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Autore Topic: Alessandria - Ragazzino rom salvato dal linciaggio  (Letto 2223 volte)
Luisa
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« il: 27 Luglio 2008 - 08:13:53 »

27/7/2008 (7:35) - IL CASO
Ragazzino rom salvato dal linciaggio
Alessandria, inseguito dalla folla con le mazze dopo un furto in casa.
I carabinieri: se lo prendevano era la fine. Il complice scappa coi gioielli

SELMA CHIOSSO
ALESSANDRIA

Un ragazzino rom di 15 anni ha rischiato di essere linciato ad Alessandria, dopo un furto in un appartamento: sorpreso dal padrone di casa è scappato, ma è stato inseguito da un gruppo di condomini, uno pure armato di una mazza da baseball. E’ stato salvato dal tempestivo arrivo dei carabinieri.

E’ accaduto ieri, nel Rione Cristo, fino a qualche anno fa considerato il «Bronx» della città. Un giovane, Marco, 18 anni, sta dormendo nel suo alloggio al quarto piano. Racconta: «Mi sono svegliato di colpo, perché ho sentito dei rumori. E mi sono trovato davanti due ragazzini, due rom». Marco si infuria, urla, i due, lesti come gatti, riaprono la porta e scappano. Marco si mette all’inseguimento e si lancia per le scale. Urla, sono le 15, le porte degli altri alloggi si aprono, qualcuno capisce o intuisce quel che sta succedendo. Inizia la caccia ai rom.

Sono una decina, tutti d’accordo senza un passa parola, a farsi giustizia da soli. Un uomo rientra in casa e prende una mazza da baseball. I ragazzini inseguiti volano giù per le scale. Uno, con il sacchetto pieno di gioielli, riesce a nascondersi, l’altro viene inseguito per circa 200 metri fin davanti a un bar. Durante il tragitto Marco grida: «Mi hanno rubato in casa, aiutatemi a prenderlo». Qualcuno ha chiamato i carabinieri. E davanti al bar inchioda una pattuglia. Il maresciallo Salvatore Martinez racconta: «Meno male che siamo arrivati in tempo. Se lo acchiappavano era finita. Abbiamo evitato un linciaggio».

Verso sera il palazzo non è più molto solidale. Le porte si aprono e si richiudono. Nessuno vuol parlare, forse ci si rende conto di aver esagerato. Qualcuno però alla fine commenta. Francesco Arena dice: «Io abito in questo quartiere. E dico una cosa soltanto: non possiamo stare sempre a chiamare i carabinieri o la polizia. Chi va a rubare nelle case deve capire che può trovare pane per i suoi denti». Al bar la situazione è diversa. Il titolare racconta: «Ho visto che c’era trambusto, ma non sono uscito». Un avventore: «Ma che volete, andatevene, non siamo gente che aiuta i carabinieri».

Per strada due donne in bicicletta raccontano di un furto di un motorino di qualche giorno fa: «Hanno fatto bene a inseguire quel disgraziato, peccato che siano arrivati i carabinieri. Magari l’avessero preso». V. C., il nomade arrestato ieri, ha 15 anni. E almeno quindici precedenti di questo genere. Tanti sono infatti gli «alias», gli altri nomi con cui era già stato fermato dalle forse dell’ordine. In tasca aveva un grimaldello e con quello ha forzato la porta dell’alloggio dove abita Marco. Il ragazzino che era con lui e che è fuggito con i gioielli rubati è un suo coetaneo. Entrambi abitano in un campo milanese. Ora uno è libero (ma i carabinieri lo stanno cercando), l’altro al Ferrante Aporti, il carcere minorile di Torino.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200807articoli/35154girata.asp
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