L'esperienza della sperimentazione "SIRIO" nelle scuole serali

di Alessandra Veronese

1. Che cosa è SIRIO?

Sirio è un progetto di sperimentazione riservato agli studenti dei corsi serali. Chiunque abbia avuto occasione di insegnare, anche per poco tempo, in tali corsi, si è senza dubbio reso conto delle enormi difficoltà incontrate - dagli studenti ma anche da molti docenti - nello svolgimento del programma. Infatti, poiché gli studenti sono tutti o quasi lavoratori, nella maggior parte dei casi hanno a disposizione pochissimo tempo per studiare a casa. Accade quindi spesso che molti decidano di ritirarsi nel corso dell'anno scolastico, che assai numerosi siano i casi di insuccesso e che la scuola non riesca - alla fine - a realizzare quella che dovrebbe essere la sua finalità primaria, vale a dire il "recupero educativo" di adulti che per le più svariate ragioni hanno abbandonato la scuola durante gli anni dell'adolescenza.
Ovviamente non si può pensare di rendere più appetibili dei corsi di studio serali semplicemente "facilitandoli". Le promozioni indiscriminate, oltre ad essere moralmente discutibili, hanno a mio avviso un contenuto fortemente antidemocratico, perché puntano solo ad un riconoscimento formale di capacità che molti non hanno di fatto acquisito: e in un mondo del lavoro come quello italiano, nel quale il tradizionale "pezzo di carta" ha oramai perso gran parte del suo valore, appare insensato un processo di formazione che non metta il singolo individuo nelle condizioni di diventare competitivo.
Per questa ragione è quanto mai opportuna l'esistenza di un corso sperimentale pensato specificamente per gli studenti dei corsi serali, con caratteristiche differenti rispetto alle sperimentazioni dei corsi diurni, che tenga in considerazione non solo le difficoltà, ma anche le potenzialità di un pubblico studentesco adulto. Mi sembra che - nonostante una serie di incongruità alle quali accennerò - Sirio si presenti con alcuni caratteri di innovazione di un certo interesse.

2. Difficoltà e potenzialità di un pubblico studentesco adulto

Il presupposto di Sirio è che un pubblico di studenti adulti, nella maggior parte dei casi già inserito nel mondo del lavoro, si trovi di fronte a difficoltà diverse rispetto a quelle di un normale corso diurno. Allo stesso tempo, proprio le caratteristiche di età e maturità, unite ad una spesso forte motivazione, permettono allo studente dei corsi serali di affrontare alcuni problemi e argomenti in modo più efficace.
Tra le maggiori difficoltà, potremmo sinteticamente citare:

  • poco tempo a disposizione per studiare
  • la stanchezza e il conseguente calo di attenzione (soprattutto alle ultime ore)
  • le assenze per motivi di lavoro
  • le situazioni familiari (non sempre il coniuge, o i figli, accettano di buon grado l'assenza per cinque sere su sette dello studente).
Tra gli elementi di forza degli studenti dei corsi serali ci sono invece:
  • la forte motivazione
  • la maggiore maturità
  • la possibilità di comprendere alcune questioni anche attraverso le proprie esperienze personali.
Quest'ultimo punto è particolarmente importante: per materie come italiano o storia, avere di fronte un pubblico adulto, in grado di meglio comprendere alcuni sentimenti o di fare riferimento alle proprie esperienze personali aiuta moltissimo; anche alcune materie tecniche, che rappresentano la parte "teorica" di un'esperienza pratica che molti già possiedono, risultano di più facile apprendimento pur con minor tempo a disposizione.
Il progetto Sirio si propone, pertanto, di ridurre alcune delle difficoltà incontrate dagli studenti e di valorizzare le loro esperienze lavorative. Idea-forza di tale progetto consiste in un percorso flessibile, che valorizzi l'esperienza di cui sono portatori gli studenti.

3. Caratteristiche strutturali di SIRIO

Dal punto di vista strutturale, SIRIO dovrebbe consentire di introdurre alcune novità. Negli intendimenti del MPI verrebbero ad esempio modificati:

  1. l'orario delle lezioni;
  2. il calendario scolastico;
  3. le modalità di aggregazione degli studenti;
Dovrebbero poi essere introdotti:
  1. crediti formativi;
  2. tutoring;
  3. una nuova figura di coordinatore.
3.1 Orario delle lezioni
La distribuzione delle lezioni avviene su cinque giorni e il numero delle ore totali di frequenza risulta diminuito rispetto al corso tradizionale. Nel biennio lo studente deve seguire un massimo di 25 ore settimanali di lezione, 17 delle quali dedicate alle materie di area comune; nel triennio le ore rimangono 25 per il corso ragionieri e periti aziendali, mentre i geometri dovranno frequentare 28 ore di lezioni alla settimana.
Commento: la riduzione dell'orario mi sembra un'ottima idea. Tiene conto della realtà (vale a dire che in effetti gli studenti dei corsi serali, con pochissime eccezioni, non riescono a frequentare per un numero di ore superiore alle 25-28). Un problema potrebbe essere costituito dal triennio geometri: dove posizionare le 3 ore eccedenti? Non conosco la situazione di altri istituti: per quanto riguarda il nostro, ben pochi potrebbero trovarsi a scuola un'ora prima (già adesso, con l'inizio delle lezioni fissato alle 18.20, molti non entrano in classe prima delle 18.30-18.40, perdendo di fatto una buona parte della prima ora lezione). Mi sembra problematico anche far rimanere gli studenti (e i bidelli) a scuola un'ora in più (il livello di attenzione, all'ultima ora, è già basso).

3.2 Calendario scolastico
Dovrebbe essere possibile "rompere" la tradizionale divisione settimanale dell'orario ed effettuare moduli intensivi e recuperi.
Commento: ritengo anche questa una buona idea. Purtroppo è di difficile attuazione se - come da noi - si sono attivati solo i corsi per le classi prime. A mio avviso, però, perché questa "modularità" funzioni bene sarebbero necessari alcuni "atti di coraggio" da parte del MPI (e dei suoi ispettori). Ad esempio, bisognerebbe accettare che un docente possa lavorare (il che nel linguaggio ministeriale significa "fare lezione frontale": come è noto il resto non conta...) per un mese 25 ore la settimana e "solo" 11 il mese successivo. Tale "rivoluzione" consentirebbe di effettuare lezioni in compresenza. Penso, a titolo esemplificativo, a materie come italiano e inglese: a volte il docente di lingua straniera si scontra con la non conoscenza di alcuni elementi grammaticali e sintattici, il cui insegnamento dovrebbe essere in carico al docente di italiano. D'altra parte, non sempre gli stessi problemi vengono affrontati nello stesso momento. La compresenza permetterebbe di coordinare e organizzare meglio il lavoro, e di dividere la classe in due, con ovvi vantaggi: meno studenti per docente, possibilità di confrontare immediatamente due metodi. La programmazione didattica, tra l'altro, avrebbe qualche possibilità di diventare una cosa un po' più seria di quello che è adesso.

3.3 Modalità di aggregazione per gli studenti
Dovrebbe essere possibile aggregare gli studenti prescindendo dalla comune nozione di classe, seguendo invece il criterio del livello. Si potrebbero quindi realizzare percorsi scolastici differenziati, basati sui livelli di conoscenza delle singole materie.
Commento: anche questa è un'ottima idea, che tiene conto della realtà. Vedo però alcuni rischi. Il percorso didattico differenziato va benissimo, a patto che non diventi una scorciatoia per diplomare degli analfabeti. Se, alla fine del percorso di studi, uno studente continua a non avere raggiunto gli obiettivi minimi in una determinata materia, bisogna avere il coraggio di rimandare di un anno il conseguimento del diploma. D'altra parte, se le carenze gravi riguardano solo una materia, potersi dedicare per un anno intero a quella sola materia dovrebbe permettere un recupero. Da un punto di vista didattico, poter insegnare a persone il cui livello di preparazione sia abbastanza omogeneo dovrebbe consentire di eliminare molti tempi morti, e di rendere più efficaci gli interventi.

3.4 Crediti formativi
Riconoscono il possesso di competenze, acquisite in seguito a studi già compiuti ed esperienze maturate in ambito lavorativo o studi personali coerenti con l'indirizzo di studi scelto.
Commento: trovo un'ottima idea quella di riconoscere dei "crediti" a chi, in ambito professionale, già svolga una determinata funzione: lo studente che usi tutto il giorno un computer per scrivere lettere potrà così ragionevolmente essere esentato dal frequentare le ore di trattamento testi. Mi sembra invece una pessima idea quella di riconoscere automaticamente delle competenze derivanti da corsi di studi già seguiti. Faccio un esempio basato sulla personale esperienza di quest'anno. Su 20 studenti della mia I SIRIO geometri, almeno la metà aveva smesso di studiare da più di 5 anni. Sulla carta, questi studenti erano tutti in possesso di una licenza media inferiore, che presupporrebbe (sempre sulla carta) un livello medio vagamente omogeneo. Ovviamente non è così: alcuni studenti non sanno scrivere, non hanno neppure una vaga idea di che cosa sia un verbo transitivo, una coniugazione; molti non leggono più nulla da anni. In una parola, sarebbe stato molto più serio fare un esame iniziale, cercando di capire quale fosse il livello di preparazione di base dei singoli.
Un altro problema (altrettanto, e forse più serio) è quello costituito dagli studenti che - provenendo da scuole private - cercheranno di iscriversi direttamente alle classi terze. Tutti credo sappiamo che in moltissimi casi le scuole private non preparano: sono dei diplomifici, lo studente paga e ottiene il famoso pezzo di carta. Iscrivere direttamente in terza uno studente riconoscendo i "crediti" certificati da tali scuole mi sembra delittuoso. Forse questo punto andrebbe rivisto.

3.5 Tutoring
Il tutor dovrebbe fornire aiuto agli alunni in difficoltà rispetto:
  1. al loro inserimento scolastico;
  2. all'attivazione di strategie idonee a colmare carenze strutturali;
  3. all'assistenza per sopravvenute difficoltà in ordine alla scelta degli studi.
La funzione di tutor è svolta da uno dei docenti del consiglio di classe e dovrebbe essere svolta all'interno dell'orario di insegnamento con eventuali modifiche dell'orario di cattedra o con l'attribuzione di ore eccedenti.
Commento: la figura del tutor è senza dubbio innovativa (soprattutto viene riconosciuto che lo svolgimento di attività diverse dalla tradizionale "lezione frontale" entra a far parte dell'orario di lavoro: notevole!). Il problema è che - svolgendosi tale attività durante le ore di lezione - non si sa bene quando gli studenti dovrebbero consultare il tutor. Forse bisognerebbe pensare ad uno spazio apposito.

3.6 Coordinatore
Al coordinatore sono assegnati, nell'ambito del progetto SIRIO, nuovi e impegnativi compiti. Cito dal testo del MPI: "il coordinatore ha, fra l'altro, il compito di definire:
  1. la distribuzione degli incarichi per il recupero;
  2. i raccordi e le integrazioni di materie;
  3. gli obiettivi trasversali, le strategie per realizzarli e le modalità per la loro verifica;
  4. le metodologie didattiche più idonee rispetto alle caratteristiche dell'utenza;
  5. l'organizzazione delle attività;
  6. le forme di autovalutazione;
  7. i criteri di valutazione;
  8. le modalità di attuazione dell'area di progetto."
Inoltre il coordinatore deve:
  1. organizzare e presiedere una riunione mensile con gli studenti sull'andamento della classe;
  2. curare il coordinamento del Consiglio di classe;
  3. raccogliere sistematicamente informazioni (andamento scolastico e disciplinare, problemi di relazione e/o socializzazione, assenze, ritardi) e curarne la diffusione.
Viene da chiedersi: e poi che altro? In pratica, la figura di coordinatore proposta è molto impegnativa. Stupisce dunque che nel testo del MPI non si faccia cenno alcuno alla possibilità di pagare diversamente il coordinatore, o di concedere (in alternativa) una diminuzione dell'orario di lavoro, o anche di permettergli di utilizzare le ore a disposizione per svolgere tale funzione. A mio avviso, questo è un limite enorme, e andrebbe rivisto. Non si può continuare a sperare che la scuola italiana si regga sul volontariato di alcuni: se si chiedono impegno e competenze maggiori, bisogna essere disponibili a pagarle. Una possibilità potrebbe anche essere quella di prevedere un più rapido avanzamento di carriera per coloro che si sobbarchino di tale compito. L'unica cosa certa è che - come il tutor - il coordinatore deve essere una figura "ufficiale", e che la sua attività deve essere formalmente riconosciuta.

4. Il contratto formativo

E' previsto, per SIRIO, un "contratto formativo" con specifici compiti:

  1. suscitare fiducia nell'istituzione scolastica specie nei confronti di chi abbia avuto con essa rapporti negativi;
  2. rinforzare negli studenti l'autostima e la consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità.
Il testo del progetto ministeriale cita, tra i possibili strumenti:
  1. i colloqui prima delle iscrizioni, in occasione dei quali verrà presentato il progetto formativo;
  2. i test d'ingresso;
  3. la definizione di eventuali crediti e debiti formativi nelle varie discipline.
Commento: per quanto riguarda i colloqui prima delle iscrizioni, non mi risulta che nel mio istituto siano stati fatti (non per lo meno, in modo formale). Sarebbe invece assai opportuno aprire - già in luglio e agosto - uno "sportello" informativo. In fondo, molti docenti non sono impegnati con gli esami e le ferie non durano 60 giorni. Due o tre docenti di ogni disciplina potrebbero dedicare qualche ora al giorno ai colloqui preliminari.
Per quel che riguarda i test d'ingresso, se ne potrebbero approntare di vario tipo. Ad esempio, uno dei test che abbiamo effettuato nella mia prima aveva come scopo quello di aiutarci a capire quali fossero stati i rapporti dei nostri studenti con la scuola, da quanto non ne frequentassero una, che cosa si aspettassero da noi. Personalmente, comunque, proporrò che alcuni test vengano effettuati prima dell'inizio delle lezioni: questo anche per permettere di predisporre per tempo i materiali e gli strumenti idonei ad eventuali azioni di recupero.

5. La valutazione e la verifica

Il testo del progetto SIRIO del MPI sottolinea come "verifica e valutazione debbano perdere, a maggior ragione nei confronti di un'utenza adulta, il loro valore sanzionatorio, per assumere la più appropriata connotazione di controllo di processi [...]. Osservazione e misurazione debbono tendere pertanto ad identificare le cause del differenziale tra risultati e obiettivi e avere come finalità principale quella di predisporre interventi per adeguare tecniche, metodi e strumenti. Sarà così sempre sottolineata la valenza formativa della valutazione e si creeranno le condizioni perché essa sia meglio vissuta ed accettata".
Tutte affermazioni condivisibili, credo, soprattutto da parte di tutti quei docenti che già da anni (caso mai il Ministero non se ne fosse accorto) hanno smesso di dividere il microcosmo della propria classe in buoni e cattivi. Detto questo, restano alcuni problemi:

  1. fare comprendere agli studenti il significato della verifica (personalmente, trovo molto difficile veicolare alcuni messaggi: quante volte ho ripetuto che non faccio le famigerate "medie matematiche"? Che per me conta soprattutto il progresso (anche se ovviamente non posso valutare solo quello)? Che l'impegno - a prescindere dai risultati immediati - entra a far parte della valutazione?
  2. rendere il livello delle verifiche più uniforme a livello di istituto. Non dico che tutti dovrebbero fare la stessa verifica nello stesso momento, ma credo che sarebbe bene studiare almeno qualche prova uguale per tutti, che permetta anche di evitare fenomeni noti, quali: ingiustizie palesi al momento dello scrutinio; fuga da alcune sezioni, ritenute "più difficili", verso altre, ritenute "più facili". Tra l'altro, l'effettuazione di verifiche comuni, magari corrette collegialmente, promuoverebbe più di tanti discorsi una reale collaborazione tra docenti della stessa materia e un confronto non teorico e verboso in relazione ai metodi di valutazione.

6. Recupero delle carenze

All'interno del progetto SIRIO si fa spesso cenno alla necessità di effettuare interventi di recupero tempestivi. Si propone di effettuare tali interventi di recupero il sabato, giorno "libero" degli studenti.
Commento: l'effettuazione degli interventi di recupero nella giornata di sabato mi trova perfettamente concorde. In questo modo, chi non ha problemi può godere di due giornate consecutive di riposo, con ovvi vantaggi psico-fisici. La questione di fondo è però: chi fa gli interventi? E con quali soldi?
Nel progetto del MPI non si dice nulla in proposito. Ci si domanda: quante ore di recupero si possono prevedere? Per gruppi di quanti studenti? A mio avviso, vanno scartati interventi di recupero simili a quelli del diurno: sarebbe ridicolo ritenere di poter sanare gravi carenze in 4-5 ore. Credo che l'unico intervento serio sia quello che - settimanalmente - aiuta lo studente a comprendere ciò che non ha potuto capire nel corso delle lezioni.
Anche in questo caso, ci vorrebbe un atto di coraggio da parte del MPI: gli interventi di recupero al sabato potrebbero essere effettuati da chi non ha un orario cattedra completo (e che ora viene mandato in giro come un pacco postale per permettergli di raggiungere le fatidiche 18 ore) e da chi ha ore a disposizione. Nel nostro istituto stiamo facendo un esperimento con i docenti a disposizione nella giornata di sabato: dato che non tutti servono per le sostituzioni di colleghi assenti, abbiamo aperto degli sportelli, purtroppo solo per alcune materie, in modo che gli studenti in difficoltà possano venire a scuola e chiedere un aiuto o un'ulteriore spiegazione ai docenti disponibili.

Conclusioni

In realtà, non voglio concludere nulla: il progetto SIRIO è - a mio avviso - ricco di elementi di novità, a cui si affiancano purtroppo le solite rigidità tipiche del nostro sistema scolastico. Potrebbe essere una bellissima occasione, un grimaldello per forzare certe "verità rivelate" che a tutt'oggi impediscono ai docenti, che vogliono farlo, di lavorare bene e con serenità. Credo stia almeno in parte a noi evitare che le pastoie burocratiche e l'atteggiamento mentale spesso chiuso di alcuni ispettori ministeriali rovinino tutto sin dall'inizio. Molte cose andrebbero ridiscusse, molte migliorate: io mi sono limitata ad indicare alcune questioni, esprimendo la mia personalissima opinione. Mi auguro che questo intervento, che è poi l'intervento di una docente assolutamente non specialista di questioni didattiche e di sperimentazioni, possa contribuire per lo meno ad aprire un dibattito. E poiché questo è il paese dei dibattiti sterili, mi auguro anche che alla fine i docenti dei corsi serali riescano a produrre un documento e cerchino di incidere - per quanto possibile - sul MPI, evitando che, come purtroppo accade spesso, le decisioni passino sopra le nostre teste.