L'OROLOGIO DI PULCINELLA - Parte Prima
fiaba teatrale con musica (da una novellina di Piero Calamandrei)
Franco Romani

Personaggi:
La maestra - ILARIA FARCHICA
Pulcinella- MARCO BANINI
Osvaldo l'ubriaco- MARTINA LOMBARDI
La Luna- GIULIA PERUZZI
Il Chiurlo-VERONICA PAOLINI
Il Cane-ALICE TEDESCHI
Il Gatto- ALICE CANALE
La Notte- SARA TORREGROSSA
Il Sindaco - EUGENIO GAROSI
La Moglie del Sindaco - CATERINA ILARI
Il Figlio del sindaco - NICCOLO' PARISSI
Il Parroco - MICHELE CACIOPPI
La Bellona - VITTORIA LAERA
La Fornaia - SARA CENCETTI
Il Farmacista - GIULIO MARIGNETTI
La Figlia del farmacista - FRANCESCA LAZZERI
Il Maestro - MILO VIVARELLI
Il Capoguardia - NICOLA FOSCHINI
Il Campanaro - Capitano dei pompieri - EROS TERZUOLI
Abitati del paese - Bambini della scolaresca:
Andrea Sofora, Aron Accetturo, Alex Solimeo, Corrado Rubegni,Laura Kliem, Giampaolo Agazzi, Mattia Canapini, Taulant Hoxa, Chiara Pacini, Luigi Nunziata, Matteo Rosati, Jessica Rubegni, Irene Dottori, Irene Montani, Alessandro Incoronato, Debora Rosignoli, Giada Tiberini, Lorenza Iorillo, Micelle Fè, Veronica Damiano, Tecla Carpini



(La scena rappresenta la piazza del paese, in fondo al centro la torre con sopra Pulcinella, un martello e una campana, sulla destra e sulla sinistra del palco case con finestre praticabili. In un angolo davanti a Dx -proscenio- un muretto.
Tutti i bambini in fila con la maestra, passeggiano e cantano.
)

Coro bambini e maestra:
Come è bello passeggiare
quando a scuola non si va
come è bello anche cantare
tutti insieme la la la

La maestra il ritornello
canticchiare ella ci fa
passeggiare è tanto bello
ci vien voglia di cantà.
La la la la la la la La la la la la la la

Passeggiando per la valle
pei giardini e i prati in fior
rincorrendo le farfalle
mentre cambiano color
La maestra il ritornello
canticchiare ella ci fa
passeggiare è tanto bello
ci vien voglia di cantà.
La la la la la la la La la la la la la la


Maestra: Cari bambini, se alzate la testa, vedrete lassù in cima alla torre il personaggio del quale abbiamo già parlato a scuola… Vi ricordate come si chiama?
Tutti: Pulcinella.
Maestra: Bravi.
Debora: …quanto mi piace Pulcinella!
Corrado: Anche a me!
Maestra: Buoni, buoni… chi sa dirmi che cosa fa Pulcinella sulla Torre?
Irene D.: Io lo so!
Alex: Anch'io lo so!
Maestra: Avanti sentiamo!
Michelle: Controlla la piazza…
Veronica: Batte le ore!
Tecla: Sì, è vero, controlla la piazza!
Michelle: È un soldato, ci ha la lancia!
Taulant: Macchè soldato, è una maschera
Luigi: Io lo conosco, ci sono venuto tante volte, qui con la mia mamma.
Laura: Anch'io ci sono venuta.
Matteo: A me, mi ha battuto le ore, quando ero qui.
Mattia: Che discorsi, a tutti le batte le ore.
Jessica: No, non è vero, quando ci vengo io, non me le batte mai!
Maestra: Quante chiacchiere, zitti un momento, in ordine ognuno dite la vostra senza sovrapporpi. Chiaro?
Giampaolo: Io l' ho visto una volta, nel teatrino, con Arlecchino.
Arom: Io conosco anche Arlecchino, è tanto amico di Pulcinella.
Taulant: Mah! Tanto amici non mi sembrano. Litigano sempre!
Chiara: Arlecchino… però qui non c'è.
Giulia: Che discorsi che fai, questo non è mica quel Pulcinella amico d'Arlecchino. Questo è un altro Pulcinella. E poi questo qui non si muove mai. Se non per battere le ore! Vero maestra?
Maestra: Bè, a dir la verità, sembra che anche questo Pulcinella sia un po' burlone, e che una volta anche lui decise di abbandonare la torre.
Andrea: …ma non è vero!…
Irene M.: forse aveva fame..
Giada: …tu maestra ci prendi in giro!…
Alessandro: Racconta, raccontaci questa storia, maestra.
Davide: Sì, sì dicci dove andò.
Maestra: Buoni, buoni, prima di raccontarvi la storia, cantiamo tutti insieme la canzoncina che abbiamo imparato a scuola.Ve la ricordate?
Giada: Io me la ricordo bene, l'ho cantata anche ieri con la mia mamma!
Debora: io mi vergogno a cantare…
Giampaolo: …io mi vergogno e poi sono anche stonato…
Maestra: Buoni, buoni…mettetevi tutti in circolo e cantate con me. Pronti…? I bambini da questa parte e le bambine di qua. Presto con me Aaaa, aaaaa, aaaaa, aaaa.
Tutti:
Viva viva Pulcinella
È da tutti preferito
Mascherina tanto bella
Bianco e nero è il suo vestito.
Viva questa mascherina
Viva lei che è la più bella
Gli cantiam la canzoncina
Viva viva Pulcinella!

(finito di cantare i bambini escono)
Overtur musicale. I bambini sul buio, escono e si preparano per le scene che seguiranno.
La scena s'illumina ed è la stessa piazza che abbiamo lasciato, l'orologio segna mezzanotte e tre quarti
Maestra: …Tanti, tanti anni fa, in questo paese c'era un solo orologio, ed era quello sulla torre di Pulcinella. Gli abitanti del paese erano contenti dei servigi che con scrupolosa esattezza Pulcinella forniva.
Essendo questo il solo orologio
Che il paese possedeva
A Pulcinella, messo come elogio
Il tempo preciso trascorreva
Nessuno mai si lamentava
L'ora esatta l'orologio dava.
Anche il sole dubbi non aveva
Si alzava al mattino
Tramontava alla sera.
Col martello Pulcinella dava
Sulla campana, le ore suonava.
Da cent'anni stava sulla torre
Senza condizioni,
senza nulla imporre


quando una notte, a mezzanotte e tre quarti… ovvero, per dirla come dicono qua, al tocco meno un quarto, ohimè!
Pulcinella: (canta lasciando la posizione immobile che aveva fino a quel momento)
Da cent'anni son qui sopra,
da cent'anni io son contento
da cent'anni al freddo e al vento,
senza mai fuggir da qua.
Tutti giù a guardar l'ore
Giù la gente il capo alza
Si diverte, canta e danza
Ed io sempre son quassù.
Questa giusta decisione
Che ora ho preso, si, che bello!
Ecco qua poso il martello
Ed in giro me ne vò. (ripete)

(finito il canto comincia a parlare)
Da cent' anni io sto quassù senza trarne alcun vantaggio: il vento mi frusta, la pioggia m' inzuppa, la neve mi cola nel collo, e il naso mi si congela per ogni Capo d'anno… E tutto ciò per far comodo a queste creature chiamate uomini, che striscian laggiù ai piedi della mia torre, e che io non ho avuto ancora il bene di guardare, una volta tanto, da vicino! (si muove lascia il martello su un merlo della torre e comincia a scendere dalla scala interna)
L'ubriaco: (Che alzando gli occhi verso la torre, sente parlare.) Devo avere le traveggole all'orecchi...ho sentito Pulcinella che parlava. Devo proprio smettere di bere, il vino è bono e fa bene agli occhi! Ti fa vedere le cose in un certo qual modo.
(canticchia)
Fiorin fiorello,
io tengo il fiasco come il mio gemello,
perchè mi fà cantare lo stornello.

Ehi Pulcinella che cosa vuoi, cosa hai da dire! (guarda di nuovo la torre, ma questa volta Pulcinella non c'è più) Oh mio Dio!Un momento fa l' ho sentito parlare, ed ora non c'è più! Oh mio Dio! Questa sera quel vino invece di farmi vedere doppio, mi ha accecato. Non vedo più Pulcinella! (Chiamando forte) Pulcinella dove sei?!
Pulcinella: (arriva in piazza) Eccomi qua, che vuoi, mi hai chiamato?
L'ubriaco: (impaurito, ma sempre con il fare da ubriaco) Oh mio Dio, sarà meglio... sarà meglio che…che…che vada a letto… (comincia a correre) di corsa…quel vino stasera...! non era lui...
Pulcinella: È scappato! Che strano tutte le sere si mette sotto la torre, e mi declama poesie, canta, qualche volta dorme. Questa sera che ho deciso di parlargli, lui è scappato. Che strana che è questa gente! Mah!
Ebbene, dopo cent'anni di servizio, ho pure il diritto di fare due passi, per vedere com'è fatta questa gente!
Pulcinella: (Passeggia per la piazza e canta)
Per la piazza che piacere passeggiare
E vedere tanta gente qui d'intorno!!!?
Ma purtroppo sono solo, qui a parlare
Come in cima a quella torre tutto il giorno
Solo Osvaldo, l'ubriacone del paese,
Che passeggia fra le ombre della notte!
Ma è fuggito! Non è stato poi cortese!
E da solo qui rimango anche stanotte!
Per la piazza che piacere passeggiare
Ma purtroppo sono solo, qui a parlare
E da solo qui rimango anche stanotte!

Ma qui non c'è proprio nessuno, che delusione! Tutto buio, tutto silenzio, solo quell'ubriacone che però è scappato subito. Ma, era meglio guardarla dall'alto questa piazza. Mi siederò qui a riposarmi un po', perché questa camminata per le scale mi ha un po' affaticato, poi sarà meglio tornare sulla mia torre, per lo meno c'è più aria e si respira meglio…
(si siede dietro al pozzo appoggiato ad una casa e si addormenta)
Coro esterno:
Chiù chiù chiù (chiurlo)
Cip cip cip cip (uccellini)
Bau bau miao miao ( cani e gatti)
Shiff shiff shiff (vento)
Guh guh guh (civetta)

Maestra: Quello di Pulcinella era, dunque, l'unico orologio del paese, con la fuga dalla torre di chi lo animava il tempo si arrestò. Pulcinella non batteva le ore e le lancette non giravano, tutto restò fermo a mezzanotte e tre quarti, ed ogni persona ed ogni cosa del paese continuò a tenere in permanenza un atteggiamento corrispondente a quest'ora.
La Luna seguitò ad aspettar lo scoccare del tocco…
La Luna: (appare da dietro una casa) Uffa, che noia. Questa notte non capisco che cosa stia succedendo; provo ad affacciarmi sulla piazza e come faccio capolino, tru tru tru, mi ritrovo di nuovo fuori
Chiurlo: (traversando sul proscenio) Chiù (tenta di emettere un altro chiù, ma non ci riesce) Non c'è verso, mi interrompo sul primo chiurlare e non riesco a modulare la seconda chiurlata. Chiù…
Luna: (apparendo di nuovo) Sono di nuovo qui, che succede Chiurlo? Anche tu hai qualche cosa che non va? Ti vedo sforzarti, che ti succede?
Chiurlo: Cara Luna, credo che la colpa sia tua! Se non vai avanti tu, il tempo non passa!
Luna: Ma non ci riesco, arrivo qui e mi fermo.
La fornaia: Ma che succede? comincio ad impastare per fare il pane e subito devo impastare di nuovo. Sono trecento due volte che ripeto la stessa operazione. Ma che succede?
Cane: (entrando di corsa) Non vi preoccupate, Bau bau bau, anche a me sta succedendo qualcosa. Bau bau bau. Sono fatto vecchio. Non riesco a ricordare che volevo dire. Abbaio e non so più a chi!
Chiurlo: (uscendo) Chiù…(si ferma sforza, niente. Esce)
Luna: (sempre il solito andare e venire) Niente da fare. Mi tocca tornare indietro di nuovo!
Cane: Bau bau bau (esce)
Gatto: Miaoo! Ho aspettato che il cane se ne andasse, ma una volta ogni tanto mi trovo d'accordo con lui. È veramente una notte strana! Il Chiurlo continua a chiurlare a vuoto. La Titta, il cane appena uscito non si capisce più che cosa vuole, che dice, che vuol fare. La luna, l'avete vista: appare e scompare come fosse un uccellino del cùcù; La gente si è stancata di russare, anche se è costretta a continuare a russare. Ed io, io sono nel bel mezzo di una crisi di nervi, non riesco più neppure a miagolare da quanto sono stanca. Miaoo! E mi fermo; come il chiurlo! Non c'è verso di andare avanti, deve essere successo qualcosa di molto grave in questo paese. Bah! Miaoo! (esce)
La notte: (entra in punta di piedi)
Salgo e discendo per strade stanotte
Sento la gente che fa sogni strani
Forse normali, per gente normale
Sogna ed aspetta che venga domani.
Il parroco vuole la chiesa dipinta
Il ciabattino le scarpe pregiate
Il Sindaco sogna di stringer le mani
Al Deputato che arriva domani.
Poi c'è la figlia del farmacista
Sogna un marito che se la sposa
Sogna un marito che se la piglia
Sogna e risogna la stessa cosa.
Tutta la gente del bel paese
Sogna per molto le stesse cose
E sogna il sindaco e il ciabattino
La farmacista e l'arrotino
Per tutti il tempo lì s'è fermato
La luna, al chiurlo, al cane, al curato
Io che son notte Questo sentenzio!
Ma tutto è strano! Strano silenzio
Per tutti il tempo lì s'è fermato
Sognan ed aspetta che venga domani


parte seconda

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