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Le santificazioni inadatte
Mario Amato
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La televisione è un mezzo di potere, ma spesso è opportuno guardarla, soprattutto quando gli argomenti sono storici.
Nella puntata della settimana passata di “Anno Zero” è stata mandata in onda una parte del processo “Tangentopoli” e abbiamo potuto ascoltare una porzione della deposizione del defunto leader del P. S. I. Bettino Craxi, deposizione da ammirare per la forza dell’uomo, che senza paura (e senza pudore) teneva testa al P. M. Antonio Di Pietro, ammettendo di sapere dei finanziamenti illegali a tutti i partiti fin da (parole sue) “portava i pantaloni alla zuava”, ma soprattutto accusando il maggiore partito d’opposizione, il P. C. I., di aver fatto parte di quel sistema.
Non abbiamo dimenticato l’ultimo discorso dell’on. Craxi alla Camera dei Deputati, quando invitò chi non fosse a conoscenza del sistema ad alzarsi in piedi, frase che ricorda Gesù, allorché perdonò l’adultera, chiedendo a chi fosse senza peccato di scagliare la prima pietra. È un discorso difficile da comprendere quello dell’on. Craxi per molte ragioni: 1) il fatto che tutti sapessero e che prosperassero nel sistema “tangentopoli” non giustifica nessuno. Nel codice penale non si stabilisce che se un reato è commesso da molti non è più reato; 2) è difficile credere che tutti, ma proprio tutti, partecipassero alla corruzione, perché è ingiusto accomunare chi corrotto non lo era ,fosse anche uno solo, a quelli che lo erano; 3) può darsi che l’on. Craxi, come molti altri, sapesse fin dalla più tenera età che esisteva un sistema di corruzione, ma dimenticò che molti cittadini non ne erano a conoscenza e votavano affinché i deputati si occupassero dei problemi della nazione e non perché essi potessero entrare in quel sistema; 4) si dice spesso che l’on. Craxi sia stato l’unico a pagare, ma basta leggere le cronache di quel tempo per rendersi conto che è una menzogna.
Ogni tanto si parla di riabilitazioni storiche, che sono utili per studiare il passato, ma non certo per proporre santificazioni inopportune e dannose.
gennaio 2010
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