Il mancato insegnamento della lingua straniera
nella scuola elementare

(quando fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, o forse solo un bicchier d'acqua)

di Sandra Farnedi

In Italia molte leggi non vengono rispettate, ma quella che riguarda l'introduzione dell'insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare, sembra essere stata progettata con la certezza che sarebbe stata disattesa. La legge n. 140 del 5 giugno 1990 relativa alla riforma della scuola elementare, prevedeva l'introduzione di una lingua straniera (chiamata in gergo L2) come materia di insegnamento da aggiungere a quelle già previste. A tale legge ha fatto seguito il D.M. n. 293 del 28 giugno 1991 che ne definiva le modalità attuative le quali venivano ulteriormente precisate nella C.M. n. 116 del 21 aprile 1992. Da allora sono passati quattro anni.

A quell'epoca i genitori che, come me, avevano bambini in età di scuola materna si ritennero particolarmente fortunati perchè ai loro figli, a partire dalla seconda elementare, sarebbe stata insegnata anche una lingua straniera.

Purtroppo le cose non sono andate così. Ad oggi l'insegnamento della seconda lingua nella scuola elementare è talmente poco diffuso che una circolare ministeriale del 17 luglio 1995 fornisce indicazioni atte a far sì che entro l'anno scolastico 1997/98 si riesca a coinvolgere in tale insegnamento almeno il 60-70% degli alunni interessati.

Non sono purtroppo riuscita ad ottenere dati relativi alla situazione attuale, ma la mia sensazione è che siamo ancora molto lontani dal 50%.

Voglio raccontarvi la mia esperienza di madre, illusa prima e rapidamente disillusa poi, su tale questione. Mia figlia ha cominciato a frequentare la scuola elementare nell'anno scolastico 1993/94 e già allora la Direttrice ci disse che probabilmente ci sarebbero stati problemi ad introdurre l'insegnamento di L2 fin dalla seconda (del resto lo stesso D.M. 293 consiglia, nella fase di transizione (?), di attivarlo solo dalla terza), ma che non disperava di riuscire ad attivarlo per gli anni successivi. Allora non mi posi grossi problemi e vissi tranquilla fino all'inizio della terza elementare quanto la Direttrice ci riconvocò dicendoci che i nostri figli non avrebbero usufruito dell'insegnamento della seconda lingua perchè non era possibile reperire docenti idonei! Noi tutti genitori rimanemmo esterefatti: ma come, con tanti insegnanti di lingue disoccupati possibile che non ce ne sia qualcuno disponibile per i nostri bambini? Alcuni genitori, udite udite, avanzarono l'ipotesi che forse i laureati non vogliono insegnare nelle scuole elementari perché se lo facessero il loro ruolo sarebbe sminuito!!!

La motivazione fu presto chiarita: il problema non era la disponibilità degli insegnanti di lingue, ma il fatto che per insegnare L2 occorre essere già insegnanti elementari di ruolo e aver seguito un corso di formazione di 500 ore nella lingua che si intende insegnare. La laurea in lingue moderne, corredata magari da un'abilitazione per le scuole medie, non è sufficiente! Questo spiega la penuria di insegnanti di L2. E il ministero si dà un gran da fare per dare consigli ai Direttori Didattici su come reperire docenti disponibili. Ma per quale motivo un docente di ruolo dovrebbe sobbarcarsi l'onere di seguire un corso di formazione di 500 ore con relativo esame finale solo per fornire tale ambìto insegnamento ai propri alunni? E' abbastanza naturale che solo pochi siano dotati di un così alto spirito di sacrificio!

Va chiarito inoltre che la legge prevede due possibili figure di insegnante di L2: lo specialista che insegna L2 a sei o al massimo a sette classi diverse e lo specializzato che invece insegna L2 solo alle classi del proprio modulo. Il D.M.293 auspica che la figura dello specialista sia transitoria (non è ben chiaro quanto debba durare la fase di transizione) infatti ritiene che "l'insegnamento della lingua straniera rappresenta una articolazione interna della funzione docente nella scuola elementare", però la C.M. 116 che dà le prime norme attuative recita: "L'insegnamento si svolgerà prevalentemente con l'insegnante specialista che opera su più classi". Dal 1992 ad oggi si sono susseguite varie circolari atte a reperire docenti disponibili; in particolare, quella del 1 agosto 1996 fa un'analisi della situazione e scopre che molti insegnanti hanno seguito il motto "impara l'arte e mettila da parte", infatti afferma, senza fornire dati precisi, che "una notevole percentuale di docenti in possesso della prescritta competenza non opera né come specialista né come specializzato". Quindi non solo la combinazione dei titoli richiesti è difficile da reperire, ma neppure tutti gli insegnanti già idonei vengono utilizzati! La soluzione al problema dell'insegnamento di L2 mi sembra talmente semplice che mi vergogno a proporla e quindi pongo delle domande "propositive":
Per quale motivo si vuole ricorrere solo ad insegnanti elementari di ruolo e non si vuole far ricorso, neppure in una situazione di transizione, ad insegnanti temporanei (i cosiddetti "precari" che abbondano in tutte le nostre scuole di ogni ordine e grado) laureati in lingue moderne?
Perchè non dare ai laureati in lingue la possibilità di insegnare nelle scuole elementari come specialisti seguendo un corso, non di formazione sulla lingua, ma sulla metodologia di insegnamento della stessa ai bambini in età scolare, conseguendo così l'abilitazione all'insegnamento di L2 ed entrando in ruolo sui posti disponibili?

E ancora, nel nostro paese si continua a pensare che per insegnare nelle scuole elementari non servano studi particolarmente approfonditi: un corso di 500 ore è considerato sufficiente per la preparazione linguistica di un docente. Io esprimo tutte le mie riserve in proposito.