La task force dei professori per fare scuola ai bimbi romSi parte tra due settimane a Chiaravalle, Triboniano e in via Idro
di Franco Vanni
Una task-force, attiva in classe come nei campi nomadi, per seguire i bambini rom nello studio. Un gruppo misto di insegnanti e operatori sociali per aiutare i ragazzini nell'apprendimento della lingua, per facilitarne l'integrazione e per evitare che abbandonino la scuola. Una squadra di mediatori culturali e professori specializzati in prima alfabetizzazione messa in campo dal Comune e dalla Direzione scolastica regionale.
Questo il progetto congiunto dell'assessore all'Educazione Mariolina Moioli e di Anna Maria Dominici, direttore scolastico regionale, che nei prossimi giorni definiranno i contorni dell'iniziativa. Il nucleo dovrebbe essere operativo già entro due settimane. «Ogni giorno perso è un dramma - spiega Moioli - quella dei rom è un'emergenza che va governata a tutti i livelli, anche sul piano dell'assistenza nello studio. E aiutarli a scuola non basta, bisogna portare insegnanti e mediatori culturali anche nel mondo in cui vivono. Il progetto si inserisce nell'ottica più ampia di garantire assistenza sociale nei campi, una nostra priorità». Da parte scolastica le forze ci sono: il ministero dell'Istruzione ha assegnato a Milano 94 nuovi insegnanti per facilitare l'integrazione degli studenti stranieri di elementari, medie e superiori, di cui sette specificamente preparati ad assistere gli studenti rom. A fianco dei professori lavoreranno gli educatori professionisti del Comune. Quanti? «Quanti ne saranno necessari - dice l'assessore - il problema della scuola è solo la punta dell'iceberg: non abbiamo il controllo totale delle comunità nomadi, non sappiamo con precisione quanti siano, non sappiamo nemmeno fare una mappa dettagliata di dove vivono. Dobbiamo venire a capo di questi problemi in tempi brevi».
A coordinare gli interventi della task-force saranno le scuole più frequentate dai bambini rom, come i plessi scolastici di via Ravenna e via Mincio, punti di riferimento per la comunità nomade dei campi di Chiaravalle. O le elementari Console Marcello, dove studiano i bambini dei campi di Milano Nord, fra cui quelli di Triboniano e Pompeo Castelli. O ancora le elementari di Russo Pimentel, scuola dei nomadi di via Idro. «A ogni istituto con più di 20 rom iscritti - spiega il provveditore Antonio Zenga - verrà assegnato uno dei sette insegnanti specialisti nell'integrazione che ci ha messo a disposizione il ministero». Ma i professori potranno anche lavorare in gruppo su particolari progetti.
Fra gli iscritti alle scuole in Lombardia la comunità romena è quella che cresce in maniera più consistente. Per l'anno scolastico che comincia, negli istituti di tutta la regione ci saranno 1300 rom in più. A Milano studiano 3525 romeni, fra elementari, medie e superiori. «Nell'incontro organizzativo che faremo tra qualche giorno - spiega Anna Maria Dominici - tratteremo il problema dell'integrazione degli stranieri a scuola a 360 gradi. I rom sono una priorità, ma non ci sono solo loro. Si tratta di governare un fenomeno complesso, Comune e scuola insieme, ognuno in base alle sue competenze». I 94 insegnanti deputati all'integrazione degli stranieri, fra Milano e provincia, opereranno su circa 300 istituti. Le scuole maggiormente coinvolto sono le elementari (54% degli interventi), seguono le medie (30%) e le superiori (15%). Il compito principale dei professori sarà l'alfabetizzazione di primo grado degli studenti che non conoscono, o conoscono poco, la nostra lingua. Ma svolgeranno anche interventi di alfabetizzazione, soprattutto alle superiori, per quegli studenti che non dispongono del linguaggio tecnico delle singole materie. Problema: ai professori non è richiesta la conoscenza di specifiche lingue straniere. E qui interverranno i mediatori culturali messi a disposizione dal Comune.
(08 settembre 2007)
http://milano.repubblica.it/dettaglio/La-task-force-dei-professori-per-fare-scuola-ai-bimbi-rom/1365251
