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Autore Topic: Leggi razziali: tutto iniziò con un censimento l’estate di settant’anni fa  (Letto 2012 volte)
aemme
Sr. Member
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Posts: 299


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« il: 07 Luglio 2008 - 08:28:28 »

Leggi razziali: tutto iniziò con un censimento

Era precisamente l’estate di settant’anni fa e nessuno avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe successo di lì a qualche settimana, ma iniziò così: con un censimento, un semplice, apparentemente innocuo censimento.

Pochi mesi prima, era il febbraio del 1938, una nota ufficiale del regime fascista aveva provato a rassicurare gli spiriti più inquieti e più avvertiti: «Il governo fascista non pensò mai né pensa adesso di prendere misure politiche, economiche, morali contrarie agli ebrei».

Ma poi, dopo che in tutta Italia funzionari e segretari furono messi al lavoro per riempire schede e vagliare questionari, ecco che arrivò il Manifesto della Razza, con le sue dichiarazioni brutali e vergognose («Gli ebrei non appartengono alla razza italiana»); ecco soprattutto che arrivarono le leggi razziali che, promulgate da Vittorio Emanuele di Savoia nella tenuta di San Rossore, cancellarono di colpo gli ebrei italiani come cittadini.

Non voglio forzare nessun parallelismo tra quelle vicende e l’ordinanza voluta dal ministro degli Interni, Roberto Maroni, per l’identificazione dei bambini Rom.
Voglio persino provare ad accordare il beneficio della buona fede. Eppure non posso fare a meno di ritornare a quelle vicende di ieri per soppesare e valutare cosa sta succedendo nell’Italia di oggi.
E sono convinto che le vicende di ieri dovrebbero aiutarci a essere almeno più cauti, uso un aggettivo volutamente debole, in un paese che la vergogna delle leggi razziali la ha conosciuta.
Per questo concordo pienamente con la domanda che “Famiglia Cristiana” pone al presidente del consiglio: «Silvio Berlusconi permetterebbe che si prendessero le impronte ai suoi nipotini?». Mi piacerebbe che lui o chi per lui potessero rispondere a questa domanda.
E se poi il problema è davvero quello del bene dei piccoli Rom che non vanno a scuola, inviterei allora il governo a riflettere sui tassi di abbandono scolastico in tante italianissime realtà, soprattutto nel nostro Mezzogiorno. Più decente e più sensata, allora sarebbe l’idea di schedare tutti i minori, a prescindere.
Ci sono decisioni e provvedimenti che reclamano la nostra indignazione e una capacità di mobilitazione. Auspico che la Toscana possa fare la sua parte, in tutto questo.
Le premesse ci sono: a partire da quanto la Regione proporrà a tutti già la prossima settimana a San Rossore, con il meeting internazionale dedicato alle discriminazioni razziali, nello stesso luogo in cui settant’anni fa si consumò la vergogna delle leggi a difesa della razza. Un anniversario ritornato prepotentemente attuale.


Autore: Federico Gelli

http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/diritti/Globalizzazione/visualizza_asset.html_932534604.html
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