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di Francesco Mulas | |||
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Dal 1995, un intenso bombardamento da parte dei media sta creando un nuovo bisogno indotto. Oscillando tra mitizzazione tecnologica e causa di tutte le devianze del sistema sociale alle soglie del terzo millennio, la Rete si fa strada nella mente dell'opinione pubblica. Per l'incompetenza classica di chi ha una visione superficiale di cosa sta descrivendo, Internet è presentato come un covo di pedofili, pornografi, hacker, un luogo virtuale nel quale si raduna ogni sorta di eccentrici. Il confondere la causa con l'effetto è un'attività nella quale spesso ci dilettiamo. Rovesciamo per una volta il concetto: la Rete è uno specchio del sistema sociale e tutto ciò che in essa prende forma altro non è che la trasposizione digitale di tensioni reali. Ciò la rende estremamente interessante anche per la simulazione di percorsi informativi, dribblando l'onnipresente futile (non è questa una nostra missione di educatori?), e come osservatorio sociologico. Certamente, la connettività che con essa si identifica è ciò che ha principalmente destato interesse nei collegi docenti della nostra tanto vituperata scuola italiana, dapprima per inoculazione di docenti appassionati, in seguito, con sempre maggiore insistenza, per una sempre più diffusa presa di coscienza delle potenzialità tecnologiche di questo nuovo complesso di strumenti telematici. Non è questa la sede per un'analisi delle cause dei ritardi e della timidezza con i quali Internet sta entrando nell'attività didattica tradizionale, sebbene di abbastanza facile identificazione: cause economiche, strutturali, culturali, psicologiche, solo per citarne alcune. Tra l'altro, se questo è l'interesse di fronte a tale rivoluzione mediale, possiamo facilmente immaginarci il disinteresse con il quale venivano accolte le esperienze pionieristiche di chi di telematica si è occupato in passato e con altri sistemi. L'unica sfortuna di sistemi come Fidonet è quella di essere meno luccicante, meno "esteticamente corretta", di non sparare nei cavi orpelli inutili. Credo che la storia del Gruppo Insegnanti per la Teledidattica, sia una storia comune a molti gruppi simili in tutto il Paese. In buona sostanza, i "soliti" docenti in perenne ricerca del nuovo, animati da quell'insoddisfazione per le cose che fa muovere il mondo, si sono incontrati, facendo convergere interessi e passioni per informatica e telematica, nella tensione di poter importare nella loro professionalità mezzi e metodi innovativi. Tali aspettative emergenti, hanno quindi trovato un'altro elemento essenziale per la nascita, un'Istituzione scientifica illuminata (nel nostro caso il Museo Tridentino di Scienze Naturali) che ha accolto il gruppo, fornendo supporto logistico e tecnologico. Dal Febbraio 1996 e per alcuni mesi, il gruppo si è configurato come un semplice "gruppo di discussione" per la condivisione delle informazioni, dagli aspetti più pratici sulle connessioni alle tematiche più strettamente didattiche. L'evoluzione successiva è consistita nel partire con attività di divulgazione. Sono stati realizzati incontri specifici per docenti e prodotto materiale documentario. La terza fase, nella quale il gruppo sta entrando, è quella di creare risorse umane per importazione nelle sedi di provenienza di specifiche competenze, non tralasciando le istituzioni educative preposte all'aggiornamento degli insegnanti. In tal senso, sono state avviati contatti con l'agenzia per l'aggiornamento della nostra provincia, l'IPRASE. Forte è anche l'esigenza di aggregarci attorno a specifici progetti. Un progetto in particolare, per l'apprendimento collaborativo nel campo delle discipline scientifiche, sta tentando di arrivare a termine. Dal punto di vista della visibilità sul panorama sociale, considerando la necessità di un'interazione formale e sostanziale (anche economica) con altre Istituzioni, il gruppo si costituirà a breve come Associazione senza scopo di lucro. |