A CHI INSEGNIAMO?

di giovanni tozzi

 

Una delle parole che più mi danno fastidio, parlando della scuola, è 'utenza'. Mi suona falsa, innaturale, disumana. Chi sono gli utenti della scuola? Ma davvero credono le 'nuove forze del nuovo' (non prendo nemmeno in considerazione la Confindustria che parla addirittura di 'clienti') che la scuola possa essere considerata alla stregua di un qualsiasi servizio? Le poste sono un servizio, i telefoni, le ferrovie, il trasporto urbano ma mai e poi mai la scuola. O meglio, la scuola è sì un servizio ma di diversa natura. Le poste organizzano un servizio che poi offrono ad una utenza interessata a tale servizio; nel caso della scuola il servizio non esiste prima e indipendentemente dagli studenti, sono questi l'unica e sola ragione della sua esistenza. In essa la collettività investe parte delle proprie risorse allo scopo di formare il 'civis', il cittadino consapevole dei propri diritti e doveri, formato al rispetto della legalit à e della pace (la Repubblica Italiana, dice la Costituzione, ripudia la guerra ecc.), convinto che la tolleranza e l'altruismo siano i fondamenti più sicuri della società, pronto ad intervenire a favore dei più svantaggiati, osservante della legge e...

La scuola non è un'azienda e sarebbe sciocco pensare di poterla 'amministrare' come una fabbrica o un ufficio. Eppure dal mondo dei servizi e dell'azienda oggi ci viene uno strumento, in parte nuovo, che potrtebbe aiutare l'insegnante e il Consiglio di Classe nella programmazione dell'intervento educatio e formativo nonché nella individuazione dei metodi e dei contenuti dell'azione didattica. Mi riferisco alle indagini volte a conoscere l'utente, al fine di offrire un servizio migliore. Nel nostro caso si tratterebbe di conoscere meglio i ragazzi e gli adoloscenti che ci vengono affidati (non perché noi ne facciamo quel che vogliamo!): cosa pensano; a cosa aspirano; come vedono se stessi, la scuola, i genitori, la società, il mondo; quali sono i loro bisogni formativi; cosa chiedono alla scuola; eccetera.

Non c'è scuola o istituto che non abbia un Progetto Educativo di Istituto (i manager lo chiamano Contratto di Formazione oppure Offerta Formativa, una definizione che dovrebbe essere cambiata in Come Questo Istituto Intende Realizzare il Progetto Educativo Nazionale ovvero della Collettività, alla quale solamente spetta il compito di fissare obiettivi educativi e formativi nonché gli standard cognitivi minimi). Non c'è PEI che non affermi solennemente la "centralità dell'allievo" ma è davvero raro vedere tale affermazione in prassi didattica e organizzativa (tanto per cominciare, non avete la fastidiosa sensazione che nella scuola non sia più l'Amministrazione ad esistere in funzione della Didattica, per rimuovere gli ostacoli e gli inciampi, ma sia quest'ultima ad esistere in funzione della prima?). Non ho esperienza diretta di cosa accada nella scuola dell'obbligo, so invece per certo che nella scuola superiore il distacco tra giovane e istituzione sta diventando incolmabile, che il sapere della scuola e i bisogni formativi dei giovani sono sempre più distanti, che ogni giorno che passa i giovani sono più estranei alla scuola e la scuola ad essi. A volta, quando la delusione prende il sopravvento sull'ottimismo della volontà, penso che la scuola italiana non sia più riformabile ma vada rifondata. Se una possibilità fosse rimasta, questa dovrebbe passare necessariuamente attraverso una più profonda conoscenza del giovane studente.

Dal più tradizionale test di ingresso al questionario di Cornoldi, De Beni e Gruppo MT, negli ultimi anni ho avuto modo di conoscere e di sperimentare alcuni strumenti di indagine sulle strategie di apprendimento e sull'atteggiamento verso la scuola degli studenti. Strumenti indubbiamente utili ma ancora troppo 'dentro la scuola', finalizzati cioè a conoscere le capacità dell'allievo, lo stile cognitivo, la motivazione, le strategie di apprendimento, l'organizzazione del lavoro personale, la sensibilità metacognitiva. Un altro strumento che si rivelò utilissimo, quando lo utilizzai per la prima volta, fu un questionario per indagare la percezione di me insegnante che avevano i miei studenti, il mio modo di fare lezione. Non fu facile scoprire che essi mi vedevano molto diverso da quello che io immaginavo o volevo essere; per la prima volta ebbi la possibilità di vederrmi dall'esterno. Da allora modificai il mio comportamento durante la lezione, in paerticolare quella frontale.

Oggi ho sotto mano due indagini svolte di recente (1997) nelle scuole superiori della provincia di Treviso. La prima, "I giovani e i valori", dell'Ufficio Scuola Educazione Università della diocesi di Treviso, si è occupata dei giovani di seconda, terza e quarta superiore; la seconda, "Progetto qualità-scuola 1997, del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unindustria di Treviso, delle classi quarte di due istituti di Treviso città (un IPSSCT e un ITC), di due Istituti di Castelfranco V.to (un ITC e un ITIS) e dell'istituto magistrale di Montebelluna.

In realtà ne ho sotto mano una terza ma non ho ancora avuto l'opportunità di studiarla. Si tratta del Questionario in uscita dagli stages dell'a.s. 1996/97, curato dalla Commissione Orientamento e Rapporti Scuola/Mondo del lavoro dell'ITSC "Riccati" di Treviso.

L'indagine della diocesi di Treviso

Gli studenti intervistati (110) sono per il 40% figli di padre lavoratore autonomo o imprenditore; per il 28% di padre impiegato; per il 20% di padre operaio; per il 13% di padre pensionato; le madri sono casalinghe (47%), impiegate (17%), lavoratrici autonome o imprenditrici (15%), operaie (15%), pensionate (5%).

Domanda: quale bisogno riesci a soddisfare a scuola?

stare insieme ai compagni (56%) conoscere altre persone (24,8%)

Domanda: quale bisogno vorresti soddisfare a scuola?

conoscere altre persone (42%) conoscere persone di altro sesso (33%)

Domanda: durante questi anni di studio hai migliorato i rapporti con i tuoi genitori?

sì (69,7%): intuiscono i miei bisogni (30,3%) e sono disponibili alle mie richieste (27,5%) no (32%): senza motivazione (69,7%), non intuiscono i miei bisogni (16,5%)

Domanda: nelle difficoltà di carattere scolastico, ti rivolgi ai genitori?

raramente (43%) spesso (33%)

Domanda: a chi preferisci rivolgerti, nelle difficoltà dello studio?

mi impegno di più (39,4%) ai compagni (36,7%) ai docenti (3,7%) !!!!!!

Domanda: a chi ti rivolgi, nelle difficoltà di tipo personale?

a coetanei (56,9%) alla famiglia (18,3%) persone estranee alla scuola (13,8%) a compagni di scuola (7,3%) al Centro di Informazione e Consulenza della scuola (0,9%)!!!!!

Domanda: chi vorresti come genitore?

un animatore (47,7%) un mito (28,4%)

Domanda: la scuola che frequenti ti insegna a stare con gli altri?

sì (56%) no (41,3%)

Domanda: la scuola che frequenti ti insegna a studiare con metodo?

sì (68,8%) no (30,3%)

Domanda: la scuola che frequenti ti insegna ad esprimere le tue idee?

sì (58,7%) no (40,4%)

Domanda: la scuola che frequenti ti insegna a lavorare in gruppo?

sì (51,4%) no (46,8%)

Domanda: Che cosa ti aspetti dalla scuola?

più occasioni di conoscere l'ambiente esterno (mondo del lavoro, società civile e culturale) (55%) va bene così com'è (19,3%) che vi sia un clima più sereno (15,6%) che vi sia maggiore disciplina (3,7%) che siano trasmesse più conoscenze (3,7%)

Domanda: Che cosa ti aspetti dagli insegnanti?

competenza (28,4%) giustizia nelle valutazioni (26,6%) fiducia (22,9%) ascolto (15,6%)

Domanda: Professionalmente, l'insegnante deve essere:

coinvolgente nell'insegnamento (57,8%) simpatico (11%) preparato nella sua materia (10,1%) in grado di farsi ascoltare (7,3%) giusto nelle valutazioni (6,4%)

Domanda: In prevalenza le lezioni si svolgono:

a seconda del comportamento della classe (42,2%) in modo colloquiale (34,9%) in modo autoritario (19,3%)

Domanda: Come ti senti a scuola?

accolto (43,1%) ascoltato (28,4%) sopportato (17,4%)

Domanda: Cosa miglioreresti a scuola (relazioni personali)?

il rispetto (40,4%) l'accoglienza (28,4%) la serenità (17,4%) la professionalità (5,5%)

Domanda: In famiglia parlate dei problemi che riguardano la scuola?

molto (50,5%) poco (41,3%)

Domanda: In famiglia parlate dei problemi riguardanti il futuro?

molto (50,5%) poco (36,7%)

Domanda: All'inizio del'anno scolastico i tuoi professori hanno tenuto conto della tua condizione reale (conoscenze, abilità, attitudini, problemi vari)?

sì (49,5%) no (45%)

Domanda: Ti senti al centro dell'attenzione dei tuoi insegnanti (a scuola)?

no (84,4%) sì (9,2%)

Domanda: Nella tua scuola:

si è preoccupati soprattuto che sia svolto il programma (36%) lo studente viene valutato solo per gli aspetti scolastici (31,2%) si dà importanza al dialogo tra alunni e professori (18,3%) si pone molta attenzione a valutare bene lo studente (7,3%) si cerca di valorizzare anche gli aspetti personali dello studente (7,3%)

Domanda: Ti piace sui libri di testo?

no (51,4%) sì (44%)
(in entrambi i casi, la maggioranza non risponde alla domanda collegata sulle ragioni)

Domanda: La scuola ti offre anche strumenti informatici e audiovisivi?

sì (94,5%)

Domanda: A casa hai strumenti di studio come il computer, una enciclopedia, riviste varie? Usi questi strumenti?

sì (86,2%) sì (62,4%)

Domanda: La scuola per te è importante:

perché mi prepara alla professione (27,5%) per la cultura che mi dà (24,8%) per le competenze che acquisisco (24,8%) per il titolo di studio (17,4%) per le persone che incontro (4,6%)

Domanda: A scuola stai bene:

perché ci sono gli amici (53,2%) per il clima che trovo (28,4%) per le persone che incontro (10,1%) per la cultura che mi formo (5,5%) perché ci sono gli insegnanti (0,9%)

Domanda: Che cosa elimineresti a scuola?

qualche insegnante (46,8%) le verifiche (27,5%) i voti (13,8%) tutti gli insegnanti (7,3%) la pagella (0,9 %)

Domanda: Che cosa ti opprime di più a scuola?

i programmi (33%) gli insegnanti in generale (28,4%) le materie (16,5%) la disciplina (14,7%) i compagni (5,5%)

Domanda: Oltre alle materie che studi, che cosa ti piacerebbe fare a scuola?

sport (26,6%) musica (25,7%) laboratori vari (lingue, fotografia, ceramica...) (22%) usare il computer (19,3%) teatro (3,7%)

Domanda: Come descriveresti la scuola?

un passaggio obbligato per diploma (29,4%) un tunnel in attesa della vera vita (28,4%) una palestra di vita (22,9%) un semaforo rosso in attesa del verde (12,8%) un parcheggio sicuro (5,5%)

Domanda: Da chi hai avuto le maggiori soddisfazioni nella scuola?

dalle conoscenze che hai appreso (33%) dai compagni (28,4%) da nessuno (20,2%) dai genitori (12,8%) dagli insegnanti (3,7%)

Domanda: Che cos'è per te la scuola?

un ambiente di vita (43,1%) un carcere (19,3%) una comunità di persone (18,3%) una istituzione burocratica (15,6%) un luogo come un altro (3,7%)

Domanda: A cosa dovrebbe mirare la scuola?

alla mia formazione professionale (59,6%) alla mia educazione personale (12,8%) a soddisfare tutti i miei bisogni (9,2%) a insegnarmi a conoscermi (8,3%) al mio successo negli studi (6,4%)

Domanda: Finita la scuola vorresti fare:

un lavoro autonomo (72,5%) un lavoro dipendente (22,9%)

Domanda: Cosa significa per te orientamento?

avere un progetto per la vita (58,7%) avere successo nella vita (17,4%) scegliere la scuola giusta (13,8%)

Domanda: Ritieni importante, per il tuo futuro, proseguire gli studi?

sì (57,8%) è indifferente (27,5%) no (6,4%)

Domanda: La scuola ti lascia tempo libero per altri impegni?

sì (56,9%) no (37,6%)

Domanda: La scuola ti aiuta ad allargare i tuoi interessi oltre le materie scolastiche?

no (61,5%) sì (33,9%)

Domanda: Quanti libri leggi (oltre ai testi scolastici)?

uno ogni quadrimestre (33,9%) cinque in un anno (22,9%) uno al mese (22,9%) nessuno (17,4%)

Domanda: Leggi più spesso cose di tipo:

letterario (42,2%) sportivo (33,9%) scientifico (10,1%) artistico (6,4%) storico (1,8%)

Domanda: A quali manifestazioni culturali partecipi più frequentemente?

film d'autore (42,2%) concerti vari (36,7%) visita ai musei (8,3%) spettacoli teatrali (3,7%) mostre fotografiche (1,8%)

Domanda: Quanto tempo dedichi mediamente allo studio?

2-3 ore algiorno (43,1%) più di 3 ore al giorno (29,4%) un'ora al giorno (24,8%)

Domanda: Quanto tempo dedichi mediamente allo svago (escluso lo sport)?

un'ora al giorno (49,5%) 2-3 ore al giorno (31,2%) più di 3 ore al giorno (14,7%)

Domanda: Quanto tempo dedichi mediamente allattività sportiva?

un'ora al giorno (56,9%) 2-3 ore al giorno (22,9%) più di 3 ore al giorno (7,3%)

Domanda: Quanto tempo dedichi mediamente alle attività culturali?

un'ora al giorno (72,5%) 2-3 ore al giorno (7,3%) più di 3 ore al giorno (4,6%)

Non vorrei che faceste una indigestione di percentuli perciò per questa volta è tutto. Qualora l'argomento interessasse potrei presentare le altre due indagini nei prossimi Tracciati; per intanto mi piacerebbe che tutti noi cominciassimo a ruminare e quindi assimilare questi numeri. Non credo sia necessario alcun commento, i valori percentuali sono chiarissimi e tutti noi possiamo tirare le nostre conslusioni. Mi sia permesso, tuttavia, di dare un suggerimento: non sentitevi confortati dai valori positivi, per ogni domanda guardate sempre alle percentuali delle risposte 'sfavorevoli', perché è lì che noi siamo chiamati ad intervenire. E adesso... larga la foglia stretta la via / dite la vostra che io ho detto la mia.

Giovanni Tozzi