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La controriforma della scuola
Marino Bocchi
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La controriforma della scuola ha l'unico obiettivo di affossare il dettato costituzionale della libertà di insegnamento e quello del diritto all'istruzione per tutti. È il de profundis della scuola sognata da don Milani e dai padri costituenti. È ridicolo e grottesco che ad avvallare questa operazione sia stato, prima, un ministro ex-comunista come Luigi Berlinuer ed ora un accademico universitario che ha dedicato gran parte delle sue ricerche professionali all'analisi del patrimonio alfabetico-culturale degli italiani. De Mauro finge di ignorare che la scuola-azienda, tecnocratica, totalitaria, voluta dal legislatore e patrocinata da associazioni professionali come l'ADI, basata su parole d'ordine come sfida, competizione, spirito d'iniziativa, flessibilità, finirà per depauperare ulteriormente il patrimonio cognitivo e lessicale dei nostri alunni, restringendolo all'unico schema interpretativo derivato dalle moderne dottrine economiche iperliberiste, con un' appendice ludico-berlusconiana, tratta dallo sport: gioco di squadra, saper lavorare in squadra, ecc.
L'autonomia, come il federalismo, è un bluff: la prima servirà per rendere pervasivo, uniforme, il controllo del mercato sulla cultura trasformata in merce al servizio delle imprese; il secondo assolve a due funzioni almeno: costruire un assetto normativo di supporto all'autonomia nel senso sopra citato e trasferire all'istruzione professionale gran parte delle competenze assegnate oggi alla scuola pubblica, in un quadro dove, secondo una dinamica consociativa, l'interesse delle aziende si intreccia con quello degli enti di formazione, i quali potranno attingere a grosse fonti di finanziamento anche comunitarie.
Come dicevo, il disegno complessivo e' quello di affossare la scuola di massa: in sostanza, con la riforma dei cicli, si costituiranno tre binari, quello ristretto e d'elite, delle future classi dirigenti (Licei classici e scientifici), quello dei tecnici specializzati (Licei tecnologici o simili), e infine quello della manovalanza precaria, flessibile, atipica, di estrazione sociale medio bassa, affidata ai Licei di serie B (area economico/commerciale, per esempio) e alla formazione professionale regionale. Il che significa che una percentuale consistente di alunni sarà privata del diritto ad una formazione culturale che possa emanciparli dalla propria condizione di partenza.
Al modello gerarchico gentiliano, costruito sul primato delle
Discipline umanistiche, si sostituisce dunque un modello gerarchico piu' fazioso e più feroce, perche' tende a spacciare per democratica una logica tecnocratica, classista e fortemente esclusiva.
E qui si coglie il paradigma di fondo alla base dell'attuale controriforma: eliminare gli spazi di autonomia e libertà critica per far posto al pensiero unico, dominante, omologante, in un quadro nazionale e internazionale caratterizzato dalla perdita di ruolo dei singoli stati nazione a vantaggio degli organismi internazionali di gestione e controllo del commercio, della vita e dell'immaginario delle persone.
Il "comunitarismo" ridotto a "gioco di squadra" che alcune associazioni professionali come l'ADI vorrebbero introdurre all'interno della scuola-azienda è del tutto speculare a questo disegno. Lo scopo è infatti evidente: sostituire alla libertà di insegnamento il concetto ambiguo di autonomia professionale, servirsi in modo peraltro improprio di qualche guru del moderno pensiero pedagogico, come Gardner, per legittimare un'operazione restauratrice e rispondente agli interessi dei poteri forti, nell'ottica del pensiero unico. Nella stessa direzione verticistico-gerarchica-totalitaria vanno interpretati gli attuali progetti di controriforma degli organi collegiali, con il relativo trasferimento di poteri al dirigente scolastico.
Agli insegnanti democratici non resta che una strada: fare di tutto per sabotare, ostacolare, impedire in tutti i modi questo tentativo di annullare le coscienze e la libertà di ricerca e di critica, mantenendo fermo il principio che la scuola deve essere un momento di libera crescita ed emancipazione culturale e sociale di tutti gli individui che la frequentano.
12 gennaio 2001
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