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Autore Topic: Milano: il diktat della Prefettura  (Letto 2415 volte)
aemme
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« il: 22 Giugno 2008 - 10:40:19 »

Sicurezza, scattano le nuove regole per i campi nomadi

Tessere di riconoscimento, bollette da pagare, istruzione obbligatoria e solo tre mesi di permanenza: ecco il diktat della Prefettura

di Oriana Liso
 
Un campo nomadiSaranno meno disordinati, le feste fino a tarda notte un'eccezione, ci sarà un "portinaio" e si pagherà l'affitto. Ma ci saranno, anche, più attenzione all'istruzione dei bambini e un aiuto per gli adulti a trovare un lavoro regolare.

Così i campi nomadi di domani. Nell'incontro di lunedì scorso in prefettura il ministro dell'Interno Maroni aveva annunciato: «Gestiamo l'emergenza, ma fra un anno i campi nomadi diventeranno campi di transito».

E lo stesso prefetto Gian Valerio Lombardi aveva ribadito: «È un'anomalia che si parli di nomadi quando molti di loro sono stanziali da anni». Un progetto a media scadenza — quello dei campi di transito — che però prevede una riformulazione quasi immediata delle regole che vigono nei campi autorizzati che sono, in molti casi, realtà chiuse all'esterno. Alcuni, come quello di via Chiesa Rossa, sono stati definiti «fortini extraterritoriali».

Per questo, di pari passo con il censimento delle presenze dei nomadi, in prefettura si sta mettendo a punto un regolamento per i campi. Un'articolata lista di diritti e doveri che verrà adattata alle due fasi della gestione rom: quella immediata, con le persone che ci vivono in pianta stabile, e quella futura, con il turnover ogni tre mesi.

A dare il proprio contributo alla stesura del regolamento sono chiamate tutte le realtà istituzionali che dell'emergenza si stanno occupando. Per cercare di stabilire regole chiare, di far passare la linea del rispetto della legge, di creare percorsi di istruzione e formazione per i minori e rapporti, per quanto possibile, di buon vicinato con i quartieri.

Parte da qui la bozza, che si compone di molti articoli che affrontano tutte le questioni pratiche sia dell'accesso che della permanenza. Almeno due le novità: la prima è la creazione di un comitato di gestione di ogni campo, con membri scelti dal Comune — che dovrebbero far parte sia delle istituzioni che delle realtà sociali — e sede operativa nei consigli di zona; la seconda è che d'ora in poi i nomadi autorizzati a vivere nei campi dovranno pagare le bollette di gas, luce e acqua (ovvero dei servizi), mentre è ancora in forse una tariffa per la permanenza, una sorta di affitto.


L'idea dei gestori se ne porta dietro un'altra: quella del "portinaio" del campo, che sarà la persona che fisicamente sarà presente nell'insediamento e si occuperà della burocrazia, anche quella spicciola (per esempio, controllare l'accesso dei nomadi autorizzati con le tessere di riconoscimento, ma anche la presenza di ospiti) e segnalerà al Comitato e alla polizia locale eventuali irregolarità.

Ecco, il capitolo controllo. Oggi i campi nomadi sono percepiti — e in certi casi lo sono davvero — come luoghi di insicurezza. Per questo, oltre a stabilire all'interno del campo un presidio fisso della polizia locale, il regolamento prevede che nelle situazioni più complicate si faccia richiesta anche dell'intervento delle forze dell'ordine.

(21 giugno 2008)

http://milano.repubblica.it/dettaglio/Sicurezza-scattano-le-nuove-regole-per-i-campi-nomadi/1479173
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