MESSA IN SCENA DEL FILM DI K. KIESLOWKI ‘NON UCCIDERE’
Progetto di studio
ins. Giovana Casapollo



PERSONAGGI:

Programmazione per atti
1° atto: Jacek uccide il tassista (in macchina, lo spago intorno al polso, lo strangolamento, il corpo trascinato fuori...)
2°atto: I personaggi raccontano quello che hanno visto fare alla vittima e all'assassino, prima del delitto.
Il portinaio: il tassista La fotografa: Jacek
La cassiera: Jacek La ragazza: il tassista
Il pittore: Jacek L'agente: Jacek
Dorota e Andrej: il tassista La zingara: Jacek
La donna dei piccioni: Jacek Beata: Jacek
Beata: il tassista
3° atto: Il momento dell'impiccagione
La preparazione della stanza della morte (il boia)
Il colloquio di Jacek con l'avvocato
Il direttore che legge il documento che convalida l'esecuzione
L'ultima sigaretta
Il silenzio dietro la porta del bagno
Il cappio intorno al collo
I contorcimenti del corpo che muore

Fuori campo: Le voci del giudice e dell'avvocato parlano di pena di morte, di giovani sbandati...(3°atto)
esempio:
Giudice: La società ha il dovere di proteggere i suoi membri la pena di morte è lo strumento più efficace per dissuadere i criminali.
Avvocato: Dai tempi di Caino nessuna pena ha migliorato il mondo o l'ha dissuaso dal commettere il crimine.
Giudice: La pena di morte è giusta contro chi si macchia di gravi delitti. Chi uccide deve pagare con la propria vita: solo così si fa giustizia!!
Avvocato: L'eliminazione fisica è barbara è ributtante, rivoltante" (grida di pianto disperate)

TESTO


(L'opera inizia e si conclude con un assassinio. Le vittime si comportano alla stessa maniera nei contorcimenti, nei tentativi di liberarsi dalla corda che li soffoca, nella sofferenza che manifestano.)

Atto 1°


(Jacek uccide il tassista)

Jacek: La Polonez correva per il lungovistola, col finestrino aperto. "Può chiudere il finestrino" - gli dico. "Fa freddo" (rivolgendosi al pubblico) Le mani? no, no, non poteva vederle dallo specchietto. Le tenevo basse.
(Jachek guarda la sua mano destra: Lo spago è troppo stretto. È diventata livida ... la carne ... gonfia...Alza il viso... guarda in avanti preoccupato)
Ma cosa fa, rallenta? Avrà notato qualcosa?
(Svolge lo spago ... ne libera un pezzo lo arrotola sull'altra mano esegue l'operazione senza guardare)
Si fermi - gli dico- si fermi La macchina non si fermava, la musica mi assordava le orecchie.
(Jachek si mette le mani sulle orecchie, muovendole come se avesse lo spago avvolto nelle mani)
La strada era fangosa , in fondo si vedeva un casolare isolato. Si fermi - dico- non si può proseguire. (Poi calmo prosegue) L'auto frena. Gli passo lo spago sopra la testa e poi (mimando lo strangolamento) tirai... tirai...con tutte le mie forze. (adesso con affanno) Quel bastardo punta i piedi, afferra lo spago e tira ... tira ... è forte... cerca di afferrare la mia mano... di suonare il claxon ... si divincola ... ma io stringo ... stringo di più. Rantola... il clacson suona ... suona ... ha gli occhi fuori dalle orbite ... è allo stremo ... lo spago gira ... gira ... la testa è imprigionata nel poggiatesta. Noo!! Si è liberato ... è sporco di sangue ... non vuole morire...non vuole morire...
lo colpisco due volte ... tre volte... il punteruolo... mi scivola dalle mani ... (si guarda le mani sbalordito) ...insanguinate ...
(Poi riprende a raccontare lentamente). Nel terrapieno i cespugli, l'erba, la sterpaglia ... tutto era verde ... l'acqua ... l'acqua della Vistola era ghiacciata. Ero stanco. Abbandonai il corpo. Dovevo riprendere fiato.
(Si guarda la mano Si agita guarda intorno) La mano... là ... (indica un punto preciso) ...spunta fuori dalla coperta ... si muove ... parla ... balbetta...
(a voce bassa e sottile con la mano destra appoggiata all'orecchio riproduce la voce della sua vittima) Il denaro... il nascondiglio ... mia moglie ... i soldi...te li do...
(Con voce dura e scandita, riprende il racconto )
La pietra era conficcata nella fanghiglia sulla sponda gelata. Accesi la radio a tutto volume Mi inginocchiai (si inginocchia) su quel sacco insanguinato. (Si guarda intorno). Silenzio. la musica era finita. (pausa) La pietra era pesante. (Poi di scatto, mima il gesto di dare colpi rabbiosi ad un corpo sotto il suo. Stanco si alza. Guarda a terra. Poi solleva una coperta ... piena di sangue... e si avvia fuori dalla scena.)

(Le luci si abbassano e parlando attraversano la scena il presidente e l'avvocato…)

Presidente: Arriviamo quando i giochi sono fatti, dobbiamo solo registrarli, prenderne atto... Ma si può essere uomini di legge se la maggior parte degli eventi sono indicibili, se il reale è inenarrabile, se è costruito su contraddittorie consistenze?
Individui che vivono nelle tenebre... nel vuoto sepolcrale... nel nulla.
Avvocato: Sempre più giovani....sempre più lontani da qualche forma di comunicazione e di
cultura... sempre più soli .... perchè non dovrebbero uccidere?
Quale pena, quale punizione esemplare , quale deterrenza contro le tenebre...


Atto 2°


(personaggi minori - monologhi)

Il portinaio: Me lo sono trovato davanti così con lo straccio bagnato che gli penzolava dalle mani, che guardava in alto, su su nelle finestre del condominio, con lo sguardo pieno di odio.
Il nostro condominio è grande, il più grande del quartiere, sembra un alveare. Qualcuno si diverte così, con gli stracci bagnati. Ma come faccio a sapere chi è stato? No…no non l'ha beccato.
E poi poteva essere caduto. È successo tante volte. Ma il gatto che colpa ne aveva il gatto, era sul bidone della spazzatura. Si vede che aveva fame. E lui sciò, sciò l'ha cacciato via. Con cattiveria. Se non ci fossi stato io, l' avrebbe ucciso. Rideva... rideva vedendolo scappare terrorizzato.
"Falsi, falsi come gli uomini" diceva, "non mi piacciono i gatti".
Beh, signor Marian, acchiappano i topi. dicevo io
e lui "che li acchiappino e il diavolo se li porti".
Se ne andò con i secchi in mano a lavare la sua Polonez azzurra. Non sembra neanche un taxi, la tratta come una donna, agghindata come una puttana, piena di fronzoli e aggeggi a non finire. E lui, lì a lisciarla, a lavarla tutti i santi giorni, a coprirla con la fodera per non farle prendere freddo.

Il tizio: Io voglio andarmene da qui, in qualche maniera. È per questo che chiedo soldi alla gente. Nella piazza del mercato di Nowe Miasto lo trovo sempre un pollo da spennare.
Faccio paura io. Sono grande e grosso. Si spaventano quando mi avvicino e se chiedo soldi me li danno perché hanno paura. No, no, non gli faccio pena. Io non faccio pena. Sono grande e grosso.
Prestami cento zloty gli ho detto. In quella vecchia borsa da aviere che stringeva forte forte con quelle mani ...grosse... arrossate dal freddo, doveva avere qualche sloty. Voglio andarmene di qui, in qualche maniera. Anche lui era un poveraccio. Quel giubbotto pieno di borchie e quei pantaloni troppo larghi. Li conosco io questi tipi.
'allora cinquanta?' Non li ho, mi ha detto, togliti dai coglioni. Vattene, gli ho detto. Ma lui no, non si muove. Non si è mosso neanche quando ... quella faccia... non faceva una piega quella faccia ....sembrava di marmo. Sono un uomo io... me ne sono andato.

La cassiera: Li strappo, sì li strappo quei maledetti capelli bianchi Non voglio invecchiare io. Sono giovane io. Ho solo trent'anni.
No, no non mi ricordo la faccia. Era dietro la porta a vetri. Nell'atrio del cinema Wars non ci sono specchi, le cassiere sono tutte giovani nel cinema Wars. Voleva sapere se era un bel film. Noioso gli ho detto. Ma lui no, non se ne andava, voleva sapere di che parlava. Gli ho detto che era d'amore, ma che era noioso.
Chi ha detto che i film d'amore non sono noiosi? E poi lo spettacolo non c'era, c'era la riunione.
Ah, sì, mi ha chiesto che cosa facevo dietro al vetro e io gliel'ho detto: 'mi sto togliendo i capelli ... bianchi'

Beata: Beata! Beata! Mi fa arrabbiare quella sua voce stridula. Coosa?! Compra la pasta... Due pacchi! Io vado, ma lei: 'i soldi' e mi butta giù un fagottino avvolto nel giornale che faccio appena in tempo ad afferrare al volo ... e lui sempre lì, con lo spazzolone in mano ... a lustrare il tettuccio ... a ripiegare i tergicristalli. Rideva, con quelle occhiatacce affamate sui miei fianchi. Gli piacevano i miei fianchi.

Il pittore: Faceva freddo quella mattina davanti all'enoteca Fukier. Clienti non ce n'erano. Pioveva. I quadri li avevo coperto con un telone di plastica.
Il giapponese? Quello con l'impermeabile bianco? Noo... quello scattava fotografie, non so bene cosa riprendesse, scattava scattava... tutto intorno... con quella minuscola macchinetta ... giapponese
Quel ragazzo no, lui li guardava i quadri. Gli piaceva quello con le mura del centro storico. Lo guardava, lo guardava...
Compri amico? gli ho detto
Quanto vuole per uno?
Sette sacchi, gli dico e lui si mette a pensare che non la finiva più.
Poi mi dice 'e quanto ci mette a farlo?
Capisce? voleva sapere quanto ci metto a farlo un quadro.
Dove vuoi arrivare, amico? gli dico. Qui non si paga a tempo. Guarda, e gli mostro le dita. Dita sporche di colore ... sporche di arte Qui si paga il talento, 'con queste mani ho dipinto ... uno a uno ... i mattoni di quelle mura che ti piacciono tanto. Gli dico. E tu hai talento per qualcosa? No? Che so ...sai fare le scarpe? coltivare un alberello?
Lui alza lo sguardo e mi dice: Un alberello? Sì, quello sì. Sembrava sincero
'allora non farai una brutta fine - gli ho detto e me ne vado dagli altri al riparo.Mi giro e lui è lì.
'Per piazza del Castello di qua?'

Dorota e Andrzej: Stava lavando la macchina. Sta per liberarsi? gli ho chiesto. Non ha alzato neppure la testa, anzi si mostrò più indaffarato di prima.
Aspettiamo. Dorota è in stato di gravidanza avanzata. Fa freddo. Ci ripariamo sotto il portone dello stabile
E lui lì, a versare una secchiata d'acqua anche sulla fiancata pulita.
Quando siamo usciti dal palazzo aveva già inserito la marcia, ci ha lasciati lì, sul marciapiede.
Dorota è in stato di gravidanza avanzata.
Lui rideva ... si divertiva. L'ho visto nello specchietto retrovisore.

La donna dei piccioni: Alla fermata di taxi c'è sempre gente che va e che viene e spaventa i miei piccioni.
"Vada via" - gli ho detto. Quel ragazzo se ne stava lì dietro la colonna e spaventava i miei piccioni. Vada via gli ho detto. I piccioni, si spaventano.
E lui? Pesta i piedi a terra ... e i piccioni volano via.

La fotografa: Tirò fuori da una vecchia borsa di aviere un gomitolo di spago, un punteruolo da muratore e un vecchio portafoglio sdrucito. Credevo che fosse uno che mette tasselli nel muro.
Poi frugò dentro il portafoglio e sfilò dalla carta di identità una piccola fotografia tutta rovinata. Era una ragazzina di campagna. Ritoccata male, con un vestitino bianco, una coroncina di fiori finti e un cero. Voleva che gliela ingrandissi. Gli ho detto che si sarebbero viste le rigature ma lui mi ha detto che non importava.
Poi ad un tratto mi guarda e mi dice: "È vero che da una fotografia si può capire se uno è vivo o morto?" Ma chi gliele ha dette queste fesserie? Ho pensato 'non vorrà abbordarmi il balordo?
Sorrideva quando mi ha raccomandato di non perdere quella vecchia foto. Quel sorriso... non sembrava antipatico quel sorriso.


Atto 3°


(I preparativi nella stanza della morte - Nella stanza: un tavolino, un portacenere, l'attaccapanni.

Il Boia appende la giacca all'attaccapanni si rimbocca le maniche della camicia e sosta una tendina in un angolo della stanza. dal soffitto pende il cappio.
l'uomo ne controlla scrupolosamente il funzionamento. Nel pavimento c'è una botola, che premuto un pulsante si apre. Controlla la flessibilità della corda e con sapone ne assicura il funzionamento. Sistema una bacinella nella botola. Dopo di che chiude la tendina, srotola le maniche della camicia e infila la giacca.

La cella del condannato: un lettino, un tavolino, il lavabo

Il colloquio di Jacek con l'avvocato
)

Avvocato: Mi voleva vedere?
Jacek: Lei... ha visto mia madre?
Avvocato: Si, l'ho vista
Jacek: ha pianto? ha detto qualcosa per me... Volevo dire a mia madre di seppellirmi nella tomba dove sta mio padre. Sarà possibile seppellirmi al ... cimitero? Il prete ha detto che si può. Dove sta mio padre c'è un posto, doveva andarci mia madre ...era per lei ... così era stabilito ... se mia madre può lasciarmelo quel posto... per me.
Avvocato: ha detto tre posti...
Jacek: Tre, sì. C'è Marysia, mio padre, uno è libero. Marysia è là da cinque anni... l'ha messa sotto uno sul trattore. Faceva la siesta. Io e quello sul trattore... quel mio amico ...avevamo bevuto vodka e vino, poi lui se n'è andato e l'ha messa sotto, nel prato, vicino al bosco. Vicino al bosco c'era un prato...
Poteva andare tutto in un altro modo se non era per questo. Ma dopo che è successo, me se sono dovuto andare

(Si sente sferragliare il chiavistello e sulla porta compare la guardia)

Guardia: Il signor procuratore ha dato ordine di mettere fine al colloquio

(Continua…)


Conclusione


(Entrano in scena, attraversandola lentamente, l'avvocato e il presidente)

Avvocato: " Perchè voglio diventare avvocato?" Vuole che risponda in tutta franchezza?"
Presidente: "Voglio conoscerla"
Avvocato: La risposta più franca è: non lo so. Avverto qualcosa, ho l'impressione... in questi anni ho visto parecchie cose. Forse esercitando questa professione posso tentare di riparare agli errori di quel colossale ingranaggio che chiamiamo 'apparato giudiziario'. Si può tentare di riaggiustarlo. È una funzione ... 'sociale'
Presidente: Ma allora...
Avvocato: Mi scusi. Credo che con il passare degli anni la risposta all'interrogativo si allontani. Ciascuno si domanda se ciò che fa ha un senso. I dubbi sono sempre di più.
Presidente: Lei non crede nella funzione dissuasiva della pena? E' una delle dottrine del diritto...
Avvocato: "Dai tempi di Caino nessuna pena ha migliorato il mondo o l'ha dissuaso dal commettere il crimine"
Presidente: "La pena di morte è giusta contro chi si macchia di gravi delitti. Chi uccide deve pagare con la propria vita: solo così si fa giustizia!!"
Avvocato: "L'eliminazione fisica è barbara è ributtante, rivoltante..."

(Mentre i due escono dalla scena, dietro le quinte si odono grida disperate)

LABORATORIO TEATRALE - ITCG - ISILI (Nuoro) - Anno scolastico 1998/99
Partecipanti: alunni delle V classi e insegnanti di lettere


e-mail:cgiovanna.@yahoo.it

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