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Autore Topic: Quanto costano i Rom? Alemanno prova a fare il conto  (Letto 2132 volte)
Luisa
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« il: 30 Giugno 2008 - 07:51:02 »

Dopo il «buco» la bufala del dossier sui rom
Alemanno: il Comune ha speso 26 milioni nel 2006 ma nel calcolo ci sono persino gli stipendi della polizia
di Massimilano Di Dio

C’è il mancato introito legato al trasporto pubblico. Tre milioni di euro. È calcolato così: un rom prende il bus o la metro almeno due volte al giorno, andata e ritorno. Lo si moltiplica per un anno lavorativo e per i 5mila senza fissa dimora «monitorati». Il risultato è fatto. Poco importa se aveva o no timbrato il biglietto. Figurarsi poi l’abbonamento.

Ancora: distrazione delle forze dell’ordine dalla sicurezza della città e reati dei rom sarebbero costati 874mila euro in un anno. Perché? Basta prendere lo stipendio medio di un agente delle forze dell’ordine, 19mila e 500 euro, presumere almeno sei interventi annuali negli allora 27 campi nomadi autorizzati e decurtare il tutto di un terzo per il lavoro dedicato ad altro.

Due esempi appena: delle voci fatte in stima, venti su ventisette, contenute nel documento presentato ieri dal presidente della Commissione speciale capitolina alla sicurezza urbana, Fabrizio Santori. Tutto per dire «Quanto costano i nomadi ai romani?». Della attendibilità scientifica di calcoli siffatti lasciamo giudicare i lettori. «Ventisei milioni spesi dal Campidoglio nel 2006 per assistere i 5227 rom capitolini. Quasi 500 euro al mese per ogni rom» ha ribadito il primo cittadino.

Poi però apri il dossier e scopri che le spese del Comune (compresi Municipi e municipalizzate) si riducono a 19 milioni (per altro tutti da verificare: si calcola il consumo di luce e acqua prendendo a parametro una famiglia media di 4 persone).

Tra i costi imputati al Campidoglio sono finiti anche la fruizione del servizio sanitario nazionale, l’evasione fiscale e appunto la “distrazione” di magistrati e forze dell’ordine.

«Alemanno ci sta propinando un exploit continuo di bufale», commenta il consigliere Pd, Paolo Masini. Il dossier, circa trenta pagine, è stato consegnato dal sindaco ad alcuni rappresentanti rom in un incontro con Opera nomadi. Con due appelli. Uno ai rom: «Non fatevi strumentalizzare». L’altro in nome dell’integrazione a «tutte le organizzazioni che intendono collaborare» in particolare alle «realtà del mondo cattolico capaci di creare una vera solidarietà sociale dalla base».

Poi però snocciola le cifre del dossier, dove si ironizza sulle «organizzazioni col cuore a sinistra» che hanno preso i finanziamenti, e lancia un’accusa precisa: «Il problema non è quanto costano i nomadi a Roma, ma quanto costano quelli che parlano di nomadi a Roma».

RICCHI E alle associazioni cattoliche e laiche che da anni si occupano di rom devono essere fischiate le orecchie. «Nessuno di noi si è mai arricchito - replica don Vinicio Albanesi, fondatore della Comunità di Capodarco - Abbiamo fatto un lavoro pulito in una situazione di massima trasparenza, partecipando a bandi pubblici. Il problema è un altro: regolare in Europa il flusso di queste popolazioni».

Poi sui presunti 500 euro ogni rom spiega: «Non so com'è stata calcolata ma so che gli operatori operano nei campi da precari e con stipendi da fame. Non sono molti i volontari che lavorano volentieri con i rom. È un popolo difficile, marginale, che trova resistenze nei piccoli centri e spazio nelle grandi città». Incalza l'Arci per voce di Claudio Graziano. «Non so dove abbiano tirato fuori quelle cifre - afferma - Gli interventi sociali sono difficili da quantificare. Certo si è lavorato in emergenza e i risultati ci sono stati. Basti pensare all'aumento dei bambini scolarizzati». E se Alemanno volesse fare a meno delle associazioni? «Ci occuperemo di altro, faremo i badanti» ironizza don Albanesi.

Le cifre del dossier. Sette sono state prese dai bilanci 2006 del V e XI Dipartimento:
3,8 milioni di euro per la gestione dei campi nomadi,
2 milioni di euro per la scolarizzazione.

E ancora:
1,7 milioni di euro per manutenzione, bonifica igienico-ambientale degli insediamenti e
138mila euro di spese per gli incarichi esterni.

Tutte le altre, venti, sono cosiddette stime. E dentro ci sono finiti anche i costi e le supposte perdite di Stato e Asl.

Per esempio: 5 milioni di euro di presunta evasione fiscale, 1,75 milioni di finanziamenti culturali e centri estivi (somma ottenuta moltiplicando 17, ovvero i municipi in cui sono presenti campi nomadi per 100mila euro. Dove è stata presa la cifra di 100mila? Non si sa), sino a quasi 1,5 milioni spesi per l'erogazione della luce (anche questa è una cifra presunta) .

«Non si possono finanziare baraccopoli e non l'edilizia economica e popolare. A Roma c'è un'accoglienza di lusso» chiosa Santori.

«Mi sembrano cifre lontane da quelle reali» si limita a dire l'ex assessore capitolino alle Politiche sociali, Raffaella Milano.

Massimiliano Di Dio

L’Unità-Roma 29-06-08
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