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Firenze per noi Didaweb
Antonio Limonciello
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Mi meraviglia, una gioia, meraviglia ingenua, scoprire come soggetti diversi, in luoghi diversi, possano percorrere ricerche ed azioni che si incontrano.
Il Didaweb, una comunità di insegnanti, reale, concreta, virtuale e fluttuante, da anni è impegnata a trovare una forma nuova di essere. Essere, appunto, un soggetto capace di percorrere la sua strada di ricerca-azione, sensibile e non opportunista, che non si ferma al richiamo delle sirene del pensiero unico, altresì luogo di libertà e rispetto dell'individuo, luogo di creatività e di fiducia nell'essere umano, capace di fermarsi ad aspettare i "più lenti", luogo senza gerarchie, concorrenza o meritocrazia, luogo dove si smascherano gli opportunismi e si esercita la critica, luogo umanizzato che comprende l'errore, soggetto, infine, capace di contare solo sulle proprie forze, senza finanziamenti pubblici né privati, dove un gruppo di persone si autotassa per realizzare un modo di stare assieme, una modalità collaborativa di produrre consapevolezza, strumenti utili al fare scuola e cultura. Una scommessa difficile, sempre in bilico per la mancanza di risorse economiche, ricca di testimonianze di generosità e allo stesso tempo di fermezza nelle idee fondanti.
Ebbene scoprire che in tante parti del mondo, una molteplicità di soggetti, lontani dai riflettori della cronaca, invisibili al giornalismo dei salotti televisivi, dava vita ad esperienze simili, capaci di proporre nuovi modelli e nuovi fini, scoprire che si stava creando nuovo tempo di avvento, non capita spesso nella vita di un uomo, almeno nella mia.
Firenze è solo l'ultima tappa di una lunga marcia silenziosa ed umile, tanto umile da mettere in piazza le sue poche risposte assieme all'ammissione delle tante non ancora trovate, capace di partire subalterna agli eventi spettacolo organizzati dai poteri globali per la costruzione del consenso televisivo mondiale (da Seattle, ...... a Genova) per approdare ai Forum, manifestazioni mature ed autonome, come quello mondiale, di Porto Alegre, e questo europeo, di Firenze, capace di proporre nuovi modi di essere e coscienza, certamente più consapevole di quella dei professionisti della politica, di come gli eventi che stiamo vivendo avranno una portata epocale.
A Firenze si sentiva il lungo respiro, qualcosa che pone obiettivi di secoli, come furono le utopie del 700 e dell'800. E anche a leggere gli scritti, quelli preparatori e quelli di testimonianza postevento, sembra di scorrere le pagine del primo socialismo, delle prime rivoluzioni a cavallo tra l'800 e il 900, quelle della scoperta/sogno dei nuovi orizzonti, sapori tra l'incanto e l'epica. Già, perché non lasciarsi andare alle emozioni, come quelle del corteo che sfilava nei quartieri popolari, ed era tutto un rincorrersi di applausi tra i balconi, le ali di folla e coloro che sfilavano, alzavi gli occhi al cielo e vecchi dietro i vetri, donne ai balconi, bandiere, striscioni e cartelli, quasi la folla pacifica che passava fosse il corteo dei protagonisti di una vittoria.
Son finiti i tempi della navigazione a vista, questo movimento lo sa e non organizza semplici sfilate per le strade, e neanche asfittiche assemblee, occupazioni di scuole e università come i movimenti da me vissuti nel 68-74 o da me osservati nel 77, con scarsa scrittura e bassa pedagogia, ma seminari di studi, approfondimenti ed elaborazioni collettive partecipate da decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo (Porto Alegre) e da tutta Europa (Firenze).
Questi protagonisti non si presentano con le ricette da scodellare, da prendere o lasciare come quelle propinate dagli Scalzone, Piperno, Sofri, Brandirali, Cafiero, Capanna dei miei tempi (altra differenza con i miei tempi giovanili: non c'è più un conflitto generazionale, non ci sono padri da abbattere, nei 5 giorni fiorentini lavoravano fianco a fianco adolescenti, ventenni, e quaranta-ottantenni. Unico buco vistoso i trentenni, o, se volete, quelli che furono adolescenti tra gli anni 80 e i 90).
Questi di adesso ti dicono "vieni a dare il tuo contributo di produzione delle idee, ci sono tante elaborazioni convincenti da creare, le risposte che abbiano sono ben poche rispetto alle domande e alle negazioni"
E allora succede che venerdì a Firenze erano già finiti tutti i pass e i moduli di iscrizione, si entrava senza registrazione. Erano i segni di presenze andate molto oltre le aspettative, come poi avrebbe confermato la manifestazione del sabato, una manifestazione dove i partecipanti erano di gran lunga più numerosi di tutti gli abitanti della città ospite.
Come è possibile, con i silenzi scientificamente calcolati sui contenuti e sulle forme della partecipazione, come è possibile se i media ne parlavano solo per porre problemi di ordine pubblico e di sicurezza dei monumenti, cosa ha spinto queste moltitudini a non farsi condizionare dal terrorismo televisivo e governativo messo in piedi per scoraggiare la partecipazione degli strati sociali moderati e di quel cattolicesimo tanto sensibile a molti degli obiettivi di questo movimento?
Secondo me da tutta Europa le persone affluivano perché c'erano storie dietro le spalle di ognuno, storie antiche e storie recenti, non erano semplici testimonianze personali, ma racconti di esperienze di gruppi, associazioni, collettivi, una galassia di esperienze diverse, inconsapevoli l'una dell'altra, unite dalla gioia della scoperta comune, dell'uscita dalle proprie soggettività, proiettate verso la costruzione di nuove, molto più ampie, nello spazio e nel tempo, nelle culture e nei settori della produzione, di tutte le produzioni.
Ed era Europa, non più quella dei turisti, degli emigranti per forza, degli affari, degli accordi dei vertici politici, era Europa delle genti e delle idee, un'Europa con la voglia di esistere in quanto persone che prendono in mano il loro destino.
È successo anche a me. che vivo l'esperienza del Didaweb da quando è nato fino alla forma attuale, è successo anche a me di trovare questi punti in comune tra il Didaweb e le altre esperienze, tra le finalità nostre e quelle che il movimento si sta dando.
Ci sono andato come persona, come son sicuro tanti altri del Didaweb, rappresentavo solo me stesso, ma ero anche testimone di un'esperienza collettiva cominciata 5 anni fa.
Dunque mi sono incontrato con questo:
1) Uno dei punti qualificanti della piattaforma uscita da Firenze è "contro le privatizzazioni", e il Didaweb è per la difesa e il rilancio della scuola pubblica, il suo sottotitolo è sempre stato: per una scuola collaborativa, solidale, libera e gratuita.
Il Didaweb su questo fronte fa anche di più, non solo è contro la privatizzazione della scuola, ma esso stesso rifiuta una condizione giuridica "privatistica", infatti è una Comunità che opera in modalità collaborativa.
Riporto qui una parte dell'introduzione al progetto condiviso del Didaweb nella sua ultima versione:
".... Tutto ciò che si produce è e rimarrà alla Comunità. Ognuno membro della Comunità e della sua forma giuridica, non possiede niente di personale. Quando un iscritto esce dalla Comunità non porta via altro che se stesso e la ricchezza del vissuto. Quello che si realizza sarà solo e soltanto di chi vi approda. La Comunità si fonda su una Carta dei Principi che detta le coordinate e/o l'orizzonte progettuale della ricerca collaborativa, essa si modifica, si affina e si definisce con i sedimenti e nei tempi della Comunità. La Comunità si dà un Progetto Condiviso. Esso è un divenire continuo, una ricalibrazione costante che, partendo dalla Carta dei Principi e agendo attraverso un'osmosi continua tra i vari livelli in cui si articola, raccoglie i singoli progetti proposti, crea coerenza e organicità, tiene conto delle compatibilità delle risorse.
- il Didaweb promuove l'aggregazione libera di tutti i soggetti della rete che vogliono garantire l'accesso gratuito alla ricchezza della cultura, patrimonio non privatizzabile di tutto il genere umano;
- il Didaweb è disponibile al raccordo di tutte le esperienze culturali e scolastiche che si fondano sullo stesso principio;
- il Didaweb è il nucleo base per la realizzazione di una scuola in rete;
- il Didaweb è degli iscritti."
2) Il Social Forum mondiale e quello Europeo ribadiscono il diritto di cittadinanza per tutti e per tutta la cultura. Si immagina poi un futuro dove ogni uomo che viene alla luce acquisisce il diritto ad essere cittadino del mondo, la sua patria è l'universo, nessuna barriera di stato, di religione, di ideologia può essere frapposta.
Anche il Didaweb, nel suo impegno scolastico, è per una scuola dove tutti i cittadini hanno pari dignità e diritto alla cultura, una scuola per tutti, autonoma, partecipata e rispondente ai bisogni espressi localmente.
Ecco alcuni passi del Manifesto Didaweb:
" ..... il Didaweb opera per combattere e ridurre le crescenti disuguaglianze di accesso alla cultura, per questo chiede a tutti, istituzioni scolastiche singoli docenti, studenti, genitori, associazioni non a scopo di lucro, di partecipare alla progettazione, produzione e pubblicazione di materiali didattici per le scuole, ma anche utilizzabili per l'autoapprendimento online. I materiali raccolti saranno gratuitamente a disposizione di tutti coloro che vorranno servirsene.
......
- scopo finale del Didaweb sarà realizzare una scuola virtuale, una nuovabarbiana, ovvero: un circuito di soggetti che realizzano strumenti per l'apprendere ad apprendere solidale collaborativo libero e gratuito; una scuola che non si vuole da altri se non da se stessi, che chiede i mezzi per essere ma non li aspetta, li realizza, in nome del bisogno di affrancarsi da tutte le emarginazioni, in primo luogo la negazione della cultura e dell'educazione permanente gratuita e illimitata."
3) Il Movimento assume il problema dell'Ecologia dell'Informazione, una Società della Conoscenza basata su principi di trasparenza, diversità, partecipazione e solidarietà e fondata sull'equità tra le prospettive culturali, regionali e di genere: una Società dell'Informazione democratica, in cui tutte le persone possano esercitare il loro diritto a comunicare e divenire così attori del sistema politico a pieno diritto, contribuendo a definirne le politiche. Ecco i punti emersi nel Forum mondiale 2002:
-Smantellare la concentrazione monopolistica dei media e dei sistemi di comunicazione, includendo software e contenuti (attraverso campagne, misure di regolazione, legislazione, ecc);
-Promuovere l'informazione come bene comune mondiale, in particolare contro le politiche attuali sui diritti di proprietà intellettuale che vengono definiti nelle sedi internazionali mettendo il profitto al di sopra la condivisione di conoscenze (knowledge sharing);
-Difendere l'etere e le frequenze elettromagnetiche dalla privatizzazione, come parte di un "territorio globale";
-Difendere le libertà civili e la privacy dall'uso invasivo di tecnologie di sorveglianza e di controllo e opporsi a legislazioni repressive che minacciano la libertà di espressione e di associazione;
-Incoraggiare e creare contenuti e media che rispettino il pluralismo e la diversità di espressione, e favoriscano un equilibrio in termini di genere, cultura, lingua e appartenenza geografica;
-Fornire accesso e formazione per promuovere l'uso creativo ed efficace delle tecnologie interattive, per assicurare che le tecnologie dell'informazione e telecomunicazione non siano fonte di ulteriore frammentazione sociale;
-Sviluppare un'economia basata sulla solidarietà e lo scambio anche nel settore delle telecomunicazioni e tecnologie informatiche (Ict).
Ed ecco alcuni punti del Manifesto Didaweb:
" .... il Didaweb opera per il rispetto dei principi ecologici dell'informazione: l'articolazione delle liste garantisce all'iscritto di ricevere a casa informazioni e interventi il più possibile vicini a quanto desiderato;
- le liste Didaweb non sono soltanto luoghi di discussione, esse mirano alla produzione collaborativa di progetti didattici, materiale didattico strutturato, sperimentazioni, valutazione di esperienze, formazione docente;
- il Didaweb opera per garantire collaborativamente, attraverso il coinvolgimento di tutti gli iscritti, la pubblicazione di materiali didattici di qualità; questo per contrastare il processo di dequalificazione dei prodotti gratuiti messi in rete al solo scopo di veicolare interessi commerciali;
- il Didaweb è convinto delle grandi potenzialità dell'intelligenza collettiva pertanto individua come modalità di produzione quella collaborativa, opera per l'affermazione dell'autore in rete "debole e collettivo" al posto del diritto d'autore cosi come oggi è configurato."
Dunque sotto traccia andavano realizzandosi esperienze convergenti, esperienze non certo compiute e non prive di contraddizioni, come del resto la nostra. La scoperta ci rafforza, ci fa sentire meno soli, ci dice che un altro mondo è possibile, ci assegna il compito di non mollare, di trovare le risorse, le persone e le aggregazioni per allargare la nostra capacità di agire.
20 novembre 2002
in educazione e politica: |
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