supplici e amazzoni - da Eschilo a Diodoro Siculo 
[ Testo:  precedente  successivo  ]  [ fascicolo ]  [ autore
Renzo Scasseddu
[ r.scasseddu@fastwebnet.it ]
 
UN LIBRO, UNA SFIDA
 
Un libro, ed è il quarto, una sfida, ed è la quarta sfida a stereotipi culturali, i quali nonché favorire, vivificare con una corretta, seria e severa analisi le categorie della cultura stessa, la sminuiscono, la mortificano col mistificarne gratuitamente (non ne hanno bisogno!) inutilmente, quindi, archetipi e relative interpretazioni.
Tutti conosciamo la grandezza della cultura greca antica, la quale però, oltre agli aspetti positivi –e son tantissimi e bellissimi, non v’è dubbio–, ne presenta altri meno esaltanti (incesti, matricidi, vendette, fin anche cannibalismo… nel caso di questo libro, le supplici, le ‘eroine’ della omonima tragedia di Eschilo sono di pelle nera, melanthès… – con buona pace di tanti ‘arianisti’) che non vanno assolutamente «imboscati» (L. E. Rossi): fare ciò è Cultura.
E perché Essa permanga tale occorre, metodologicamente, rispettare tutte le categorie della Storia dell’Uomo – che non sono, è naturale, sempre le stesse, tener conto cioè dei ‘filtri’ culturali che esistono tra le varie epoche e che le differenziano; occorre altresì, dal punto di vista del pensiero, bandire ideologismi di qualsivoglia natura.
Questa è la sfida, da sempre e per sempre, di Alfonso Cardamone, il quale in questo saggio, potrei dire, alla greca, in questa ‘fatica’ (athlon equivale a «fatica» ma anche al giusto «premio» relativo), affronta un percorso tutt’altro che semplice, affascinante, però, e coinvolgente, per (ri)condurci alle radici profonde della nostra cultura, alla scoperta della nostra intima identità: ci dice, tanto per citare un esempio, che la cultura greca è di origini afroasiatiche …
L’Autore lo fa con gli strumenti per lui ormai familiari – e finemente ‘comparati’ e messi in gioco – del Mito, della Letteratura, della Filologia, della Antropologia, della Archeologia, insomma con quel ‘sistema’, da codice tucidideo, che una Autorità di questi studi, dall’Autore molto citata, Maria Gimbutas, definisce «archeomitologia» e che io vorrei nominare «archeomitonomia», nel senso della ‘amministrazione’, attribuzione’ ‘regola’ delle categorie in gioco, giusto come significa il verbo greco némō.
Sulla scia di una delle mie letture preferite, sin dagli studi universitari, Forma ed Evento di Carlo Diano, Accademico e sottilissimo Grecista, ho voluto leggere questo saggio di Alfonso Cardamone per ‘pagine parallele’, a mo’ di binario: immaginare due colonne, una col segno positivo (+), l’altra col segno negativo (–): Forma ed Evento, appunto (Diano fa l’esempio di Achille, l’eroe perfetto, adamantino, cristallino e Odisseo, l’eroe del continuo cambiamento).
Vero è che i binari, le rette parallele non si incontrano ma nel nostro caso c’è una guida, un vero e proprio macchinista, Alfonso Cardamone, che fa camminare il ‘treno’ con i suoi passeggeri: la Storia, l’Antropologia, la Letteratura, il Mito… e passeggeri, privilegiati, siamo anche noi che, ben guidati, non leggiamo come elementi ‘diversi’ (quante volte è usata a sproposito questa parola!) Forma ed Evento, cioè Supplici ed Amazzoni, Eschilo e Diodoro Siculo, né le varie figure femminili, nella loro stessa intima natura, ‘positiva/negativa’ (… pelle bianca/pelle nera, pacifiche/guerriere…), a non dire di matriarcato/patriarcato, non li interpretiamo in opposizione, in contrasto, bensì in un tipo di alternanza, di alterità che è proficuo di crescita culturale, da interpretarsi come simbolo, concreto, molto concreto, di Pace e di Vita.
Ecco le due ‘colonne’ e vari appunti che ho annotato e che mi hanno accompagnato durante la lettura (personalissima)

FORMA +EVENTO -
SUPPLICIAMAZZONI
Matriarcato →→←← Patriarcato
Euripide - DiodoroEschilo
Mirina: pace (ecista, fondatrice di città, con un sistema di leggi = nòmoi)
Afrodite, Eurinome "vagante in ampi spazi" (ma anche "amministratrice di ampi spazi", ← némō)
Mirina: guerra
Pelle scura reincarnazione, nei tempi, della Madonna Nera.
Pelasgo - Argo
disc. da I, errante in terra ed anche in cielo (= Luna, Iside, pioggia: hýein = piovere)
Danao - Egitto e Cadmo - Fenicia
discendenti da I
"archeomitologia", Gimbutas: originale metodo di lavoro interdisciplinare - linguistica, mitologia, archeologia e dati storici - dati che riflettono un sistema sociale equilibrato, nè patriarcale nè matriarcale, confermato dalla continuit degli elementi formativi di un sistema matrilineare nell'antica Grecia, in Etruria, a Roma, nei paesi baschi e in altri paesi europei …

"Egizi" sbarcati in Argolide al seguito, o all'inseguimento di Danao appartenenti a genti che intrecciavano origini africane e asiatiche, elementi culturali e linguistici camitici e semitici.
Danaidi benefattrici: d'acqua per l'arido territorio di Argo
… secchio bucato = dono, pioggia (?)

Elena rappresentata s "come Artemide dalla conocchia d'oro", ma lo strumento non vale solo in ambito di 'marginali' lavori muliebri, ben sì, in particolare, per la funzione di 'tessere il cielo, il mondo': potere tipico delle Grandi Dee, nelle loro teofanie lunari, cui spesso vengono rife-rite, paragonate tutte le figure femminili (analogie con le Moire e con Penelope e la 'tessitrice ciclica' per antonomasia che è la Luna)
Danaidi assassine dei propri mariti
… secchio bucato = punizione

Donna = "ambiguo malanno" = Pandora ("tutto dono"), dono del sarcastico Zeus agli uomini, dopo l'inganno di Prometeo portatore di fuoco.
Sulla stessa scia le Danaidi e tutte le donne, destinate solo alla tela ed alla conocchia, emarginate dai diritti dei maschi;…

Elena, pur regale, divina, infida, infedele e fonte di lutti infiniti
Bernal : "L'esistenza, sia in egizio che in greco, di speculari costellazioni semantiche attorno ai concetti di regalità, bara e acqua corrente sembrerebbe ridurre quasi a zero le possibilit di coincidenza casuale".
Accostamenti e mescolanze di costumi e di lingue (etrusco-pelasgico)
… dice Alfonso Cardamone "un gioco di specchi e una corrente di flussi e di riflussi che si riverbera continuamente dai Pelasgi ai Danai e da questi a quelli"


In Esch. l’orgoglio della civiltà greca che distingue Pelasgi e Danai, con il ‘comodo’ riferimento a Iò, greca, che arriva (anche) in Egitto

Popoli di agricoltori che diventano navigatori

Alfonso, per amor di… donna, tralascia - nel novero di una molto frequentata tradizione ‘antifemminista’ - Semonide, l’autore della satira contro le donne, scritta sulla scia misogina di Esiodo.
Naturalmente Alfonso ben sa che dalla sua parte (a favore, cioè, di una tesi ‘femminista’) c’è il ‘rivoluzionario’ Euripide, con le sue eroine ‘fuori dal coro’, come Medea, Fedra…, le quali, ad ogni costo (infanticidio, suicidio, vendetta…), difendono la propria dignità femminile; a non dire delle Baccanti che testimoniano, anche con realistico orrore, l’urgenza di propagandare i riti di una nuova divinità, tutta ‘al femminile’, come Dionìso nonché lo spazio ineludibile della umana, umanissima ‘irrazionalità’…
Per chiudere, un sentito, fraterno ringraziamento per una preziosa, severa e seria ricerca ‘a binario’, ricerca di confronto e non scontro, con significato di convinto e concreto impegno etico e civile, com’è quello della Letteratura.
Grazie anche alla coraggiosa Casa Editrice Pellegrini di Cosenza, soprattutto perché accoglie anch’essa, in un’epoca tutt’altro che letteraria, il libro di Alfonso Cardamone come una sfida: quella al sistema impuro, fagocitante e distruttivo della globalizzazione, un robot che mortifica vieppiù le caratteristiche e le risorse della Identità, della Tradizione, del confronto culturale e civile…
Insomma, dell’UOMO.