il sangue e il plasma 
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Alfonso Cardamone
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IL SANGUE E IL PLASMA
 
Questa notte miserabile, in cui precipita sullo scorcio del millennio l'Occidente, sembra inverare -e senza scampo- un mostruoso stravolgimento, una "storica" reductio ad unum, che è propriamente mortificazione e rovesciamento, di un mito antico, complesso e ambiguo come ogni vero mito, che pure nella doppiezza della sua valenza ebbe un tempo rilevanza pragmatica di esorcismo e salvamento.
Notte gorgonica, nella nefandezza della sua ignoranza, trascura o dimentica il sangue meduseo, pur nella morte principio di creazione e di vitalità dirompente, da cui non a caso, secondo il mito, sgorgarono il cavallo alato Pegaso, portatore del tuono e della folgore, e il Crisaore, portatore possente della spada d'oro, per fissarsi unicamente sulla testa vuota di uno spettro, sulla maschera senza sangue del gorgòneion, occhio infernale pietrificante malefico e fatale.
Un potere ipocrita e volgare, misuratore e balbuziente, negato e negatore del pulsare germinatore del sangue e d'ogni gorgogliante polluzione smisurata del mito (così come d'ogni altro linguaggio creatore), pretende di nullificare l'umanità nell'omologazione a una maschera esangue, un gorgòneion di nuovo conio e da strapazzo, svuotato di sangue e riempito di inerte "plasma".
Chiuso tra l'implosività di un "linguaggio macchina", con cui autisticamente comunica sé a se stesso e al proprio sistema reificato e reificante di convenienze e di interessi, e l'esplosività di un "linguaggio analogico" con cui comunica, per brutalizzarle, con masse rese ebeti e plaudenti, questo potere occhiuto e spettacolare (che guarda gorgonicamente ed è guardato), con gesto criminale e osceno, pur senza saperlo varca oggi il confine ultimo della notte esiodea e dalla notte estrae, oggi, la mostruosa maschera gorgonica che, da simbolo e amuleto apotropaico e salvifico che era, si fa emblema, e occhio cavo e venefico alito di morte, della possessione della mente in cui precipita vorticosamente un'umanità avviata ad essere nient'altro che virtuale abbaglio.