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316  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Salute senza esclusione. Accessibilità ai servizi socio-sanitari per Rom e Sinti il: 13 Giugno 2008 - 07:54:06
Salute senza esclusione

Il Report integrale della Campagna per l'accessibilità ai servizi socio-sanitari della popolazione Rom e Sinta a Roma condotta dal Gris - Gruppo immigrazione e salute, di cui fa parte la Caritas di Roma.


Salute senza esclusione:
campagna per l’accessibilità dei servizi
socio-sanitari in favore
della popolazione rom e sinta a Roma
[/b]

a cura di
Giovanni Baglio, Francesca Barbieri, Laura Cacciani, Carmelina Certo, Antonella Crescenzi,
Emanuela Forcella, Angelo Fraioli, Filippo Gnolfo, Salvatore Geraci, Fulvia Motta,
Margherita Sestieri, Maurizio Sprovieri, Maria Edoarda Trillò

http://www.caritasroma.it/Prima%20pagina/RapportoGRIS/testo%20campagna.pdf
317  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Milano: continuano gli sgomberi e i censimenti il: 13 Giugno 2008 - 07:43:03
Abbattute case abusive in via San Dionigi e controlli nel campo di via Barzaghi
Emergenza rom: continuano gli sgomberi e i censimenti dei nomadi

MILANO 12/06/2008 - Stamattina intorno alle 7.30 la Polizia Municipale con sei agenti della Sezione Nucleo Problemi del Territorio e tre agenti del Comando di Zona 5 è intervenuta in un'area di proprietà comunale adiacente a via San Dionigi 78, inserita nel Parco della Vettabbia. Una famiglia 'allargata' di 15 rom romeni, in possesso di regolari documenti, si legge nel comunicato diffuso dal vicesindaco Riccardo De Corato, aveva costruito abusivamente due villette, parte in legno e parte in muratura.

Tramite Amsa e Nuir (Nucleo intervento rapido del Comune) si sono avviate le procedure di abbattimento degli immobili, che occupavano un area di circa 600 metri quadri. Il reato era già stato segnalato alla magistratura, tanto che il capo famiglia ha ricevuto una denuncia per edificazione abusiva. "All'azione di controllo nei campi regolari - dichiara De Corato - continuano incessantemente le operazioni di smantellamento di occupazioni irregolari. Solo una decina di giorni fa la Polizia Municipale aveva scoperto tre abitazioni abusive in via Selvanesco, denunciando 7 bosniaci, uno dei quali era ricercato con mandato di cattura internazionale per furto aggravato".

CONTINUANO I CENSIMENTI
"Continua l'opera di censimento dei campi autorizzati. Dopo il campo di via Impastato questa mattina agenti della Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili si sono recati in via Barzaghi. Cento le persone identificate, tutti rom romeni, residenti nei container. Tre, invece, gli accompagnamenti in Questura per mancanza di documenti".

"Questo monitoraggio -spiega De Corato - che viene esplicitamente richiesto nella recente ordinanza di nomina del prefetto a commissario straordinario per l'emergenza rom, è molto importante per sapere chi vive nei campi autorizzati. Via Barzaghi fa parte di uno dei quattro campi dell'area di Triboniano, che sono costantemente presidiati dalla Polizia Municipale, e i cui assegnatari dei container sono conosciuti perché dispongono di badge con foto. Capita però non di rado che abusivi cercano di entrarvi, di qui l'importanza di costanti controlli".

«NO ALLA SCHEDATURA»
Intanto scendono in campo le associazioni che si occupano di rom per protestare contro "la schedatura", decisa dal Prefetto e commissario straordinario per l'emergenza rom Gian Valerio Lombardi. Il presidio è cominciato da circa venti minuti all'angolo tra via Vivaio e corso Monforte. Circa una cinquantina le persone, con bandiere e striscioni. A breve è previsto un incontro con alcuni funzionari in Prefettura.

http://milano.cronacaqui.it/news-emergenza-rom-continuano-gli-sgomberi-e-i-censimenti-dei-nomadi_8131.html
318  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / Mille voci contro il razzismo: 19 associazioni big a sostegno dei rom il: 13 Giugno 2008 - 07:17:50
Mille voci contro il razzismo:
19 associazioni big a sostegno dei rom


di Redazione (redazione@vita.it)

11/06/2008   
 
Appuntamento a Roma, Università La Sapienza, per martedì 17 giugno 

Il 17 giugno 2008, dalle ore 9.30 alle 14.00, a Roma, presso l'Università La Sapienza si terrà un incontro pubblico promosso dalla neonata Federazione Rom e Sinti Insieme. Titolo dell'incontro sarà "MILLE VOCI CONTRO IL RAZZISMO. Il razzismo ci rende insicuri". Moltissime le associazioni promotrici: Acli, Amnesty International, Antigone, Arci, Asgi, Cantieri Sociali, Cgil, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Comunità di Sant'Egidio, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Federazione Rom e Sinti Insieme, Giuristi Democratici, Libera, Link, Lunaria, Magistratura Democratica, Medici Contro la Tortura, Progetto Diritti

Introduce la giornata il prorettore dell'Università La Sapienza, Piero Marietti. Le due prolusioni saranno affidate a Pietro Ingrao e Tullia Zevi.

Saranno presenti:
Lucio Babolin (presidente Cnca), Paolo Beni (Presidente Arci), Angelo Caputo (Magistratura Democratica), Don Tonio Dall'Olio (Vice-Presidente Libera), Franca Di Lecce (Servizio Rifugiati Migranti FCEI), Oliviero Forti (responsabile immigrazione Caritas), Padre Gianromano Gnesotto (direttore Ufficio per la pastorale dei profughi e degli stranieri in Italia della Fondazione Migrantes della Cei), Patrizio Gonnella (Presidente Antigone), Nazzareno Guarneri (Federazione Rom e Sinti Insieme), Giulio Marcon (Presidente di Lunaria), Luigi Nieri (presidente Link), Riccardo Noury (portavoce Amnesty International), Andrea Olivero (Presidente Acli), Mauro Palma (presidente del Comitato Europeo per la prevenzione della tortura), Anna Pizzo (Cantieri Sociali), Maria Quinto (Comunità Sant'Egidio), Anna Maria Rivera (Università di Bari, promotrice appello contro il razzismo), Arturo Salerni (Progetto Diritti), Paolo Soldini (responsabile immigrazione Cgil), Lorenzo Trucco (presidente Asgi).
 
 
319  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE COME LORO il: 13 Giugno 2008 - 07:13:42
L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA
DELL'ESSERE COME LORO

di Gianfranco Formenton

A me le grida di giubilo e gli applausi di cittadini napoletani di fronte ai roghi di accampamenti rom al quartiere Ponticelli hanno fatto una certa impressione. Una città, sommersa dai rifiuti che produce, e ostaggio di organizzazioni criminali che pilotano da sempre una politica che non è né di destra né di sinistra ma semplicemente strumento della camorra, improvvisamente si scopre il baluardo dell'offensiva nazionale in nome della dottrina della "sicurezza nazionale".

Noi non abbiamo la stessa sicurezza del ministro dell'Interno, che sembra dare per scontato, senza che nessun giudice abbia pronunciato una sentenza, che una giovane rom abbia tentato di "rubare una bambina"; noi sappiamo solamente quello che ci hanno raccontato i tg di una nazione che è al 67° posto al mondo rispetto alla libertà di informazione e, per come vanno le cose in questo Paese, abbiamo solo la sicurezza che una ragazza italiana afferma che una ragazza rom ha tentato di rapire una bambina. Non è molto. È un'ipotesi.

Ma da questa ipotesi si è scatenata la caccia (pilotata?) al rom, la giustificazione di esponenti del governo che considerano "comprensibile" la rabbia degli abitanti di Ponticelli. Noti esponenti della Lega Nord hanno affermato che gli abitanti di questo quartiere hanno fatto quello che lo Stato "non è capace di fare".

A tutti noi i rom sono antipatici. Hanno uno stile di vita che non fa parte della nostra tradizione; tra di loro ci sono delinquenti (anche tra di noi), stupratori (anche tra di noi), ladri (anche tra di noi), madri che sfruttano i figli (anche tra di noi). Puzzano, rubano, disturbano, non hanno una casa normale, sono stranieri e le loro donne si prostituiscono.

C'è solo una differenza. Loro sono rom e le immagini delle loro famiglie che abbandonano i campi, con i figli che portano i loro orsacchiotti e le buste di plastica con dentro quattro mutande e due maglioni, non ci suscitano gli stessi sentimenti di pietà che proviamo per gli altri profughi "normali". Loro sono rom. Dovranno pur andare da qualche parte. Le stesse immagini di napoletani, siciliani, veneti e bergamaschi quando sbarcavano a Long Island alla fine dell'Ottocento, in fila per lo "spidocchiamento", la quarantena, il controllo dei documenti. Molti legali, molti clandestini sdoganati dalla mafia di allora. Niente di nuovo sotto il sole.

Fior di ministri leghisti assiepano le poltrone di "Porta a Porta" a recitarci il vangelo della sicurezza: "Padroni a casa nostra"; "Tolleranza zero" (=intolleranza); "Rispetto delle regole".

Una vera emergenza, arrivata fino al punto di nominare dei "Commissari all'emergenza rom", ad invocare il pattugliamento dell'esercito a Napoli come in altre città.

Peccato che in questo Paese stremato da overdose di "bisogno di sicurezza" si dimentichi la tradizione di un popolo che si è formato proprio sulla mescolanza delle razze.

Mi sembrano persino ridicoli gli appelli del presidente dei vescovi italiani che, in un tale clima di "pogrom" anti-rom, anti-extra-comunitari invoca, pacatamente e serenamente, il dovere dell'accoglienza per gli extra-comunitari "che rispettano le regole" mentre ci sarebbe bisogno, serenamente e pacatamente, di ricordare ai cristiani della nostra povera Italia che le parole del Vangelo "ero straniero e mi avete accolto" non prevedevano, nell'originale, il permesso di soggiorno, né i documenti di identità, né le virtù morali dello straniero (che non sono dissimili dalle virtù dei connazionali, napoletani o padani che siano).

Mi sembra anche una leggera presa in giro, se non fosse una papale esortazione, la menzione pontificia sulle "difficoltà delle famiglie italiane" (perché le difficoltà sono italiane o straniere? In Italia tutte le famiglie sono in difficoltà!).

Il diritto al "ricongiungimento familiare", ora messo in discussione dal governo, è o non è un diritto di ogni uomo? Vivere con la propria moglie, con i propri figli, è o non è un diritto (non negoziabile)? Che convenienza c'è per la nostra società negare questo diritto a chi è lontano dalla propria famiglia? Praticamente, un uomo con la sua famiglia accanto delinque di più o di meno?

E nel mentre tutti i media sono occupati a ricordarci del terribile pericolo degli zingari nelle nostre città, i nostri adolescenti si stuprano, si ammazzano, pestano a morte i "diversi" (e i nostri tg continuano a dire che la causa è una sigaretta negata!).

Il sindaco di Verona, Lega Nord (condannato per istigazione alla violenza razziale), ha persino sminuito la gravità del fatto affermando che "il fatto che gli aggressori siano italiani è un caso su un milione", mentre il presidente della Camera ha affermato che "bruciare le bandiere di Israele a Torino è più grave" che ammazzare a calci un giovane a Verona. Potere dell'ideologia!

Ora, io credo che i cattivi maestri che istillano la cultura della violenza nei nostri ragazzi, che troneggiano con le loro televisioni insegnando ai nostri figli che la lealtà, l'amicizia, l'amore, i sentimenti di tolleranza, la sensibilità nei confronti della debolezza non sono "valori vincenti", vadano stigmatizzati e chiamati con il loro nome: cattivi maestri.

Credo che i rappresentanti delle istituzioni che considerano "sbagliate ma giustificabili" le violenze di giovani padani che pestano a morte un giovane con abbigliamento non omologato o i "terroni" napoletani che prima incendiano i campi rom e poi vanno a depredarli di improbabili tesori, vadano chiamati con il loro nome, come hanno fatto alcuni magistrati e come dovrebbero fare i mezzi di comunicazione: istigatori alla violenza (razziale o no).

Siamo stufi di assistere ai funerali di giovani uccisi da giovani che hanno imparato dai cattivi maestri di una violenza ideologica pensata e pianificata come programma politico da abili manipolatori delle coscienze. E i cattivi maestri sono sia quelli che lavorano da decenni per la devastazione dei "valori" di relazione attraverso demenziali programmi televisivi che incitano all'"esclusione" ("Amici", "Il Grande Fratello" ecc.), sia quelli che raccolgono i frutti politici di questa devastazione e che propongono come unica soluzione al disagio sociale della nostra società l'indicazione di un "nemico" da colpire: l'ideologia della "sicurezza nazionale". Che non avvenga, come ricorda Paolini, ciò che è successo alla Treviso dello "sceriffo" Gentilini. La città aveva scavato nel medioevo un fossato a difesa dei nemici per scoprire, dopo secoli, che il "nemico" era dentro.

 

 

* parroco di S. Angelo in Mercole (Spoleto)

http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=42802&PHPSESSID=7fafb4082ab314afe4ef2b3d3f5e4153
320  Lingua e cultura ROM / La lingua / GLOSSARIO TEMATICO DELLA LINGUA ŘOMANÍ il: 13 Giugno 2008 - 12:59:35
Sergio Franzese


GLOSSARIO TEMATICO DELLA LINGUA ŘOMANÍ
(DIALETTO XORAXANÓ)

 

Premessa

Il glossario tematico ha lo scopo di fornire al lettore un lessico di base del dialetto xoraxanó. Esso supplisce, almeno in una fase transitoria, all'assenza di un dizionario a doppio registro per la cui pubblicazione sono necessari tempi e spazi al momento non disponibili.

I termini raccolti all'interno di ciascuna voce tentano di coniugare sia aspetti del mondo řomanó che aspetti della societŕ gadží. La presenza di un lessico non sempre strettamente connesso alla tradizione culturale dei Řom spiega pertanto l'elevato numero di imprestiti, cioe' di termini entrati a far parte della lingua zingara in epoca recente. Naturalmente, nel caso specifico dei Řom Xoraxané, tali imprestiti sono prevalentemente di derivazione slava, data la lunga permanenza di tale gruppo nell'area balcanica.

Anche per la revisione e la sistemazione di questo glossario, che trae origine da una raccolta di termini da me effettuata tredici anni fa, mi sono avvalso della consulenza dell'infaticabile amico Neđad Ahmetović "Toni", a cui va tutta la mia stima e gratitudine.

 

LA FAMIGLIA
L'ABITAZIONE
LA CITTÁ

IN CAMPAGNA
ED AL MARE

LE PERSONE

I MESTIERI E
GLI ATTREZZI
IL CIBO

L'ABBIGLIAMENTO
 GLI ANIMALI

IL CORPO UMANO

IL TEMPO
IL CIELO
LA RELIGIONE

I COLORI

I METALLI


http://www.vurdon.it/05.htm
321  Lingua e cultura ROM / La lingua / ŘOM XORAXANÉ - NOTE GRAMMATICALI il: 13 Giugno 2008 - 12:54:40
Sergio Franzese

 

IL DIALETTO DEI ŘOM XORAXANÉ

(NOTE GRAMMATICALI - GLOSSARIO)


Introduzione

Parte prima: Fonetica

Parte seconda: Morfologia

L'articolo
Il sostantivo
L'aggettivo
Il pronome
Il verbo
L'avverbio e la preposizione
La congiunzione

Tavole di declinazione

 


http://www.vurdon.it/03.htm
322  Lingua e cultura ROM / Materiali Trasversali / AIZO - Pubblicazione e GUIDA DIDATTICA on line il: 13 Giugno 2008 - 12:29:05
PUBBLICAZIONE DIDATTICA


"Conoscere il popolo che non c'è"
64 pagine a colori
relative agli aspetti culturali e problematiche
del popolo rom e sinto
http://www.aizo.it/prodotti.html
 

GUIDA DIDATTICA on line

all'utilizzo della pubblicazione:
"Conoscere il popolo che non c'è"


per i docenti
http://www.aizo.it/Guida%20didattica.pdf

il volume: rivolto sopratutto ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado 
ma utilizzabile anche nei corsi EdA
http://www.ialnet.eu/PUB/progetti/Password07/prodotti/Conoscere%20il%20popolo%20che%20non%20c'è-rom%20e%20sinti.pdf
323  Lingua e cultura ROM / Porrajmos / Porrajmos: Mascia Draga racconta ai bambini il: 12 Giugno 2008 - 10:36:12
Mascia Draga

di Carla OSELLA
in ''Pabay, nel mondo degli zingari'' (ed. INTERFACE-AIZO)

Un giorno Pabaj mi telefonò dal bar emozionata: "Attilia, devi venire subito, perché è arrivata mascia (nonna) Draga dalla Germania, la devi conoscere anche tu, è una delle poche zingare che sono uscite dai lager, te ne avevo parlato tempo fa, ricordi? Vieni in fretta, ti aspetto". Che bella sorpresa poterla vedere, parlarle, ascoltare dalla viva voce un pezzo di storia, anche se tragica di un periodo che non avevo mai vissuto. Sarei corsa immediatamente al campo volando le scale, ma il giorno dopo avevo il compito in classe di matematica e quindi non potevo andare impreparata; ci pensai un attimo, poi decisi che avrei potuto rubare un po’ di tempo al sonno il giorno dopo, anche se al mattino ero sempre stanca e facevo fatica ad alzarmi.

Mascia Draga valeva bene un po’ di sonno! Quando arrivai, c’erano molti Rom accanto a lei, uomini, donne, ma, nonostante facessi degli sforzi per vederla, non ci riuscivo perché era coperta da una piccola folla. In un angolo trovai una sedia vuota e vi salii sopra per vederla. Era una donna minuta, molto anziana, con un diclò (fazzoletto) verde intenso che le copriva i capelli, aveva una maglia rossa da cui spuntava una camicetta con la gonna lunghissima, come portavano le donne del campo.

Lei parlava piano e c’era attorno silenzio, davvero strano in un ambiente sempre chiassoso e pieno di bambini, ma loro non c’erano. Infatti, quando succede qualcosa d’importante, i bambini vengono allontanati. Vidi solo Sanella seminascosta dietro la gonna di sua nonna.

A poco a poco molti Rom se ne andarono e nella baracca rimasero solo poche donne, allora Pabaj mi disse: "Vieni, che ti faccio conoscere la Mascia!".

Mi avvicinai a quella zingara un po’ intimorita, aveva qualcosa di misterioso, che non sapevo definire. Appena si accorse della mia presenza mi disse: "Vieni piccola gagì, fammi vedere il viso" e, mentre mi diceva questo, cominciò a fissarmi negli occhi. "Hai il viso buono - mi disse - perciò puoi essere amica dei Rom".

Sentii che arrossivo fino alle orecchie per quel complimento e mi sembrò di essere ancora più piccola. Nonna Draga mi fece un vero e proprio interrogatorio chiedendomi qual era il motivo per cui venivo al campo e se mi piacevano gli zingari.


Le spiegai il mio desiderio di conoscere meglio chi viveva nelle roulottes. "Tu sei la figlia dei signori delle case di pietra, cosa ci fai in mezzo a questa brutta gentaglia zingara?".

Mi colpì l’ironia con cui diceva quella frase; allora intervenne Pabaj a spiegarle che ero sua amica da molto tempo.

Avrei voluto chiederle tante cose del suo passato, della sua deportazione nel più grande campo di concentramento nazista, ma non osavo. Pabaj però leggeva le mie domande negli occhi e fece lei la domanda che mi interessava. "Le abbiamo parlato molto di te, voleva sapere qualcosa della tua giovinezza".

Un’ombra di tristezza passò sul suo viso, si strinse le mani con forza, quasi a voler scacciare il passato, e mi rispose: "Non mi piace parlare del passato, perché è stato una cosa troppo angosciante, ma forse è importante che la gente sappia che anche il popolo zingaro, come il popolo ebreo, ha pagato con oltre cinquecentomila morti la follia del nazismo. Anche per noi c’è stato l’olocausto".

Mi sedetti accanto a lei in silenzio per ascoltare una storia sconosciuta ai più. Raccontò che abitava in una piccola città della Francia, quando una notte arrivò la GESTAPO (la polizia nazista) nel campo.

"Era un piccolo campo come questo con le baracche, faceva freddo, era tardi ed eravamo tutti a letto. Sono entrati con i mitra spianati e ci hanno fatto scendere, dicendoci che ci portavano in un posto dove raccoglievano tutti gli zingari; il mio papà cercò di spiegare all’ufficiale che eravamo nomadi capitati lì per caso, che non eravamo neppure francesi, ma loro non vollero sentire nulla".

Sua madre coprì bene il fratellino più piccolo e lo mise in braccio al padre, mentre aiutava gli altri a vestirsi in fretta per evitare qualsiasi questione con i poliziotti. Poi li portarono ad una stazione, di cui lei non ricordava neppure il nome, e vennero caricati su un carro merci.

"Avevamo molta paura e anche tanta fame. Il viaggio fu molto lungo, durò parecchi giorni, finché arrivammo ad una piccola stazione polacca, in uno strano posto davanti ad un cancello di ferro dove c’era scritto in tedesco "Arbeit Macht Frei", cioè "Il lavoro rende liberi".

Guardandoci attorno, vedevamo che dagli altri vagoni scendevano dei gagé, donne con i bambini cariche di borse e valigie. Ad un certo punto si separarono: un gruppo da una parte "per le docce"- dicevano - e noi dall’altra.

Ma quando la colonna incominciò la sua lenta marcia, vidi che era composta di ammalati e di bambini. Mi sentii gelare il cuore con il presentimento che qualcosa dovesse succedere; quel giorno fu l’ultima volta che vidi la mamma".

Il racconto diventava sempre più interessante, la baracca si era di nuovo riempita di persone; chi era seduto ai piedi della mascia Draga, chi stava diritto, tutti pendevano dalle sue labbra. "Solo quando i russi giunsero al lager, seppi che mia madre era stata messa nei forni crematori, dopo essere passata dalle docce".

Mentre parlava, si asciugò con il dorso della mano le lacrime che le scendevano dal volto. "A noi hanno fatto un segno che ho ancora sul braccio". Si tirò su la manica e potei leggere bene inciso "Z24161". La nonna disse: "Vi racconto tutto ciò che ho visto e vissuto, ma non è da raccontare ai bambini; invece è importante capire che l’odio porta al razzismo e il razzismo uccide in molti modi, con la morte fisica e con quella morale". Mi spiegò come si poteva uccidere il cuore degli uomini con l’emarginazione:

"Tu sei un gagì, cosa vuoi sapere di queste cose? Tu vivi bene nella tua casa, nessuno viene a controllarti. Per noi invece non è così, quando vai a fare la spesa, ti servono prima degli altri, perché hanno timore che rubi qualcosa, o se sali sul tram, nessuno si siede vicino a te, perché sei zingaro. Si rifiutano non solo di parlarti, ma di starti accanto, quasi avessimo la peste".

Sentivo che era dura, ma la capivo, perché anch’io a scuola avevo dovuto lottare con i miei compagni per difendere gli zingari; ricordavo ancora l’episodio in cui un bambino mi aveva detto con disprezzo: "Sei solo una zingara" e io l’avevo ringraziato, perché, se avessi potuto scegliere, avrei proprio voluto essere zingara.

"Ma - riprese mascia Draga, dopo un po’ di silenzio - bisogna imparare sin da piccoli a capire che tutti hanno il diritto di vivere. Il sole sorge per tutti e la pioggia cade per tutti, tutti abbiamo fame e tutti abbiamo sete, ci sono tante cose simili per i gagé e simili per gli zingari ed anche per i neri dell’Africa, bisogna scoprirle".

Dopo un momento aggiunse: "Hai una nonna? Vai da lei e chiedile cosa vuol dire ciò che ti ho detto. Chi ha vissuto molto, ha acquistato saggezza e bisogna imparare ad ascoltare il passato per non commettere gli stessi sbagli per l’avvenire". Nonna Draga abbassò la voce quasi volesse parlare a se stessa e disse: "Non potevo ritornare in quel posto, ma ci sono andata alcuni anni fa e ho pianto di rabbia, vedendo Auschwitz diventata un museo e constatando che in mezzo alle baracche, dove sono morte migliaia di persone, i ragazzini spesso mangiano patatine fritte e bevono Coca-Cola".

Spiegò: "Ho voluto andare a vedere le baracche del settore zingaro, ma le intemperie le hanno distrutte. C’è solo uno spiazzo vuoto, però ho sempre in tasca un pezzo di pietra che ho raccolto".

Poi si alzò con maestà dalla sedia, come se fosse una regina e con voce più forte soggiunse: "Quando sarai grande, ricordati di ciò che ti disse una vecchia zingara: la pace tra i popoli nasce cercando i valori che uniscono e non le divisioni. Facciamo attenzione che il nazismo non torni in Europa, già troppi innocenti hanno pagato".

Ero rimasta senza fiato; quella piccola donna minuta, dalla voce giovane, aveva raccontato cose mai sentite. Avrei voluto abbracciarla, ma non osavo davanti a tutti i Rom, tuttavia quando l’avvicinai, lei mi strinse forte e mi fece una carezza.

"Vai, piccola gagì, oggi ho parlato troppo per la mia età".



*di Carla OSELLA
in ''Pabay, nel mondo degli zingari'' (ed. INTERFACE-AIZO)
http://www.aizo.it/masciadraga.html
324  Lingua e cultura ROM / Materiali Trasversali / L'Italia e gli zingari - Tullio De Mauro il: 10 Giugno 2008 - 07:32:21
L'Italia e gli zingari
Tullio De Mauro


Teniamo e vogliamo tenere i rom ai margini, e però rimproveriamo loro di essere marginali

Su Internazionale 746, 29 maggio 2008

"E a proposito di rom": nell'organizzazione favolistica che i telegiornali danno al succedersi delle notizie (se così possono chiamarsi) negli ultimi giorni almeno tre volte è capitato di sentire questa frase usata per legare tra loro fatti di varia luttuosità e violenza privi, nei tre casi, di un nesso specifico con gli zingari (in un paio con rumeni e immigrati).

Anche questo è un modo mascalzonesco per ispessire il sordido zoccolo di pregiudizi su cui sembra poggiare oggi il nostro paese, e che non da oggi è il fondaccio da cui germinano imprese criminali di discriminazione e persecuzioni. Ma oggi lo zoccolo sembra aver raggiunto uno spessore senza precedenti. Un anno fa, dopo la morte dei quattro bimbi zingari nell'accampamento di Livorno, SkyTg24 promosse un sondaggio.

Si chiedeva: "Infuria la polemica sui campi nomadi. Secondo te i rom nelle nostre comunità vanno integrati o isolati?". "Isolati", rispose il 79 per cento; "integrati", il restante 21 per cento. Ora, un anno dopo, O Vurdòn, un sito di cultura romanì curato da Sergio Franzese, professore di sociologia a Lecce, pubblica un sondaggio della Stampa tra i suoi lettori (un'élite, per regione, censo, abitudine alla lettura): "Siete d'accordo con il progetto, adottato dal comune di Torino, di aiutare i nomadi in regola con il permesso di soggiorno a trovare casa concedendo, come avviene per altri cittadini, sgravi dell'Ici al proprietario che accetta il contratto?".

È bello sapere che un comune italiano si comporta in modo civile. Meno belle sono le risposte (pubblicate il 13 maggio): solo il 15 per cento si è detto d'accordo, l'85 per cento si è detto contrario.

È un paradosso nazionale, uno di quelli che rendono difficilmente leggibile il nostro paese. In Europa l'Italia è di gran lunga il paese con il più alto indice di diversità linguistica nativa: ha una presenza ancora viva dei diversi dialetti tra il 60 per cento della popolazione, ha 14 minoranze linguistiche di antico insediamento (due milioni di persone) e solo di recente ha adottato un'unica lingua, l'italiano, nell'uso parlato quotidiano.

Non è solo un dato sociologico-linguistico. Come vide uno dei nostri massimi studiosi del novecento, Gianfranco Contini, questa diversità è "visceralmente" unita al costruirsi della tradizione letteraria italiana. Non solo: prima di ogni convenzione internazionale, l'articolo 6 della costituzione del 1948 volle dare spazio e riconoscimento alla diversità delle minoranze linguistiche.

Questa diversità non è nata oggi o solo da qualche secolo. Se anche altri paesi d'Europa e del mondo sono stati attraversati da ondate di migranti d'altre lingue e stirpi, l'Italia, più di ogni altro (un paragone forse è l'India), i migranti li ha accolti. Per la sua geografia tormentata e fratta ha offerto loro nicchie e plaghe più estese già dalla preistoria, ha lasciato che si fondessero con le popolazioni già insediate fino in buona parte a dissolversi in esse lentamente e lasciando tracce soltanto nella varietà delle parlate. Quest'è l'Italia, un melting pot storico millenario, che potrebbe, che dovrebbe avere la fierezza di questa sua diversità interna, costitutiva. E invece non ce l'ha.

Le mezzecalzette intellettuali non risparmiano silenzi e ostilità per la diversità linguistica. La povera gente, ma anche parte dei ceti benestanti, le segue, da Udine a Livorno, da Napoli a Milano. Nel paese delle reali diversità storiche e linguistiche l'ostilità soffia verso tutto ciò che appare diverso: perfino le varietà d'uso dell'italiano, perfino i dialetti nazionali ne vengono colpiti e, poi, a crescere, le minoranze linguistiche di antico insediamento, le minoranze di nuova immigrazione e, su tutti e più di tutti, gli zingari.

Ai molti di loro che, come i loro fratelli, cercano una residenza stabile e si sedentarizzano, dal Piemonte al Molise, non si perdona di non essere più nomadi e a chi di loro è ancora vagante non si perdona il nomadismo. Privi di uno standard scritto unitario, le loro parlate sono molteplici e mal afferrabili. Orrore, orrore nel paese degli analfabeti. Li teniamo ai margini e però rimproveriamo loro di essere marginali.

In romanì, cioè nelle parlate zingare, porajmos "devastazione" designa per eccellenza il tentativo nazista di sterminare nei lager gli zingari già perseguitati da tempo (perseguitati anche dal nostro patrio fascismo, come hanno mostrato gli studi di Mirella Karpati, Giovanna Boursier e altri). È l'equivalente di shoah. Si calcola che mezzo milione di zingari d'ogni paese ne siano stati vittima. La tentazione del porajmos è tra noi, non sottovalutiamola. Rimbalza in internet in questi giorni una vecchia poesia attribuita da alcuni a Bertolt Brecht, ma che in realtà è del pastore Martin Niemöller, morto pochi anni fa. Anche il testo circola con delle varianti, ma il senso comunque è chiaro.

Ritraducendo dal tedesco: "Quando presero gli ebrei, non dissi niente; non ero in effetti un ebreo./ Quando presero gli zingari, non dissi niente: non ero in effetti uno zingaro./ Quando presero i comunisti, non dissi niente, mica ero comunista./ Quando presero gli omosessuali, non dissi niente: mica ero un omosessuale./ Quando presero i socialisti, non dissi nulla: non ero un socialista./ Quando presero me, non c'era più nessuno che avrebbe potuto dire qualcosa".

 
Il link di quest'articolo
http://www.internazionale.it/firme/print.php?id=19361
325  Lingua e cultura ROM / Materiali Trasversali / Uno studio del 2006 su partecipazione politica e rappresentazione mediatica il: 09 Giugno 2008 - 11:47:11
Uno studio del 2006 interessante da confrontare con la situazione attuale

Partecipazione politica e rappresentazione mediatica di rom e sinti in Italia
Nando Sigona

www.osservazione.org
Ricerca commissionata da
OSCE/ODIHR e CPRSI
Roma, Sala del Cenacolo
4 Dicembre 2006

L’obiettivo principale della ricerca

 Analizzare esperienze, possibilità e ostacoli alla partecipazione politica a livello locale di rom e sinti (italiani e stranieri)

Ethos della ricerca

 I risultati della ricerca condotta da OsservAzione con lo European Roma Rights Centre che ha portato alla pubblicazione di “Cittadinanze Imperfette” (2006)
 Anti-discriminazione e rights-based approach
 Rom e sinti hanno eguale diritto a partecipare alla cosa pubblica. Questo include il diritto di voto, di candidarsi alle elezioni, di partecipare in vario modo alla vita politica senza discriminazione
(OSCE, “Piano d’Azione per migliorare la situazione di rom e sinti”)

Tutto il fascicolo da scaricare qui:
http://www.osservazione.org/documenti/partecipazione_4dic06_sigona.pdf
326  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Sulla proposta di legge di tutela delle minoranze linguistiche rom e sinti il: 09 Giugno 2008 - 11:38:17
Presentazione della proposta di legge per estendere le disposizioni di
tutela delle minoranze linguistiche anche a rom e sinti


Di Fabrizio (del 12/10/2007 @ 22:59:08, in Regole, visitato 9 volte)
Ciao a tutti.
qui sotto trovate il link di radio radicale con la registrazione
dell'intera conferenza stampa sulla Presentazione della proposta di legge
presentata dal PRC-SE per estendere le disposizioni di tutela delle
minoranze linguistiche anche a rom e sinti.
ciao
Eva

Presentazione della proposta di legge
http://www.radioradicale.it/scheda/237303

Eva Rizzin
osservAzione (ONLUS)
centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e
sinti
web: http://www.osservazione.org
tel: +39 393 78 78 880


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Si è svolta oggi (12 ottobre ndr) a Roma la conferenza stampa di
presentazione della proposta di legge depositata dall’Onorevele Mercedes
Frias come prima firmataria, sull'inserimento dei rom e sinti nella legge
sulle minoranze linguistiche nazionali. (Legge 482 del 1999: Norme in
materia di tutela delle minoranze linguistiche.)

Oltre all’Onorevole Frias sono intervenuti anche l’onorevole Leoluca
Orlando e l’On. Marco Boato , tra i firmatari della proposta, e in
rappresentanza dei cittadini e le cittadine Rom e Sinti , la dott.ssa Eva
Rizzin e il Dott. Nazzareno Guarneri del Coordinamento Rom e Sinti Insieme
Alla presentazione c’erano persone e associazioni che lavorano sui/con
diritti di Rom e Sinti.

Mercedes Frias ha spiegato che questa proposta vuole essere un primo passo
per restituire dignità a chi vive da tantissimi anni in Italia senza quel
riconoscimento che invece viene dato alle altre minoranze
etnico-linguistiche presenti in Italia.

Con l’inserimento delle minoranze Rom e Sinti nell’articolo 1 della legge
del 1999, anche queste minoranze avranno pari diritti e dignità., la loro
lingua verrà tutelata, e si potrà effettuare un effettivo monitoraggio di
come i Rom e Sinti vengono presentati nei mezzi di comunicazione di massa.

Grazie a questa legge ci si adeguerà finalmente alla normativa europea che
prevede questo riconoscimento e si potrà prevenire e contrastare in
maniera più efficace la discriminazione e il razzismo

L’Onorevole Frias ha ricordato come questo strumento di legge sia
essenziale in questo momento politico nel quale si confonde volutamente la
povertà con l’illegalità, in cui si assiste a una deriva securitaria che
risponde non ad un reale aumento della criminalità bensì a pura propaganda
elettorale dato che punire i poveri sembra creare consenso.

L’antropologa Eva Rizzin, Sinta italiana, ha sottolineato l’importanza di
questa proposta di legge che tra l’altro , per la prima volta ha dato la
possibilità ai diretti interessati di dire la propria.

Riconoscere il diritto alla tutela della lingua romanés , una lingua di
origine sanscrita che si è mantenuta viva attraverso i secoli solo
oralmente equivale a riconoscere il diritto all’esistenza individuale e
collettiva di questa minoranza. La perdita della lingua romanés vorrebbe
dire la perdita di un patrimonio irrecuperabile, del veicolo di una
cultura millenaria. Una cultura che la società maggioritaria conosce a
stento, dato che se ne sente parlare solo in modo negativo. E la
conoscenza è il primo mezzo per cominciare a combattere la
discriminazione.

Il Dott. Nazareno Guarnieri, rom abruzzese , ha fatto notare che fino ad
ora le istituzioni si sono rapportate con le associazioni “pro-rom”, ma
non con i Rom stessi in prima persona. Ma senza la partecipazione attiva
dei soggetti interessati non ci può essere integrazione effettiva. Ha
anche segnalato che in Abruzzo, dove i rom sono una componente della
popolazione fin dal 1390, la discriminazione verso questi cittadini
italiani li spinge addirittura a chiedere di cambiare il cognome per poter
ottenere lavoro.

Senza lo strumento essenziale del riconoscimento dello status di minoranza
quale percorso di integrazione potrà mai essere possibile?

Leoluca Orlando ha dichiarato che questa legge è essenziale anche perché
stabilisce il principio della legalità come rispetto dei diritti umani ,
tra i quali il primo è il diritto alla propria identità.

Marco Boato ha riferito anche che nel 1999 non si inserirono le minoranze
Rom e Sinte nella legge 482”Norme in materia di tutela delle minoranze
linguistiche” perché ci fu un ostruzionismo serrato da parte della Lega
Nord contro la legge, un vero e proprio ricatto per non far includere
anche i Rom e Sinti che portò quindi alla loro esclusione pur di farla
approvare.

Questa legge presentata in data odierna è un vero e proprio atto di
giustizia civile, di civiltà giuridica, ma per far sì che venga approvata
è imprescindibile un impegno sul territorio. Bisogna moltiplicare le
iniziative per discutere a livello locale e creare anche l’occasione di
far conoscere alla maggioranza la storia e la cultura della minoranza Rom
e Sinta.

Come ha concluso anche Gennaro Migliore , una legge non basta, in questo
momento storico e politico in cui lo stigma e il pregiudizio è diffuso, è
indispensabile lavorare per cambiare il livello di coscienza della
maggioranza degli italiani

http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=1814
327  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 il: 09 Giugno 2008 - 11:33:28
Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i rom
Il Parlamento europeo ,

–   visti gli articoli 3, 6, 7, 29 e 149 del trattato CE, che impegnano gli Stati membri a garantire uguali opportunità a tutti i cittadini,

–   visto l'articolo 13 del trattato CE, in base al quale la Comunità europea può prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sulla razza o l'origine etnica,

–   viste le sue risoluzioni del 28 aprile 2005 sulla situazione dei rom nell'Unione europea(1) , del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne rom nell'Unione europea(2) e del 15 novembre 2007 sull'applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri(3) ,

–   viste la direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, e la direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro, come anche la decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia,

–   vista la relazione per il 2007 su Razzismo e xenofobia negli Stati membri dell'Unione europea, pubblicata dall'Agenzia per i diritti fondamentali,

–   visti il Decennio per l'integrazione dei rom e il Fondo per l'istruzione dei rom, istituiti nel 2005 da numerosi Stati membri dell'Unione europea, paesi candidati e altri paesi in cui le istituzioni dell'Unione europea sono presenti in modo significativo,

–   visti l'articolo 4 della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle minoranze nazionali e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

–   visto il Piano d'azione globale adottato dagli Stati che partecipano all'OSCE, compresi gli Stati membri dell'Unione europea e i paesi candidati, incentrato sul miglioramento della situazione dei rom e dei sinti nella zona OSCE, nel quadro del quale gli Stati si impegnano, tra l'altro, a potenziare i loro sforzi volti a garantire che le popolazioni rom e sinti possano svolgere un ruolo pieno ed equo nelle nostre società, e a debellare la discriminazione nei loro confronti,

–   visti la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e lo Statuto dell'Agenzia per i diritti fondamentali,

–   vista la relazione del gruppo consultivo di esperti di alto livello sull'integrazione sociale delle minoranze etniche e sulla loro piena partecipazione al mercato del lavoro, intitolata "Minoranze etniche sul mercato del lavoro – Un urgente appello per una migliore inclusione sociale" e pubblicata dalla Commissione nel 2007,

–   visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.   considerando che i 12-15 milioni di rom che vivono in Europa – di cui circa 10 milioni nell'Unione europea – sono vittime di discriminazioni razziali e soggetti in molti casi a gravi discriminazioni strutturali e a condizioni di povertà e di esclusione sociale, come anche a discriminazioni molteplici in base al sesso, all'età, all'handicap o all'orientamento sessuale; considerando che gran parte dei rom europei sono diventati cittadini dell'Unione europea a seguito degli ampliamenti del 2004 e del 2007, beneficiando del diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri,

B.   considerando che la situazione dei rom europei – che storicamente sono stati parte della società in numerosi paesi europei e hanno contribuito ad essa – è diversa da quella delle minoranze nazionali europee, cosa che giustifica l'adozione di misure specifiche a livello europeo,

C.   considerando che i cittadini rom dell'Unione europea sono spesso vittime di discriminazioni razziali nell'esercizio del loro diritto fondamentale, in quanto cittadini dell'Unione europea, alla libertà di circolazione e di stabilimento,

D.   considerando che numerosi rom e numerose comunità rom che hanno deciso di stabilirsi in uno Stato membro diverso da quello di cui sono cittadini si trovano in una posizione particolarmente vulnerabile,

E.   considerando che sia negli Stati membri sia nei paesi candidati non si sono compiuti progressi nella lotta alla discriminazione razziale nei confronti dei rom e nella difesa del loro diritto all'istruzione, all'occupazione, alla salute e all'alloggio,

F.   considerando che la segregazione nell'istruzione continua ad essere tollerata negli Stati membri dell'Unione europea; considerando che tale discriminazione nell'accesso ad un'istruzione di qualità condiziona in modo permanente la capacità dei bambini rom di sviluppare e di sfruttare il loro diritto ad uno sviluppo educativo,

G.   considerando che l'istruzione è uno strumento fondamentale per combattere l'esclusione sociale, lo sfruttamento e la criminalità,

H.   considerando che condizioni di vita deplorevoli e insalubri e una ghettizzazione evidente sono fenomeni ampiamente diffusi e che, regolarmente, i rom sono vittime di espulsioni forzate o viene loro impedito di abbandonare le aree in cui vivono,

I.   considerando che le comunità rom presentano in media livelli inammissibilmente elevati di disoccupazione, il che richiede interventi specifici volti ad agevolare l'accesso al lavoro; sottolineando che il mercato europeo del lavoro, così come la società europea nel suo complesso, trarrebbero enorme beneficio dall'integrazione dei rom,

J.   considerando che l'Unione europea offre una varietà di meccanismi e strumenti che possono essere utilizzati per migliorare l'accesso dei rom ad un'istruzione di qualità, all'occupazione, all'alloggio e all'assistenza sanitaria, in particolare politiche in materia di inclusione sociale, sviluppo regionale e occupazione,

K.   considerando che l'inclusione sociale delle comunità rom continua ad essere un obiettivo da raggiungere e che occorre utilizzare gli strumenti dell'Unione europea per realizzare cambiamenti efficaci e visibili in questo settore,

L.   considerando la necessità di garantire un'effettiva partecipazione dei rom alla vita politica, in particolare alle decisioni che incidono sulla loro vita e sul loro benessere,

M.   considerando che l''antizingarismo" o fobia dei rom è ancora diffuso in Europa, che è promosso e utilizzato dagli estremisti, cosa che può culminare in attacchi razzisti, discorsi improntati all'odio, attacchi fisici, espulsioni illegali e vessazioni da parte della polizia,

N.   considerando che la maggior parte delle donne rom subiscono una doppia discriminazione, in quanto rom e in quanto donne,

O.   considerando che l'Olocausto dei rom (Porajmos) merita un pieno riconoscimento commisurato alla gravità dei crimini nazisti volti ad eliminare fisicamente i rom d'Europa, così come gli ebrei e altri gruppi mirati;

1.   condanna senza eccezioni e senza ambiguità possibili tutte le forme di razzismo e di discriminazione cui sono soggetti i rom e altre comunità considerate "zingari";

2.   accoglie favorevolmente le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 il quale, "conscio della situazione molto particolare in cui versa la comunità rom in tutta l'Unione, invita gli Stati membri e l'Unione stessa ad utilizzare tutti i mezzi per migliorarne l'inclusione" e "invita a tal fine la Commissione ad esaminare le politiche e gli strumenti vigenti e a riferire al Consiglio, entro la fine del giugno 2008, in merito ai progressi registrati";

3.   ritiene che l'Unione europea e gli Stati membri condividano la responsabilità di promuovere l'inserimento dei rom e di appoggiare i loro diritti fondamentali in quanto cittadini europei, e che debbano intensificare prontamente i loro sforzi per conseguire risultati visibili in tale settore; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione europea ad avallare le misure necessarie per creare un clima sociale e politico adeguato, che consenta di porre in atto l'inserimento dei rom;

4.   sollecita la nuova Agenzia per i diritti fondamentali a porre l''antizingarismo" tra le massime priorità del suo programma di lavoro;

5.   riafferma l'importante ruolo dell'Unione europea nella lotta contro la discriminazione nei confronti dei rom, che spesso è strutturale e che per questo richiede un'impostazione globale a livello dell'Unione europea, in particolare con riguardo allo sviluppo di politiche comuni, ma riconosce che le competenze fondamentali e il principale investimento in termini di volontà politica, tempo e risorse da destinare alla protezione, all'attuazione di politiche, alla promozione e alla responsabilizzazione dei rom devono essere a carico degli Stati membri;

6.   sollecita la Commissione a sviluppare una strategia quadro europea per l'inserimento dei rom, che miri a dare coerenza alle politiche dell'Unione europea in materia di inclusione sociale dei rom e, nel contempo, sollecita tale Istituzione ad elaborare un piano d'azione comunitario dettagliato per l'inclusione dei rom volto a fornire un sostegno finanziario per la realizzazione dell'obiettivo della strategia quadro europea per l'inclusione dei rom;

7.  Esorta la Commissione ad elaborare un esauriente piano d'azione comunitario sull'inclusione dei Rom; rileva che il piano deve essere elaborato ed implementato dal gruppo di Commissari responsabili per l'inclusione sociale dei cittadini dell'UE attraverso i loro portafogli dell'occupazione, degli affari sociali, delle pari opportunità, della giustizia, della libertà, dell'istruzione, della cultura e della politica regionale;

8.   chiede alla Commissione di attribuire a uno dei Commissari la competenza per il coordinamento di una politica per i rom;

9.   esorta la Commissione ad applicare la metodologia di lavoro "da Rom-a-Rom" quale strumento efficace per gestire le problematiche legate ai Rom e la invita a promuovere la presenza di personale Rom all'interno della sua struttura;

10.   invita la Commissione ad istituire un'unità rom per coordinare la messa in atto della strategia quadro europea per l'inclusione dei rom, facilitare la cooperazione tra gli Stati membri e coordinare loro azioni comuni, nonché assicurare che tutti gli organi competenti siano sensibilizzati sulle questioni relative ai rom;

11.  Invita la Commissione a considerare l'impatto degli investimenti privati sulle pari opportunità un fattore pertinente e determinante ai fini della mobilizzazione delle risorse dell'UE, imponendo alle persone fisiche e/o giuridiche che presentano un'offerta per progetti finanziati dall'UE l'obbligo di elaborare e implementare un'analisi e un piano d'azione sulle pari opportunità;

12.   accoglie con favore le iniziative rese note dalla Commissione, tra cui una comunicazione sulla strategia rivista per la lotta contro la discriminazione, il prossimo libro verde concernente l'istruzione di bambini immigrati o appartenenti a minoranze svantaggiate, e l'intenzione di prendere misure addizionali per assicurare l'applicazione della direttiva 2000/43/CE; si compiace, in particolare, della proposta di istituire un forum di alto livello sui rom, quale struttura per lo sviluppo di politiche efficaci intese ad affrontare le questioni che interessano i rom;

13.  Esorta la Commissione a creare una mappa paneuropea delle crisi, sulla cui base sono individuate e monitorate quelle aree dell'UE le cui comunità Rom risultano essere le più minacciate dalla povertà e dall'esclusione sociale;

14.   sollecita la Commissione ad esaminare le possibilità di un rafforzamento della legislazione antidiscriminazione nel settore dell'istruzione, in particolare per quanto riguarda la desegregazione, e a riferire al Parlamento sulle risultanze dei suoi lavori entro un anno dall'approvazione della presente risoluzione; ribadisce che l'accesso a pari condizioni ad un'istruzione di qualità dovrebbe essere una priorità nell'ambito di una strategia europea per i rom; sollecita la Commissione ad intensificare i suoi sforzi per finanziare e sostenere, negli Stati membri, azioni intese ad integrare i bambini rom, sin dalla più tenera età, nei sistemi di istruzione ordinari; esorta la Commissione a sostenere programmi che promuovano azioni positive a favore dei rom nei settori dell'istruzione secondaria e superiore, includendo la formazione professionale, l'istruzione degli adulti, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e l'istruzione universitaria; esorta altresì la Commissione a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di desegregazione;

15.   invita gli Stati membri e la Commissione a combattere lo sfruttamento dei bambini rom, l'accattonaggio che sono costretti a praticare e il loro assenteismo scolastico, nonché i maltrattamenti delle donne rom;

16.   sollecita la Commissione a sostenere l'integrazione dei rom nel mercato del lavoro mediante misure che comprendano un sostegno finanziario alla formazione e alla riconversione professionale, misure intese a promuovere azioni positive sul mercato del lavoro, un'applicazione rigorosa delle leggi antidiscriminazione nel settore dell'occupazione e misure atte a promuovere presso i rom il lavoro autonomo e le piccole imprese;

17.   invita la Commissione a considerare la possibilità di un sistema di microcredito quale suggerito nella relazione summenzionata del gruppo consultivo di esperti di alto livello, per promuovere l'avvio di piccole imprese e sostituire la prassi dell'usura, che obera molte delle comunità svantaggiate;

18.   invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a sostenere programmi nazionali volti a migliorare la situazione sanitaria delle comunità rom; in particolare introducendo un adeguato programma di vaccinazioni per i bambini; sollecita tutti gli Stati membri a porre fine e a rimediare in modo adeguato e senza indugio all'esclusione sistematica di talune comunità rom dall'assistenza sanitaria, comprese, tra l'altro, le comunità che si trovano in aree geografiche isolate, come anche a violazioni estreme dei diritti dell'uomo nell'ambito del sistema sanitario, laddove esse abbiano avuto o stiano avendo luogo, comprese la segregazione razziale nelle strutture sanitarie e la sterilizzazione forzata delle donne rom;

19.   sollecita la Commissione a basarsi sui modelli positivi esistenti per sostenere programmi volti a porre fine, negli Stati membri in cui esiste, al fenomeno delle baraccopoli rom – che generano gravi rischi sociali, ambientali e sanitari – e a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di alloggio per i rom, inclusi i rom migranti;

20.   sollecita gli Stati membri a risolvere il problema dei campi, dove manca ogni norma igienica e di sicurezza e nei quali un gran numero di bambini rom muoiono in incidenti domestici, in particolare incendi, causati dalla mancanza di norme di sicurezza adeguate;

21.   sollecita la Commissione e il Consiglio ad allineare la politica dell'Unione europea relativa ai rom sul "Decennio per l'integrazione dei rom" e a fare uso delle iniziative esistenti, quali il Fondo per l'istruzione dei rom, il Piano d'azione dell'OSCE e le raccomandazioni del Consiglio d'Europa, al fine di accrescere l'efficacia degli sforzi compiuti in tale settore;

22.   sottolinea l'importanza che riveste il fatto di coinvolgere le autorità locali per garantire un'esplicazione efficace degli sforzi volti a promuovere l'inserimento dei rom e a combattere la discriminazione;

23.   invita gli Stati membri a coinvolgere la comunità rom al livello di base nel tentativo di mettere il popolo rom in condizioni di beneficiare pienamente degli incentivi forniti dall'Unione europea volti a promuovere i loro diritti e l'inserimento delle loro comunità, nei settori dell'istruzione, dell'occupazione e della partecipazione civica, dal momento che un'integrazione riuscita comporta un approccio che va dal basso verso l'alto e responsabilità comuni; sottolinea l'importanza di sviluppare le risorse umane e le capacità professionali dei rom, al fine di promuovere la loro presenza a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica, ivi comprese le istituzioni della UE;

24.   ricorda che tutti paesi candidati si sono impegnati, nel quadro del processo di negoziazione e di adesione, a migliorare l'inserimento delle comunità rom e a promuovere il loro diritto all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio; chiede alla Commissione di effettuare una valutazione del rispetto di tali impegni e della situazione attuale dei rom in tutti gli Stati membri dell'Unione europea;

25.   invita la Commissione e le autorità competenti a compiere i passi necessari per porre termine alle attività di ingrasso dei suini sul sito dell'ex campo di concentramento di Lety (Repubblica Ceca), lasciando spazio ad un monumento commemorativo che onori le vittime delle persecuzioni;

26.   ritiene di dover dovrebbe esaminare più nel dettaglio i diversi aspetti delle sfide strategiche europee riguardanti l'inserimento dei rom;

27.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai paesi candidati, al Consiglio d'Europa e all'OSCE.

(1) GU C 45 E del 23.2.2006, pag. 129.
(2) GU C 298 E dell'8.12.2006, pag. 283.
(3) Testi approvati, P6_TA(2007)0534.
 

 
328  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Fahrenheit: sul clima di intimidazione in una scuola di milano il: 09 Giugno 2008 - 11:18:48
Altre storie 
 
I racconti e le storie che in modo diverso hanno a che fare con l'attualita' o con la nostra storia. Ad esempio il clima di intimidazione che ha investito i bambini rom di una scuola di Milano. Ne parliamo con Suor Gloria Mari, vicepresidente dell'Associazione Nocetum di Milano, che sta seguendo e sostenendo l'integrazione dei giovani rom, in un'esperienza nata dall'amicizia e dalla conoscenza, cui ha corrisposto una assunzione di responsabilita' da parte delle famiglie rom

Disponibile in archivio audio a partire dal 10/06/2008

http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=253674

329  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Contro i pogrom, corteo di rom e non solo a Roma il: 09 Giugno 2008 - 08:19:32
Contro i pogrom, corteo di rom e non solo a Roma
Giovanna Nigi


Sfilano cantando, allegri nonostante il clima di intolleranza (che altro è la tolleranza zero?) e la paura, due motivazioni forti che li hanno convinti a sfilare con un triangolo marrone con impressa una Z incollato sulle magliette. Era quella Z che, come la stella gialla per gli ebrei, segnava il loro destino di deportati nei campi di sterminio nazisti. Ora la appuntano sui vestiti da festa, come una medaglia per un popolo che non ha mai avuto un esercito, né un carcere né uno stato. E ora rivendica la sua possibilità a vivere lo stesso, senza essere cacciato, bruciato, picchiato, ucciso.

"Figli dello stesso padre" è lo striscione di apertura del corteo, a seguire "Ogni popolo è una ricchezza per l'Umanità" "Non si può condannare un popolo" "No all'informazione razzista". Sfilano davanti al Colosseo, davanti anche al grande manifesto della Fao che chiede il diritto al cibo per tutti.

E ancora: "I Rom non hanno mai fatto la guerra!" Accanto a loro l'Arci, l'Aizo, la Comunità di S.Egidio, tanti amici e gli anarchici, perché, come diceva Fabrizio de Andrè che di Rom e Sinti se ne intendeva: «In fondo sono loro gli anarchici veri, perché non hanno confini da difendere né motivi per fare le guerre».





Lo striscione "Basta razzismo contro i rom" ha aperto il corteo di domenica pomeriggio indetto per la prima volta dai Sinti e dai Rom, che, come spiega Santino Spinelli, docente universitario, musicista, presidente dell'Associazione Thèm Romanò, e rom, «non vogliono più essere rappresentati da nessun altro che da loro stessi. Bisogna far capire alle persone che si fidano solo dei luoghi comuni che noi non siamo nomadi per cultura, e che i campi nomadi devono sparire, sono una vergogna per tutti. È terribile ritrovarci in piazza per ribadire quello che è un elementare diritto, quello all'esistenza... Io non sono un politico, non voglio esserlo, e vorrei continuare a fare quello che faccio, ma non posso non gridare la mia indignazione contro un clima di terrore che mette a rischio ogni giorno la nostra sicurezza e la vita dei nostri figli. E un'altra cosa vorrei che gli italiani capissero:non è con i loro sold; che si deve risolvere il problema abitativo dei Rom, ci sono i fondi stanziati per questo dalla Comunità Europea: che non si facciano strumentalizzare da chi ha sempre bisogno di un capro espiatorio, quando le cose vanno male».



Sono qualche migliaio - loro dicono 5 mila tra tutti - ma per loro, e per "le persone di buona volontà" che si sono unite alla loro manifestazione, è comunque un grande successo. «Tutto comincia dal basso, con le piccole cose» dice Daniela, rom e italiana come Santino Spinelli, come la maggior parte dei Rom che si sono dati appuntamento al Colosseo per arrivare al Villaggio Globale, che è stato "ripulito" da poco dal campo rom che vi si era istallato. Molti stanno in Italia da 40 anni e più e rivendicano la cittadinanza italiana. E c'è anche chi ce l'ha, essendo uno zingaro italiano, comunità che esistono nel nostro Paese dal XVII secolo. Sono un popolo antico, e le comunità che risiedono in Europa fanno parte della cultura del Vecchio continente e della sua "babele" di genti da cinque secoli. Molti sono i professori e i ricercatori universitari che hanno mandato, su questa base, attestati di solidarietà.

«Vedi?», dice entusiasta, «siamo venuti qui da tutta Italia, e vogliamo vogliamo farci conoscere da voi, comunicare con la nostra musica, la nostra cucina...perché non ci invita mai nessuno a quelle trasmissioni dove si parla di cucina, per esempio...sarebbe un modo per iniziare a capirci meglio». Daniela i suoi bambini li manda a scuola regolarmente: «Certo che li mando a scuola, e se ho dei problemi per andarli a prendere so che posso sempre contare su qualcuno della mia famiglia, ecco, per noi esistono ancora quei legami che voi avevate prima di diventare ricchi e avere le baby sitters...noi ci aiutiamo fra noi, siamo una comunità solidale, e questi nostri valori vorremmo metterli a disposizione di tutti, vorremmo che fossero patrimonio di tutti, perché possono servire anche a voi...».

A chiudere la manifestazione - la prima in Italia fatta insieme da Rom e Sinti - sono le parole di un gitano spagnolo che parla dell'utopia di un mondo tollerante come di «una realtà tardiva». E le parole di sostegno dell'Associazione nazionale partigiani italiani e dell'Associazione ex deportati. Perchè il popolo zingaro, gitano, gypsy, è l'ultimo della Terra per potere e prestigio internazionale. E il primo a essere perseguitato dai regimi dittatoriali.

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76119
330  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione delle donne Rom - 2006 il: 09 Giugno 2008 - 07:21:10
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione delle donne Rom nell'Unione europea (2005/2164(INI))

1 giugno 2006

Il Parlamento europeo ,

–   visto il fatto che l'Unione europea istituzioni hanno, a più riprese, espresso timori, o addirittura allarme, per quanto riguarda la situazione dei Rom in generale, e delle donne Rom in particolare, in documenti e azioni tra cui:
   – la risoluzione del 28 aprile 2005 sulla situazione dei Rom nell'Unione europea(1) ,
   – la relazione "Rompere le barriere - Le donne Rom e l'accesso all'assistenza sanitaria" dell'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia,
   – l'importante ed inquietante relazione della Commissione sulla situazione dei Rom in una Unione europea allargata, compreso l'accento posto da tale relazione sugli aspetti di genere della situazione dei Rom in Europa(2) ,
   – le attività finanziate dalla Commissione, come lo studio del programma Dafne sulla situazione delle donne Rom nelle prigioni spagnole,


–   visto il fatto che un determinato numero di organi del Consiglio d'Europa ha espresso il proprio disappunto a fronte della situazione dei Rom e delle donne Rom in Europa, esortando i responsabili politici ed i legislatori a porre rimedio alla inaccettabile situazione dei Rom, e segnatamente delle donne Rom, in Europa, in vari documenti tra cui:
   - la raccomandazione 1203(1993) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa relativa agli zingari in Europa che rileva, segnatamente, l'importanza dell'istruzione delle donne Rom, 
   - la raccomandazione di politica generale n. 3 (1998) commissione europea del Consiglio d'Europa contro il razzismo e l'intolleranza sulla lotta al razzismo e all'intolleranza nei confronti dei Rom/zingari, in cui si sottolinea la doppia discriminazione cui sono soggette le donne Rom,
   - la relazione, recentemente pubblicata da Alvaro Gil-Robles, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, sulla situazione in materia di diritti umani di Rom, Sinti e Caminanti in Europa (2006),


–   vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che costituisce un Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (COM(2005)0081),

–   visto il piano d'azione dell'OSCE, volto a migliorare la situazione dei Rom e dei Sinti nello spazio OSCE(3) , in cui si sottolinea il principio di tenere pienamente conto degli interessi delle donne Rom in tutte le questioni e di garantire la partecipazione delle donne Rom a tutti gli aspetti della vita, nonché il principio della cooperazione da "Rom a Rom",

–   visto la dichiarazione di Pechino per i diritti della donna, il cui articolo 32 prevede che gli stati debbano intensificare gli sforzi affinché tutte le donne e le ragazze che sono confrontate a molteplici ostacoli sulla via dell'emancipazione e del progresso possano godere di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali(4) ,

–   visto la raccomandazione generale XXVII sulla discriminazione nei confronti dei Rom adottata durante la 57a sessione del Comitato delle Nazioni Unite sull'eliminazione della discriminazione razziale (2000),

–   visto la documentazione raccolta del Centro europeo per i diritti dei Rom con l'aiuto di organizzazioni partner e presentata al Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW) in relazione agli Stati membri, ai paesi in via di adesione e ai paesi candidati all'adesione e viste le raccomandazioni formulate dal CEDAW per quanto riguarda la situazione delle donne Rom e la necessità di adottare misure urgenti per porre rimedio ai molteplici problemi registrati dalle donne Rom in Europa,

–   vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio del 29 giugno 2000 che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica(5) ,

–   vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio del 27 novembre 2000 che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro(6) ,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6–0148/2006),

A.   considerando che, nell'Unione europea, la protezione dei diritti dell'uomo è particolarmente importante e che le donne Rom sono, attualmente, tra i gruppi e gli individui più minacciati negli Stati membri, nei paesi in via di adesione e nei paesi candidati,

B.   considerando che vi sono indicazioni del fatto che, per effetto delle tradizioni patriarcali, molte donne, comprese le donne e le ragazze Rom, non godono del pieno rispetto della libertà di scelta relativamente alla maggior parte delle decisioni fondamentali della loro vita e che, pertanto, sono ostacolate nell'esercizio dei loro diritti umani fondamentali,

C.   considerando che i legislatori e i responsabili politici dell'Unione europea hanno approvato una abbondante legislazione ed elaborato numerose azioni destinate a lottare contro il duplice svantaggio della discriminazione basata sulla razza e di quella basata sul genere, nonché i loro effetti combinati,

D.   considerando che i responsabili politici ed i legislatori europei non sono ancora riusciti a garantire una piena ed efficace uguaglianza delle donne Rom, nonché una loro equa integrazione, con piena dignità, nelle società europee,

E.   considerando che le donne Rom sono vittime di livelli estremi di discriminazione, compresa la discriminazione multipla e composta, alimentata da stereotipi molto diffusi conosciuti con il nome di antizingarismo,

F.   considerando che, secondo alcune ricerche, in talune regioni geografiche, le donne Rom avrebbero una speranza di vita inferiore a quella delle altre donne,

G.   considerando l'esistenza di una ampia documentazione che attesta la specifica esclusione delle donne Rom dalle cure sanitarie e il fatto che spesso esse vi abbiano accesso solo in casi di estrema urgenza e/o di parto,

H.   considerando che, in questi ultimi anni, le donne Rom sono state vittime di gravi abusi dei diritti umani in Europa e, in particolare, di attacchi alla loro integrità fisica, comprese sterilizzazioni forzate; considerando che taluni Stati membri hanno posto rimedio a tali abusi, ma che altri devono ancora farlo,

I.   considerando che lo scarto tra il livello di istruzione delle donne Rom e quello delle altre donne è inaccettabile(7) ; considerando che un gran numero di ragazze Rom non completa il ciclo di istruzione primaria( 8 ) ,

J.   considerando che la segregazione razziale in ambiente scolastico e l'atteggiamento prevenuto di taluni insegnanti ed amministratori contribuisce allo scarso livello di aspettative da parte dei genitori Rom per quanto riguarda, segnatamente, le proprie figlie,

K.   considerando che il tasso di disoccupazione delle donne Rom adulte è, in numerosi luoghi, molte volte superiore rispetto a quello del resto della popolazione adulta femminile,

L.   considerando che, in Europa, una significativa percentuale di donne Rom vive attualmente in alloggi pericolosi per la loro salute e che, in numerosi luoghi, esse vivono sotto la costante minaccia di una espulsione forzata,

M.   considerando che le donne Rom sono spesso tra le vittime della tratta di esseri umani in Europa,

N.   considerando che l'Amministrazione civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK) è stata recentemente condotta dinanzi alla Corte europea per i diritti dell'uomo in merito a violenze estreme perpetrate ai danni di varie persone, comprese donne e ragazze Rom(9) ,

1.   accoglie con favore la proposta di creare un istituto dell'Unione europea per le pari opportunità e raccomanda all'istituto di concentrarsi intensamente sulla situazione delle donne che subiscono molteplici discriminazioni, comprese le donne Rom;

2.   esorta i poteri pubblici dell'Unione ad effettuare rapide indagini in merito alle accuse di gravi abusi dei diritti dell'uomo nei confronti delle donne Rom, a punire rapidamente i colpevoli e a fornire un adeguato indennizzo alle vittime e, in tale contesto, invita gli Stati membri a inserire le misure intese a fornire una migliore protezione per la salute riproduttiva e sessuale delle donne, a prevenire e vietare la sterilizzazione forzata e a promuovere la pianificazione familiare, le soluzioni alternative ai matrimoni in giovane età e l'educazione sessuale tra le loro priorità principali, a prendere misure proattive per debellare la segregazione razziale nei reparti maternità, a garantire l'elaborazione di programmi destinati a fornire servizi alle vittime Rom di atti di violenza domestica, ad essere particolarmente vigilanti per quanto riguarda il traffico di donne Rom ed invita la Commissione ad appoggiare le iniziative governative e della società civile destinate a lottare contro tali problemi, garantendo, al contempo, i diritti umani fondamentali delle vittime;

3.   invita gli Stati membri ad adottare una serie di misure volte a garantire che le donne Rom partecipino alla preparazione, pianificazione e attuazione di tali processi;

4.   invita gli Stati membri ad adottare delle norme minime nel quadro del metodo aperto di coordinamento, al fine di elaborare una serie di misure volte a garantire che le donne e le ragazze abbiano accesso, a condizioni di parità, ad una istruzione di qualità per tutti, anche approvando leggi positive che esigano la fine della segregazione nelle scuole e definiscano i dettagli di progetti destinati a porre fine all'istruzione distinta e di seconda classe destinata ai bambini Rom;

5.   insiste sul fatto che i bambini Rom devono imparare a leggere e scrivere e che ciò deve costituire una priorità per le scuole in cui tali bambini vengono educati;

6.   invita gli Stati membri a migliorare le condizioni abitative dei Rom prevedendo il riconoscimento, da parte della legislazione nazionale, del diritto ad un alloggio decente, ovviando all'attuale mancanza di protezione accordata ai singoli dalla legislazione nazionale nei confronti degli sfratti, adottando, in consultazione con i rappresentanti delle comunità in questione, progetti generali per finanziare il miglioramento delle condizioni di vita e di alloggio nei quartieri con una considerevole popolazione Rom, ordinando ai poteri locali di garantire rapidamente l'approvvigionamento in acqua potabile ed elettricità, lo smaltimento dei rifiuti, i trasporti pubblici e le strade;

7.   invita gli Stati membri a promuovere gli alloggi socialmente misti;

8.   invita gli Stati membri a mettere a disposizione campi per i Rom nomadi affinché essi possano disporre di un livello di confort e di igiene soddisfacente;

9.   chiede un adeguato trasferimento in alloggi più sicuri soprattutto per le profughe Rom nella zona ad alta contaminazione da piombo della regione di Mitrovica nel Kosovo; richiama l'attenzione sull'ubicazione temporanea, recentemente ristrutturata, del campo francese Osterode della KFOR, che costituisce una soluzione provvisoria; chiede al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri di fornire sufficienti risorse finanziarie per il trasferimento nella sede originaria; sottolinea la necessità di garantire il rispetto dei diritti dell'uomo portando avanti, nel contempo, il processo di stabilizzazione e di associazione;

10.   invita gli Stati membri a garantire l'accesso di tutte le donne Rom alle cure sanitarie di base, di urgenza e preventive, ad elaborare ed applicare iniziative volte a garantire che anche le comunità più escluse dispongano di pieno accesso ai sistemi sanitari e che il personale sanitario usufruisca di una formazione anti pregiudizio;

11.   invita i governi a garantire che la parità di trattamento e le pari opportunità siano parte integrante delle politiche in materia di occupazione e integrazione sociale, ad affrontare il problema dei tassi di disoccupazione molto elevati tra le donne Rom e, in particolare, a lottare contro i grandi ostacoli determinati della discriminazione diretta in fase di assunzione;

12.   chiede l'adozione del principio di "obbligo positivo", in virtù del quale gli enti statali e non statali sono tenuti per legge a garantire una rappresentanza di donne Rom proporzionata alla loro presenza in seno alla popolazione locale;

13.   esorta i governi ad esaminare gli ostacoli all'attività indipendente delle donne Rom, a definire programmi destinati a permettere una registrazione agevole, rapida e poco onerosa delle donne Rom imprenditrici e che esercitano un'attività indipendente, a favorire l'accesso al credito, compreso il microcredito, per il finanziamento di imprese da parte di donne Rom ed invita la Commissione a sostenere tali attività attraverso adeguati meccanismi di finanziamento;

14.   raccomanda agli Stati membri e alla Commissione di promuovere modelli d'imprenditorialità sociale, appositamente rivolti alle donne Rom;

15.   invita la Commissione e il Parlamento, nell'ambito dei vari fondi, a considerare come obiettivo orizzontale il potenziamento delle capacità e l'emancipazione delle donne Rom e delle loro organizzazioni in materia di istruzione, occupazione, esercizio del potere e partecipazione politica;

16.   invita la Commissione ad appoggiare, mediante i suoi numerosi meccanismi finanziari, le attività destinate in particolare alle donne Rom ed a riesaminare le norme per l'attribuzione di tutti tipi di finanziamento al fine di garantire disposizioni particolari volte ad includere le donne Rom: esorta gli Stati membri ad adottare prassi analoghe a livello di istituzioni nazionali, regionali e locali;

17.   raccomanda alla Commissione di avviare procedimenti giudiziari, di applicare multe dissuasive nei confronti di quegli Stati membri che non abbiano ancora trasposto le direttive antidiscriminazione(10) nella propria legislazione interna e che non le abbiano ancora pienamente applicate per quanto riguarda le donne Rom e di monitorare l'esecuzione di tutte le sentenze emesse dalla Corte di giustizia delle Comunità europee nelle cause di scorretto adempimento;

18.   invita le istituzioni dell'UE a considerare la situazione delle donne Rom nei paesi candidati un criterio chiave per valutare il livello di preparazione di detti paesi all'ingresso nell'Unione europea, compresa la situazione delle donne Rom nei paesi candidati non tradizionalmente o immediatamente associati alle questioni dei Rom;

19.   raccomanda agli Stati membri di avvalersi quanto più possibile di processi politici come il metodo aperto di coordinamento, al fine di elaborare e di attuare iniziative volte a garantire una effettiva parità alle donne Rom;

20.   esorta le istituzioni dell'Unione a prendere l'iniziativa di incitare i governi a raccogliere e a pubblicare dati, ripartiti per genere e per origine etnica, sulla situazione degli uomini e delle donne Rom, al fine di misurare i progressi realizzati in materia di istruzione, di alloggi, di occupazione, di cure sanitarie e in altri settori; ritiene che l'Unione europea dovrebbe incitare i governi alla sensibilizzazione delle proprie amministrazioni statali e della propria opinione pubblica rispetto al fatto che i dati etnici possono essere raccolti senza minacciare l'identificazione personale, nonché ad utilizzare ogni metodo esistente, sicuro e innovativo;

21.   rammenta che l'approccio orizzontale consente ogni anno di sostenere con successo l'organizzazione del forum annuale per le donne Rom che vivono nell'Unione europea;

22.   invita l'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia ad avviare una serie di studi sul ruolo dei media nel promuovere l'antinomadismo e in particolare sulla promozione di stereotipi negativi sulle donne Rom;

23.   chiede con urgenza la stretta consultazione delle donne Rom nell'elaborazione di qualsiasi programma e progetto adottato dalle istituzioni dell'Unione europea e/o dagli Stati membri che possa riguardarle e l'adozione di un'azione positiva a loro favore;

24.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, dei paesi in via di adesione e dei paesi candidati.

(1) GU C 45 E del 23.2.2006, pag. 129.
(2) Commissione, Direzione generale unità D3, 2004.
(3) OSCE, Piano d'azione volto a migliorare la situazione dei Rom e dei Sinti nello spazio OSCE , PC.DEC/566, 2003.
(4) Quarta conferenza mondiale sulle donne, Dichiarazione e piattaforma di azione di Pechino , 1995. 
(5) GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.
(6) GU L 303 del 2.12.2000, pag. 16.
(7) In Romania, il 3% delle donne Rom ha apparentemente completato il ciclo scolastico secondario, a fronte del 63% delle donne in generale (Open Society Institute, Ricerca su determinati programmi in materia di istruzione destinata ai Rom nell'Europa centrale ed orientale, 2002).
( 8 ) Relazione "Evitare la dipendenza - i Rom nell'Europa centrale ed orientale" , UNDP, Bratislava, 2002.
(9) Cfr. comunicato stampa del Centro europeo per i diritti dei Rom, "Victims of Kosovo poisoning bring lawsuit at European Court of human rights" , 20 febbraio 2006, www.errc.org.
(10) Comprese le direttive approvate a seguito della modifica dell'articolo 13 del TCE introdotta dal trattato di Amsterdam, nonché le direttive collegate che specificano il campo di applicazione e l'entità del divieto di discriminazione contro le donne a norma del diritto UE.
 
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2006-0244+0+DOC+XML+V0//IT
 
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