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Datemi un dito e vi disegnerò il tutto...
L’uso della LIM nella didattica in modo che non sia solo un nuovo gadget tecnologico.
di Teresa Nicolosi
Teresa Nicolosi
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La lavagna interattiva (LIM) è uno strumento innovativo che definisco una “lavagna a fogli mobili”, un gigantesco “blocco di appunti “ che conserva la lezione svolta, la sua sequenza pedagogica, con tutti gli interventi, le integrazioni, le osservazioni di insegnanti e allievi.
È lo spazio centrale di comunicazione, ma anche il luogo di costruzione dei significati.
Molte sono le tipologie di lavagne: esistono diversi modelli di LIM, con principi di funzionamento differenti, ma molto simili per prestazioni generali e per applicazioni.
Lo stesso modello può essere usato come una lavagna tradizionale bianca con pennarelli a secco (Passive Whiteboard). Utilizzando la “penna elettronica” o un dito (Active Whiteboard) la lavagna “registra”, su PC, quanto scritto e disegnato. Ma la modalità più intrigante e potente, dal punto di vista della presentazione dei contenuti e della loro rielaborazione, è quella interattiva (Interactive Whiteboard) che permette di usare, oltre agli strumenti specifici della lavagna, altri programmi, da quelli Office alla navigazione in Internet.
In questa modalità, il piano della lavagna può essere inteso come un grande schermo di proiezione, e quanto si rende visibile non è solo da osservare, leggere o navigare, ma diventa anche manipolabile perché è possibile evidenziare i testi, aggiungere annotazioni, immagini, suoni, filmati, e ritagliare, mediante i “cattura schermo”, parti dell’immagine visualizzata per analizzarla e riutilizzarla.
La penna può scrivere in infiniti colori, e lo spessore e la forma del tratto possono essere regolati secondo le esigenze; inoltre, si possono importare figure da librerie di immagini, o disegnarle al momento. Tutti questi elementi grafici sono spostabili, ruotabili e ridimensionabili a piacere sul piano della lavagna mediante la stilo o il dito.
Lavagna elettronica, lavagna digitale, lavagna interattiva multimediale (LIM), ma è sempre lei: la vecchia lavagna, che, rimodernata e corredata da numerosi strumenti tecnologici, torna a essere l’attrice principale dell’azione di insegnamento e di apprendimento nella classe.
Una LIM si presenta come un pannello bianco, grande più o meno come una lavagna, connesso a un PC collegato a un video-proiettore. Sul monitor del PC appare quello che si scrive o si disegna sulla lavagna con un’opportuna penna o, in certi modelli con la superficie touch sensitive (cioè attiva, simile agli schermi delle macchine distributrici di biglietti del tram o del treno) anche con un dito.
Attraverso il piano della lavagna si possono inviare comandi al PC, usando la stessa penna (o il dito) come mouse o con una tastiera virtuale. Con questa soluzione, l’insegnante – o l’allievo – può controllare il PC senza spostarsi e nello stesso tempo scrivere o disegnare sulla LIM: la lavagna torna così a essere il mezzo attraverso cui si focalizza l’attenzione della classe e su cui si registra lo svolgimento della lezione. Quello che si scrive sulla lavagna, infatti, può essere salvato sul PC.
Lavagna interattiva multimediale - LIM “Scrivi sulla lavagna!”, “Vai alla lavagna!”. In ogni classe c’è una lavagna che è il centro dell’attenzione e dell’attività didattica. Grazie alla LIM, la lavagna torna a essere lo spazio centrale di comunicazione, ma anche il luogo di costruzione dei significati. Nel corso delle lezioni con le LIM si è constatato che gli allievi, stimolati dalle potenzialità e dalla flessibilità dello strumento, hanno appreso rapidamente a usarla e dimostrato una partecipazione attiva all’apprendimento e interesse per gli argomenti di studio.
L’insegnante deve essere presente durante il processo d’insegnamento/apprendimento, ma non come docente che, alla lavagna, trasmette contenuti alla classe che sta dall’altra parte.
La zona centrale di azione diventa luogo comune tra allievi e docente, soggetti e attori dell’apprendimento. L’azione dell’insegnamento deve essere di conseguenza strutturata, seguire una metodologia precisa nel proporre i contenuti da apprendere e gli obiettivi da raggiungere; ma l’apprendimento, per essere significativo, deve avvenire attraverso una negoziazione dei contenuti. Il concetto deve essere condiviso tra insegnante e allievi in modo da diventare un patrimonio di conoscenza comune. Non è solo la conoscenza dell’insegnante trasmessa all’allievo, ma è l’integrazione delle fonti di riferimento (insegnante, libro di testo, risorse mediatiche, Internet, esperienze e conoscenze dell’allievo) che deve avvenire come attraverso un processo di scoperta e reinvenzione dei significati. L’utilizzo della LIM facilita l’azione educativa evidenziando chiaramente, grazie al tracciamento delle sequenze didattiche, le tappe del processo di insegnamento/apprendimento. Dal punto di vista dell’apprendimento dell’allievo, è importante far emergere i processi di pensiero dell’insegnante e le sue conoscenze tacite, cioè quanto sa ma non comunica in modo esplicito. Così, quando il docente espone un argomento alla classe non parte da un prodotto finito, come un testo o una figura di un libro, ma costruisce l’oggetto dell’apprendimento per fasi, commentando le sue azioni e giustificando le sue affermazioni.
La LIM trasforma la classe in un ambiente di apprendimento e di formazione in cui tutti possono seguire in contemporanea ciò che avviene sullo schermo. Dà inoltre la possibilità di interagire a turno, in modo collaborativo, andando alla lavagna o utilizzando dal posto le tavolette elettroniche. La LIM è uno strumento didattico che richiede soluzioni nuove, sia per la programmazione delle lezioni, sia per l’organizzazione dello spazio fisico per l’apprendimento. Bisogna quindi considerare con attenzione la sua dislocazione nella scuola dato che, essendo ingombrante, non permette facili spostamenti. La soluzione migliore sarebbe una LIM in ogni aula e in ogni laboratorio, permettendo così una corretta e omogenea integrazione delle risorse e l’introduzione di una didattica laboratoriale.
Questa soluzione è stata adottata in molte scuole negli Stati Uniti, in Canada e in Messico (ma anche in qualche scuola privata italiana). Si parla di più di 150.000 lavagne nelle scuole di New York, San Diego e Miami. In Inghilterra, il 38% delle classi è dotata di una LIM. Anche in Italia la diffusione delle LIM prosegue.
Il problema dell’utilizzo della LIM in classe, oltre al costo della dotazione tecnologica computer-videoproietore-lavagna, rimane l’aspetto metodologico: come utilizzare nella didattica quotidiana una LIM in maniera vincente, perché non sia solo il nuovo gadget tecnologico che dà lustro alla scuola o, peggio, un nuovo costosissimo e inutile schermo per la sola proiezione in aula magna.
Vi consiglio di visitare il mio sito personale:
www.farescienze.altervista.org
gennaio 2010
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