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di Silvana Giardina | |||
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Ho adottato il libro di Alfonso Cardamone "L'ultimo dei reami" (Arti Grafiche Tofani - Alatri, 1995 - L.25.000) come testo di narrativa per una prima classe di scuola media, spinta dal profondo convincimento che dare agli alunni una valenza scientifica alla conoscenza fiabistica e mitologica (che di per sé esercita un grande fascino nell'immaginario dei bambini e degli adolescenti, ma non solo) significa fornire loro una chiave importante per comprendere il passato e insieme le radici di molti fenomeni del presente. Il libro ha avuto nella classe la risposta che mi aspettavo: il piacere della lettura di temi graditi si è unito al piacere della scoperta (perché di scoperta si è trattato) che rito-mito-fiaba-leggenda-epos sono fortemente connessi "unificati dalla corrispondenza delle funzioni, anche se differenziati nella specificità delle forme"., che dietro ad ognuna di queste forme narrative c'è un universo di richiami e collegamenti con le altre che affondano le radici nella stessa storia dell'uomo. "L'ultimo dei reami" è, infatti, un saggio rigorosamente critico, nato con l'intento di fornire agli studenti della Scuola Media e delle classi di collegamento delle Scuole superiori un testo di narrativa che rivalutasse, in termini non solo letterari ed estetici, ma anche di ricchezza culturale, generi ritenuti, forse, "inferiori", quali la fiaba, il mito, la leggenda eroica ed epica. Alfonso Cardamone, nel presentare alcuni tra i più celebri e significativi esempi del patrimonio mitologico e fiabesco di diversi Paesi, ne fa oggetto di indagine antropologica e sociologica, che non trascura riferimenti a sopravvivenze nel folklore di vari popoli. Attraverso i miti ittiti di Telipinu e Kessi il Cacciatore, quelli sumeri di Gilgamesh e Inanna, quello greco di Demetra-Persefone e latino di Proserpina, l'inno omerico a Demetra e alcune tra le più interessanti fiabe della raccolta di A.N. Afanasjev "Antiche fiabe russe", l'autore indaga in diversi moduli sui motivi dell'ira, dell'errare e del discendere, su "divinità del mito e dell'epos, o anche personaggi della leggenda e della fiaba, legati al ciclo di morte e risurrezione e ad un complesso di motivi, come il ratto, l'ira, la sterilità e la catàbasi agli Inferi, che esprimono la grande vicenda drammatica della vita e della morte, richiamandosi ai riti d'iniziazione, al rito matrimoniale ed a quello funebre, nonché all'alternarsi ciclico delle stagioni", e ce ne indica funzioni, struttura e implicazioni di ordine antropologico. I brani antologici proposti si presentano in sé conclusi e autonomi, ciascuno studiato ed approfondito singolarmente, ma allo stesso tempo la loro sequenza procede secondo un'architettura ben precisa, che ne costituisce un testo unitario e organico: il rapporto che lega l'uno all'altro si costruisce attraverso l'analisi degli elementi costitutivi di ogni brano, della comparazione tra essi nelle matrici e nelle funzioni culturali, dei comuni significati e significanti. Oltre ai brani antologici, nel libro si intrecciano parti critico-narrative, dove confluiscono precedenti studi (si fa ampio riferimento alle leggi connotative della fiaba secondo la teoria di M. Luthi, all'analisi funzionale-strutturale e storico-antropologica di V.Ja. Propp, agli studi di W. Burkert e di T.H. Gaster, alle ricerche di A. Seppilli), "curiosità", schede di approfondimento e un ricco glossario, alla cui consultazione rinviano simboli e termini in neretto. Il testo, quindi, è capace di soddisfare il lettore a vari livelli, secondo le esigenze di ciascuno: di chi intende semplicemente aumentare il proprio patrimonio di conoscenze di miti e fiabe; di chi ama la ricerca dei significati nascosti; di chi vuole verificare che "il rigore della ricerca e della trattazione non va mai a scapito della perspicuità del messaggio". Per il suo uso didattico, inoltre, il testo è corredato da utilissime e ampie schede differenziate per la scuola media e le classi di collegamento. Mi piace aggiungere un altro dato, del tutto personale, che rende consigliabile la lettura del testo di lettura-saggio di Alfonso Cardamone, e che riporto come risultato della mia esperienza didattica: affrontare la lettura di "L'ultimo dei reami" ha dato ai miei alunni la possibilità di comprendere che nel rapporto con la tradizione c'è il nostro patrimonio culturale e che nella capacità di stabilire nessi significativi tra le varie parti di un testo, tra testi diversi e tra varie forme di espressione letteraria e culturale del passato e del presente, sta la capacità di essere un "lettore". |