunità Rom,

L.   sottolineando che in nessun caso si dovrebbero elaborare ed applicare nuove normative in materia di cittadinanza che siano discriminatorie nei confronti di legittimi richiedenti la cittadinanza o che portino a ritirare la cittadinanza ai Rom che risiedono da lungo tempo in uno Stato membro o paese candidato,

M.   considerando che, in una serie di paesi, esistono chiare indicazioni secondo cui le forze di polizia ed altre istanze del sistema penale risentono di pregiudizi nei confronti dei Rom, il che determina una sistematica discriminazione razziale nell'esercizio della giustizia penale,

N.   considerando che i Rom sono regolarmente discriminati quanto all'assistenza sanitaria e alla sicurezza sociale e rilevando con preoccupazione i casi di segregazione nei reparti di maternità e la sterilizzazione di donne Rom senza il loro consenso informato,

O.  considerando che su vasta scala esistono condizioni di vita inferiori agli standard minimi e antigieniche nonché prove evidenti di ghettizzazione e che ai Rom viene regolarmente impedito di trasferirsi al di fuori di tali zone,

P.  richiamando l'attenzione sui sistemi scolastici basati sulla segregazione razziale esistenti in alcuni Stati membri, in cui i bambini Rom ricevono un insegnamento mediocre in classi separate o vengono inseriti in classi destinate ai disabili mentali; riconoscendo che il miglioramento dell'accesso all'istruzione e delle opportunità per i Rom di conseguire titoli accademici è d'importanza fondamentale per fornire più ampie prospettive alle comunità Rom,

Q.   considerando che in media le comunità Rom presentano livelli inaccettabilmente elevati di disoccupazione, il che richiede interventi specifici volti ad agevolare l'accesso al lavoro,

R.   considerando le difficoltà incontrate dalla popolazione Rom per veder riconosciuta la propria cultura e deplorando che, nella maggior parte degli Stati membri e dei paesi candidati, i principali mezzi di informazione continuano a sottorappresentare i Rom nella loro programmazione, rafforzando, allo stesso tempo, uno stereotipo negativo del cittadino Rom attraverso articoli, spettacoli televisivi e radiofonici; rilevando altresì che le nuove tecnologie della comunicazione, compreso internet, possono anch'esse contribuire a combattere la fobia dei Rom;

1.   condanna fermamente qualsiasi forma di discriminazione nei confronti della popolazione Rom;

2.   invita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri e i paesi candidati ad esaminare il riconoscimento dei Rom come minoranza europea;

3.   saluta con favore la recente dichiarazione del Presidente della Commissione Barroso in merito all'importanza di eliminare le discriminazioni contro i Rom e al ruolo che la Strategia di Lisbona potrebbe svolgere per migliorare le opportunità per questo popolo(9) ; sollecita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri e i paesi candidati ad adoperarsi pubblicamente per combattere l'antizingarismo/fobia dei Rom in tutte le sue forme a livello locale, nazionale, regionale o UE;

4.   sollecita la Commissione a includere il tema della lotta contro l'antizingarismo/fobia dei Rom in tutta Europa fra le sue priorità per il 2007, Anno europeo delle pari opportunità per tutti, ed esorta la società politica e civile a tutti i livelli a chiarire che l'odio razziale contro i Rom non può mai essere tollerato nella società europea;

5.   sollecita inoltre la Commissione ad assicurare ulteriormente, nel quadro dei requisiti politici dei criteri di Copenaghen, che i paesi candidati si adoperino realmente per rafforzare il primato della legge e proteggere i diritti dell'uomo e delle minoranze, in particolare quelli del popolo Rom;

6.   chiede che la Commissione elabori una comunicazione sulle modalità in cui l'UE, in cooperazione con gli Stati membri, possa coordinare e promuovere nel modo più efficace gli sforzi destinati a migliorare la situazione dei Rom, e adotti un piano d'azione contenente chiare raccomandazioni agli Stati membri e ai paesi candidati per conseguire una migliore integrazione economica, sociale e politica dei Rom;

7.   plaude agli Stati membri che hanno trasposto prontamente nel proprio ordinamento interno la direttiva 2000/43/CE, e sollecita quelli attualmente oggetto di una procedura di infrazione per "mancata comunicazione" ad attivarsi per rimediare agli scarsi progressi compiuti; invita il Consiglio ad adottare durante la presidenza lussemburghese la proposta decisione quadro dell'UE su razzismo e xenofobia che renderebbe perseguibili penalmente in tutta l'UE i reati connessi all'odio razziale, in merito alla quale il Parlamento europeo stesso deve essere nuovamente consultato;

8.   invita gli Stati membri e i paesi candidati a rafforzare le proprie disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative intese a contrastare in modo specifico ed esplicito l'antizingarismo e la fobia dei Rom e a proibire la discriminazione razziale e i connessi fenomeni di intolleranza, sia diretti che indiretti, in tutti gli aspetti della vita pubblica;

9.   invita gli Stati membri e i paesi candidati a scambiare le migliori pratiche al fine di incoraggiare la promozione della cultura Rom;

10.   invita gli Stati membri a prendere opportuni provvedimenti per eliminare l'odio razziale e l'istigazione alla discriminazione e alla violenza contro i Rom nei mass media e in ogni forma di tecnologia della comunicazione, ed esorta i grandi media ad instaurare buone prassi in materia di assunzione di personale in modo che questo rifletta la composizione della popolazione;

11.   invita gli Stati membri e i paesi candidati a definire una strategia per migliorare la partecipazione dei Rom alle elezioni in qualità di votanti e candidati a tutti i livelli;

12.   sottolinea l'esigenza di garantire pari diritti sociali e politici ai migranti di origine Rom;

13.   sottolinea che la mancanza di documenti ufficiali costituisce un grave ostacolo all'esercizio dei diritti fondamentali dei Rom in Europa nonché al loro accesso a servizi che sono essenziali per l'inclusione sociale;

14.   sollecita tutti gli Stati membri e i paesi candidati ad adottare misure concrete per migliorare l'accesso dei Rom ai mercati del lavoro al fine di assicurare loro una migliore occupazione a lungo termine;

15.   invita gli Stati membri in cui i figli dei Rom vengono isolati in scuole per disabili mentali o sistemati in aule separate, ad avviare programmi di desegregazione entro un periodo di tempo prestabilito, incoraggiando così il libero accesso all'istruzione di qualità per i figli dei Rom e prevenendo sentimenti ostili ai Rom tra i ragazzi che frequentano le scuole;

16.   ricorda la risoluzione del Consiglio e dei ministri dell'istruzione riuniti in sede di Consiglio, del 22 maggio 1989, concernente la scolarizzazione dei figli degli zingari e dei girovaghi(10) , e ritiene che garantire a tutti i figli dei Rom l'accesso all'istruzione ufficiale continui ad essere una priorità;

17.   invita gli Stati membri e i paesi candidati ad adottare provvedimenti per garantire a tutti parità di accesso ai servizi di assistenza sanitaria e di sicurezza sociale, a porre termine a tutte le pratiche di discriminazione, in particolare alla segregazione delle donne Rom nei reparti di maternità, e a impedire la pratica della sterilizzazione non consensuale delle donne Rom;

18.   accoglie con favore la formazione di un Foro dei Rom e viaggiatori europei ed il lavoro dei gruppi del Parlamento che si occupano delle questioni dei Rom e delle minoranze; riconosce l'importanza delle collaborazione con tali organismi nell'elaborare politiche per i Rom in Europa;

19.   ritiene che la ghettizzazione esistente in Europa sia inaccettabile e invita gli Stati membri ad adottare misure concrete per procedere alla deghettizzazione, combattere le pratiche discriminatorie nell'assegnazione di alloggi e assistere i Rom nella ricerca di alloggi alternativi e in buone condizioni igieniche;

20.   sollecita i governi delle regioni in cui vivono popolazioni Rom a compiere ulteriori passi per integrare pubblici dipendenti Rom in tutti i livelli amministrativi e decisionali, in linea con gli impegni precedentemente assunti, e a stanziare le risorse necessarie per l'effettivo assolvimento dei compiti connessi con tali posizioni;

21.   accoglie con favore il decennio per l'iniziativa di inclusione dei Rom, di cui sono firmatari cinque Stati membri e paesi candidati e invita la Commissione a collaborare con tali governi interessati per allineare il finanziamento del pertinente programma dell'UE per realizzare tale iniziativa;

22.   invita la Commissione ad esortare pubblicamente i governi nazionali a garantire che i programmi di finanziamento a favore dei Rom vedano la piena partecipazione dei soggetti interessati alla loro concezione, attuazione e monitoraggio;

23.   sostiene la continua tendenza, nell'ambito delle Istituzioni UE, a inglobare l'approccio "da Rom a Rom", messo a punto dall'OSCE, nella futura assunzione di personale per coprire posti vacanti destinati a Rom e non;

24.   invita i partiti politici, a livello sia nazionale che europeo, a riformare le proprie strutture e procedure interne al fine di rimuovere ogni ostacolo diretto o indiretto alla partecipazione dei Rom e ad incorporare nella propria agenda politica e sociale programmi specifici finalizzati alla loro piena integrazione;

25.   sollecita l'EUMC e, contestualmente alla sua creazione, l'Agenzia per i diritti fondamentali ad accordare maggiore attenzione all'antizingarismo/fobia dei Rom in Europa, e a fornire le risorse necessarie per monitorare gli abusi razziali e le violazioni dei diritti umani nei confronti dei Rom;

26.   sollecita tutti gli Stati membri a sostenere iniziative volte a rafforzare l'autorappresentazione dei Rom e la loro partecipazione attiva alla vita pubblica e sociale nonché a consentire alle organizzazioni civili Rom di far sentire la loro voce;

27.   invita la Commissione a sollevare la questione Rom a livello paneuropeo, in particolare con i paesi candidati, in quanto i Rom sono presenti in ogni parte d'Europa;

28.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati.



(1) La Giornata internazionale dei Rom è stata istituita nel 1971 in occasione del Primo Congresso internazionale del popolo Rom.
(2) GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.
(3) GU L 303 del 2.12.2000, pag. 16.
(4) La "Carta dei partiti politici europei per una società non razzista" è la proposta fatta dalla commissione consultiva UE sul razzismo e la xenofobia ai partiti politici dell'Unione europea. Il testo è stato adottato da detta commissione in data 5 dicembre 1997.
(5) Il Presidente della Commissione José Manuel Barroso ha annunciato tale iniziativa in un discorso tenuto al Parlamento europeo il 26 ottobre 2004, indicando che il comitato (che lui stesso presiederà) avrà l'incarico in tale ambito di monitorare tutti gli interventi della Commissione e le più importanti iniziative in materia e di esercitare il necessario impulso politico. 
(6) GU L 230 del 21.8.1997, pag. 19.
(7) "La situazione dei Rom nell'Europa allargata", commissionata e pubblicata dalla DG Occupazione e Affari sociali nel 2004.
( 8 ) Testi approvati, P6_TA(2005)0018.
(9) Dichiarazione resa in occasione del lancio del Quadro di valutazione di Lisbona V, il 17 marzo 2005.
(10) GU C 153 del 21.6.1989, pag. 3.
 

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2005-0151+0+DOC+XML+V0//IT
332  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione - aprile 2007 il: 09 Giugno 2008 - 06:17:19
Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione
presentata ufficialmente dal Ministro dell’interno il 23 aprile 2007

I diritti sociali degli immigrati, la condivisione delle regole della società italiana, il rifiuto della poligamia e del velo che copre il volto o che non sia liberamente scelto, ed altro.

Edizione plurilingue in formato "pdf"

Testo in lingua italiana - (80 KB)
Testo in lingua albanese - (80 KB)
Testo in lingua araba - (200 KB)
Testo in lingua cinese - (176 KB)
Testo in lingua francese - (84 KB)
Testo in lingua inglese - (84 KB)
Testo in lingua spagnola - (80 KB)
Testo in lingua romena - (220 KB)
Testo in lingua ucraina - (248 KB)

La Carta dei valori della cittadinanza e dell´integrazione nasce da un percorso avviato dal Ministro dell´Interno, Giuliano Amato, nella seconda metà del 2006, nel quadro delle iniziative volte all´integrazione e alla coesione sociale.

L´obiettivo è quello di enucleare i valori e i principi validi per tutti coloro che desiderano risiedere stabilmente in Italia, di qualsiasi gruppo o comunità facciano parte, di natura culturale, etnica o religiosa.

Il 13 ottobre 2006 con decreto del Ministro dell´Interno è stato nominato il Comitato scientifico incaricato di elaborare la Carta dei valori, nella seguente composizione: Professoressa Roberta Aluffi Beck Peccoz (Università di Torino), Professor Carlo Cardia, con funzioni di coordinatore (Università Roma Tre), On.le Professor Khaled Fouad Allam (Università di Trieste), Professor Adnane Mokrani (Università Gregoriana di Roma), Professor Francesco Zannini (Pontificio Istituto di studi arabi ed islamistica di Roma). Hanno partecipato ai lavori del Comitato scientifico il Prefetto Franco Testa ed il Vice Prefetto Maria Patrizia Paba.

Il Comitato scientifico ha svolto ampie consultazioni incontrando associazioni ed organizzazioni del mondo dell´immigrazione e religiose, sociali, sindacali e del volontariato, i componenti della Consulta per l´Islam italiano e della Consulta giovanile per le questioni relative al pluralismo culturale e religioso, esperti ed esponenti delle Istituzioni.

La Carta dei valori della cittadinanza e dell´integrazione, ancorata strettamente alla Costituzione italiana e alle Carte europee e internazionali sui diritti umani, ha un carattere essenzialmente programmatico per l´azione del Ministero dell´Interno e intende rappresentare uno strumento utile per i soggetti dell´immigrazione, per le comunità religiose, per i cittadini italiani, soprattutto i giovani, per diffondere una migliore conoscenza dei problemi dell´immigrazione e della libertà religiosa.

.

http://www.immigrazioneoggi.it/pubblicazioni/carta_valori.html
333  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Aggredita una giovane rom di 16 anni, incinta di 6 mesi il: 08 Giugno 2008 - 07:20:21
Una giovane rom di 16 anni, incinta di 6 mesi presa a calci mentre chiede l'elemosina
Lo denuncia il 'Gruppo EveryOne'

E' accaduto a Pesaro. La 16enne, al sesto mese di gravidanza, è stata prima insultata da un italiano di circa 40 anni e poi aggredita. In 20mila a Roma per la manifestazione di protesta in favore dei nomadi

ascolta la notizia
http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=1.0.2236718788

Roma, 8 giu. - (Adnkronos) - Una giovane rom di 16 anni, incinta di 6 mesi, è stata aggredita e presa a calci da un italiano in via Rimini, a Pesaro. A denunciarlo il Gruppo EveryOne che oggi ha parlato dell'accaduto nell'ambito della manifestazione a favore dei nomadi svoltasi a Roma.

Secondo gli attivisti di EveryOne l'altro ieri sera la ragazza, che vive a Pesaro, stava chiedendo l'elemosina lungo la strada alla gente seduta ai tavolini dei bar quando un italiano, di circa 40 anni, avrebbe iniziato a insultarla. "Vattene, non ti vogliamo qui", avrebbe detto l'uomo per poi prenderla a calci dietro la schiena. La rom impaurita è poi tornata a casa ma ieri, insieme al marito, si è rivolta ai membri di EveryOne che l'hanno accompagnata all'ospedale San Salvatore di Pesaro.

Secondo quanto riferisce EveryOne, alla ragazza in stato di choc sono state riscontrate grosse ecchimosi guaribili in dieci giorni ma non c'è stata nessuna conseguenza per il bambino che aspetta.

In 20mila hanno partecipato intanto oggi alla manifestazione di protesta civile al fianco dei Rom e Sinti, partita verso le 16 dal Colosseo per arrivare fino al Foro Boario. Queste le cifre degli organizzatori, secondo i quali circà la metà dei presenti erano nomadi. "Un risultato che è di 4 volte superiore a quello che ci aspettavamo - ha detto all'ADNKRONOS un attivista di EveryOne - I nomadi sono venuti qui da tutta Italia. Oltre al corteo ci sono state manifestazioni improvvisate di musica roma". Gli attivisti del Gruppo EveryOne erano riconoscibili con dei cartelli con su scritto "Noi siamo con i Rom" e "Siamo tutti Rom".

Al Foro Boario si è tenuto un summit delle organizzazioni che operano a favore dei nomadi per arrivare a stilare un documento programmatico e di azione. Alle 20 la festa con uno spettacolo di bande musicali rom.

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=1.0.2236724370
334  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Perché censire cittadini italiani..solo perché rom?! il: 08 Giugno 2008 - 07:00:06
Perché censire cittadini italiani..solo perché rom?!

Ma è un sogno - un brutto sogno - quello che sta succedendo oggi sotto i nostri
occhi? E' possibile che in Italia, a Roma, a Milano succedano cose impensabili fino
a pochissimo tempo fa senza che nessuno alzi una voce, quantomeno esprima "forte preoccupazione"? Qualche lamento gira sulla rete; ma sono lamenti che non riescono a trasformarsi in "voce pubblica".

I fatti: Censimento fotografico e schedatura di Polizia per cittadini Italiani
questa mattina, 6 giugno all'alba delle 5.00 presso il campo comunale di via
Impastato a Milano.

Si tratta di un campo regolare, i cui abitanti - in Italia e a Milano dal 1943
provenienti dalla Slovenia - risultano all'anagrafe del Comune in quanto residenti a
Milano.  Quindi, si tratta di CITTADINI ITALIANI; non solo: tra i cittadini italiani
del campo c'è anche chi ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazione e chi ha meritato la medaglia d'oro al valore civile.

Tralasciando di commentare il metodo: alle 500 del mattino, cogliendo nel sonno
bambini, anziani, come pericolosi criminali di cui si deve impedire la fuga, ciò che
più inquieta è che queste persone (e sottolineo il termine) vengono schedati in
quanto appartenenti ad un gruppo etnico.

Qualche sera fa Massimo Cacciari - a proposito della vicenda per certi versi analoga che si sta verificando a Venezia nei confronti di un gruppo di cittadini italiani sinti residenti nel nostro paese da più di dieci anni - richiamava l'attenzione con grande preoccupazione su quanto possa essere pericolosa questa strada che richiama (e nessuno-nessuno può negare fatti di storia) accaduti purtroppo non molti decenni orsono.

"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" scrive Giorgio Bezzecchi

Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla
pubblicazione della rivista "La difesa della razza"di Guido Landra e dei primi
rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani"in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41)

Per non dimenticare, ma anche per sapere che, legittimando queste procedure diventa difficile prevederne il processo:

Tutto in nome della sicurezza. Il tema della sicurezza oggi "impone" la paura di
schierarsi e quindi il silenzio. Ma in nome della sicurezza non si possono ledere i
diritti dei cittadini, di cittadini italiani regolarmente iscritti all'anagrafe
della nostra città, che lavorano e mandano i bambini a scuola, come altri cittadini
italiani (anche se non tutti..ricordate la questione della dispersione scolastica?),
ma con il grave peccato originale di essere etnicamente diversi.

Brividi..Dobbiamo avere il coraggio di rifiutare questo opportunismo del discorso
pubblico, dobbiamo contribuire a far conoscere una realtà assolutamente sconosciuta relativa ad una popolazione di 130-150000 mila persone, di cui circa il 50% ha la cittadinanza italiana con una quota ampiamente sotto il 10% che pratica ancora qualche forma di nomadismo.

Come si fa a parlare di bullismo, di educazione dei piccoli e dei giovani alla
convivenza, alla solidarietà? Apriamo gli occhi e la bocca


Francesca Zajczyk
Milano, 6 giugno 2008-06-06



FRANCESCA ZAJCZYK
Sociologia urbana e del territorio
Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale
Università di Milano-Bicocca
335  Lingua e cultura ROM / Porrajmos / Perché censire cittadini italiani..solo perché rom?! il: 08 Giugno 2008 - 06:57:55
Perché censire cittadini italiani..solo perché rom?!

Ma è un sogno - un brutto sogno - quello che sta succedendo oggi sotto i nostri occhi? E' possibile che in Italia, a Roma, a Milano succedano cose impensabili fino a pochissimo tempo fa senza che nessuno alzi una voce, quantomeno esprima "forte preoccupazione"? Qualche lamento gira sulla rete; ma sono lamenti che non riescono a trasformarsi in "voce pubblica".

I fatti: Censimento fotografico e schedatura di Polizia per cittadini Italiani questa mattina, 6 giugno all'alba delle 5.00 presso il campo comunale di via Impastato a Milano.

Si tratta di un campo regolare, i cui abitanti - in Italia e a Milano dal 1943 provenienti dalla Slovenia - risultano all'anagrafe del Comune in quanto residenti a Milano.  Quindi, si tratta di CITTADINI ITALIANI; non solo: tra i cittadini italiani del campo c'è anche chi ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazione e chi ha meritato la medaglia d'oro al valore civile.

Tralasciando di commentare il metodo: alle 500 del mattino, cogliendo nel sonno bambini, anziani, come pericolosi criminali di cui si deve impedire la fuga, ciò che più inquieta è che queste persone (e sottolineo il termine) vengono schedati in quanto appartenenti ad un gruppo etnico.

Qualche sera fa Massimo Cacciari - a proposito della vicenda per certi versi analoga che si sta verificando a Venezia nei confronti di un gruppo di cittadini italiani sinti residenti nel nostro paese da più di dieci anni - richiamava l'attenzione con grande preoccupazione su quanto possa essere pericolosa questa strada che richiama (e nessuno-nessuno può negare fatti di storia) accaduti purtroppo non molti decenni orsono.

"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" scrive Giorgio Bezzecchi

Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza"di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani"in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41)

Per non dimenticare, ma anche per sapere che, legittimando queste procedure diventa difficile prevederne il processo:

Tutto in nome della sicurezza. Il tema della sicurezza oggi "impone" la paura di schierarsi e quindi il silenzio. Ma in nome della sicurezza non si possono ledere i diritti dei cittadini, di cittadini italiani regolarmente iscritti all'anagrafe della nostra città, che lavorano e mandano i bambini a scuola, come altri cittadini italiani (anche se non tutti..ricordate la questione della dispersione scolastica?), ma con il grave peccato originale di essere etnicamente diversi.

Brividi..Dobbiamo avere il coraggio di rifiutare questo opportunismo del discorso pubblico, dobbiamo contribuire a far conoscere una realtà assolutamente sconosciuta relativa ad una popolazione di 130-150000 mila persone, di cui circa il 50% ha la cittadinanza italiana con una quota ampiamente sotto il 10% che pratica ancora qualche forma di nomadismo.

Come si fa a parlare di bullismo, di educazione dei piccoli e dei giovani alla convivenza, alla solidarietà? Apriamo gli occhi e la bocca


Francesca Zajczyk
Milano, 6 giugno 2008-06-06



FRANCESCA ZAJCZYK
Sociologia urbana e del territorio
Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale
Università di Milano-Bicocca
336  Lingua e cultura ROM / Presentazione dell'area e istruzioni / Registrazione il: 08 Giugno 2008 - 02:46:36
Per partecipare al forum occorre registrarsi
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La procedura e' semplice e richiede pochi passaggi
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a presto


337  Lingua e cultura ROM / Nello spazio e nel tempo: il viaggio / Vengo dall'Oriente il: 08 Giugno 2008 - 11:13:54
Il testo e' tratto da ''Carovane tra le pagine''
volume a cura di Giada Valdanninida da scaricare gratuitamente qui:
http://www.gaffi.it/document/upload/Carovane.pdf

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Vengo dall'Oriente - Laboratorio 2006/2007
Scuola Secondaria di 1° grado
''Dante Alighieri'' Lecce


Versione multimediale
https://www.didaweb.net/mediatori/documenti/vengo_dalloriente.ppt

VENGO DALL’ORIENTE

Vengo dall’Oriente
ho attraversato montagne e vallate
pianure e deserti
città splendenti e miseri villaggi.
Ho cavalcato tanti cavalli
ho piantato tende e guidato carri,
non mi sono fermato da mille anni.

Vengo dall’Oriente
ho imparato l’armeno e il turco
ho divertito il re persiano col mio canto
ho fatto l’indovino.
In Turchia ho addestrato animali
in Romania ho imparato a camminare sulla fune
ho portato allegria tra la gente.

Vengo dall’Oriente
ho lavorato il rame e l’argento
ho fatto cesti e fiori di legno
ho costruito liuti zurle e tapani.
E col suono del mio violino
ho addolcito i cuori
e abbattuto la diffidenza.

Vengo dall’Oriente
mia madre aveva gli occhi neri
mio padre era forte e fiero
e la nonna mi insegnava usanze tzigane.
Ho la pelle scura e gli occhi neri
e dopo mille anni di cammino
vedo oltre la realtà.


Olimpio Cari
In Oltre la diversità – I figli del vento
338  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / Santino Spinelli - dieci idee per migliorare la situazione di Rom e Sinti il: 08 Giugno 2008 - 02:19:25
La situazione dei rom non è buona
Il decalogo di Santino Spinelli per migliorarla

di Sara De Carli (s.decarli@vita.it)

06/06/2008

L'8 giugno a Roma si terrà la prima manifestazione in Italia promossa da associazioni di Rom e Sinti. Un corteo di protesta contro i segnali di discriminazione. E proposte concrete 

 
Domenica 8 giugno, a partire dal Colosseo un corteo antirazzista sfilerà per le vie di Roma, per gridare “no” a nuovi genocidi. “Fermiamo il genocidio culturale” è la prima manifestazione in Italia promossa da associazioni di Rom e Sinti con il sostegno di associazioni di volontariato, artisti, intellettuali, docenti italiani (tra i firmatari Pier Virgilio Dastoli, Gianni Vattimo, Rita Bernardini, Gian Antonio Stella, Carla Osella, Alberto Asor Rosa, Marco Revelli, Pap Khouma).

La giornata vuole essere un'occasione per interrompere il silenzio sugli atti discriminatori nei confronti di Rom e Sinti, ma anche per ragionare sulla costituzione di una Consulta nazionale Rom costituita dalle 19 associazioni Rom e Sinti aderenti alla Federazione nazionale e da tutte le altre associazioni che vogliano confrontarsi e lavorare rispetto al tema dei diritti delle popolazioni Rom e Sinti in Italia. In questi giorni, infatti, si susseguono i segnali di una maturazione dei Rom e Sinti nel desiderio di partecipazione in prima persona alle decisioni che li riguardano, senza passare necessariamente attrraverso il filtro delle associazioni di volontariato e assistenza che storicamente li hanno finora rappresentati.
La manifestazione di Roma è promossa in prima persona da Alexian Santino Spinelli, musicista Rom, docente delle Università di Torino, Trieste, Chieti. Qui di seguito le sue “dieci idee per milgiorare la situazione dei Rom e Sinti in Italia”.


1)La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti, Rom e Sinti compresi.

2) Ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari diritti umani nei confronti delle diverse comunità romanès in Italia, costrette a vivere in condizioni disumane e fortemente discriminate in netto contrasto con la Costituzione Italiana, con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e con le normative europee ed internazionali.

3) Smantellare i campi nomadi, che sono pattumiere sociali degradanti e frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della discriminazione. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha cittadinanza italiana e vive nelle case (l'arrivo risale al XV secolo)

4) Facilitare l' accesso alle case popolari con pari opportunità o sviluppare insediamenti urbanistici non ghettizzanti, facilitando anche l'utilizzo dei servizi pubblici. Favorire il più possibile l'accesso alla scolarizzazione, al lavoro e all'assistenza sanitaria alle famiglie di Rom e Sinti più disagiate.
5) Promuovere l'integrazione, anche attraverso i Fondi Europei, con programmi specifici riguardanti la popolazione Romanì per evitare la facile strumentalizzazione di far credere che l'integrazione dei Rom e Sinti in Italia passa attraverso le tasche degli italiani.

6) Arrestare il processo di demonizzazione e di criminalizzazione di un intero popolo. Sono i singoli che hanno un nome e cognome a sbagliare e che devono essere puniti e non l'etnia di appartenenza.

7) Promuovere la conoscenza della storia, della cultura, dell'arte e della lingua dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire l'integrazione. Attualmente si dà in 99% di spazio mediatico alla cronaca e l'1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull'intero territorio nazionale (Festivals, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne cinematografiche, concorsi letterari, etc). E' chiaro che questa disparità non può avere effetti positivi.

8 ) Prendere atto del palese fallimento dell' assistenzialismo delle associazioni di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom. Si sperperano annualmente centinaia di migliaia di euro per progetti di scarso o nessun valore per i Rom e Sinti.

9) Creare una consulta in Italia di intellettuali Rom e Sinti che abbiano una esperienza internazionale sulle problematiche concernenti la realtà delle comunità romanès che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi sociali e politici.

10) Favorire il più possibile il processo di integrazione a coloro i quali dimostrano una chiara volontà di partecipazione sociale evitando di porre sullo stesso piano chi merita e chi delinque. I modelli positivi devono essere esaltati per essere una valida attrattiva per combattere l' esclusione sociale e l'emarginazione culturale. 
 
http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=94622
339  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Via ai commissari anti-rom il: 07 Giugno 2008 - 11:58:57
il manifesto del 01 Giugno 2008

Via ai commissari anti-rom
A Roma Rifondazione apre uno spiraglio: «Operazione sbagliata, però del prefetto Mosca ci fidiamo».
Il presidente Napolitano lancia un appello: «Tengano conto del disagio e si impegnino nel coinvolgere le comunità»

Sara Menafra
Roma

Da oggi per sgomberare un campo nomadi basterà nome e cognome al fondo di un decreto prefettizio. La Gazzetta ufficiale diffusa ieri pubblica la nomina dei tre prefetti di Roma, Milano e Napoli a «commissario regionale delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza» in relazione alla «presenza di numerosi cittadini extracomunitari irregolari e nomadi che si sono stabilmente insediati nelle aree urbane» di Lazio, Lombardia e Campania.

E' la messa in pratica di uno punto centrale nella campagna «anti immigrati» del governo Berlusconi. Prevede, essenzialmente, che ciascun commissario possa agire in deroga a tutte le disposizioni ambientali, urbanistiche e di polizia locale, «salvo l'obbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente». E che, dunque, possa scegliere autonomamente quali campi sgomberare e dove, eventualmente, creare i nuovi insediamenti, senza dover passare per la consultazione con i comuni e le province.

Il budget a disposizione non sarà altissimo: un milione di euro per ciascuna regione. «Troppo poco», si duole il presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, che giudica malissimo l'intero progetto. Secondo lui è sbagliato attribuire questi poteri al solo prefetto e al contempo il testo è troppo morbido, «un tradimento delle aspettative perché il commissario non avrà nessun potere aggiuntivo, derogatorio e straordinario in merito alla possibilità di rendere più celeri le espulsioni di criminali e in merito alla possibilità di intervento su quegli insediamenti abusivi in terreni di proprietà privata».

Non è la prima volta che il presidente Penati, di fede Pd, si colloca a destra del prefetto meneghino Gian Valerio Lombardi. Un mese fa, disse che l'obiettivo per la città di Milano era arrivare presto a «zero campi rom» e che i loro attuali abitanti andavano cacciati dal primo all'ultimo. Allora, fu proprio il prefetto Lombardi a rispondergli che la faccenda era complicata e che la metà dei rom residenti nel capoluogo lombardo (tremila su seimila) hanno la cittadinanza italiana. «La verità è che la nomina dei supercommissari porterà solo una ulteriore criminalizzazione», dice il consigliere regionale del Prc Luciano Mulbauer: «Negli ultimi anni sono stati sgomberati almeno cento campi, ma il risultato è che i rom oggi vivono in condizioni di disperazione sempre maggiore. I nuovi blitz non risolveranno nulla».
Se proprio commissario dev'essere, ragiona invece il Prc di Roma, meglio che sia proprio il prefetto Carlo Mosca.

Negli undici mesi del suo mandato nella capitale, l'ex capo di gabinetto al Viminale ha tessuto un legame costante con le associazioni locali ed attualmente ha un tavolo aperto sull'emergenza abitativa. «So bene che non è un uomo di sinistra, ma, posto che la nomina dei commissari non mi convince, mi auguro che Mosca usi questi poteri per cercare alternative abitative più stabili in cui ospitare chi oggi vive nei campi e nelle baracche», dice Anna Pizzo, consigliera regionale indipendente per il Prc. E il segretario provinciale, Massimiliano Smeriglio si associa: «La logica emergenziale non è la mia, ma Mosca è una persona attenta e capace, un elemento di garanzia». Poco importa se, per una volta, sia più o meno la stessa opinione del sindaco aennino Gianni Alemanno, che ha parlato di «primo passo avanti».

Chi sembra preoccupato dalla vastità dei poteri attribuiti ai commissari è invece il presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Che ieri si è appellato a tutti i prefetti per chieder loro di seguire «una linea di cooperazione interistituzionale», coinvolgendo le rappresentanze sociali. Anche se possono, insomma, meglio non fare tutto da soli.
340  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / CONSIGLIO REGIONALE LAZIO - COORDINAMENTO INTERISTITUZIONALE ROM il: 07 Giugno 2008 - 08:51:16
LAZIO: CONSIGLIO, PRIMO COORDINAMENTO INTERISTITUZIONALE SU ROM 

(ASCA) - Roma, 3 giu - Presentato al consiglio regionale del Lazio il primo coordinamento interistituzionale sulla 'questione rom' nel Lazio. ''Hanno gia' aderito una cinquantina di rappresentanti ed altri si stanno aggiungendo di minuto in minuto'' ha annunciato Anna Evelina Pizzo (Prc), vicepresidente del Consiglio regionale. Fanno parte della 'rete' consiglieri regionali, provinciali, comunali e municipali: Pizzo ha anche annunciato l'invio di una lettera al Commissario per l'emergenza nomadi - prefetto Carlo Mosca - per chiedere un incontro con il neonato tavolo interistituzionale.

Tra le attivita' in programma delle osservazioni ''nei campi'', legali e non, la questione abitativa (opponendosi ai mega insediamenti) ed anche una riflessione - aperta al contributo di tutti - sulla vigente legge regionale in favore dei rom, la n. 82 del 1985. Luisa Laurelli (Pd), presidente della Commissione Sicurezza, ha posto l'indice sulle politiche sociali della Capitale. ''Se si cancellano servizi sociali essenziali come quelli a favore dei rom, dei senza fissa dimora o contro la mendicita' minorile - ha detto - entra in fibrillazione l'intero sistema del welfare del Lazio perche' in molte province non esistono i servizi che invece offre Roma''. Ad avviso di Laurelli i cittadini hanno diritto a vivere serenamente, ma accanto al rispetto delle regole non va messa in secondo piano la solidarieta'.

All'incontro era presente l'assessore Luigi Nieri (Prc), che ha manifestato contrarieta' ai mega campi nomadi fuori del raccordo, che dissolvono quanto fatto in questi anni.

''Mai come in questo periodo - ha dichiarato - servono servizi sociali ed animatori sociali nei quartieri per ricucire il tessuto sociale''. L'assessore ha infatti dichiarato preoccupazione verso episodi dove i cittadini si fanno ''giustizia'' da se'. Nieri ha posto l'accento sulla legge per i diritti dei migranti gia' inserita nel calendario dei lavori dell'aula. Mediatori culturali e rappresentanti rom hanno sollevato infine la questione dell'utilizzo dei centri abitati abbandonati, dell'acquisizione della cittadinanza e dell'integrazione scolastica
 

http://www.asca.it/moddettregione.php?id=289946&img=&idregione=&nome=&articolo=LAZIO:%20CONSIGLIO,%20PRIMO%20COORDINAMENTO%20INTERISTITUZIONALE%20SU%20ROM
341  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / IncontROM a milano il: 07 Giugno 2008 - 08:35:07
Un incontro-festa tra Rom residenti a Triboniano e diversi comitati di zona, IncontROM.
Segno che comunque da parte dei cittadini c'è volontà di integrazione, a dispetto di quello che si vuol mostrare.

Contro il razzismo "IncontROM" a Milano
Il 3 Giugno  presso la Società sportiva San Romano di via Picchi 1 a Milano, si e' svolto un incontro, una serata di amicizia, organizzato dalle Associazioni della Zona 8 di Milano tra cui: la Caritas, il Comitato antifascista, l’ANPI

Le foto della manifestazione sono state realizzate da Waltermo e si possono vedere su Flickr
http://www.flickr.com/photos/walmo55/

il manifesto dell'iniziativa
http://www.anpi.it/media/blogs/lombardia/zona8_incontro.pdf


http://www.anpi.it/lombardia.php?title=contro_il_razzismo_incontro_rom_a_milano&more=1&c=1&tb=1&pb=1

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La Moioli: «Campi temporanei chi non si integra torna a casa»
di Pietro Vernizzi
 

«I campi nomadi come quello di via Triboniano sono una soluzione temporanea. I rom che accetteranno la sfida di integrarsi avranno una casa definitiva, gli altri se ne dovranno andare via». Una posizione netta, quella espressa dall'assessore comunale alle Politiche sociali, Mariolina Moioli. Ben oltre quella manifestata nei giorni scorsi dal prefetto Gian Valerio Lombardi, che aveva parlato di smantellamento di tutti i campi abusivi nell'arco di un anno. Per formularla, la Moioli non ha scelto però l'atmosfera ovattata di qualche convegno per addetti ai lavori. Bensì un incontro cui partecipavano circa cento nomadi del campo di via Triboniano, accorsi nel centro sportivo di via Picchi in occasione della festa «IncontRom», con tanto di aperitivo gitano e Banda del Villaggio solidale. E al termine della serata l'assessore è stata circondata dalle bambine rom che le hanno danzato intorno nei loro vestiti colorati.

Un intervento, quello della Moioli, il cui significato è stato espresso con chiarezza dall'inizio: «Nessuna tolleranza ma solo socializzazione, capacità di stare insieme e fare amicizia. Sono sicura che voi bambini state facendo la vostra parte, ma non posso dire la stessa cosa per quanto riguarda gli adulti». E ha aggiunto la Moioli: «Il progetto del Comune per il campo rom di via Triboniano è molto semplice: accogliere le persone che rispettano le regole. Affinché si possa realizzare i nomadi devono lavorare, perché chi ha figli da mantenere o si trova un'occupazione o delinque. E poi è normale che la gente del quartiere non ne voglia sapere di loro. Non si tratta soltanto di furti o scippi, la cosa in assoluto più grave è lo sfruttamento di donne e bambini».

Laconica ma chiara la risposta alla domanda se ritiene che quella dell'integrazione sia una strada percorribile: «Non per tutti». Anche se forse sono proprio i bambini quelli che hanno le maggiori possibilità di «farcela». Come dimostra il progetto che è stato presentato di fronte all'assessore e al presidente della Casa della carità, don Virginio Colmegna.

Dodici giovani rom di via Triboniano per un'intera stagione calcistica sono stati inseriti nella società sportiva San Romano, giocando, facendo la doccia e parlando italiano come i loro compagni milanesi. «Si sta insieme e in questo modo si riacquista la dimensione della fiducia - ha osservato don Colmegna -. Abbiamo ottenuto una serie di piccole cose, ma quello che conta è fare intravedere che si può». Mentre Francesco Lombardo, dirigente della San Romano, ha osservato: «I piccoli rom sono venuti agli allenamenti con sacrificio e hanno accettato le regole del vivere civile. Lo sport, quello autentico, è veramente qualcosa che unisce e mai divide».

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=266685
342  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Catania: rogo al campo rom di Zia Lisa il: 07 Giugno 2008 - 07:54:29
06 giugno 2008 - CATANIA NOTIZIE

Sit in di solidarietà nel pomeriggio di ieri dopo che gli occupanti il campo nei giorni scorsi hanno abbandonato la zona

Grave episodio di intolleranza a Catania nel campo rom del quartiere di Zia Lisa nei pressi del cimitero.

Ignoti hanno appiccato il fuoco ad alcune baracche sino a qualche giorno fa occupate da appartenenti ad una comunità rom che era di stanza nel capoluogo etneo da tempo. Gli occupanti il campo avevano lasciato la zona in circostanze poco chiare: qualcuno ha raccontanto di agenti di polizia che avrebbero intimato ai nuclei familiari di lasciare l'area prima dell'arrivo delle ruspe.

Vibranti le proteste della Caritas e di alcune sigle della società civile e dell'associazionismo che nel pomeriggio di ieri hanno effettuato un presidio di solidarietà cui hanno preso parte un paio di centinaia di manifestanti.

Secondo padre Valerio di Trapani della Caritas “quest'intolleranza vanifica anche un interessante progetto di integrazione che vedeva i bimbi rom frequentare le scuole dell'obbligo a Librino”

http://www.radiocatania.it/news.asp?id=2993
343  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Genova - prove tecniche di integrazione il: 07 Giugno 2008 - 07:45:06
Rom, prove tecniche di integrazione
Stefano Origone

I romeni che occupavano Cornigliano ora hanno un lavoro
A Teglia si tenta il bis

L´assessore Scidone "Altrove gli stranieri sono stati cacciati con la forza, ma gli sgomberi non sono strumenti efficaci"  Sono passati tre mesi. Ora uno lavora al mercato. Quattro hanno creato un gruppo musicale. Un altro ha conseguito la patente C e lavora come padroncino. Una donna ha seguito un corso da parrucchiera. Alcuni hanno trovato casa a Genova, altri in val Trebbia e in val Fontanabuona. I bambini vanno a scuola e chi non ha ancora un lavoro in regola, presto verrà assunto. I rumeni che occupavano il greto di Cornigliano grazie all´aiuto del Comune che li ha seguiti passo per passo nel difficile percorso dell´integrazione, hanno trovato un lavoro, hanno una casa e pagano l´affitto (a nessuno è stata assegnata una casa popolare). Un esperimento che si è trasformato in un successo. Ora devono farcela anche quelli dell´ex Mira Lanza.

Ieri mattina le quattordici famiglie (76 persone) che da mesi occupavano lo stabilimento di Teglia, hanno abbandonato le case diroccate, senza l´uso di manganelli e violenza. Per loro è iniziato il cammino verso «l´inserimento nella società», spiega l´assessore alla sicurezza Francesco Scidone. «Non abbiamo fatto nessun sgombero, abbiamo solo portato avanti un progetto mirato all´integrazione. Dopo averli identificati, abbiamo spiegato che in tre mesi possono scegliere di diventare stanziali o no in obbedienza alle norme. Chi non vorrà farsi aiutare, come è accaduto per cinque famiglie, scaduto il tempo verrà segnalato alla Prefettura e scatterà l´espulsione».

Si parla già di "Modello Genova". «Analizzando quello che è accaduto in altre regioni dove i rom sono stati cacciati con la forza, spargendo lacrime e sangue, abbiamo capito che lo sgombero e l´allontanamento sono strumenti inefficaci. Il risultato è sempre lo stesso: dopo pochi mesi ritornano». «Allora abbia pensato che la soluzione - interviene l´assessore alle politiche socio-sanitarie Roberta Papi - giusta fosse quella di "prenderli in carico", cioè seguirli in questo percorso di integrazione, e aprire una strada verso un futuro che deve essere trovare un lavoro, una casa: in poche parole diventare cittadini». Delle 76 persone che occupavano l´ex Mira Lanza (14 famiglie), il Comune ne ha prese in carico 39: due nuclei hanno preferito tornare in Romania, tre hanno rifiutato l´intervento del Comune, rischiando l´espulsione. «Sei famiglie con minori sono state accolte in strutture di accoglienza di associazioni, mentre diversi bambini sono stati inseriti in centri educativi. Due anziani con difficoltà motorie che necessitavano di cure sono stati mandati al Masoero». I cancelli dell´ex Mira Lanza sono stati saldati. In teoria non dovrebbe più entrare nessuno, ma i vigili effettueranno un presidio "dinamico", passando periodicamente a controllare la situazione. «Devo ringraziare personalmente la polizia municipale, la Prefettura e tutte le forze dell´ordine per l´impegno e gli sforzi fatti. Senza di loro non saremmo riusciti a raggiungere questi risultati», dice l´assessore Scidone.

Ora il Comune chiederà al governo fondi per le politiche di integrazione dei rom rumeni in un incontro con il ministro dell´Interno, Roberto Maroni. «Con il sindaco abbiamo concordato di chiedere l´incontro entro un paio di settimane - conclude Scidone - . Milano, Roma, Napoli e con i prefetti nominati commissari straordinari ai rom hanno ricevuto un milione di euro ciascuno: a Genova basterebbe molto meno».

(06 giugno 2008)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Rom-prove-tecniche-di-integrazione/2028554/6
344  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / Re: STOP Razzismo: monitoraggio rom e media il: 07 Giugno 2008 - 06:56:17
grazie

per il TG 2 ci vorrebbe un monitoraggio personalizzato
gia' a due giorni dalle elezioni ha annunciato un servizio dicendo

... e adesso dal ''fronte'' dell'immigrazione' ...

luisa



Vorrei segnalare il TG 2 delle 13 di venerdì 6 giugno c. a.
Il "giornalista" commentando il fatto del trentenne che a Milano ha violentato la ragazzina tredicenne ha detto: "non sempre chi violenta è straniero" (!)

Faccio notare che a un simile personaggio pago lo stipendio anch'io in quanto abbonata RAI !!!!

Paola Barni
345  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Un'indagine coordinata dall'Osservatorio Soleterre onlus il: 07 Giugno 2008 - 10:25:59
Nomadi sarete voi
di Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Nomadi-sarete-voi/2027657
30/05/2008

Il primo desiderio è una casa. E sognano sicurezza e lavoro. Una ricerca racconta i rom d'Italia  Una famiglia rom al campo Casilino 900Se uno zingaro vuole una casa e un lavoro stabile, che senso ha chiamarlo 'nomade'? Un'indagine coordinata dall'Osservatorio Soleterre onlus ed elaborata dall'istituto Axis Market Research & Technology su Rom e Sinti in Italia smonta pezzo a pezzo una serie di pregiudizi che la storia e purtroppo anche la cronaca dimostrano ancora pericolosi. Per la prima volta vediamo la loro vita attraverso i loro occhi, o meglio gli occhi dei 286 intervistati in sei città italiane (Milano, Torino, Genova, Pavia, Reggio Emilia e Roma). E i risultati sono sorprendenti: quella dei sinti, dei rom (comunità che niente hanno a che vedere con la Romania) o dei meno noti camminanti, di origine italica, è una realtà che evidentemente sfugge ai luoghi comuni. Ma non a quei bisogni che tutti hanno, a partire da una casa e da un lavoro. Così la ricerca, realizzata per l'Osservatorio nazionale permanente per la tutela dei diritti fondamentali e il contrasto alla discriminazione, capovolge alcuni luoghi comuni.

Quando si pensa a uno zingaro di solito lo si immagina sempre in movimento. E invece il 75 per cento degli intervistati vive dove si trova da almeno quattro anni (la permanenza media è di sette anni e mezzo) e il 61 per cento quando pensa a un suo futuro migliore immagina una casa. E vorrebbe dalla propria vita, "sicurezza, ordine e pulizia" (11 per cento). Allontanando, per usare le loro stesse parole, "i casinisti" dalle proprie comunità. Sogni di vita normale, difficili però da realizzare visto che il 18 per cento ancora anela a 'lussi' come acqua, elettricità, servizi igienici e raccolta della spazzatura.
Gli intervistati (rappresentativi della comunità italiana, fra le più piccole d'Europa con 150 mila persone) aprono così le porte dei loro campi. E si viene a scoprire che sei su dieci un lavoro ce l'hanno (fra ambulanti, operai, muratori o nella raccolta del metallo) e che proprio il lavoro è in cima ai loro desideri (76,5 per cento). Ma anche che l'accattonaggio non è la norma (2), né il campare genericamente di 'espedienti' (12). Pochi i domatori, trapezisti e musicisti (5 per cento) e ancora più rari i giostrai che, a sorpresa, sono meno dei mediatori culturali (3 per cento contro il 2,5).

Questi ultimi sono un gruppo in crescita, fondamentale per ogni prospettiva di integrazione di una minoranza linguistica che non è ancora riconosciuta come tale, ma che, come si legge nelle conclusioni, ha bisogno di gente che l'aiuti a "comunicare meglio". Anche per superare quella che nella ricerca viene definita una "debolezza psicologica" di base: quasi due terzi degli intervistati tendono a sentirsi "la parte debole" rispetto agli italiani, e solo un terzo si considera "alla pari". Forse per questo i genitori sembrano tenere particolarmente a far imparare ai propri figli a leggere e scrivere l'italiano: stando agli intervistati tre su quattro sono in grado di farlo.

Le difficoltà di comunicazione si riflettono in numerosi aspetti della vita degli zingari d'Italia: ad esempio solo poco più della metà degli intervistati è consapevole dell'opportunità di avere assistenza medica. "È proprio su questa consapevolezza che bisogna andare a lavorare", racconta Damiano Rizzi, presidente di Soleterre: "Caso emblematico è quello dell'Opera Nomadi di Milano, che ha formato mediatori rom impiegati nei consultori familiari per accompagnare le donne alla maternità".
Secondo i rom, gli italiani stessi non sempre ci tengono a farsi capire. E si dividono fra mano tesa e pugno chiuso. Da un lato c'è il volontario delle associazioni (che raccoglie il 98,5 per cento dei giudizi positivi), l'insegnante (94,5) e il "proprio medico" (per il 98 per cento li aiuta sul serio). Dall'altra figure a volte più 'critiche', come il vigile/poliziotto (il 21 per cento ha dichiarato di esser stato "cacciato via in malo modo"), e l'operatore del Comune (la stessa percentuale ha dichiarato di non aver avuto risposte utili o aiuti concreti).

Il rapporto con le scuole è controverso.

Se con l'insegnante si parla volentieri (più di una volta l'anno nella metà dei casi, almeno una volta nel 19 per cento), i problemi nascono con i genitori degli altri bambini, sintomo di un dialogo difficile da parte di chi alla cultura zingara guarda con sospetto. Subito dopo sulla lista nera c'è la scuola in sé e per sé. I dati indicano infatti che, superate le elementari, frequentate nel 78 per cento dei casi, arriva il crollo: alle medie la regolarità scende a poco più della metà, mentre alle scuole superiori arriva solo l'8 per cento. Per superare ogni resistenza, per esempio, a Torino i volontari di Opera Nomadi hanno organizzato un pulmino che prende i bambini dai campi e li accompagna a scuola, stimolando la loro frequenza.
Certo è che il rapporto con gli italiani non è sempre facile, tra porte chiuse e diffidenza. Quello che non ti aspetti, quindi, è che quando gli chiedi: "Chi ti può aiutare a essere più felice?", il 55 per cento ti risponda "le istituzioni". Addirittura più della propria comunità (47,5). Una risposta da cittadini modello.
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