fant)a(smatico 
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Mario Amato
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PICCOLO RACCONTO DI NATALE
 
Mancavano pochi giorni a Natale e Frenzifré, che già conosciamo da un precedente racconto, s’aggirava nella sua casa in cerca di un dono. Come aveva fatto già tempo addietro, si recò nella soffitta, forse per pensare, forse perché credeva che quel luogo gli suggerisse un’idea. Quanti ricordi lo assalirono! In un angolo riposava un trenino elettrico, in altro una palla sgonfia, a destra un tamburo, a sinistra una trottola e …in un cantuccio giacevano i primi bellissimi libri, i cui colori adesso erano un po’ sbiaditi. La memoria corse a quel tempo, allorché si sedeva sulla sua piccola poltrona a dondolo e cullandosi sfogliava i piccoli libri per ore ed ore. La sedia era ancora là, ma era ormai troppo grande per sedersi ed allora prese posto per terra ed afferrò uno di quei piccoli volumi. Lo aprì con un senso di rispetto e cominciò a sfogliare le pagine piene di figure e di parole. Le prime parole lette, il primordio della vita dello spirito, un inizio sommesso e delicato, come passi in punta di piedi! Dal piccolo volume, oltre ai ricordi, emergevano figure, emergevano nel senso letterale del termine, perché era uno di quei libri per bambini dotati di strutture di cartone in rilievo: una mucca, un agnellino, un castello. Ad uno ad uno guardò tutti i suoi libri, quelli dell’infanzia e quelli dell’adolescenza, quando le parole incise sulla carta lo trasportavano in mondi meravigliosi ed egli diventava protagonista d’avventure senza fine: traversava oceani su navi di pirati, conosceva mondi e popoli diversi, s’inoltrava in foreste selvagge, trovava tesori su isole sconosciute e tante altre fantasie. Da lontano giunsero i tocchi della campana della chiesa del borgo…uno, due, tre…dodici! Era mezzanotte! Quante volte s’era destato nelle notti di Natale ed aveva udito rumori di passi felpati prima su nel soffitto, poi in sala da pranzo, ma mai s’era alzato vedere chi fosse entrato in casa e del resto lo sapeva: un vecchio signore con la barba bianca, vestito di rosso, che se ne va in giro per tutto il mondo sulla sua slitta trainata da renne parlanti allo scopo di portare doni a tutti i bambini del mondo!

Oh fosse davvero così! Guardare la felicità di un bambino che riceve un dono apre l’anima. Il regalo può essere il più bel giocattolo del mondo o una trottola di legno o una caramella, ma il vero dono è la felicità del bambino con il suo sorriso, che è il sorriso di un angelo. Che tutti i bambini del mondo possano ricevere un dono nella notte di Natale!

Era ormai tardi, la casa taceva, dalla strada non giungeva più alcun rumore, Frenzifré stava seduto con le gambe incrociate, i libri giacevano sul pavimento, quando entrò dalla finestra, che pure era chiusa (!) una folata di vento e sfogliò l’unico volume rimasto chiuso, che restò aperto ad una pagina raffigurante una distesa di girasoli.

Era il primo libro ricevuto in dono, forse a Natale, forse in un’altra occasione. Frenzifré ricordò, non certo quando aveva avuto quel regalo, bensì un personaggio della sua vita che per lui era semplicemente l’uomo dei doni.

Ogni notte di Natale un vecchio signore dai capelli bianchi si recava a casa sua e recava un dono raccontando che quel giorno egli non aveva acceso il camino in modo che Babbo Natale potesse scendere e mettere sotto l’albero addobbato un regalo.

Quel ricordo lo trasportò in altre terre, perché c’era dell’altro: il vecchio signore viveva con una donna che veniva da un paese lontano, da un paese, ella raccontava, dove i campi erano ricoperti di grano e di girasoli ed il cielo era di un azzurro intenso. Questa donna aveva in quel paese due nipoti circa della stessa età di Frenzifré e Babbo Natale o Dit Moròs (così lo chiamava la donna) non dimenticava mai di mettere sotto l’albero i doni per quei due bambini lontani.

Preso da quei pensieri Frenzifré non s’era accorto del trascorrere del tempo e già la luce dell’alba penetrava nel soffitto.

Infine scese, indossò il suo abito da viaggio e si recò alla stazione, dove acquistò un biglietto per una terra lontana.

Seduto nel suo posto accanto alla finestra Frenzifré guardava scorrere il paesaggio dinanzi ai suoi occhi curiosi ed ecco finalmente il paese dei girasoli, che in verità in quel tempo era coperto di neve, ma il cielo era davvero di un azzurro intenso come raccontava la donna dei doni.

Giunto a destinazione, incontrò per la prima volta i due nipoti della donna ed io non so in quale lingua parlarono e come fecero a comprendersi, ma so che tutti e tre sapevano che ogni notte di Natale un vecchio signore dalla barba bianca scendeva dal camino di un altro uomo e portava un dono solo affinché essi sorridessero felici.