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Autore Topic: La Sardegna ospiterà i Rom nel "villaggio della solidarietà"  (Letto 1994 volte)
aemme
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« il: 25 Luglio 2008 - 03:07:17 »

giovedì 24 luglio 2008

Bloccata la crociata anti-zingari dalla Regione lezione di civiltà
La Sardegna ospiterà i Rom nel "villaggio della solidarietà"
di Cinzia Isola

Kaj ýas, Roma rakhes: ovunque vai, Rom trovi. Un proverbio indigesto in alcuni comuni dell'Isola: ovunque sì, ma non a Terralba, figurarsi ad Arborea. L'assenza di solidarietà ha fatto mancare ai Rom la terra sotto i piedi: quella di cui anche loro, popolo nomade, ha bisogno per vivere nelle loro itineranti migrazioni. È mancata la solidarietà in questa crociata culturale combattuta con autorità e senza autorevolezza sociale. Semplicemente: con ordini di sgombero. Dopo un mese di passione, la crociata anti zingari sembra essere archiviata. Avranno un posto dove stare, la Regione ha messo a disposizione una decina di immobili dove ospitare la famiglia che rischiava di essere nomade per forza. Al fronte del no si è opposto, per fortuna, un fronte dell'accoglienza, capitanato da Don Usai. Il sacerdote, responsabile della comunità “Il Samaritano”, ha infatti accolto i rom dopo che il comune aveva spianato il campo di Terralba. Il prete aveva permesso che i nomadi si accampassero in una struttura abbandonata in località Pagu Bonu nel territorio di Arborea di proprietà del corpo forestale della Regione.

Una soluzione non gradita dal primo cittadino Bepi Costella che, con una nuova ordinanza, ne decretava l'allontanamento forzato. Scongiurato dal vertice che nei giorni scorsi ha messo a confronto i sindaci di mezza provincia oristanese, il prefetto, il prete solidale, l'assessore regionale alla sanità. E, sebbene Costella continui a minacciare le dimissioni sue e di tutta la Giunta, un accordo è stato trovato. E anche una casa per la famiglia rom, vittima della incredibile vicenda di intolleranza: la Giunta regionale ha affidato una decina di immobili dell'ex Ersat, in comodato gratuito, alla cooperativa “Il Samaritano” di Don Usai.

Un riconoscimento spontaneo e dovuto all'uomo che, seguendo e applicando i principi della sua fede religiosa, ha ridato speranza e solidarietà alla piccola comunità di cinquanta nomadi, di cui ventidue minori. Sette le aree individuare dalla Regione: tre nel Comune di Arborea, una a testa nei Comuni di Marrubiu, Oristano, Terralba e Zeddiani. Ed è proprio in quest'area che sorgerà un “Villaggio della solidarietà” che possa accogliere i Rom senzatetto e le famiglie del territorio che ne hanno necessità. L'assessorato agli Enti locali ha messo a disposizione 80 mila euro per gli interventi di manutenzione più urgenti, mentre l'assessorato alla Sanità finanzierà un progetto per aiutare tutti coloro che si trovano in situazione di emergenza, a partire dai nomadi attualmente in cerca di una sistemazione decorosa.

«Con questi provvedimenti» ha spiegato Gian Valerio Sanna, «la Giunta vuole dare un forte segnale alla risoluzione di una situazione di grave tensione sociale venutasi a creare nei comuni dell'Oristanese, e, in piena sintonia con la Prefettura di Oristano, cerca di portarla a soluzione attraverso azioni mirate all'inclusione e all'integrazione, garantendo i servizi indispensabili, come la casa e l'istruzione, per una dignitosa sopravvivenza di famiglie in difficoltà e con un rilevante numero di minori».

Solidarietà, ma soprattutto senso di responsabilità, hanno indirizzato la politica regionale verso la soluzione del problema. Senza perdere di vista le condizioni di reciproco rispetto che deve animare la comunità ospite e quella ospitante. «In questo momento è importante che le istituzioni dimostrino senso di responsabilità e spirito di solidarietà», ha premesso Nerina Dirindin. «Alle famiglie ospitate ad Arborea, così come a quelle degli altri campi sosta della Sardegna, chiediamo il rispetto delle regole di convivenza e la collaborazione nell'integrazione, a partire dall'obbligo scolastico per i bambini. La Regione conferma la sua vocazione all'ospitalità, ma anche la fermezza nell'affermazione del rispetto reciproco tra comunità».

Ci mancherebbe: il rispetto della legalità non confligge con la solidarietà e l'accoglienza. E nemmeno può avvalorare maldestri tentativi di ordine e pulizia etnica. Basterebbe volgere lo sguardo al passato per ritrovare un pò di quella memoria perduta che fa ripetere la storia, nelle sue più aberranti manifestazioni. Ecco perché non si può scordare il passato, quello collettivo ma soprattutto quello personale. Con garbata eleganza Gabriella Da Re lo ha ben ricordato al suo compaesano, oggi sindaco di Arborea Bepi Costella: «Il classismo ha la stessa radice del razzismo: l'emarginazione dei gruppi più poveri e senza risorse che per ciò stesso non hanno l' aspetto lindo e pulito che hanno ora le fattorie di Arborea e le famiglie che le abitano. Al tempo della nostra infanzia non era così, Te ne ricordi? Ti ricordi i bambini scalzi, mocciosi e pieni di mosche? Io li guardavo con pietà quei bambini quando passavo nelle strade della bonifica. Non si deve dimenticare il passato della bonifica, il tuo stesso passato, solo per mostrarsi conformi alle proposte chiaramente razzistiche del governo nazionale».

A questo proposito, c'è un altro proverbio zingaro che dice: «Un topo con una rosa all'orecchio è sempre un topo».

http://www.altravoce.net/2008/07/24/zingari.html
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