fant)a(smatico - anno XXVIII - n.120 
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Mario Amato
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LA BOTTEGA DEI GATTI - 2
Parte Seconda
 
Le femmine tuttavia hanno appreso durante secoli di soprusi e di artefatta sottomissione arti sconosciute ai maschi, le cui opere non è dato di vedere in nessun museo e la cui storia non è riportata su nessun testo scritto. Non esiste manuale de queste arti.
Giulietta compì il suo capolavoro e dopo pochi giorni Rino languiva dentro la più bella gabbia della bottega del Signor Wolfi, famoso imbalsamatore di gatti, ma non era in solitudine, poiché nella prigione contigua giaceva, pentita e disillusa la stessa Giulietta, prossima al parto. La scritta "Romeo e Giulietta dei Gatti" campeggiava fra i due recinti, come l'imbalsamatore si era proposto.
Non è certo il caso di narrare atto per atto l' insidia concertata fra la bella gatta ed il grande nemico, visto che la storia delle guerre ne è colma.
I due gatti erano ancora vivi, perché il Sig. Wolfi era uso esporre la sua merce nella sua bellezza, per così dire, in movimento, affinché la clientela avesse un'idea precisa della eccelsa qualità degli articoli in vendita.
In rare occasioni entrava nel negozio qualche donna pietosa o qualche anziano signore malato della più terribile malattia della vita, la solitudine, e chiedeva di poter acquistare il gatto o i gatti vivi, ma questi avventori venivano scacciati in malo modo e dovevano anche ascoltare il discorso del negoziante sulla alta missione a cui era stato chiamato. Erano, lo ripetiamo, circostanze rade, perché la fama dell'imbalsamatore era rimarcabile nell'intera città e superava anche i suoi confini.
Rino e Giulietta stavano nelle grate l'uno accanto all'altra in silenzio. Nelle prime ore della cattività i miagolii di rimprovero del maschio e quelli di pentimento della femmina erano echeggiati fra le mura della bottega, poi il terrore e la rassegnazione e la taciturnità avevano preso il sopravvento.
Non la calma.
Il rancore covava nel cuore di Rino, che progettava mille e mille maniere per vendicarsi, ma altro non era che un modo per trascorrere il tempo, perché vedeva le sbarre ovunque si voltasse ed infine, giunta la sera, sopraggiunsero Herr Wolfi e a distanza, dietro di lui, l'aiutante - come in un funebre accompagnamento- a serrar la porta ferrea e le imposte di massiccio legno della vetrina. I due felini, che pur tanto ardimento avevano messo in mostra durante la lotta violenta e disperata per la libertà, dimenticarono la baldanza e s'acquattarono ognuno nell'angolo più buio della gabbia, tremanti e con gli occhi fissi. Anche il giovane di bottega stava rigido in un angolo dell' esercizio, ché egli ben sapeva cosa riservava il futuro ai due bei gatti. In verità molti progetti si erano formati nella mente di Rino, propositi di fuga, di attacco al nemico non appena l'avesse visto, determinazioni che erano calate nell'oscurità del terrore, che ora lasciava la speranza soltanto ad una fine rapida. Il bottegaio ordinò al garzone di prendere le due graticole e consegnarle nelle sue mani. Terminata questa operazione s'incamminarono tutti, chi con i propri piedi, chi trasportato, per il retrobottega e poi scesero buie e sghembe scale, fino a giungere in una grande stanza affollata di strumenti di tortura. Ad una parete stava un enorme disegno riproducente la carta geografica dell'antico Egitto e aperti sui ripiani innumerevoli volumi e in uno di questi Rino trovò la salvezza : era, per onor di precisione -qualità costrittiva di ogni tipo di scrittura e vieppiù di quelle antiche- era una pergamena incisa di geroglifici egizi ed uno di essi rappresentava un gatto. Rino ricordò che in quell'antica terra i gatti erano sacri. Herr Wolfi già armeggiava con ferrei strumenti e pozioni alchimistiche, quando Rino iniziò il suo miagolio, che, come già sappiamo, l'apprendista ben intendeva <interessare, nel senso fisico di ingravidare e nascerebbero molti bei gattini ed io ve li consegnerei e se poi ne nascesse uno simile a me potreste con lui stipulare lo stesso patto >>.
Alla parola interessare, che non a caso abbiamo voluto enfatizzare con la scrittura corsiva, Rino ebbe un sorriso di presunzione. Prima di procedere nella narrazione, che spero sia divenuta avvincente, voglio difendermi dall'accusa di crudeltà mossami dal Gatto Rino, non certo negando: per iniziare questa breve arringa dirò ancora una volta che Rino non fu generato dalla mia mente immotivatamente, ma fu egli stesso ad frapporsi in queste pagine, si presentò di sua volontà ed io non ebbi altro da fare che registrare la sua storia. Storia: chi mai avrebbe conosciuto questo eroico gatto ? Non sarebbe stato scambiato forse per uno dei tanti esseri randagi e notturni che trascorrono senza lasciare traccia ? Sono dunque stato crudele ? La crudeltà è una categoria irrinunciabile della scrittura fin da quando uno scrittore spagnolo del secolo XVII si divertì a far passare da una disavventura all'altra un vecchio e stanco Hidalgo della regione della Mancia, tanto che il lettore non è mai capace di comprendere se quel nobile cavaliere sia veramente folle o se abbia scelto la fantasia per non sottomettersi alla banalità della vita quotidiana . Io non faccio altro che seguire regole dettate da coloro che sapevano l'arte della scrittura, ed esse comprendono anche la leggerezza, che mi suggerisce di non gravare la storia di digressioni eccessivamente lunghe e di riprendere la narrazione.
Herr Wolfi ascoltò attentamente la traduzione di quei miagolii, i quali senza il commesso gli sarebbero parsi insensati lamenti, si sedette a riflettere e durante il tempo di questa ardua attività calò nella sala un sepolcrale silenzio, sebbene qualcosa accadde. L'aiutante approfittò dell'impegno del suo padrone e riuscì a liberare la sua piccola gattina, la quale riconquistò la libertà e tornò a rivedere le stelle.
Il giovane di bottega fu lesto a convincere Herr Wolfi che la gabbia non era ben chiusa e che troppo rapida era stato la gatta per il suo passo gravato dagli anni. Il bottegaio stranamente non biasimò il commesso, ma disse di accettare l'accordo, con grande gioia di tutti.
Iniziò per Rino una nuova vita, di certo meno gloriosa e più faticosa della precedente : viaggiò molto il felino, poiché egli non poteva presentarsi dal popolo della città, che già lo avevano eletto ad eroe e lo ricordavano come martire trapassato. Murr si fece allora marinaio, nel senso che saltò sulla prima nave in partenza, e i marinai presero a benvolerlo, poiché è insolito vedere un gatto su una nave; divenne un vero gatto di mare. Non abbiamo voluto dire lupo di mare per non eccedere nell'ironia e perché questo nomignolo avrebbe avvicinato troppo l'animale al suo nemico, ché tale restava nel suo cuore sconfitto. Molte battaglie vinse ancora Rino nelle terre ove le navi lo portavano: amò gatte di ogni parte del mondo, tuttavia non trovò mai più l'incantamento del suo primo amore, amò gatte randagie, domestiche, entrò in nobili palazzi al seguito di viziate feline, e sempre riportava al Signor Wolfi la merce pattuita, privandone la legittima proprietaria. Provò l'ignominia e i pericoli di essere un semplice soldato che nulla ha da fare se non obbedire agli ordini, rasentò i muri nelle notti oscure come la sua anima, rinnegò più volte sé stesso e la sua storia, imparò l'arte della menzogna, attributi che aveva usato anche nel tempo della corona, ma che allora venivano conosciute quali virtù.
Il tempo trascorse ed egli non s'avvide del primo pelame perduto, ma esso non sfuggì a Herr Wolfi, che attuò quanto da tempo voleva attuare, poiché l'antico odio non s'era sopito. Nessuno seppe della morte di Rino, se non la vecchia compagna dei tempi gloriosi, informata dal suo padrone e amico. È vero, appresa l'intera storia, ella lo giudicò un vile, ma pure emise miagolii di dolore.
L'amore non ha confini, neanche quelli della vergogna.
Trascorse ancora tempo ed anche Herr Wolfi defunse e quel giorno è indelebile nella memoria della città, poiché tutti i gatti della città miagolarono per l'intera notte di gioia ed esultanza.
La vecchia bottega dei gatti fu rilevata dal garzone, che la trasformò in un negozio di animali da compagnia, vivi. Un banale negozio, che nulla ispira ad un narratore annoiato!