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Autore Topic: Sinti schedati, sindaco di Paviai: «Mi fa inorridire»  (Letto 2019 volte)
aemme
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« il: 06 Luglio 2008 - 12:20:01 »

UNA CASO CHE FA DISCUTERE
Sinti schedati, Capitelli: «Mi fa inorridire»
Maria Fiore

Verso il censimento dei nomadi, Maroni cita Pavia

Il sindaco: «I nostri sono pavesi, è caccia al rom»  PAVIA. Forse l’operazione non sarà realizzata a breve. Ma se si darà seguito all’ordinanza del Commissario straordinario chiamato a risolvere “l’emergenza rom” in Lombardia, il censimento dei campi nomadi riguarderà anche i sinti. Pure i 500, quindi, che vivono a Pavia, nei campi organizzati di piazzale Europa e viale Bramante.

Il censimento, che è già partito a Milano, include le impronte digitali anche per i bambini. Che, nel caso dei sinti, sono di fatto figli di cittadini italiani. «Un’ipotesi che mi fa inorridire», è la presa di posizione del sindaco di Pavia Piera Capitelli.

«Le situazioni di viale Bramante e piazzale Europa, che vogliamo migliorare con un progetto già avviato, non hanno niente a che vedere con i campi nomadi - spiega il sindaco -. Chi vive lì non solo è cittadino italiano, ma soprattutto è cittadino pavese. I sinti hanno tutti la residenza a Pavia, alcuni sono nati qui, i figli stanno frequentando le nostre scuole. Sono come i residenti di un condominio, che hanno scelto di abitare in un campo solo per ragioni culturali».

Le parole del sindaco infondono serenità. Ma i sinti, che hanno raccolto in questi giorni con una certa polemica l’eventualità di finire nel calderone dell’emergenza rom, e quindi di fatto di essere sottoposti al recupero delle impronte digitali, tranquilli non lo sono affatto. Per ora regna la confusione. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in un question time alla Camera, ieri ha prima dichiarato che il censimento riguarderà i «campi abusivi, dove c’è tutto tranne che condizioni di vita decorose», poi ha elencato le città, compresa Pavia, in cui il censimento potrebbe presto essere attuato. «Sono oltre 700 - ha dichiarato il ministro - i campi attualmente censiti in Italia, la maggior parte dei quali attorno a Roma, Napoli e Milano: le altre città intorno alle quali si rilevano insediamenti significativi sono Brescia, Pavia, Padova, Genova, Bologna, Reggio Emilia, Bari». Ma a Pavia, stando alle rilevazioni fatte dagli organi di polizia, di insediamenti abusivi non ce ne sarebbero (la fabbrica dell’ex Snia è stata sgomberata un anno fa).

Gli unici presenti, ma si tratta di campi regolari, sono appunto quelli di piazzale Europa e viale Bramante. «In città - spiega Maurizio Pagani, di Opera Nomadi - ci sono 500 sinti e una componente molto piccola di rom, quelli provenienti dalla ex Snia, che però sono ormai di fatto inseriti nel tessuto cittadino. Eppure, stando allo spirito dell’ordinanza, anche i sinti potrebbero essere censiti. Le loro preoccupazioni sono quindi legittime. Si tratterebbe di una schedatura vera e propria, fatta sulla base dell’appartenenza etnica, e quindi molto discriminatoria». L’assenza di insediamenti irregolari sul territorio è confermata anche dai dati che emergono dai controlli dei vigili. «Quando una carovana si muove sul territorio c’è una verifica molto attento - spiega Ilaria Balduzzi, comandante della Polizia locale -. Movimenti si erano verificati, dopo l’emergenza Snia, nella zona del cimitero e del Ticinello, dove si recente abbiamo allontanato una carovana. Ma si tratta sempre di poche roulotte, non di insediamenti stabili». Il sindaco di Pavia Capitelli, in attesa di un eventuale incontro con il prefetto Ferdinando Buffoni, con cui discutere del tema, commenta così, in generale, il provvedimento: «Mi trova del tutto contraria. In passato sono stata anche attaccata da chi, come Gad Lerner, riteneva che alcuni sindaci avessero preso posizioni al limite della discriminazione, e devo dire che questa cosa mi ha addolorata profondamente. Ma oggi siamo di fronte a una vera e propria caccia al rom. Oggi la posizione dei sindaci di centrosinistra non può che essere di presa di distanza da soluzioni che non sono affatto finalizzate a razionalizzare la presenza dei rom in Italia».

(03 luglio 2008)
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