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Miro Mati
 
POESIE
 
Pensieri d'inverno (Natale 2001)

Il sole non scalda oggi
ventisette dicembre 2001.
Il ghiaccio della vasca
luccica di gelida purezza.
Un ghiaccio che punge
la pelle dentro l'abito
goffo dalle difese.
Un Merlo col becco
giallo d' amore, annuncia
la sua fertilità e disponibilità
alle pronubi intese della primavera.
Penso l'estate.
Alle lievi carezze del vento
caldo della maturità
sulle carni fresche
nell'ombra netta disegnata
da una luce che abbaglia,
le parole vibrano
sull'onda cocente della strada
che brucia infuocata di riflessione.


Venticello di ponente

Nel meriggio afoso
mi riposo sul prato
asciutto di festuca.
Il frullo delle foglie
flette le fronde dei pioppi
in lunghe onde fruscianti.
È il respirare del bosco:
io lo so, lo riconosco
dal vibrato canto del fringuello
che si modula e confonde
nello sbattere delle foglie
protese alla traspirazione.
In basso il rivo secco, quasi secco,
porta chioccolando un filo d'acqua
alla pozza della riflessione.


La cascata

Giunge lieve e tesa
volta e precipita.
Piomba giù,
scroscia fra le derive,
tuffa, guizza, gorgoglia,
s'arrotola e spumeggia,
l'acqua della cascata.
E nel precipitare
frange e disperde
l' energia del temporale,
in un fragore di luci
e suoni liquidi
dai clamori;sommessi;
per ritrovare,
sotto le spume scintillanti,
il corso placido della trasparenza.


Tempo d'estate (7luglio 002)

Il frinire della cicala
verace d'estate,
seghetta l'atmosfera pesa
di questa calda mattina.
È davvero estate!
Lo dicono le rose
impallidite nel giardino,
le nappette imbrunite
del phlomis
e l'accendersi del verbasco
giallo di sole.
Lo dicono le sacche d' afa
fresca nel varco delle robinie
e le lievi brezze
dei corridoi a ponente,
rinfrescanti e gradite,
violente sul corpo accaldato
dalla traspirazione.
Vivo l'estate.
E il caldo soffrire mi allerta
i piaceri del bagno;
affogo spicchi di ghiaccio
nel Bianco Locale, biondo,
asprigno, e spilluzzico
i frutti freschi dell'orto,
sotto la pergola
della comunicazione.
Vivo l'estate.
La mobilità dei passeri
che frullano sicuri al piccolo
cenno di emozione.
La pioggia di fresco, giù
della quercia fogliosa
entra negli occhi
per frigerarmi delicatissima
la pelle godereccia,
attenta alla considerazione.


Sbarco a Favignana
Antipasto di mare

I globi guizzanti
nelle vesti rosse,
tenute allo sgarbo
delle folate,
invitano lo sguardo
rapace della senilità.

Nel sol della vacanza
la mente non accetta
ignorar le folate,
sui turgidi gonfi,
in refoli di danza.


La terrazza dei Cocchi.

Un insetto peloso
danza indaffarato
succhiando nettare
ai fiori gialli della lantana.
Mi ha attratto
l' ondulato ronzio
del ricamato sobbalzare,
per l’accurata scelta
di ogni piccolo fiore.

Un insetto peloso
a righe gialle,
sul soffuso marrone,
serve eccome,
anche se sembra lì
a diffondere musica,
nel primo caldo mattino,
sulla terrazza assolata
dei Cocchi,
a Favignana.