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Autore Topic: Milano: Controlli nei campi, sugli autobus e blitz ma senza le impronte  (Letto 2077 volte)
aemme
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« il: 03 Luglio 2008 - 06:55:28 »

Milano: Controlli nei campi e blitz
ma senza le impronte digitali


Oriana Liso
La motivazione: censiti solo i regolari

De Corato: "Se ce lo dirà il prefetto, lo faremo ma finora non c´è stata necessità"  Una prima fetta di Triboniano censita ieri mattina. E, sempre ieri, un´altra giornata di blitz della polizia locale sugli autobus pubblici alla ricerca di clandestini. Va avanti, seguendo più strade, il piano di sicurezza e di contrasto alla presenza di clandestini nelle città voluto dal Governo e recepito in pieno da Palazzo Marino. Al momento, però, senza che si sia reso necessario adottare uno dei punti più contestati delle ordinanze sull´emergenza nomadi, quello che riguarda le impronte digitali dei clandestini. Infatti, se a Napoli sono già circa 600 i nomadi - regolari e irregolari - identificati proprio attraverso le impronte, e se a Roma, dopo le polemiche dei giorni scorsi, si aspettano i primi censimenti nei campi nomadi, a Milano non è ancora arrivato il momento delle impronte.
Il motivo - è la spiegazione ufficiosa - è semplice: avendo censito finora solo campi regolari, tutte le persone presenti erano già, di fatto, identificate (al Triboniano addirittura dotate di badge per accedere al campo). Quindi la rilevazione delle impronte digitali è una «dimostrazione di forza» superflua - una norma considerata "sussidiaria" - che verrà riservata ad altri campi e ad altre, meno organizzate, situazioni, come quelle dei tanti microinsediamenti abusivi sparsi sul territorio. Quando, per ora, non è chiaro: di certo non c´è alcuna opposizione alle direttive del ministro dell´Interno Maroni né da parte del prefetto Gian Valerio Lombardi, titolare di ogni azione su questo terreno, né del Comune: «Se e quando il prefetto ci darà disposizioni per rilevare le impronte digitali noi lo faremo: finora, evidentemente, non c´è stata questa necessità», spiega il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. Nelle operazioni finora svolte da polizia locale e polizia di Stato sarebbero state rilevate le impronte di pochissime persone: tutti adulti senza documenti e sospettati di aver commesso reati. Anche sui minori di 14 anni vale lo stesso principio: finora sembra che in tutti i campi censiti non ci sia stato bisogno di procedere alla segnalazione con le impronte, ma questo succederà se dovessero essere trovati minori non accompagnati o se ci fosse il sospetto che il bambino in questione sia al centro di un reato come parte attiva (per esempio, i borseggi in Centrale) o passiva (l´accattonaggio o, peggio, la prostituzione minorile).

Intanto alle sette di ieri mattina una sessantina di agenti (tra vigili, poliziotti e carabinieri) sono entrati in uno dei tre insediamenti autorizzati di via Triboniano e lì hanno verificato la presenza di 163 persone, ovvero 43 famiglie rom che abitano in 33 container. «Non sono stati trovati estranei né veicoli o altro di provenienza illecita, questo dimostra il buon funzionamento del "Patto di legalità e socialità" sottoscritto dagli occupanti», spiega ancora il vicesindaco, che ieri ha anche parlato dei risultati ottenuti con i controlli sugli autobus fatti dal nucleo tutela trasporto pubblico della polizia locale: sulle linee 70, 52 e 41 sono stati identificati 17 clandestini (e 90 passeggeri, anche italiani, multati perché senza biglietto).

Quello di ieri è stato il quinto censimento dopo l´investitura del prefetto a commissario straordinario per l´emergenza rom: nei campi di via Impastato, Martirano, Chiesa Rossa e Barzaghi sono state censite finora circa 300 presenze regolari. Entro fine agosto, stando ai piani, dovrebbero essere censiti anche gli altri sette campi regolari, ma non è escluso che parallelamente si inizino le verifiche anche sui tanti insediamenti abusivi. E lì, quasi sicuramente, si procederà ai "rilievi segnaletici" indicati nell´ordinanza sull´emergenza rom. «Stiamo monitorando la situazione nei campi - spiega Maurizio Pagani dell´Opera Nomadi - e finora, in effetti, non abbiamo segnalazioni di controlli in cui siano state prese le impronte digitali. Ma solo perché quelli fatti finora sono controlli inutili, fatti in realtà dove le famiglie nomadi sono già state schedate per poter vivere nei campi. I problemi veri devono ancora venire, vediamo come verranno risolti, soprattutto nei confronti dei minori e di quei rom - per esempio i 500 di origine slava che vivono a Milano - che sono nati in Italia ma non hanno residenza anagrafica né qui né in altri paesi».

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Controlli-nei-campi-e-blitz-ma-senza-le-impronte-digitali/2031598/6

02 luglio 2008
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