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Dell'educare.10
C'è poi la funzione cognitiva...
Aldo Ettore Quagliozzi
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Accade sempre, e penso sempre accadrà, che una lettura inaspettata spinga ad inoltrarsi in ambiti sconosciuti che quella lettura rivela o dischiude come d’improvviso.
E’ capitato tante volte nella mia affannosa ricerca di conoscenze e di pensieri inesplorati, nella ansia e nella speranza di perfezionare la mia personale umana esperienza.
Accadde così allorquando una rivista abbandonata e da me raccolta in una polverosa e disadorna “Sala dei professori“ di una scuola della città di ********* me ne fece conoscere uno degli autori, il professore Raniero Regni, che in quel numero della rivista trattava uno straordinario argomento ovvero come “Essere insegnanti, divenire maestri”.
La lettura fu come sempre folgorante e foriera di disposizioni nuove per il mio animo, la mia intelligenza e per la mia sensibilità di educatore.
Ricordo ancora oggi che da quella lettura fatta con una voluttà intellettuale quasi sconosciuta ne trassi un lavoro che personalmente curai e che poi mi premurai di diffondere all’interno della scuola nella quale insegnavo; speravo, molto ingenuamente, che quella lettura fosse anche per altri dispensatrice di nuove sensazioni e della stessa voluttà di “pensarsi e ripensarsi“ nella funzione propria di educatori.
Il miracolo, ahimè, non avvenne nella misura sperata, ma solo per un molto sparuto gruppo di colleghi che me ne resero personale testimonianza.
Non volendo proprio tenere per me quelle mirabili rivelazioni, propongo in questo abbecedario una prima pagina di quel lavoro realizzato con la selezione personale dei passi ritenuti i più salienti e nella quale affiora un’altra delle qualità proprie di un insegnante, ovvero l’essere al contempo educatore e ricercatore senza la qualcosa non potrà realizzarsi mai il divenire auspicato nel titolo stesso di quella meritevolissima di essere conosciuta pubblicazione.
“C’è poi la funzione cognitiva, la pedagogia come scienza, per la quale educare è favorire appropriazioni e non approssimazioni.
La funzione cognitiva si esplica attraverso l’insegnamento-apprendimento delle discipline. La scuola forma attraverso l’insegnamento delle discipline, nel senso che educa attraverso l’istruzione, mettendo a frutto le potenzialità formative implicite nei saperi organizzati in settori disciplinari. Disciplina significa contenuti e i meta-apprendimenti in esse impliciti, contenuti e metodi.
E questo collega ad un altro aspetto irrinunciabile della figura di insegnante e cioè il suo essere anche un ricercatore. Se egli si limita ad insegnare una semplice materia non svolge a pieno la sua professione.
Gli insegnanti non insegnano materie ma discipline e la differenza tra le prime e le seconde è che le discipline si connettono sempre alla ricerca disciplinare, nel senso che il sapere prodotto in continuazione dalla prima passa, anche se a piccole dosi, nella seconda. L’insegnante è un ricercatore innanzitutto perché, ( … ) , è un intellettuale. Un essere che avverte la cultura come un bisogno esistenziale prima che professionale.”
febbraio 2004
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