L'anello di Moebius

di Francesco Mulas

A. F. Moebius, astronomo e matematico tedesco (1790-1868), è un pensatore al quale dobbiamo diverse cose, tra le quali lo sviluppo dei primi aspetti del calcolo vettoriale. Ma Moebius è probabilmente conosciuto per una sua geniale invenzione, un anello, che per diritto di paternità prende il suo nome. L'anello di Moebius è un oggetto tanto semplice ed elegante, quanto inquietante, al punto da aver attirato l'attenzione di matematici ed artisti, tra i quali ricordiamo il grande Escher che ebbe modo di interpretarlo in una sua splendida raffigurazione.
La caratteristica principale di questo anello è il fatto di essere una superficie con un solo lato.
Costruirlo è facile; basta ritagliare una strisciolina di carta e chiuderla ad anello. Ma un attimo prima di congiungerne gli estremi bisogna impartire ad una delle estremità una decisiva e magica rotazione di mezzo angolo giro.

Cosa può avere in comune la Scuola con questo anello?
La qualità dell'offerta formativa della scuola passa sicuramente dalla progettazione cooperativa. Ognuno di noi, vincendo quelle che si configurano sia come resistenze culturali, che rigidità psicologiche, deve essere disposto non solo a rendere bene comune le proprie produzioni, ma anche a lasciarsi attraversare dalle produzioni altrui, definendo un progetto unitario che nasce dalla mediazione. Per diverse cause, fino ad oggi le dinamiche di gruppo hanno definito solo mediazioni locali, sulla scala dei singoli istituti e plessi, più raramente in una dimensione più vasta.
Internet può amplificare questa circolazione di idee, sia in senso geografico che culturale, rendendo possibile quell'estrema conseguenza che oggi viene chiamata "intelligenza collettiva".
La scuola non può rimanere estranea ai nuovi standard comunicativi offerti da Internet. Diversamente, la circolazione continuerà ad essere descrivibile solo attraverso un anello classico, perché chiusa, locale, non osmotica rispetto a realtà remote ed altre.
L'anello di Moebius, può essere percorso all'infinito, ma rivolgendosi talora verso il mondo esterno, talora quello interno. Una circolazione diversa, innovativa, più ampia. Con Internet non solo possiamo sincronizzare le proposte su una scala maggiore (l'intero sistema scolastico), ma anche costruire dei ponti verso gli altri mondi, l'Università, il Lavoro, le Istituzioni.

Internet, come molti sanno, è lo sviluppo pacifico di uno strumento militare. Arpanet, il padre, è nato perché l'informazione doveva passare anche in caso di attacco nucleare, perché un sistema maggiormente simile ad una rete neuronica avrebbe comunque fatto passare l'informazione. A fronte delle singole resistenze, la scuola ha bisogno di un sistema di questo tipo, che faciliti ulteriormente le possibilità di trasmissione dei segnali propositivi, per stimolare quel circolo virtuoso che in molti casi non si è attivato nemmeno nelle realtà locali.
In questo senso, la posta elettronica, le mailing list, i forum sono senz'altro gli strumenti attualmente più potenti.

Il Gruppo Insegnanti per la Teledidattica, del quale faccio parte, si sta muovendo nella direzione della divulgazione, per gettare le basi di un sistema scolastico connesso in tecnologia Internet, ben conscio comunque dei rischi legati ad un'interpretazione superficiale o "estetica" dell'uso di questi nuovi media, in particolare del web. Affiancare questo ed altri strumenti telematici alle tradizionali metodologie didattiche richiede grande progettualità.

Il web, e forse l'intera Rete, è il riflesso del sistema sociale contemporaneo. Possiamo trovare di tutto, dal sito eccezionalmente arricchente, fino a quello più devastante, passando per l'onnipresente futile. Non gettiamo via tutto. Così come nessuno in una visita guidata in una grande città si sognerebbe di portare i ragazzi in un quartiere malfamato, così in una visita guidata virtuale gli alunni devono essere condotti verso siti utili sul piano didattico-formativo.
Ragionando in positivo, Internet si configura come quell'immenso laboratorio virtuale nel quale possiamo abituare i ragazzi a progettare percorsi informativi, puntando alla sostanza di una ricerca e stimolando il loro senso critico verso la discriminazione di ciò che è utile e ciò che non lo è. Attività questa altamente formativa, per la guida verso un modello mentale "anti-zapping", la cui importazione nella realtà di tutti i giorni è quanto meno auspicabile.

Per progettare in questo nuovo scenario dobbiamo conoscerlo a fondo. Penso che l'attività dei pionieri sia fondamentale. Prima che la Rete diventi un giocattolo molto sofisticato e basta, prima che si arrivi alle prime esperienze di naufragio (in un mare che qualcuno ha interesse a mantenere dispersivo data l'impossibilità di un suo controllo), prima della logica "dell'esserci" e basta, dovremmo produrre materiale, esperienze, spianare la strada a chi arriverà un po' più tardi.

Propongo su Tracciati la nascita della rubrica "Moebius", una rubrica che possa accogliere progetti sull'uso dei singoli strumenti della Rete, progetti pionieri che aprano i sentieri (vedi il titolo della rivista) a chi si prepara al grande trek verso l'intelligenza collettiva della Scuola.