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Autore Topic: Bimbe rom: l'arcivescovo di Napoli indignato dall'indifferenza  (Letto 1989 volte)
aemme
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« il: 22 Luglio 2008 - 05:51:44 »

Bimbe rom annegate, Sepe:
"Indiffenza, male peggiore dei rifiuti"

di Dari Del Porto

Le foto ritraggono i corpi senza vita di due ragazzine appena annegate, adagiati in riva al mare e coperti pietosamente con un asciugamano. Sullo sfondo si vedono bagnanti rimasti tranquillamente in spiaggia, «forse perfino infastiditi dalla visione di quei due teli che ingombravano l´arenile». Scene «tristi e orribili», che fanno più male di quelle scattate durante la crisi dei rifiuti, le definisce l´arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. È indignato, il presule, per l´indifferenza seguita alla tragica morte di Violetta e Cristina, rispettivamente 12 e 11 anni, le cuginette rom andate sulla spiaggia di Torregaveta per vendere oggetti e annegate sabato tra le onde del litorale flegreo.

«Sono queste le immagini che della nostra città non vorremmo mai vedere, perfino più di quelle che hanno mostrato per il mondo una Napoli sommersa dalla spazzatura - dice il cardinale - la tristezza viene non solo da quei due corpi sotto i teli, segno di una tragedia ancor più penosa di quelle catalogate come "morti sul lavoro", ma proprio dalla gente sull´arenile che non prendeva parte e non si sentiva per niente coinvolta. Girarsi dall´altra parte, o farsi gli affari propri, può essere a volte più devastante degli stessi eventi che accadono», è il monito lanciato dall´arcivescovo che intravede all´orizzonte i fantasmi di un´altra spina per la città appena uscita dal disastro dei rifiuti: quella dell´indifferenza: «Questo non è un sentimento per gli esseri umani - ragiona il cardinale Sepe - e meno che mai poteva e doveva essere per Violetta e Cristina, già segnate da una vita di stenti e forse debilitate dal peso di pregiudizi difficili da sopportare per la loro età». Per Napoli, aggiunge l´arcivescovo, «è tempo di parole chiare. E non vorremmo che proprio l´indifferenza, in una comunità così generosa e ricca di umanità, possa profilarsi come una, e più grave, emergenza».

L´analisi del presule è lucida, amara. «Dal fronte delle tante crisi è stato appena possibile tirare un sospiro di sollievo per una città indubbiamente più pulita e presentabile - dice - ma la Chiesa ha il compito di guardare fin dentro l´animo dei suoi figli. E se il velo dell´indifferenza si ispessisce, tutto diventa più opaco e tutto può diventare irrimediabilmente sporco». Violetta e Cristina avevano raggiunto la spiaggia di Torregaveta dal campo nomadi di Secondigliano-Scampia per vendere calamite e oggetti insieme ad altre due ragazzine di 15 e 8 anni che sono riuscite a salvarsi grazie all´intervento dei soccorritori. La Procura ha aperto un´inchiesta per far luce sulle cause dell´annegamento. Ieri le parrocchie di Monte di Procida e Bacoli hanno dedicato alle piccole vittime la preghiera domenicale. Il cardinale Sepe auspica che con il loro sacrificio Violetta e Cristina possano «entrare nell´anima e finanche nella storia di questa Napoli così complessa e difficile». Un modo per cancellare l´immagine di quegli sguardi incapaci di tradire emozioni, davanti al dramma di due ragazzine.

(21 luglio 2008)
 
http://napoli.repubblica.it/dettaglio/Bimbe-rom-annegate-Sepe:-Indiffenza-male-peggiore-dei-rifiuti/1490675


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