La nuova scheda di valutazione
C.M. n. 491, prot. N. 44934, 7 agosto 1996

di Ubaldo Pernigo

Con la circolare 491 del 7 agosto 1996 inerente la "Valutazione degli alunni della scuola elementare e dell'istruzione secondaria di primo grado", il Ministero della Pubblica Istruzione ha introdotto un'innovazione che, oltre a suscitare un dibattito interno ed esterno alla scuola, vede la sua applicazione già da questo anno scolastico.

La circolare ministeriale, nel prendere atto del cambiamento positivo della valutazione nella scuola dell'obbligo, come naturale evoluzione della legge 517/77 e della C.M. applicativa n. 258/78, che ha visto affermarsi "accanto alla funzione certificativa" quella "regolativa in grado di consentire, sulla base delle informazioni via via raccolte, un continuo adeguamento delle proposte di formazione alle reali esigenze degli alunni e ai traguardi programmati per il miglioramento dei processi e dei risultati, sollecitando altresì la partecipazione degli alunni e delle famiglie al processo di educazione", inserisce modifiche sostanziali al precedente modello di scheda di valutazione.

Le motivazioni dell'innovazione vengono indicate nella Circolare ministeriale in tre punti. "Si è rilevata, infatti, la necessità:

  • distinguere tra funzione certificativa-comunicativa e funzione didattico-formativa della valutazione;
  • ridurre il carico di lavoro redazionale che pesa sull'insegnante, con evidenti diseconomie nella distribuzione degli impegni professionali;
  • garantire chiarezza alle informazioni valutative destinate agli alunni e alle loro famiglie.

Per raggiungere gli scopi citati dalla Circolare Ministeriale vengono modificati sia il modello della scheda, che risulta decisamente semplificato rispetto al precedente (D.M. 5 maggio 1993 e C.M. n. 167 del 27.5.1993), sia la procedura di trascrizione, venendo la scheda redatta in una unica copia originale e demandando alla segreteria, unitamente alla "compilazione dei dati di natura amministrativa", la messa a punto della "copia conforme per le esigenze documentali".

Prima di entrare nel merito della nuova struttura adottata per la scheda di valutazione e descriverne in modo comparato e critico le caratteristiche, occorre trovare la continuità che lega il lavoro svolto fino ad ora dagli insegnanti, a seguito dell'applicazione della scheda di valutazione introdotta con la C.M. n. 167 del 27.5.1993.

La nuova circolare ministeriale, infatti, nell'introdurre già da questo anno il nuovo modello di scheda ne dà carattere provvisorio ("In attesa di una revisione globale del sistema di valutazione della scuola dell'obbligo, connessa al riordino del sistema di istruzione, è sembrato opportuno a questo Ministero operare già per l'anno scolastico 1996-'97 ...") e conferma che restano "fermi ... i presupposti teorici della valutazione" e che "i modelli e gli strumenti di valutazione, fin qui elaborati con sostenuti ritmi di cambiamento e arricchimento, poggiano su presupposti teorici e pedagogici tuttora validi" mantenendo una sorta di continuità con le disposizioni date in precedenza e in particolare con la circolare che introdusse il precedente modello di scheda.

Se da una parte viene sgravata la parte certificativa e alcuni quadri spariscano, nel nuovo modello si ribadisce come sia "responsabilità del collegio dei docenti nell'ambito della propria autonomia progettuale e di organizzazione dell'attività educativa e didattica, scegliere, adottare o costruire strumenti interni che abbiano carattere funzionale rispetto all'attività di valutazione e, più in generale, alla qualità dell'azione educativa". La scomparsa dei quadri Q1 e Q2 relativi alla situazione di partenza non esime il collegio docenti dall'adottare idonei e analoghi strumenti interni in questo senso ("Si richiama l'importanza della rilevazione della situazione iniziale di ciascun alunno nella dimensione cognitiva, affettiva e relazionale e delle conseguenti proposte di interventi individualizzati atti a valorizzare le potenzialità dell'allievo e a soddisfare i bisogni riscontrati").

Unitamente alle "prove di verifica riferite agli indicatori/criteri che hanno finora orientato le procedure di programmazione e di valutazione" tutte le "informazioni andranno sinteticamente riportate nei documenti di programmazione del consiglio di classe e di team secondo le modalità che ciascuna istituzione scolastica riterrà più opportune e saranno comunicate ai genitori degli alunni nel corso degli incontri periodici scuola-famiglia".

Dalla lettura della circolare ministeriale, risulta chiaro come il lavoro svolto finora dalle diverse realtà scolastiche possa venire mantenuto pressoché invariato e come vi sia maggiore libertà d'azione per il collegio dei docenti nella parte progettuale. Se questo può confortare i collegi docenti che vedono così salvaguardato il loro lavoro, il modello, così come proposto, suscita, comunque, alcune perplessità sia per come si è inserito, nei modi e nei tempi, sia per alcune scelte docimologiche e di forma.

Si può, inoltre, osservare come le semplificazioni introdotte riguardino più la compilazione della scheda che il modo di operare degli insegnanti, del consiglio di classe e del collegio dei docenti, chiamato quest'ultimo, come prima, ad occuparsi della parte progettuale comune e trasversale alla scuola.

Di certo si tratta di una messa a punto veloce, che ha visto succedersi ad una prima versione la correzione di alcune parti (nella prima versione era stato finalmente introdotto uno spazio per la seconda lingua straniera ma le Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali erano disposte in un unico quadro e ciò costituiva un palese errore).

Descrizione comparata

Il modello della nuova scheda è stata suddiviso in tre sezioni distinte, contro le cinque della versione precedente.

La prima sezione (frontespizio) è destinata a raccogliere i dati anagrafici dell'allievo e l'attestato di ammissione alla classe successiva. Questa parte viene compilata dalla segreteria della scuola. Non vi sono più i riferimenti ai risultati degli anni scolastici precedenti ed è stato tolto lo spazio riservato all'eventuale concessione del nulla osta per il passaggio ad altra scuola. Innovativo è il riferimento esplicito all'uso di procedure informatiche per svolgere questi compiti di segreteria.

La seconda sezione del modello precedente è stata rimossa. Sono, infatti, scomparsi dal nuovo modello il quadro 1, della "Situazione di partenza rilevata per determinare gli obiettivi e le strategie di intervento", e il quadro 2 sulle "Finalità da conseguire e procedimenti individualizzati per favorire i processi di apprendimento, lo sviluppo personale e l'orientamento".

Rimane, tuttavia, compito del collegio dei docenti e dei consigli di classe il mantenimento di queste strutture. La semplificazione riguarda, in questo caso, più la compilazione della scheda che la sostanza del modo di procedere fino ad ora adottato. Molte realtà scolastiche con cui mi confronto hanno, infatti, solamente rimaneggiato il lavoro degli anni precedenti in un'ottica di miglioramento continuo del proprio modo di lavorare ed essere scuola. Personalmente credo che l'attenta messa a punto dei contratti formativi e il loro uso, possa far uscire dalle relazioni dei docenti e dai consigli di classe la programmazione, tempi e obiettivi personalizzati. In questa direzione andrà speso ulteriore tempo progettuale da parte dei collegi.

La seconda sezione raccoglie i "giudizi per disciplina". E' qui che troviamo un'innovazione radicale rispetto al passato modello. E' forse la parte che ha suscitato più perplessità e critiche da parte di una fascia di docenti, di alcune riviste specializzate e che ha trovato eco sulla stampa tutta.

E' sparita la parola "analitici", gli indicatori sono ora posti sotto la denominazione della disciplina e sotto questi vi è uno spazio dove i docenti dovranno indicare un giudizio di tipo sintetico. Disciplina per disciplina, "ogni insegnate esprimerà, nel rispetto dei principi di collegialità, trimestralmente o quadrimestralmente (a seconda dell'ordine di istruzione e delle decisioni del collegio dei docenti), un giudizio sintetico che testimoni il livello di apprendimento raggiunto dall'alunno". Il giudizio sintetico è stato graduato secondo la scala usata per gli esami di licenza con l'aggiunta di una voce "non sufficiente". Vi poi è uno spazio ulteriore a disposizione degli insegnanti. La circolare mantiene anche qui il legame con il passato, facendo esplicito riferimento a indicatori e criteri "interni" alla scuola e adottati da ciascun collegio. L'innovazione viene motivata nell'"alleggerire le procedure operative e per rendere più efficace la comunicazione". Se la prima parte mi trova concorde la seconda motivazione trova i dubbi che tutti i sistemi valutativi pongono all'utenza. Il modello precedente non era certo di facile comprensione per tutte le famiglie ma poneva l'accento sulla dinamicità dello sviluppo degli alunni articolato per indicatori e per progressi (utilizzando le lettere dalla A alla E). Il nuovo modello risulta in apparenza più comprensibile, ma voci quali "distinto" non usate comunemente e un "buono" di ampio respiro, risulteranno comunque difficili da comprendere ai fruitori del servizio. Lo stesso raggruppamento in un'unica voce delle diverse sfaccettature con cui si presenta anche la fascia inferiore, non risulterà chiaro all'utenza e non è corretta dal punto di vista docimologico.

Anche in questo caso i contratti formativi dovranno sopperire alla sintesi cui la scheda porta.

La terza e ultima sezione è dedicata alla "valutazione sul livello globale di maturazione". La forma del quadro è quella del modello precedente. Vi è una differenza sostanziale però nei riferimenti al suo contenuto. La nuova circolare vi fa riferimento nei seguenti termini: "Si tratta in sostanza, di un profilo dinamico conclusivo (di periodo o di anno), che evidenzi i progressi ottenuti rispetto al livello di partenza, gli interessi manifestati e le attitudini promosse nonché eventuali distanze negli apprendimenti dell'alunno dai traguardi comuni, al fine di progettare nuove azioni da intraprendere" (C.M. 491/1996). Il riferimento ai "traguardi comuni" differenzia questo giudizio globale dal precedente modello. La C.M. 167/1993 laddove analizza il quadro 4 esplicita come "la valutazione sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno sarà rapportata agli obiettivi educativi e didattici fissati nella programmazione, in aderenza alle caratteristiche soggettive e verificate, e agli interventi realizzati nel corso dell'anno".

Questa innovazione fa sentire la necessità di un valutazione che da una parte compendi le caratteristiche soggettive dell'allievo e dall'altra la coniughi con i traguardi comuni che la scuola deve comunque porsi.

La valutazione interna

La circolare ministeriale ribadisce che il percorso valutativo e gli strumenti adottati devono venire decisi "nell'ambito della propria autonomia progettuale e di organizzazione dell'attività educativa e didattica" dal collegio dei docenti. Tali informazioni andranno "sinteticamente riportate nei documenti di programmazione del consiglio di classe" e andranno comunicati "ai genitori degli alunni nel corso di incontri periodici scuola-famiglia".

Verrà in questo modo altresì rivalutata l'importanza del contratto formativo e del fascicolo personale dell'allievo, istituito con D.M. 16.11.92, e non sempre presente in modo organizzato e funzionale al suo uso nelle scuole.

Conclusioni

Superando critiche e dubbi cerchiamo di usare bene questo strumento e prendiamo atto della positiva volontà ministeriale di creare un dibattito e un confronto sulle questioni della valutazione anche nell'ottica di un "riordino del sistema di istruzione". Nell'ultimo capoverso la circolare recita infatti: "E' intento di questo Ministero procedere ad un approfondimento delle questioni afferenti alla valutazione in campo educativo e didattico, attraverso la promozione di ricerche specifiche e con la raccolta di proposte ed orientamenti avanzati dagli insegnanti e dalle scuole sulla base della loro attività e di significative esperienze realizzate".

La valutazione, seppur vitale e basilare, non è che uno dei tanti aspetti del pianeta scuola media. Molti altri problemi quotidiani (aumento degli alunni per classe e conseguente individualizzazione dell'insegnamento sempre più difficile, leggi avanzate ed attente ai bisogni ma inapplicabili per mancanza di risorse, disparità tra docenti delle diverse discipline -guai a dirlo- in termini di orari e di carichi di lavoro, sempre nuovi progetti a soluzioni dei problemi demandati alla scuola, continuo aumento dei carichi di lavoro non remunerati, inutili consigli di classe mensili monchi per l'assenza 'legale' di chi ha più di sei classi, scelta delle utilizzazioni per soprannumerarietà e non sempre per competenza, c'è chi fa gli esami ogni anno, chi ogni tre anni e chi mai, ruolo e oneri dei coordinatori, c'è chi non fai mai il coordinatore -perché quasi sempre lettere e matematica-, ..., e molti altri) non vedono all'orizzonte soluzioni o prospettive.