AmatoRilke - omaggio a r.m.rilke di m.amato 
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Alfonso Cardamone
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AMATORILKE/RILKEAMATO
due affettuose parole di presentazione
 
Con l’austera, schiva umiltà che lo contraddistingue, Mario Amato si accinge a un lavoro titanico: rileggere, tradurre, riplasmare, dopo averlo fatto proprio, il “lavoro” di Reiner Maria Rilke, per ridirlo a se stesso, per raccontarselo e poterlo risentire nella propria lingua. Proposito che sembrerebbe improponibile, per la natura stessa della parola originaria di Rilke, per il suo stesso atteggiamento assolutistico nei confronti della parola, per la sua scelta esclusiva, autarchica, nei confronti del proprio “lavoro”.
Di ciò Mario è perfettamente consapevole. Così come perfettamente consapevole è dell’inevitabilità del confronto. Egli non può sottrarsi (per nostra fortuna, aggiungiamo noi) a questa necessità. Ve lo spingono la passione per l’Autore, il grande amore, nonché una consonanza di scelte e di atteggiamenti (che nella sua umiltà Mario mai dichiarerebbe di riconoscere e di ammettere, ma che a noi appaiono sostanziali e decisivi), che ritengo di poter riassumere nella figura retorica del viandante.
Mario è stato un viandante di fatto, da giovane, un camminante per fiumi e per valli e foreste. Lo è ancor di più oggi, da adulto che corre con la mente, con le emozioni attraverso le mille avventure della parola che si fa pensiero, fiaba e poesia. Le soste, che pure ama, sono sempre in funzione dell’erranza, dell’andare, della ripresa, del camminare verso ancora nuove e diverse stazioni di posta, dove sostare il tempo appena sufficiente perché possano essere abbandonate, sostituite nel sogno a cui tende l’inesausto andare.
Così come il figliol prodigo di Rilke che –per citare il Magris dell’ Anello di Clarisse- “non torna alla casa paterna ma procede oltre, in un cammino rettilineo e illimitato; è l’individuo nuovo, che non impara a conoscere se stesso –ossia una propria sostanziale identità- bensì a mutare se stesso, scoprendo di non avere alcuna sostanza unitaria, ma di essere solo un processo di mutamento”.

luglio 2006