dismisura a dismisura 
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Zelinda Carloni
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LA DIMENSIONE DELLA DISMISURA
 
Per alcune nature la battaglia appare essere una sorta di destino connaturato con la propria esistenza, anche loro malgrado. Ma non tutti i terreni di scontro sono ugualmente impervii; la scelta del campo diviene la discriminante, il dato qualificativo del loro stesso essere e operare.
E Dismisura si colloca sul crinale, impervio certo, ma senza dubbio di chiara qualificazione, dello scontro non più demandabile e non più equivocabile tra l'arroganza plateale e imbecille dei più, assoggettati per incapacità o per malafede ad una "ratio" altra dall'uomo, e la tensione ineliminabile di chi a questa "ratio" contrappone la propria natura (e la propria scelta) come coscienza intima del mondo e dell'essere uomo, come momento in cui la "qualità" stessa di ciascuno affronta lo scontro con le armi che le sono proprie: la poesia è quest'arma, la poesia è per Dismisura la dimensione stessa del misurarsi, ma, come le è proprio, misurarsi lacerando, stridendo ferendo e ferendosi.
La poesia è rivolta, la poesia costringe lo sguardo a guardare i contorni del mondo obbligandoli a nuove dimensioni, umane, ché dall'uomo vengono, ma che dell'uomo hanno esplorato le profondità più scomode e riposte. La poesia è rivolta, perché è sovvertitrice, è lo scandalo del morbo infame (si punisce il poeta con la cecità: così impàri), è l'atto gratuito e improduttivo che orgogliosamente s'impone.
La poesia è rivolta, ma la rivolta è lacerazione, è strappo, è necessità, è sangue: è il dato di ricostituzione di un nuovo equilibrio su di uno arrogantemente sbilanciato: è il sogno di ricostituzione dell'unità: è l'imporsi sovrano dello slancio verso l'annichilimento ma anche verso la ricomposizione di una nuova essenza: necessità di riconoscersi negli atti: l'imporre agli uomini la loro stessa grandezza: riconoscere la virtù.
La dimensione di Dismisura è la poesia, la poesia è rivolta, la dimensione di Dismisura è la rivolta, la sovversione intrinseca da sempre legata all'antico sogno dell'uomo di ritornare ad essere ciò che forse non è mai stato: il costruttore di sogni, l'architetto demoniaco e formidabile che sfida le leggi e la storia e ne svela gli inganni; il raggiungimento di uno scopo finale, di un obiettivo prestabilito è trascurabile per la poesia come per Dismisura; è invece "necessario" che si ponga il conflitto, è ineliminabile che si ponga: è la condizione stessa dell'esistenza di chi conosce il sangue e la storia.