|
Didattica Innovativa con la lavagna interattiva Multimediale (LIM)
Didattica e Informatica
Teresa Nicolosi
|
Le Lavagne Interattive Multimediali (LIM) entro il 2010 saranno introdotte in 9000 classi: è stata programmata dal MIUR una fase di formazione rivolta ai Docenti della scuola secondaria di primo grado.
Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) è un dispositivo elettronico che funziona se collegato a un personal computer ha le dimensioni della lavagna classica sulla cui superficie si può scrivere, disegnare, tracciare segni, spostare oggetti, ecc, e permette ad insegnanti e ragazzi di partecipare in modo interattivo alle attività proiettate su di essa da un videoproiettore connesso al computer.
Il kit base è composto da 3 elementi:
1. un computer con il software appropriato
2. un videoproiettore
3. una lavagna interattiva.
Il computer è connesso sia al proiettore che alla lavagna. Il proiettore proietta lo schermo del computer sulla lavagna. Il computer può essere controllato dalla lavagna. Se si preme un’icona o altro sulla lavagna col dito o l’appropriata “penna” elettronica, l’azione è trasmessa al computer in sostituzione del mouse.
La LIM aumenta la comunicazione fra insegnante e studente arricchendo la lezione di nuove funzioni multimediali quali le immagini, i suoni, i filmati e dando la possibilità di modificare e salvare i testi per un riuso didattico. Diventa uno strumento anche di ricerca condivisa e guidata per l’accesso a Internet.
Oggi più che mai, con le applicazioni specifiche, on-line e off-line, davvero possiamo insegnare, educare, seguire, aiutare ogni tipo di apprendente della touch generation.
Con la LIM si può lavorare sia on-line che off-line.
Moltissime le risorse per i docenti che utilizzano la LIM, a seconda del livello di lezione che si intende offrire e del tipo di disciplina. Fra le ultime risorse da segnalare, una vera e propria biblioteca digitale e altri mezzi didattici che mettono a disposizione oggetti didattici multimediali, consigli e spazio per i materiali costruiti da tutti i docenti che vogliano divenire risorsa per altri.
Quale LIM?
L’offerta è diversificata e ci sono diverse opzioni. La tecnologia resistiva permette una migliore prestazione. Quelle a infrarossi o elettromagnetiche o a radiofrequenza hanno particolarità di cui tener conto quali la possibilità di interferenze ambientali, anche alla luce al neon. L’utilizzo della superficie di lavoro più è totale meglio è: suddividerla ulteriormente riduce la possibilità dello spazio. Sono migliori i software, anche accessori se ci sono, che possono essere a disposizione sempre on-line e avere la traduzione in italiano, ma soprattutto aggiornati continuamente.
I comandi se sono intuitivi e facili da utilizzare, sono decisamente più veloci e la didattica su LIM diventa fluida. I comandi selezionati dall’esterno sono più faticosi. Così come la modalità touch rende la multimedialità didattica estremamente curiosa per i ragazzi. Gli studenti “restano puliti nell’apprendimento” quando utilizzano i pennarelli (meglio quelli a riconoscimento automatico e senza alimentazione perché più autonomi). Ci sono poi LIM che hanno la possibilità di lavorare in conferenza, di condividere il materiale anche tra utenti remoti, con un archivio grande e un salvataggio automatico del lavoro in progress.
La necessaria metamorfosi dei docenti
La metamorfosi in atto del docente nasce dalla volontà di trasformare i momenti didattici in eventi riproducibili e modificabili, in un processo in divenire. I docenti diventano progettisti e organizzatori di un insegnamento multimodale, condiviso e trasmissibile per via delle numerosissime risorse audio, video e immagini. Si è sentito da più parti: sembra che si voglia banalizzare la didattica al gioco e allo smanettamento infruttuoso. No, è un’altra cosa. Un percorso ludico, multimediale, integrato, partecipato all’apprendimento, pensato pedagogicamente o andragogicamente, è un accesso alla scoperta della conoscenza, al mondo presente e passato, alle logiche sottese alle grandi strategie, in un divenire didattico fluido, con risorse che cambiano e si trasformano continuamente, il procedimento di presentazione e organizzazione degli argomenti che muta, perché i ragazzi a cui si insegna sono nati digitali, vivono questa realtà e la riconoscono quotidianamente; una modalità che già influenza il loro modo di conoscere, di esplorare, di relazionarsi e di esprimersi. Pertanto, insegnare a questi giovani richiede una speciale ‘connessione’ di propositi.
Tuttavia, tra i docenti italiani non c’è una cultura media del digitale al servizio dell’insegnamento, occorrono nei prossimi anni grandi sforzi verso l’acquisizione di risorse tecnologiche e risorse umane aggiornate. Altrimenti la didattica multimediale va dalla nostalgica idea della polvere di gesso allergizzante alle polveri di stelle digitali.
In conclusione
Gli vecchi spazi ottocenteschi ed europei dell’aula prendono una nuova espressione: si schiudono ai nativi digitali, una forza endogena che riflette l’onda sociale della comunicazione giovanile e apre la porta verso nuove declinazioni dell’insegnamento e dell’apprendimento.
Nuovi strumenti ci permettono di muovere verso un uso multidimensionale che non investe soltanto la trasmissione della conoscenza ma anche un diverso modo di comunicare con gli studenti, un diverso modo di presentare i contenuti del sapere. La scuola è perno sociale: lo specchio diretto di questioni che devono determinare risposte al cambiamento.
La valorizzazione del sistema scolastico, valorizza tutto: famiglie, studenti, docenti, dirigenti, collaboratori.
La valorizzazione deve passare però, come chiedono a livello internazionale, attraverso incentivi premianti sia economici che professionali.
Il risultato è per forza il successo dell’insegnamento e dell’apprendimento, con una buona dose di coinvolgimento degli attori di tali processi didattici.
Con buona pace di chi vede nel monitor spento un buco nero e silente.
Chi vuol saperne di più formulo l’invito a visitare il mio sito personale ove troverete delle presentazioni a tema:
www.farescienze.altervista.org
della Prof.ssa Teresa Nicolosi.
gennaio 2010
in didattica: |
|
dello stesso autore: |
|