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Mario Amato
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SULLE RIVE DEL NECKAR
 
I

Sulle rive del Neckar
Per il corso sempiterno
Delle sacre acque
In un’ora bruna
Quando le ombre si allungano
Del mondo e del taciturno castello
Congiunte come in amplesso
Rituale
Ai bagliori delle finestre
Che ad una ad una s’accendono
Ho sfogliato petali di fiori
Come rose
Che ad una fanciulla
Ad una ad una
Si donano
Col cuore colmo di speranza
O come messaggi
Di un naufrago


II

La vita riflessa guardo
In quest’ora albeggiante
Nell’acqua del mio fiume
Antico
Che ignaro d’esistenze e d’epoche scorre
Confuse come gocce tra milioni di altre amate
Fino oltre il mare
Nella mente il verso
Terribile a volte
Del poeta mille e mille volte amato
Guarda, il fiume scende
I ponti reggono
Noi passiamo oltre
Da tutto
Gocce tra milioni
Uguali a tutte le altre
E pure resta in qualche luogo
Una eco vaga e tenace


III

Dove vai mio fiume?
Ti guardiamo passare sotto i ponti
Costruiti con sapienza
E la dolcezza ci stringe il cuore
Ma noi non siamo
Non siamo più
Uomini antichi
Non sappiamo parlarti
Non sappiamo ascoltare la tua voce
Ricca di storie
Noi non sappiamo
Ma ascoltare una storia
È un atto d’amore


IV

Una canzone per te,
Heidelberg,
Con parole semplici
Vorrei scrivere
Oggi che ti rivedo
Sogno di giovinezza
Compagna d’amori
Mentre il viottolo risalgo
Che all’acropoli erto conduce
Il fiume mormora o il mio cuore
Rimasto giovinetto
Passata non sei
Città paesana che con affetto
Mi facesti tuo figlio
Passata non sei
Nell’anima mia
E so che anche tu ora
Mi hai accolto