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Uguaglianza e istruzione
Anna Pizzuti
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Articolo 3 della Costituzione
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’**eguaglianza** dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…"
Nuovo articolo 117 della stessa Costituzione:
“lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull'istruzione”
Parto da qui per provare a rispondere alla domanda:
Non credo che quando toccherà alla secondaria di secondo grado le cose andranno meglio non ancora doma, nonostante le dure lezioni ricevute.
Le cose alle superiori non andranno meglio, perché lì ci sarà da discutere, preliminarmente, di questo.Se cioè l'uguaglianza rientra nelle norme generali dell'istruzione. E se le regioni, che insieme ai comuni ed alle province sono Stato, ne terranno conto, considerato che sempre il nuovo articolo 117 stabilisce ancora, oltre al fatto che:
“sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale”
“nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, **salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato**”
In questi due anni, dopo tanti scontri e tante riflessioni che da questi sono derivati, sono arrivata a questa conclusione. Solo se si segue la linea dell'eguaglianza che genera unitarietà, tutto quello che viene dopo ha senso ed è accettabile.
Ora, se consideriamo che questa parola è scomparsa, come è stato giustamente notato, dall'articolo 3 citato nei documenti programmatori finora prodotti, c'è invece da tremare.
Bene ha fatto la Consulta a concludere il suo parere dicendo che sarà attuativo quando le regioni si saranno dotate di una legge. Sarà allora che si giocherà la partita vera, penso.
Sto leggendo e rileggendo tutto quello che viene prodotto, di analisi sull'esistente e previsioni per il futuro, ed anche qui l'impressione è sempre la stessa: accadrà - per tornare alla domanda - che dietro tutti i percorsi che si stanno delineando e che un senso di arricchimenti di offerta (li abbiamo già sperimentati, soprattutto i percorsi integrati) anche lo danno, la scuola sarà spezzata, o meglio spazzata da tutti i suoi problemi, riconducibili alla famosa frase del prof del film "La scuola". Ci sarà un fiume di denaro che passerà alla formazione professionale che lo userà per rifinanziarsi (perché nel frattempo questo accade: che i canali regolari del finanziamento alla formazione si stanno esaurendo) invece che per fare quello che, a parole, la legge stabilirà. E la volontà progettuale che, pure, la scuola produrrà (simile a quella che, ne sono sicura, anche gli altri ordini metteranno in campo, nonostante la riforma) sarà vanificata o comunque sminuita.
Se fosse vero quello che dicono, anche quelli del buonsenso, ed anche quelli che se ne sono tenuti lontani, ma di buonsenso sono veramente dotati: se ci fosse cioè una effettiva speranza che diminuire e sminuire l'istruzione salvasse dalla dispersione quel 30% che ne è colpito, e non isituzionalizzasse, invece la sua marginalizzazione, Stato o regione o provincia o comune sarebbe lo stesso. Ma la realtà del decreto approvato oggi non lascia adito a speranze. Come quello che tu dici dimostra. E quindi è facile istituire analogie.
Pensa solo ad una delle perle del Presidente, nella conferenza stampa di oggi, che va ascoltata e diffusa, perché lì c'è la verità: le ore di "laboratorio" saranno doposcuola (tu vai male in matematica? Eccoti la ripetizione…e così via).
Comunque, per continuare questo frammentario discorso: i prof dei licei si terranno ben lontani da tutti questi ragionamenti, anche perché, vedrai che lì le classi aumenteranno. Uno spostamento si sta già verificando ora, figurarsi tra qualche anno.
Quello che accadrà alle superiori, sarà che ciascuno penserà di salvarsi, per conto proprio. Due anni di silenzio vogliono dire solo questo. E si accetterà tutto, per cui, paradossalmente, ad essere gli strenui difensori degli organici - nonostante ciò che sembra ed ammesso che ci sia qualcosa di male - non saranno quelli che si oppongono alla riforma, ma quelli che finora sono stati buoni e zitti.
Ma su una cosa ci ho preso, prima del Senato... e cioè che saranno garantiti gli organici nella scuola media, per fare in modo che i laboratori li facciano gli insegnanti che al mattino perdono le ore.
Fino al 2005, quando ci sarà la più grande fuoriuscita dalla scuola che si ricordi, compresa la mia, che non pensavo mai diventasse così desiderata. E fino al 2006, quando elementari e medie avranno sperimentato sulla propria pelle tutto questo buongoverno.
Speriamo che allora si possa ricominciare: ma da cosa?
24 gennaio 2004
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