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E d i t o r i a l e
Tracciati è ancora alla ricerca di se stesso. Senza volere scomodare l'abusato Platone, non c'è dubbio che la rete come linguaggio rappresenta un'innovazione, la cui portata resta ancora ampiamente da sondare. Anche se chi scrive è piuttosto scettico riguardo alle potenzialità esplosive e sovvertitrici del "nuovo" linguaggio (ma, d'altra parte, la storia non ha forse dimostrato che l'allarmismo di Platone riguardo all'invenzione della scrittura era ingiustificato? così come l'innovazione di Gutenberg non ha modificato nella sostanza i processi di elaborazione intellettuale della scrittura?), non c'è dubbio che un giornale, che si propone in rete, ha quanto meno la necessità di misurarsi con possibilità non ancora sondate di organizzazione editoriale. Per questo - con molta modestia - ci muoviamo ancora a tentoni - nel ragnatelo.
Questo numero chiude una serie ancora a metà strada fra testo scritto e testo multimediale. I confini restavano indefiniti, non scattava la polarità del cortocircuito. Ci sentiamo pronti per tentarla, a partire dal prossimo numero.
Quali innovazioni?
Intanto, la dimensione tempo. Tracciati non sarà più un trimestrale, a scadenza più o meno rispettata e fissa, ma piuttosto una proposta annuale, che nell'anno si distende attraverso aggiornamenti continui (come la rete offre e suggerisce), diciamo, per esempio, di quindici giorni in quindici giorni. Il lettore fedele potrà così tenere sott'occhio immediatamente gli aggiornamenti e, al tempo stesso, il navigante occasionale potrà curiosare di modulo in modulo.
Tutto qui quello che l'innovazione rete può suggerire? Per il momento ci accontenteremo di esplorare questo primo gomito del labirinto.
Alfonso Cardamone
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