in traccia di luna - risalendo alle scaturigini del femminino sacro 
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Guido Samani
 
ALLA LUCE DELLA LUNA BIANCA
 
Ancora una volta
Le stelle intorno alla chiara luna
Il volto luccicante celano,
quando tutta d’argento inonda
la terra
(Saffo)


Non è strano che Alfonso Cardamone ci introduca al viaggio nel suo libro con un frammento di Saffo, il più grande, forse, poeta del mondo antico.
Il mito appare ancora una volta di più, per Alfonso, l’essenziale chiave di comprensione e di lettura del mondo che paradossalmente, ma neanche tanto, ci aiuta a capire meglio e di più il moderno che nasce e rinasce accompagnato dalla fiaba e dall’epos che ancora vivissimi ed efficaci ci accompagnano.
la luna.
Non è un libro su di lei ma su di noi che da sempre ne subiamo il fascino e l’influenza.
Il finissimo e raffinato lavoro di ricerca ci avvicina alle origini del mondo (del linguaggio) e alla speranza della sua rinascita.
Mentre il sole, quando se ne va, fa perdere alle cose il loro colore, apparentemente dissanguandole certificando così la nostra morte, l’ingresso nella morte, la luna, così complessa, una, trina, forse quintupla, sessuale, bisessuale, ermafrodita, ci accoglie come una madre e come un’amante, dolce, fredda, intensa, vitale, ambigua, mai definitiva.
Ci fa soffrire, anche perché non fino in fondo comprensibile.
Questo libro è incredibilmente simile alle sensibilità affettive e culturali di Alfonso che si dimostra e si conferma certamente un grande filologo cacciatore di conoscenze ma soprattutto, quando lavora, solo quando lavora, uomo trepidamente solo e coraggioso che si muove per vincere l’ansia che nasce dal sentire se stesso come un punto magico e misterioso nell’universo grande e terribile.
E ci aiuta, e ci prende per mano con lo scopo, non dichiarato, di aiutarlo a condividere la storia di tante vite alla luna indissolibilmente legate, una folla di dei e di semidei, di animali, di popoli, di uomini.
Selene Artemide certamente, ma forse, mpiù prepotentemente, Iside l’egizia, il compendio di tutto, colei unica, che riesce a giocare con Dio e a sfidarlo e a vincere, temporaneamente, il misterioso Dio supremo.
Forse è quella che più di tutte, prima ancora dei Greci, si avvicina al linguaggio, alla vittoria della parola, alla necessità, per questo strano essere chiamato uomo, di urlare, chiedere, piangere e pregare in modo comprensibile.
Nulla, ci dice Alfonso, esiste senza la parola, una sua chiamata è una chiamata all’esistenza, il passaggio dall’apparire all’essere, il viaggio dal mondo dei fantasmi al mondo dei vivi che fantasmi torneranno.
Ma se le stelle vivono intorno alla chiara luna, un motivo c’è, ci dev’essere.
Non è improbabile che un giorno, sotto la volta del cielo, quando una vera e completa pace sarà, per tutti noi finalmente placati, diventeremo tutti noi cercatori di stelle.

Alla luce della bianca luna.