PANE NERO
Lavoro teatrale elaborato dai ragazzi della classe II sez. C (scuola media) del Primo Istituto comprensivo "G.A. Cesareo" di Sant'Agata Militello (ME), sotto la guida della prof.ssa Maria Franca Gagliani, docente di materie letterarie, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore avv. Michele Manfredi Gigliotti.
Il testo è stato scritto dagli alunni durante le ore dedicate all'analisi del libro di narrativa, in adozione nell'anno scolastico 2000/01.
È stato dagli stessi rappresentato, l'anno successivo, con la collaborazione di altri alunni di altre classi, presso l'aula magna della scuola e il cineteatro "Aurora" di Sant'Agata Militello (Me), alla fine dell'anno scolastico, prima degli esami di licenza.
Era presente anche l'autore del romanzo che si è complimentato con tutti
.

Classe II C -sc. media- del 1° Ist.Compr."G.A. Cesareo" di Sant'Agata M.llo -ME -

PERSONAGGI e INTERPRETI

Voce fuori campo - Fabrizia Nici
Michele Manfredi - Benedetto Calcò
Oste - Giovanni Sottile
Don Pietro - Francesco De Marte
Donna Maria - Cristina Lazzara
Fiammetta - Rosalba Vitanza
Don Francesco - Francesco De Luca
Don Vincenzo - Alessio Ferraù
Antonio Malocchio - Marco Castelluccio
Carlo Nomine - Salvatore Currò
Pietro Pallottola - Calogero Franchina
1° Operaio - Vincenzo Ballì
2° Operaio - Biagio Lombardo
Lo strillone - Luigi Mammana
Brigadiere - Giuseppe Cappadona
Marchese - Alessio Villardita
Pretore - Alessio Cirilla
Carabiniere - Stefano Presti
Aiuti di scena - Antonino Gennaro e Gabriele Prafioriti
Regia - prof.ssa Maria Franca Gagliani
Musiche - prof.ssa Rosalba Caranna

PANE NERO

PRIMO ATTO

SCENA PRIMA


musica in sottofondo: "Amara terra mia" di Modugno
VOCE FUORI CAMPO: Il romanzo s'incardina su due elementi: un paese del Meridione e, protagonista corale, il suo popolo. L'autore, l'avvocato Michele Manfredi Gigliotti, che oggi vive e lavora a S.Agata, descrive il paese di Nocera Terinese dove è nato.
Noi alunni abbiamo tratto da questo libro un testo teatrale che ora rappresenteremo.
Il nucleo centrale dei fatti narrati è realmente accaduto. Vero è il nome del protagonista (nonno paterno dell'autore), mentre gli altri sono totalmente inventati.


(Stazione ferroviaria di Nocera - Musica in sottofondo e rumori caratteristici del posto)
PIETRO MARIA: (cammina avanti e indietro lungo il marciapiedi della stazione, guardando l'orologio) Mancano ancora 15 minuti all'arrivo del treno da Paola; quasi quasi vado a bere qualcosa all'osteria;
OSTE: Cosa comandate, Don Pietro?
PIETRO MARIA: Buongiorno, un bicchiere di vino, Pasquà, di quello di uva, che non sia battezzato!
OSTE: State tranquillo, Don Pietro! Ne ho giusto una partita che è la fine del mondo! Cosa da far resuscitare anche i morti, salvata l'anima!
(l'oste esce e torna con un bicchiere e una caraffa; don Pietro beve ed elogia il vino)
OSTE: Brutta annata, Don Pietro! Brutta annata davvero! Molti raccolti sono andati distrutti! Interi campi di grano sono stati bruciati e le olive non promettono niente di buono! I cafoni invidiano noi bottegai perché dicono non facciamo niente dalla mattina alla sera e …guadagniamo…un sacco di soldi! Dio li fulmini!….Esclusi i presenti! Ma lo sanno loro che sono due giorni che non viene anima viva nella mia bottega? Stamattina, siete capitato voi …chissà per quale ragione!… magari state partendo e…quando vi vedrò un'altra volta?
PIETRO MARIA: Tranquillizzati, Pasquà! Alla mia età non si va più in giro! Sto aspettando mio figlio che viene da Napoli e sono qui per portarlo al paese.
OSTE: Arriva don Michele? Viene a riposarsi dagli studi?
PIETRO MARIA: Eh, no, Pasquà! questa volta viene e resta. Gli studi li ha completati ed è ora avvocato! Questa volta viene per riposarsi. Viene e resta a casa sua, Pasquà! Ora vado, sento che sta arrivando il treno. Vi saluto!
OSTE: Tanti auguri, Don Pietro!
(arriva Michele e padre e figlio si abbracciano)
(musica in sottofondo)
VOCE FUORI CAMPO: (gli aiuti di scena, intanto, cambiano gli arredi )
I due s'incamminano verso il paese. L'aria immobile, il lungo viaggio, lo stesso paesaggio costante apportavano a Michele una piacevole sonnolenza, fisica e mentale. La strada bianca e ghiaiosa era fiancheggiata, da entrambi i lati, da alberi di ulivo.
Michele ebbe la sensazione di vedere per la prima volta il proprio paese. La sua era una sensazione strana, come se si stesse svegliando da un lungo sonno e, pian piano, andasse arenandosi. La deduzione che egli trasse fu quella di fermarsi al paese il meno possibile. A casa avrebbe spiegato al padre i suoi progetti.

SCENA SECONDA


(a casa)
MICHELE: Mamma, mamma, mamma, sono arrivato!
MAMMA: Gesù, Giuseppe, sant'Anna e Maria... (i due si abbracciano)
PIETRO MARIA: Ho già parlato con l'avvocato Marca ed il Pretore. Vedrai che, pian piano, anche tu ti farai la clientela. A Nocera non vi sono buoni avvocati. L'arciprete dice che sono tutti azzecca…
MICHELE: azzeccagarbugli! Sono stanco e vorrei andare a riposare. Dopo parleremo.
(si salutano)
PIETRO MARIA: Sono contento; finalmente nostro figlio è a casa!
MAMMA: mi è sembrato strano!…
PIETRO MARIA: ma no, che dici? Finalmente nostro figlio è avvocato! È un po' stanco, niente di più!
MAMMA: sono contenta che dopo tanti anni Michele sia tornato a casa…ma c'è qualcosa di strano… non lo vedo sereno...
PIETRO MARIA: vai a preparare un buon pranzetto, piuttosto. Dobbiamo festeggiare!
(entra Michele)
MICHELE: papà, mamma, non riesco a riposare! Mi è venuta voglia di uscire. Vorrei andare a salutare Antonio Esposito. È sempre lo stesso? La sua bottega è sempre nello stesso posto?
PIETRO MARIA: sì, sì, vai caro. Nulla è cambiato. Ci vediamo dopo.
(Si spengono le luci, musica in sottofondo.
Gli aiuti di scena cambiano gli arredi e la scenografia
)

SCENA TERZA


(la bottega di Malocchio)
VOCE FUORI CAMPO: La bottega di Malocchio si trovava proprio vicino la Chiesa. Malgrado la posizione centrale, Malocchio non aveva molti clienti e quei pochi erano contadini che, per la maggior parte, pagavano in natura.
(Michele bussa)
MALOCCHIO: Michele! Quando sei arrivato? Che piacere vederti!
MICHELE: la prima visita la sto facendo a te; sono arrivato da poco. Sai ho conseguito la laurea e mio padre mi vuole avvocato in questo paese, …ma io ho altri progetti! (si guarda intorno)
MALOCCHIO: come? Sei appena arrivato e te ne vuoi già andare?
(entrano Carlo Iomine, Don vincenzo Forestieri)
DON VINCENZO: la sapere l'ultima? Il marchese ha deciso d'aumentare il prezzo dell'olio e tutti sono d'accordo!!!…
CARLO IOMINE: siete sicuro? Non è possibile! Un cafone per comprare un litro d'olio deve lavorare per tre giorni di fila! Se aumenta il prezzo…quanto dovrà lavorare? È una vergogna! E nessuno si ribella!
MALOCCHIO: che importanza ha? Tre…quattro…cinque...giorni, dieci giornate lavorative contro un litro d'olio. Non è questo il problema! Il fatto è che i proprietari fanno il bello e il cattivo tempo perché sono coscienti della loro forza, pur essendo in pochi! I cafoni, al contrario, che sono più numerosi, non HANNO ANCORA PRESO COSCIENZA DELLA LORO FORZA!
DON VINCENZO: FORZA, COSCIENZA! Sono belle parole, ma restano sempre solo e belle parole! Vorrei vederti mentre vai tra i cafoni a DIFFONDERE LA COSCIENZA DELLA LORO FORZA!
CARLO IOMINE: qui finisce male! MONDO INGANNATRICE! Qui finisce male!
MALOCCHIO: vi sembra giusto tutto quello che succede? Io penso che non sia giusto che i grossi proprietari abbiano tanta terra, mentre i cafoni vengono presi in giro e non sono in grado di ribellarsi a questo stato di cose!
DON VINCENZO: tu lo sai che i nostri cafoni, i nostri contadini vengono presi in giro e non sono capaci di ribellarsi? Non sono in grado di cambiare vita!
MALOCCHIO: io non sono d'accordo! È la sorte che ci fa nascere in una famiglia anziché in un'altra! È la sorte che ci fa nascere ricchi o poveri! Io dico, ma non sono stati gli uomini a fare la distinzione fra ricchi e poveri? Non sono stati gli uomini a dare il potere solo ai ricchi? Non possono allora gli uomini cambiare le cose? Non si possono unire per smuovere le acque? Bisognerebbe trovare QUALCUNO disposto a lottare con loro!
DON VINCENZO: e dove si può trovare?
MALOCCHIO: se non si trova, i cafoni continueranno a mangiare cipolle e PANE NERO, come hanno fatto per generazioni e generazioni, fin quando QUALCUNO verrà, perché, ci potete scommettere, QUALCUNO verrà e sarà dei nostri!
DON VINCENZO: a qualcuno verrà il coraggio di fuggire, come hanno fatto gli altri! Non resterà a battersi con noi!
MICHELE: come sono lontani i tempi delle discussioni con gli amici e i colleghi dell'università! Non mi sognavo certo, allora, di affrontare problemi come questi! Non potevo supporre che il paese fosse alla mercé di pochi signorotti! È mai possibile vivere senz'acqua? Senza luce? Senza scuole? Senza servizi igienici?
Me ne devo andare da qui e al più presto!...
Allora, amici, si è fatto tardi! Torniamo a casa. Salute a tutta la compagnia!…
TUTTI: salute!
(Si spengono le luci - musica in sottofondo.)
(Gli aiuti di scena modificano l'ambiente.)

SCENA QUARTA


(a casa di Michele)
DON FRANCESCO: Sono molto agitato! Vi ricordate? Qualche giorno fa ci sono stati i festeggiamenti dell'Altissimo. Pochi erano i Noceresi presenti; essi hanno disertato non solo la processione, ma non hanno dato offerte! Sono seccati perché il raccolto è stato magro; ma un'offerta, anche piccola, anche simbolica, i Noceresi avrebbero potuta ben farla! E per giunta neanche gli emigranti hanno inviato i soliti dollari e poi… davanti alla porta della chiesa, le donne volevano passare prima dell'Altissimo!
MAMMA: Le posso offrire qualcosa? Così si calma! Prenda un dolcino!
PIETRO MARIA: le donne volevano entrare in chiesa prima di tutti! Che tempi, che epoca!
DON FRANCESCO: se non fosse stato per il carabiniere che se ne uscì con l'espressione "prima dell'Altissimo non passa neanche il Padreterno!"... (entra in scena Michele) "o tempora, o mores" Non rispettano più le gerarchie! A San Giovanni Battista, meno importante, meno importante del Padreterno, hanno tributato grandi onori! All'Altissimo, niente! Un popolo di cafoni ha osato fare un affronto simile al Principio di ogni cosa! Solo perché il raccolto è andato a male!
MICHELE: si è certamente smarrito il sentimento religioso, ma, Don Francesco, la chiesa militante non si è sempre comportata bene! Non sempre, se guardiamo a ritroso nel tempo, ha saputo attuare il messaggio di Cristo!
DON FRANCESCO: che cosa stai dicendo? Queste sono parole blasfeme!
MICHELE: non c'è niente di blasfemo. Mi sono sempre commosso quando ho letto che qualcuno si è immolato per la patria, per la famiglia, per un amico, per un ideale!
E chi mi ha fatto commuovere di più è stato il Cristo che si è immolato per l'umanità intera. La chiesa, comunque, non sempre ha raccolto il messaggio di Cristo! Non dico che avrebbe dovuto seguire San Francesco, ma non sempre si è comportata bene con le persone! Ha costruito, in nome del Cristo povero, grandi chiese e non vede che c'è gente che vive patendo la fame, invocando il pane quotidiano, il pane bianco di grano e non solo il pane nero di caniglia!
DON FRANCESCO: ma la chiesa non è solo questa!
MICHELE: sì, la chiesa non è solo questa! La chiesa sono anche i missionari che vanno in Africa o in Brasile; la chiesa sono anche i perseguitati; la chiesa sono anche i poveri. Mi permetta… (Michele si allontana per scrivere una lettera ad un suo amico e Don Francesco dopo un po' saluta e se ne va. - Musica in sottofondo e luci basse )
MICHELE: Amico mio, certamente non stai aspettando questa lettera, perché come avevamo deciso, sarei dovuto tornare da te subito. Non mi è più possibile! Mi sono convinto che la gente di questo paese ha bisogno di me. Non credo di avere facoltà taumaturgiche, ma voglio tentare di svegliare il popolo di queste zone, con l'aiuto di tutti gli amici che… (bussano alla porta )
ANTONIO: Michele, vieni con noi?
CARLO: Che fai? Cosa hai deciso? Parti o resti?
MICHELE: Resto! Ho deciso che resto! Ho capito che avete bisogno di me, di qualcuno che sappia guidarvi per avere riconosciuti i vostri diritti!
ANTONIO E CARLO: siamo contenti! Ora ce ne andiamo; siamo proprio contenti! Bravo! Ci vediamo stasera!
FIAMMETTA: (si affaccia più volte con fare civettuolo) Posso entrare? Dovrei pulire questa stanza.
MICHELE: tu… sei la figlia di massaro Peppe; fammi pensare…ormai penso che tu abbia diciotto o diciannove anni…
FIAMMETTA: non vedevo l'ora di salutarvi, mi congratulo, ormai siete avvocato!
MICHELE: ed è per questo motivo che mi dai del VOI?
FIAMMETTA: credevo che non potevamo più darci del tu. Io sono sempre la stessa, mia madre dice sempre alla tua: "io l'ho fatta e voi ve la siete presa!". Per questo motivo mi sento quasi una sorella e mi fa piacere darti del tu come prima.
MICHELE: come mai non ti sei ancora sposata?
FIAMMETTA: sarebbe troppo lungo da raccontare!… Un giorno..forse…
(da lontano si sente: ME NE VAAADO, ME NE VAAADO….Entrano alcuni operai con la coppola in mano)
1° OPERAIO: buongiorno, don Michele!
MICHELE: buon giorno, cosa desiderate?
1° OPERAIO: niente, ci stiamo riposando
MICHELE: cosa mangiate?
1° OPERAIO: pane, don Michè, pane nero e formaggio. Restate servito!
MICHELE: no, grazie. Ora vado a prendervi un po' di vino (esce di scena e porta vino e salame) mangiate, mangiate!
2° OPERAIO: grazie, siete molto gentile!
MICHELE: anche a me, da ragazzo, piaceva mangiare pane di caniglia, oppure quello giallo di granoturco. Vi ricordate quando scappavo di casa per venire a mangiare da voi? E….ditemi che fine ha fatto Pallottola? Non ho più avuto sue notizie.
2° OPERAIO: Mah! Non si è più visto in paese! Ci ricordiamo di voi piccolo e soprattutto di quando Pallottola vi diceva: "l'acqua butta giù i ponti e genera le alluvioni!" ….infatti, non si lavava mai!…
MICHELE: per questo lo chiamavano Pallottola, perché il nome vuol dire puzzola, ma io lo ricordo con affetto e mi piacerebbe rivederlo.
2° OPERAIO: non ne sappiamo niente! Qualcuno dice che si trova all'estero. Qualche altro che è finito in galera. È letteralmente scomparso…
(si sente la mamma che dice: -È pronto in tavola - e Michele si avvia mentre i due, dopo aver salutato, se ne vanno)
(Musica in sottofondo. Si chiude il sipario)


SECONDO ATTO

SCENA PRIMA


(tutti gli amici sono riuniti per ascoltare Michele che dovrà parlare. Sul fondo, siede un uomo che, con il mantello, nasconde il viso)
MALOCCHIO: Amici, questo è Michele, è avvocato e la pensa come noi. Giuro sulla tomba di mio padre che è una persona leale, onesta e seria. È arrivato il momento di agire! Dobbiamo difendere i nostri diritti, le nostre famiglie. Dobbiamo armarci e combattere. Michele, che dobbiamo fare?….
MICHELE: È necessario prendere alcune decisioni!
TUTTI: quali?
MICHELE: calma, calma, dobbiamo formare una cooperativa, una lega agricola fra tutti gli operatori della terra. (esce dalla tasca tre copie di giornali e spiega) A Bologna si è costituita la federazione nazionale della terra che ha come scopo: rappresentare gli interessi generali del proletariato agricolo presso le Assemblee Legislative, presso il Segretario Nazionale della resistenza, presso il Consiglio Superiore del Lavoro; promuovere e coordinare iniziative…; agevolare gli scambi di solidarietà….
(Michele continua a parlare, senza però che si ascolti la sua voce e gli altri fanno gesti di compiacenza)
VOCE FUORI CAMPO: Una commozione grave ed intensa, ancorata a credenze secolari, cadde nella stanza quando Michele pronunciò il nome del pane, con la stessa mistica genuflessione della voce con cui quegli uomini erano abituati a pronunziarlo.
PANE, parola facile e difficile allo stesso tempo; parola benedetta sempre e ovunque, sulle mense degli uomini e di Dio; simbolo di vita ed operosità; sintesi di ogni processo evolutivo; lievito del mondo, attaccato alla terra di cui ha bevuto l'humus, assieme al sudore dei contadini.
(dal pubblico si sente, mentre la voce fuori campo legge)
PUBBLICO:…sei uno di noi, conosci i nostri problemi, aiutaci a risolverli…
VOCE FUORI CAMPO: Giacché era agevole presumere che la lotta per la conquista delle terre sarebbe stata dura e senza esclusione di colpi, Michele precisò ….
MICHELE: prima di ogni cosa, allora, dovremo costituire una cooperativa. Domani stesso andrò a Martirano da un mio amico notaio per organizzare e rogare gli atti necessari. Votiamo per eleggere un comitato
(Tutti alzano la mano tranne uno. Vengono eletti Michele, Carlo Iomine, Malocchio)
CARLO IOMINE: ce l'abbiamo fatta! Mondo ingannatrice! Ma ora bisogna battere il ferro mentre è ancora caldo!
L'UOMO DAL MANTELLO: se qualcuno fiata, quant'è vero Dio, gli mozzo la lingua con questo! (tira un coltello dalla tasca)
VOCE FUORI CAMPO: Chi aveva parlato era Pallottola che dopo diversi anni era tornato al suo paese. Aveva svolto diversi lavori sempre con ottimi risultati. Era anche stato accusato dell'omicidio di un collega, ma, essendosi allontanato, senza lasciare alcun recapito, né le sue generalità, il caso era stato archiviato dai carabinieri perché "ad opera di ignoti".
(si spengono le luci - musica in sottofondo)

SCENA SECONDA


(Tutti ballano attorno al cinghiale ucciso. Entrano in scena Michele ed il marchese)
MICHELE: È stata una bella giornata! Ho avuto modo di vedere anche le vostre proprietà, signor marchese.
MARCHESE: le mie terre, sì ,le mie terre! Che mi sono costate fatica e lavoro! Esse appartengono alla mia famiglia da generazioni... Sì, da generazioni… Lo sai Michele? Esistono molte teste balzane in giro e qualcuno si è messo in testa di impadronirsi delle mie terre, delle mie terre!
MICHELE: quali terre, marchese? Quelle coltivate o quelle incolte?
MARCHESE: le difenderò a costo della vita!
MICHELE: scusatemi …se mi permetto…. non credo che tutte le terre che voi possedete le abbiate ereditate…
MARCHESE: che cosa vorresti dire?
MICHELE: quello che ho detto! Alcune delle vostre terre appartenevano al mare, poi…. quando le acque si sono ritirate…..voi le avete comprate….
MARCHESE: che cosa ti sei messo in testa?….Non conosci la storia?….Stai attento a quello che fai…Ora ti saluto e non sprecare la tua laurea!…..salutami tuo padre che ha fatto tanti sacrifici per te!….
MICHELE: Senz'altro! Buongiorno !
(si spengono le luci e Michele esce e poi rientra; incontra Carlo e Antonio)

SCENA TERZA


MICHELE: Oh, proprio a voi stavo pensando. Sono stato dal marchese che, con la scusa di invitarmi ad una battuta di caccia, mi ha fatto capire che sa tutto!
CARLO E ANTONIO: Sa tutto? Oh poveri noi!
MICHELE: Sì, mi ha invitato per parlarmi delle sue terre e per farmi capire che non le vuole toccate! Mi ha quasi minacciato!
CARLO E ANTONIO: Dobbiamo stare attenti!
MICHELE: No, dobbiamo solo affrettarci a fare l'atto dal notaio e formare la cooperativa di cui abbiamo parlato. Ho già fissato un appuntamento dal notaio. Domani alle dieci verrete con me, insieme ad altri amici fidati. Una volta redatto l'atto, andrò a Catanzaro per parlare con il prefetto ed a lui farò vedere lo statuto della cooperativa.
Arrivederci, a presto, amici.
(le luci si spengono e si sente una musica in sottofondo)

SCENA QUARTA


STRILLONE: Ultime notizie! Il comune di Nocera è stato murato! La porta del mistero! Un muro ha bloccato la porta! Un giallo a Nocera! (ripetuto più volte)
BRIGADIERE: Fermi tutti, o sparo! Cose da pazzi! Il pretore! Dov'è il pretore! Cercate il pretore! Bisogna arrestare tutti!
PRETORE: Che cosa è successo? Perché sono stato interpellato?
BRIGADIERE Hanno murato il Comune! Il comune è sparito!
PRETORE: Com'è possibile! Faccia le indagini e scriva un verbale e….faccia demolire il muro! Dopo, venga nel mio ufficio!
BRIGADIERE: Sì, signore, sarà fatto
PRETORE: Ma ha idea di chi può aver fatto questa bravata? L'avevo già letto sul giornale!
BRIGADIERE: Una mezza idea ce l'avrei!….I colpevoli verranno presi e puniti!
STRILLONE: ULTIME NOTIZIE…(ripete più volte, anche fuori scena).

(Si spengono le luci. Musica in sottofondo. Si chiude il sipario)


TERZO ATTO

SCENA PRIMA


MICHELE: Ecco la risposta del prefetto! Ci autorizza a formare la cooperativa Risorgimento! (entrano gli amici e tutti esultano) Il giornale è arrivato dove io speravo. Il prefetto ci ha ascoltato! È bastato un muro perché le Autorità si ricordassero di noi! Ma il nostro traguardo sono le terre! (tutti applaudono) Questo sarà il nostro simbolo! (esce un drappo rosso)
BRIGADIERE: Non ce l'ho con voi! Ma state scherzando con il fuoco e chi scherza con il fuoco…finisce, alla fine, per bruciarsi! State attenti a non passare la misura…
QUALCUNO GRIDA Sbirro!
BRIGADIERE: Me la pagherete...bast…
MICHELE: Abbiamo raggiunto un grande scopo; ma la nostra meta finale rimane la conquista delle terre. Per il momento….. ci accontentiamo. I più poveri potranno acquistare tutto ciò che serve loro a prezzo di costo.

SCENA SECONDA


PRIMA PERSONA: avete sentito? L'avvocato Michele si è messo dalla parte dei poveri!
SECONDA PERSONA: si è messo contro il marchese!
TERZA PERSONA: mettersi contro il marchese vuol dire SUICIDARSI!
TUTTI: andiamo a trovare Michele per dirgli di stare attento…..
(si spengono le luci - musica in sottofondo)
MICHELE: (scrive) I cafoni di questo paese, come quelli della maggior parte dei paesi della Calabria e del Meridione, sono analfabeti, poveri. E la risposta alla loro miseria vanno a cercarla nelle lontane Americhe; e così, nella stagione estiva, non vedi messi di grano sulla terra che, ringiovanita nella vita che le dà la natura, è deserta e sopraffatta da cardi e da spine in una solitudine che uccide il cuore… I proprietari non vedono le campagne deperire? Non vedono la fame tutt'intorno? Che fare, dunque, se non organizzarsi contro il sistema? … A "chi" servono le terre incolte? A "chi" le braccia conserte? Non chiediamo di usurpare le terre, ma solo il diritto di lavorarle. Non è questo nell'interesse di tutti?
Ora questa lettere la invierò al marchese ed al prefetto…
VOCE FUORI CAMPO: Michele, con questa lettera aveva teso la mano, offrendo una soluzione amichevole del problema. Cosa avrebbero fatto gli avversari? Avrebbero stretto la mano o l'avrebbero lasciata cadere con disprezzo? In attesa di conoscere la risposta a questi interrogativi Michele viveva in uno stato di continua tensione. Passava le giornate tra la Risorgimento e il salotto della casa paterna, nella prima organizzandone l'attività tra mille problemi e difficoltà, nel secondo trovando svago nella lettura.
(Michele legge e poi si alza)
FIAMMETTA: Stai per uscire?
MICHELE: Sì, dov'è mia mamma?
FIAMMETTA: Sta riposando, è stata tutta la notte sveglia a pregare per te.
MICHELE: Mi crede un grande peccatore?
FIAMMETTA: È per quello che dicono in paese!
MICHELE: Che cosa dicono?
FIAMMETTA: Dicono che ti sei messo dalla parte dei cafoni, contro il marchese!
(entrano i suoi amici)
CARLO E ANTONIO: Scappa Michele, scappa
MICHELE: E per quale motivo?
CARLO: Il marchese ti accusa di avere incendiato una sua tenuta
MICHELE: Io? Non ho fato niente!
CARLO: Noi lo sappiamo che tu sei innocente! Ma la cosa è seria! Il marchese ti ha denunciato e dice di avere DUE TESTIMONI che ti hanno visto appiccare il fuoco!
MICHELE: Ma chi mai potrebbe credere che io vado in giro ad accendere il fuoco?! Non mi fate ridere!
PIETRO MARIA: Michele, mettiti in salvo, scappa! Non ti fare arrestare!
MICHELE: E dove posso andare?
PIETRO MARIA: A Pietrebianche, da Lorenzo Surace che è fidato!
VOCE FUORI CAMPO: Michele si vestì. Pallottola scese a badare a Rizzieri. Egli stesso che conosceva la zona avrebbe accompagnato Michele e poi avrebbe riportato indietro il cavallo. Poco dopo erano in marcia.
Arrivati, Michele era stato alloggiato in una stanza a primo piano, arredata alla buona, che dava tuttavia un senso di calore e tranquillità. A settentrione v'era una finestra discretamente coperta da tendine fiorite, dalla quale era possibile vedere la fitta distesa di abeti che coprivano i fianchi del Mancuso a perdita d'occhio.
I padroni di casa, Lorenzo e la moglie, non sapevano cosa fare per mettere il figlio dell'amico, don Pietro, a proprio agio, ma le continue premure finivano col mettere Michele in uno stato di indicibile prostrazione. La solitudine e la necessità di non potere occupare la mente in alcun'altra attività, costrinsero ben presto Michele a riflettere su quanto accaduto.
(Le luci si spengono. Musica in sottofondo)

SCENA TERZA


(a casa di Michele)
MICHELE: Sono tornato a casa. Non era più possibile restare ancora nascosto in quella stanza. Ho il dovere di rimanere in zona, se è il caso, anche di farmi arrestare. Senza di me, senza la mia guida, che fine avrebbe fatto la cooperativa Risorgimento?
PIETRO MARIA: Michele, cosa fai qua? Perché sei tornato? Non sai che il brigadiere è venuto a casa a chiedere tue notizie? Cose da pazzi! Aveva un mandato di cattura!
MICHELE: Sono tornato per affrontare la giustizia!
PIETRO MARIA: Sai, Michele, ho scoperto chi ti accusa. Sono andato a trovare i due testimoni falsi con Pallottola. Si tratta di povera gente che il marchese ha minacciato. Ho parlato con loro e, forse, li ho convinti a dire la verità.
MICHELE: Vedrai, la giustizia trionferà anche questa volta! Se sarà necessario, affronterò le sbarre. Andrò a costituirmi!
PIETRO MARIA: Bravo, nessuno della mia famiglia è mai fuggito di fronte alle avversità. Sono contento che tu sia tornato.
MICHELE: Non appena mi condurranno via, tu dovrai fare una cosa per me e per tutto il paese; dovrai andare a Nicastro a consegnare alla redazione de: "La Frusta" questa lettera.
(entra Carlo Iomine)
CARLO IOMINE: Michele, sei tornato? Venite, venite, c'è la piazza traboccante di folla! Venite a messa! Tutti ti stanno aspettando! Hanno saputo che ti vogliono arrestare! Venite! Venite!
BRIGADIERE: Michele, in nome della legge, ti dichiaro in arresto!
MICHELE: Eccomi (tende le braccia)
BRIGADIERE: Non è il caso, mi fido di te, ti accompagno senza manette!
PALLOTTOLA: So quello che devo fare! Ora vado a prendere i due testimoni falsi e li accompagnerò a pedate, se sarà necessario, perché devono dire la verità davanti al pretore! Li accompagnerò a pedate!
MALOCCHIO: È innocente! È un sopruso! È un'ingiustizia!
CARLO IOMINE: Qui finisce male, mondo ingannatrice! Qui finisce male!
(Si spengono le luci)

SCENA QUARTA


FIAMMETTA: Signora, don Pietro, sono tutta agitata! Ho visto i due testimoni che ritrattavano. Michele è libero! È libero!
PIETRO MARIA: Lo so, lo so, vai a chiamare l'oste perché dobbiamo festeggiare!
OSTE: Comandi, don Pietro!
PIETRO MARIA: Tieni, queste sono alcune copie del giornale "La Frusta". Mettile nella tua trattoria; tutti devono leggere l'articolo che riguarda Michele e il nostro paese! Il giornalista ha fatto un buon lavoro!
OSTE: Sarà fatto! L'avvocato esce libero! Vado a preparare i festeggiamenti?
PIETRO MARIA: Certo e prepara per tutto il paese!
(entrano tutti gli amici)
MICHELE: È giunto il momento di togliere ogni indugio! Ora che tutto è stato risolto dobbiamo rivolgere l'animo e le forze alla conquista delle terre incolte! È necessaria la partecipazione di tutti. Siete disposti a seguirmi nell'ultima e decisiva impresa?
TUTTI: Sì, certo, ti seguiremo in capo al mondo!
MICHELE: Bene, tenetevi pronti, presto riceverete istruzioni!
(Si spengono le luci)

SCENA QUINTA


(Tutti sono seduti a terra in semicerchio)
BRIGADIERE: Guarda là! Da quando è giunto in paese Michele sono successe cose da pazzi, una dietro l'altra! Ora, sono seduti qua, c'è un accampamento di cafoni! Urgono uomini! Urgono disposizioni! Vado a telegrafare al comando di Nicastro!
(esce e dopo un po' ritorna con altri carabinieri)
BRIGADIERE: Li posso arrestare?
CARABINIERE: Ce l'avete le manette per tutti?
BRIGADIERE: Che cosa c'è da fare? Aspetto disposizioni!
Voi, ehi voi, che cosa volete? Perché vi siete seduti in questa piazza?
TUTTI: Vogliamo pane e lavoro! Vogliamo pane e lavoro!
BRIGADIERE: Vado a vedere se sono arrivate le disposizioni. Non so che fare! (rivolto ai carabinieri) Mettetevi qua e non vi muovete. Nessuno deve entrare o uscire. Piantonate!
(si spengono le luci - musica in sottofondo - ogni tanto si sente qualcuno che parla)
VOCE FUORI CAMPO: Sono trascorsi 10 giorni e tutti credono che al ventesimo giorno le autorità cederanno. E se ciò non dovesse accadere? Se le autorità dovessero ancora ignorare i loro problemi? I viveri cominciano a scarseggiare. Qualcuno vorrebbe arrendersi, mentre qualche altro crede che bisogna resistere ad ogni costo…
DAL GRUPPO: mannatini cocchi cosa di manciari!…(mandateci qualcosa da mangiare)
Io sugnu Carlu aiu fami!….(io sono Carlo ed ho fame!) Non ti scurdai u furmaggiu e u vinu, sinnò muremu….(non ti scordare il formaggio e il vino, altrimenti moriremo) Vulemu u pani, vulemu manciari….(vogliamo il pane, vogliamo mangiare)
(Lancio di pacchetti che il gruppo apre e comincia a mangiare)
VOCE FUORI CAMPO La lunga permanenza nel campo in stato di assoluta inattività aveva inebetito un po' tutti. Oramai nessuno più credeva che sarebbe successo qualcosa ed anche quelli che caparbiamente sostenevano che bisognava andare avanti, lo dicevano non perché ne fossero convinti, ma per una specie di orgoglio di cui erano i primi a meravigliarsi.
(dietro le quinte una voce: "e' nata una femminuccia a Carlo Iomine!" più volte)
CARLO IOMINE: Speranza, don Michè, Speranza, don Michè! È nata Speranza!
(Tutti gioiscono, si alzano e si abbracciano)
PALLOTTOLA: Voglio fuggire, voglio andare lontano; quel carabiniere continua a fissarmi; Malocchio, tagliami i capelli e fammi la barba!
(Il carabiniere guarda tutta la scena e chiama il brigadiere. I due parlano per un po'.)
PALLOTTOLA: Amici, me ne vado…Michele…(si odono ordini ... uno sparo!…) e Pallottola cade….
MICHELE E CARLO: Pallottola, perché? Pallottola….(si mettono a piangere ed adagiano il corpo nel campo)
BIGADIERE: Vado ad informare il comando compagnia di Nicastro! Vado ad informare anche la Magistratura!
(Don Francesco entra nel campo e benedice Pallottola)
MICHELE: Vado dal prefetto! Brigadiere, mi accompagni da Sua Eccellenza il Prefetto!
(si spengono le luci e Pallottola viene portato via- musica in sottofondo)
MICHELE: (torna dopo un po') ALLE TERRE! ALLE TERRE! (tutti esultano e si alzano) Andiamo alle terre! Il marchese ha ceduto! Con l'aiuto dei funzionari di prefettura ha stabilito che le terre incolte, dal torrente Sciabica al fiume Savuto, vengano concesse ai soci della Risorgimento! Ho anche discusso della vostra posizione! La questione verrà chiusa nel migliore dei modi! (il campo viene smontato e Carlo Iomine porta il suo vessillo legato ad un asta)
TUTTI: Pallottola non è morto invano
VIVA MICHELE! ABBIAMO IL LAVORO! ABBIAMO IL PANE!
(gli amici portano Michele in trionfo)

FINE

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