|
Relazione ed intervento
Vincenzo Alonzo
|
Nella società odierna l’industria editoriale rappresenta, nell’azione educativa dei cittadini, un veicolo trainante per i medesimi. Con questa tipologia di industria la proposta educativa diventa elemento peculiare per mezzo del quale i valori risultano condivisi, consapevoli e programmati. Certamente la stessa industria editoriale è sottoposta al gioco dell’interesse di mercato. Invece, si tratta di arricchire questa, sempre più, dal punto di vista culturale.
Già diversi anni fa Umberto Eco accennava alla qualificazione culturale presente nell’industria editoriale. Infatti, secondo questi, “la fabbricazione di libri è diventata un fatto industriale, sottomesso a tutte le regole della produzione e del consumo, di qui una serie di fenomeni negativi”.
In effetti U. Eco metteva in luce la differenza esistente nel produrre, ad esempio, un dentifricio o un libro destinato non solo alla vendita ma alla veicolazione della cultura.
Libri e giornali, oggi, rappresentano gli strumenti adeguati per diffondere la cultura attraverso prodotti di ottima e buona qualità. Cosicché l’industria editoriale deve salvaguardare l’industria culturale al fine di provocare effetti positivi sull’azione educativa dei singoli cittadini e dei singoli lettori.
La fruizione positiva della lettura è la parte deterrente dell’azione formativa compiuta dalla carta stampata, sia essa libro, sia essa giornale.
Tuttavia, tra un giornale e un libro esiste una marcata differenza.
Stampare un giornale significa prima di tutto essere attenti ai problemi della città in cui si vive. E’ importante, perciò, scegliere una precisa linea editoriale neutra, incapace, cioè, di inquinare ideologicamente il lavoro dei singoli giornalisti, corrispondenti e operatori vari.
Occorre dare un’immagine giornalistico-editoriale capace di piacere soprattutto alla gente. Ciò perché è alla gente che il giornalista, lavorando, si rivolge. Ciò vuol dire che dai lettori occorre ricevere fiducia per il lavoro di informazione che si svolge quotidianamente.
Inoltre il giornale deve essere snello e soprattutto godibile nei suoi variegati aspetti. Le informazioni fornite devono essere comprese da tutti, evitando terminologie improprie e, possibilmente, escludendo derivazioni linguistiche provenienti da lingue straniere con significato, a volte, non sempre corrispondente.
Se in una comunità i problemi da affrontare sono tanti, difficili e spesso non di facile risoluzione, il giornale locale può essere di aiuto. E’, questo, un guardare al proprio territorio senza l’elemento pregiudizievole tipico del localismo. Poiché, attraverso l’editoria locale si lasciano emergere i tratti, spesso ‘invisibili’, della realtà, ossia quegli aspetti che non hanno avuto la giusta visibilità o credito presso l’informazione cosiddetta ‘ufficiale’.
Può esistere un’editoria indipendente? Può esistere soltanto se il giornalista si dimostra tale al di là di ogni omologazione.
Significa mettere in gioco la propria reputazione, la propria professionalità e la propria onestà intellettuale. Realizzare e realizzarsi nel ristretto campo del ‘reale quotidiano’ e far sì che la circolazione delle idee sia la più ampia e la più credibile possibile.
Chi legge, anche distrattamente, deve poter comprendere il significato degli articoli, ciò che si dice e ciò che è affermato nel contesto scritto.
L’editoria giornalistica può dividersi in due categorie: chi vuole lavorare per servire la gente, dunque il lettore, chi, invece, lavora per scopi prettamente personali. Questi due aspetti possono rappresentare il classico e naturale sbocco fisiologico di chi ha intenzione di produrre un ‘giornale’. Ma non si può ignorare l’aspetto culturale capace di richiamare quanto sopra già affermato: competenza, chiarezza e onestà intellettuale.
Temi e competenze devono essere alla portata del giornalista il quale deve dare ampia dimostrazione di essere asettico, in senso professionale e in senso politico.
Le ultimissime pubblicazioni edite a Cassino, per esempio, mostrano da un lato visibilità e concretezza, dall’altra evidenziano, spesso, cadute di stile di carattere essenzialmente politico.
Grazie alla distribuzione capillare e gratuita gli ultimi lanci giornalistici, politicamente rispondono alle voci della maggioranza e dell’opposizione. Se da un lato si può evidenziare la libera concorrenza e la pluralità di voci, dall’altro si evidenzia, invece, una forma editoriale scarsamente concorrenziale.
La distribuzione gratuita, comunque, raggiunge ogni angolo della città ed è abbastanza fruibile dalla gente e dal lettore anche distratto.
Per quanto attiene le pubblicazioni di testi storico-documentativi siamo di fronte alla ricerca vera e propria. L’autore o gli autori mettono in gioco la loro bravura in fatto di ricerca dovendo, come obiettivo minimo da raggiungere, coinvolgere quanto più possibile il lettore.
L’editoria locale non può sprecare energie per prodotti scarsamente qualitativi. Anzi deve richiedere la bontà unica del prodotto da vendere e diffondere.
L’aspetto culturale ed editoriale da lanciare e sfruttare in avvenire, a prescindere dalla colorazione politica, potrebbe essere il perseguimento di una campagna per appoggiare l’iniziativa, esistente ormai da tempo, riguardante l’istituenda provincia del Lazio Meridionale,.
In questa ottica, per il futuro, si dovranno sviluppare temi di carattere generale, tali, però, da investire le popolazioni dell’intera zona.
Il progetto della istituenda ‘Cassino provincia’ può, ad esempio, contribuire a sollecitare ancor di più il dibattito culturale da incentivare soprattutto sulle pagine delle testate locali. Senza ricorrere ad insulti gratuiti, risse verbali trasferite sulla carta stampata a testimoniare come gli argomenti più seri e delicati siano posti in subordine rispetto agli scopi ed agli intendimenti personali.
in attualità/discussione: |
|
|