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nel processo di formazione dello studente
di Anna Laura Anelli | |||
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Dalla premessa del nuovo progetto di riforma della scuola si legge: "La stessa riforma del 1990 della scuola elementare ha messo in luce, con estrema chiarezza, la necessita' di garantire, negli anni della prima formazione, una maggiore continuità educativa ed ha sottolineato la "solitudine" della scuola media, compressa tra le nuove metodologie delle elementari e le metodologie tradizionali della secondaria." E prosegue nella parte II, riferita alla scuola di base : "La riforma della scuola media introdotta in Italia nel 1962, avrebbe dovuto trovare un completamento nella riforma della scuola secondaria. Non essendosi ciò verificato, si è prodotto un elemento di discontinuità e frattura nel percorso della scuola di base nei confronti della secondaria." Tutta la riforma sembra, dunque, imperniarsi sull'organizzazione di un itinerario scolastico che, rispettando i ritmi naturali di apprendimento dell'alunno, crei una "continuità" nello sviluppo delle capacità critiche dall'ingresso nella scuola fino ad orientarlo consapevolmente nelle scelte future. Finalmente si sono accorti che non si può riformare la scuola a "compartimenti stagno", la frammentarietà è sinonimo di discontinuità. Poniamoci allora delle domande che possano far riflettere sugli errori commessi. Cosa è la continuità ? Come viene affrontata nella scuola attuale ? Quali sono le cause che hanno provocato la discontinuità a cui la premessa fa riferimento ? La riforma sarà in grado di recuperare una frattura, che negli ultimi venti anni è divenuta sempre più profonda, cercando le soluzioni nel tessuto di cui si cuce la scuola e non in una rivoluzione burocratica e, per questo, sterile ? Un cenno alla normativa. La C.M. 339/92 definisce la continuità come "esigenza primaria per garantire il diritto dell'alunno ad un percorso formativo organico e completo". La normativa più attuale e circostanziata è contenuta nel D.M. 16-11-92 a cui la C.M.339 si accompagna. Entrambi i documenti sono attuativi della legge 148/90 (art.2) concernente la riforma dell'ordinamento della scuola elementare. Nel decreto non troviamo accenni alla scuola secondaria superiore, se non per il richiamo al fatto che la normativa "è motivo di riflessione per l'intero sistema scolastico, all'interno del quale ogni scuola è tramite tra ciò che la precede e ciò che la segue". La circolare 339 esamina in modo articolato obiettivi, piani di intervento e modalità di attuazione necessari a costruire un progetto formativo continuo che prevenga quelle difficoltà e ostacoli che incontrano gli alunni nel passaggio da un ciclo di scuola ad un altro. E' questo, infatti, un momento critico di adattamento alle nuove esigenze che portano lo studente troppo spesso al disagio, all'insuccesso e spesso all'abbandono degli studi : il primo problema è insito nel fatto che è lo studente a doversi adattare alla nuova struttura, ai nuovi metodi, alla nuova organizzazione. La centralità della questione dovrebbe, quindi, spostarsi dalla scuola allo studente stesso. La normativa attuale sembrerebbe, almeno in parte, rispondere a queste esigenze ma, di fatto, sappiamo che l'attuazione è troppo spesso ridotta a puri atti formali, ben poco produttivi nella realtà dei fatti. Le cause. L'esperienza insegna che, nel processo di formazione dell'alunno, il disagio che incontra nel passaggio dalla scuola elementare alla scuola media è ben poca cosa rispetto al disagio tra la scuola media inferiore e superiore. Molte sono le accuse che l'utenza volge alla scuola , anche in tal senso, ma ben più dure sono quelle che gli insegnanti stessi addossano, scaricando spesso colpe e responsabilità, sui colleghi di diverso ordine di studi. SCUOLA MEDIA INFERIORE VISTA DALLA SCUOLA MEDIA SUPERIORE Aspetti negativi:
SCUOLA SUPERIORE VISTA DALLA SCUOLA MEDIA Aspetti negativi:
Senza nascondersi dietro le parole, emerge dunque un risultato evidente : nella scuola media i ragazzi non interiorizzano un bagaglio culturale adeguato ad affrontare serenamente il nuovo corso di studi ; gli aspetti considerati positivi , dagli insegnanti delle scuole superiori nei confronti della scuola dell'obbligo, in realtà, non trovano poi credito perché gli alunni , nella scuola superiore, vengono valutati in base ad obiettivi cognitivi, troppo spesso ridotti a mero nozionismo. Un'esperienza di progetto sulla continuità tra scuole medie inferiori e superiori. Durante l'anno scolastico 1994-'95 è stato avviato un progetto pilota , promosso da un consorzio di 20 scuole secondarie di 1° e 2° grado della provincia di Frosinone, finalizzato alla prevenzione dell'abbandono scolastico. Questo progetto si sviluppa nell'anno '95-'96 e prosegue anche nell'attuale anno scolastico. Dopo un inizio burrascoso in cui le due "fazioni" di insegnanti si sono scaricate l'un l'altro le colpe, si è giunti ad un sereno confronto che ha portato alla progettazione e realizzazione di interventi comuni. 2a. fase: scelta degli obiettivi da considerare come prerequisiti necessari ad una serena frequenza della prima classe di scuola superiore ; 3a. fase: elaborazione di tests di uscita dalla scuola media e di entrata alla scuola superiore, basati sugli obiettivi precedentemente prefissati, con definizione di criteri di valutazione ; 4a. fase: raccolta e sintesi dei risultati dei tests di uscita ; 5a. fase: confronto dei risultati dei test e del giudizio sintetico di esame del singolo alunno; 6a. fase: censimento degli alunni iscritti alle scuole superiori e distribuzione in base alla valutazione d'esame ; 7a. fase: confronto dei risultati dei test di entrata alla prima classe di scuola superiore con i risultati dei test d'uscita ; 8a. fase: confronto tra l'esito dello scrutinio del primo anno superiore e l'esito d'esame dei 722 alunni presi in esame 9a. fase: raccolta notizie sul curricolo di un campione di alunni, con diversa valutazione d'esame, nel corso del biennio superiore. Il confronto di idee tra gli insegnanti ha portato a considerazioni su cui val la pena riflettere:
Le varie fasi del progetto hanno evidenziato anche dei dati oggettivi:
![]() Si nota che è forte la domanda verso l'istruzione tecnica e professionale : i due dati sommati insieme corrispondono al 59.8% dell'intera scolarità. L'utenza sembra richiedere "professione". Non da meno, però, è la richiesta di una cultura "polivalente", per cui le iscrizioni in licei e istituti magistrali insieme arrivano al 40%. Conclusioni. Non credo ci sia un modello ideale da seguire con sicuro successo, o ricette da consigliare, ma sicuramente alcuni punti fermi da suggerire agli operatori della scuola e ai legislatori mi sento di sottoscriverli.
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