Pasolini trentanni dopo 
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Antonio Limonciello
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CANTO PASOLINI
opera in versi tra il poema e il teatro in 3 atti e 42 sequenze
 
atto I


1

un'ombra cupida
muta immagine
vaga tra le botteghe
per le piane e i monti d'Italia
dolente interroga un popolo di stracci
che ha per nemico l'anima
Trema delicata
la voce borghese del poeta
mentre il popolo canta

Infanzia generosa della repubblica italiana
ah nostalgia, il canto popolare
coi poeti a recare scandalo ai potenti
mano tesa agli angoli delle strade
mai resero le armi
brucia nascosto l’animo
mai calarono il capo
viscere tra le mani alle soglie degli altari

Camice bianche
silenziose in cammino
con l'amore nel petto
e la speranza rossa
con lo sguardo rapito
e il sorriso nascosto

Di questi ora spartiscono le spoglie
dita scaldate dal denaro
grigi ragionieri
occhio ai mercati
corsa dal sarto
scorte e sirene spiegate
rose le guance
stracciate le vesti
offertorio sorrisi e lacrime
per lobotomie televisive


2

Approdare a Versuta un pomeriggio d’estate
tra uomini piopp
teneri ragazzi contadini
e uomini tronchi re gelsi nodosi
vecchi arsi dal sole
prendere la bici e correre al Tagliamento
tuffarsi nelle polle d’acqua limpida
camminare per i campi di granturco
organizzare concerti di violino
sfilare sotto le bandiere di carta alle fiere
attendere fuori la sala il tuo arrivo
è il momento, ti avvicino
ti pago il biglietto
segui le immagini, non le capisci
ma siamo vicini
i tuoi riccioli d’oro
spandono odore di erba selvatica
e di stalla
perché hai munto prima di uscire

Questo libro l’ho scritto per te
dissi il giorno che ti incontrai sotto il portico
e tu il pomeriggio mi regalasti una bottiglia di grappa
l’avevi distillata con le tue mani
La domenica dopo stesi nell’erba medica
ci siamo masturbati
correvamo dietro le nuvole
la mia eri tu
dal cielo il mio sguardo si posò sul tuo corpo
il membro eretto e la mano
la peluria rada del pube
la pelle bianca come latte
stridente col bruno dorso virile

Fossi morto quel giorno!
Ho cercato invano di ripetere
lo spasimo di quel desiderio
nelle tenebre di tutta una vita

Partisti e quando tornasti
la nostra adolescenza era finita
Lo devi sapere
ogni notte che esco per il mondo
è per ritrovare quello struggimento perduto
il tempo è fermo ai nostri innocenti peccati

Brucia la pelle dove il tuo sperma cadde
la tua intimità mi raggiunse come folgore
ti ricomponesti e ti girasti verso di me
ero rimasto immobile nella mia nudità
per nulla al mondo mi sarei coperto
prima che tu mi guardassi
volevo che la mia immagine
ti appartenesse per sempre

O forse no
Forse fu il vento della Carnia
a spingere le nostre anime in tempesta
seguimmo i pollini danzare
il ronzio laborioso delle api
ci denudammo e assieme corremmo
tra frotte di ragazzi assiepati lungo le sponde
fischi e urla oscene
non sapevano ma capirono
che il cielo e la terra si erano congiunti
ci seguirono baccanti ai margine del bosco
e lì tutti danzammo l’antico rito della natura

Ancora oggi per separarmi dal mio paradiso
devo produrre assordanti strazi di lamiere
magli, trapani e flex martellano l’aria
infrangono il tuo sapore
calda terra umida di sesso


3

Pronto, Toniuti?
ti chiamo da Roma
sono tra mobili antichi
polvere del tempo
aristocrazia in cerca di santità
Mi sto introducendo
ho un fitto programma quotidiano
venerdì Falqui
Sabato pomeriggio Angioletti e De’Concini
Sabato sera salotto con De Chirico, Isabella Far, Batoli, Velso Mucci, ...
Domenica sera salotto con Falqui, la Mancini, Ferruccio Ulivi, Caproni, G. Petroni
Domenica salotto con Leonetta Cecchi, Scarfoglio, Pellizzi, Batoli, ….
Lunedì arrivo di Fabio Mauri - salotto casa Saffi
……..
mi mancano i nostri profumi notturni
non vedo l’ora di abbracciarti


4

Un bacio sfiorato
elegia della vita
mi hai preso la mano
gli occhi si cercano
tra onde di volti si perdono

morbida cala la sera
tremula la luna
al caldo vapore dei fossi
ti aspetto stasera
tra grilli e ranocchi ti aspetto
tra battiti di ali
al cielo il mio volto

Quando verrai
fermerò il tempo in un respiro
Quando verrai
sarà prima e dopo
Quando verrai
i capelli che celano gli occhi
rendono intimo d'amore lo sguardo
Quando verrai
il cielo addosso mi inonda di stelle
Quando verrai
ci sarà la pioggia a bagnarmi
la terra restituirà l'odore dei corpi
Quando verrai
sento i tuoi baci
le labbra son schiuse e diventano grandi
Quando verrai
il silenzio ci accoglie
e io piango come albero sul fiume

Non parlerò quando verrai
Sono le nove e la notte è lunga
quando verrai
ti terrò il capo nel braccio
sentirai battere il mio cuore per te
quando verrai
fa che il tempo sia giusto


5

Nutrimmo a stento le nostre passioni
tra filari di pioppi canterini
Anna suonava il violino
io dipingevo primule e temporali
mia madre si truccava davanti lo specchio
indossava falsi gioielli
per giocare con le bambole di casa
Mio padre in Africa prigioniero
quando tornò offrì tagliatelle ai miei amici
rimase estraneo
estromesso per sempre dalla famiglia
Guido in ospedale
trauma cranico
botte di giovinastri
parlavano di mie avventure sessuali
oscenità da finocchio
solo contro tutti, lo massacrarono
cosa feci io?
Piansi di commozione per la sua devozione
e dipinsi.
Lo dipinsi ogni giorno
di quella orribile passione
il suo dolore divenne in me poesia

Mio padre perse la guerra
da prigioniero beveva dolore e cattivi liquori
trovò l’Italia insorta e liberata
il suo ritorno fu una resa
vagò per spacci e osterie
lo tenemmo in casa come un relitto
A Casarsa come a Ponte Mammolo
umile segretario
condivise la camera di mia madre
ma non il suo letto
trascinava la spesa
tra il fango invernale e la polvere estiva
i resti della mia famiglia
piegati alla mia disperata voglia di vivere
Lui precipitava verso la morte
io nella vita delle notti libere di Roma


6

Amore d'incanto vestito
striscia il tempo negli occhi
carezza leggera le mani
membri si toccano e piangono la luna
campi romani dolci di primavera
la radio canta un mondo lontano

Oh amici correte a Roma
meraviglioso caldo
ventre buio della notte del mondo
amici qui la vita vi trafigge
di occhi nero carbone
riccioli o lisci capelli
sempre pieni di vita i calzoni

Con loro ho dormito sotto i ponti
a volte appena pagati scappavano
altre volte mi derubavano
ma il ladro sono io
ho rubato la poesia della vita
ho rubato la loro disperazione
ha amato l’estremismo di quell’agire senza futuro
Seduti sui gradini della chiesa di Pietralata
lungo le rive dell’Aniene
ho intinto la mia penna nel loro sangue


7

La notte come un gatto girava
inquieto le stanze e le ombre
stanchezza dell'animo giù
giù tremulo il salto
tremulo il filo
l'affresco pronto
lento mestola il pennello
al lombo del poeta

In rassegna le labbra tumide di Roma
costruì la mappa del piacere notturno
teatro Marcello
il bagno Diana
l’orinatoio di ponte Garibaldi
i platani dei lungotevere
il Colosseo
il Circo Massimo
Villa Borghese
l’Ambra Jovinelli
cinema e giardinetti
gli orinatoi di Termini
e ancora prati e fossi
le marrane e i campi di pallone
i ruderi, i cocci,
tutte le pietre lavate dalla storia
ovunque l’ossessione arrivi

Assenza di libertà
donne Marie e Maddalene
sostituzioni omosessuali
i ragazzi sognando la figa svuotano
gli innocenti coglioni
nelle bocche dei ricchioni
a frotte dalle borgate invadono Roma
acchitati brillantina nei capelli
si prestano al caldo tocco di maschi sapienti
nelle loro fetide camere con puzzo d’urina
hanno appreso la pratica dai fratelli maggiori
o dagli amici dei fossi
La città aggiunge guadagno al piacere


8

Preso di petto
mano tra le gambe
sbattuto nella polvere
gira il pallone
al prossimo contatto te lo toccherò
dolce uccello
amore
sul tetto stanotte io ti succhierò

Nel mio cervello
il cazzo assume dimensioni mostruose
mi divora il corpo
mi rende furia sacrilega
ragazzi in fila entrano dal muro di cinta
mai mi sazierò di questa vita
Sono tubo di scarico che parte dalla testa
e inonda di sperma il mondo adolescente
nei secoli e per i secoli

Umiliami!
al suono delle campane
profana la mia chiesa.
Terrore non posso
la madre in me lo desidera
il padre in me lo impedisce
il fratello in me chiede espiazione
Questi spasimi di vita
che schizzano vicino alla morte
dissodano il mondo
Alle tre un marinaio
alle quattro due ragazzi alla Magliana
alle otto un incontro alla stazione
arriva da Napoli
.... possiamo vederci alle sei
che ne dici?
….
guarda quel ragazzo dai riccioli neri
e dagli occhi ridenti …


9

Ninetto leggero saltella pei fossi
tra papaveri e spighe fischia il vapore
il violino danza dove corre l'avventura
quattordici anni e gli occhi che ridono
è apparso e mi ha rapito
Mai più mi separerò da te
resteremo adolescenti per tutta la vita
sarò per te Sheherazade
luna d'oriente
guida d’amore e saggezza

Elsa
Ninetto si sposa
Si sposa Ninetto!
Perché non dovrebbe?
Fa bene a sposarsi
Cosa gli offri tu
che giorno e notte corri alle ginocchia
di tutti i ragazzi del mondo

Sono venuto a porre
la testa sul tuo grembo
e tu mi regali atrocità
Sono solo, solo
lui si sposa e tu gioisci?
Non sopporti la mia disperata vitalità
gelida donna morta all’amore
Quanta carità nella tua mancanza di carità
Bath verde brumosa mi ha preso la vita
Charlot non sente il mio dolore
piccoli bambini in mano a donne destino

Sarai Aziz
cieco che non conosce amore
tu mio destino mi getti sulla strada
con pelosi consigli
e un nerbo sotto il sedile
nulla mi concede il piccolo borghese
che ora ha preso moglie
Ricordi?
mi dicesti “grazie a Pa’ ”
perché ti avevo cambiato il destino
ora dai il mio nome ai tuoi figli
Io sono Aziza che muore
e tu Aziz frivolo assassino d’amore
il mio martirio cancellerà
la luce dei tuoi occhi