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Autore Topic: Luzzatto expresidente Ucei: Un segno razzista timbrati ed esclusi come noi ebrei  (Letto 2590 volte)
aemme
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« il: 27 Giugno 2008 - 09:13:37 »

Luzzatto: “C´è un segno razzista timbrati ed esclusi come noi ebrei”
L´ex presidente dell´Ucei: “È un processo di schedatura costituzionalmente scorretto”

(la Repubblica, giovedì, 26 giugno 2008)

Inaccettabile prendere le impronte ai bimbi di un gruppo etnico, significa considerarli ladri congeniti
La norma di Maroni mi ricorda quando da piccolo non potevo andare a scuola e mi indicavano per strada

ALESSANDRA LONGO

ROMA - «Sono stato bambino e non potevo andare a scuola con gli altri. Ricordo che mi indicavano con il dito: "Mamma, guarda, quello è un giudeo!". Sono cose successe 70 anni fa, cose che mi hanno segnato la carne e la memoria. Cose che non dimenticherò mai per quel che ancora mi resta da vivere. Prendere le impronte ai bambini Rom, come vorrebbe Maroni, significa compiere una schedatura etnica. E questo è totalmente inaccettabile». Amos Luzzatto è a Firenze, a presentare il libro dei suoi 80 anni: «Conta e racconta. Memorie di un ebreo di sinistra». L´Italia che lo circonda gli piace sempre meno e quest´ultima notizia lo turba profondamente.

Luzzatto, che cosa sta succedendo al nostro Paese? Anni fa sarebbe venuta in mente ad un governo una proposta del genere?

«C´è un razzismo latente nella cultura italiana, dovuto purtroppo ad un´insufficienza culturale. Ciclicamente si manifesta. Ricordo di essere stato a Palazzo Chigi quando, durante un precedente governo Berlusconi, venne fuori l´idea di schedare tutti gli immigrati. Ero presidente dell´Unione delle Comunità ebraiche e dissi che, se le prendevano a loro, avrebbero dovuto prenderle anche a noi. Mi spiegarono che non era un´iniziativa mirata ma solo l´inizio di un processo di identificazione generalizzato. Forse fiutarono l´aria. Alla fine, non ne fecero nulla. Io sono rimasto a quell´episodio».

Adesso non sembra che ci sia alcun imbarazzo. Si evoca esplicitamente la schedatura di bambini.

«Infatti quest´ipotesi è di gran lunga peggiore. Prendere i polpastrelli dei piccoli di un certo gruppo etnico significa considerarli ladri congeniti, prevedere che diventeranno dei delinquenti e commetteranno dei reati. E´ evidente e inaccettabile il segno razziale di questa iniziativa».

Immagino le ricordi qualcosa.

«Sì, mi ricorda il mio essere bambino, bollato, timbrato, come giudeo di cui non fidarsi».

Come finirà?

«Non credo che sia costituzionalmente corretto un processo di schedatura su queste basi chiaramente discriminatorie».

Le armi della legge e quelle della parola...

«Sì, da ebreo esprimo tutta la mia riprovazione».

Si può parlare di nuovo fascismo?

«Direi piuttosto di razzismo. La Lega è una destra populista».

Dove porta la strada della schedatura ai piccoli rom?

«Si comincia così e poi si va avanti con l´allontanamento dalle scuole, le classi differenziate, le discriminazioni diffuse. Questo pesa terribilmente sul vissuto di un bambino che si sente trattato diversamente dai suoi coetanei, vive come un appestato, carico di ossessioni e nevrosi. E´ una ferita che dura una vita».

L´Italia di oggi, quella che si sente rappresentata dal governo Berlusconi, sembra aver preso questa direzione.

«Esattamente la direzione contraria agli obiettivi di integrazione che vogliono dire soprattutto rispetto delle tradizioni e delle culture altrui».

Luzzatto, la gente che non condivide che cosa deve fare? Chiedere, provocatoriamente, come fece lei a suo tempo, che vengano prese le impronte a tutti?

«Noi allora reagimmo così. Certo, in questo caso, sarebbe fuori luogo coinvolgere nella protesta i bambini ebrei. I bambini, tutti i bambini, sono, fino a prova contraria, innocenti e devono essere protetti dalla crudeltà degli adulti».

Com´è quest´Italia?

«Un Paese che ha perso la memoria».
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