fant)a(smatico - anno XXVIII - n.120 
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Else Lasker-Schüler
 
CHRONICA
 



CHRONICA
(Meinen Schwestern zu eigen)

Mutter und Vater sind im Himmel
und sprühen ihre Kraft
An singenden Fernen vorbei,
Auf spielenden Sternen vorbei,
Auf mich nieder.
Himmel bebenden Leidenschaft
Prangen auf,
O, meine ganze Sehnsucht reisst sich auf
Durch goldenes Sonnenblut zu gleiten!
Fühle Mutter und Vater wieder keimen
Auf meinen ahnungsbahngen Mutterweiten.
Drei Seele breiten
Aus stillen Morgenträumen
Zum Gottland ihre Wehmut aus.
Denn drei sind wir Schwestern,
und die vor mir träumten schon in
Sphinxgestalten
zu Pharaonzeiten.
Mich formte noch in Weltenschoss
Die schwerste Kunsterhand.
Und wisset, wer meine Brüder sind!
Sie waren drei Könige, die gegen Osten zogen
Dem weissen Sterne nach durch brennenden
Wüstenwind.
Aber acht Schicksale wucherten aus unserem Blut
Und lauern hintern unseren Himmel:
Vier plagen im Abendrot,
Vier verdunkeln uns die Morgenglut,
Sie brachten über uns Hungernot
Und Herzensnot und Tod!
Und es steht:
Über unserem letzten Grab ihr Fortleben noch,
Den Fluch über zu weben,
Sich ihres Bösen zu freuen.
Aber die Winde werden einst ihren Staub scheuen.
Satanas miserere eorum!!

CHRONICA (traduzione di Mario Amato)
(Alle mie sorelle)

Madre e padre sono nel cielo
e su me la loro forza irradiano
verso remote lontananze canore
verso trascorsi giochi di astri.
Brillano tremanti di passione
firmamenti, il mio desiderio si lacera
di scivolare attraverso sangue solatio!
Sento padre e madre germogli
sulla terra dei miei presagi di madre.
Nei silenti sogni del mattino
tre anime spiegano il loro dolore
verso la terra di Dio(1).
Tre sorelle noi siamo,
e quelle prima di me sognarono
nella valle della Sfinge
i tempi del Faraone(2).
La mano grave del poeta
mi formò nel grembo del mondo.
Sappiate ancora chi i miei fratelli sono!
Tre Re erano, che dall’Est vagarono
attraverso il vento riarso del deserto
verso candide stelle.
Ben otto destini proliferarono
dal sangue nostro
e al di là dei firmamenti
attendono:
quattro ci assediano
fra il rosso dei tramonti
quattro ci oscurano
la fiamma dei mattini,
un destino di fame ci arrecano
e penuria d’amore e morte!
Sta scritto:
la memoria sulla nostra ultima pietra
a tessere su tutto il mondo la maledizione
a gioire della loro malvagità.
I venti infine eviteranno la loro polvere.
Satanas miserere eorum!!

NOTE
1) La terra di Dio non è soltanto Israele, è la poesia stessa.
2) Il Faraone non è qui il simbolo dell’oppressore, poiché Else Lasker Schüler visse il sogno della riconciliazione fra le tre grandi religioni monoteistiche.
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