UN YANKEE ALLA CORTE DI RE ARTU'

rielaborazione da Mark Twain

PRESENTAZIONE


Il romanzo, comparso nel 1889, è stato scritto da Mark Twain e narra la singolare vicenda di Hank Morgan, cittadino americano dello stato del Connecticut che esercita l'attività di fabbricante d'armi e di macchinari in genere. Durante un acceso diverbio con un lavorante di nome Ercole, il povero Hank prende una botta in testa e quando si risveglia si trova inaspettatamente precipitato indietro nel tempo e lontano nello spazio: dinanzi a lui si delineano all'orizzonte le torri della favolosa Camelot, nell'Inghilterra del 528, alla corte di Re Artù e tra i cavalieri della Tavola Rotonda.
Il contesto storico in cui si snoda la vicenda è il pretesto per compiere una satira dei miti cavallereschi del Medioevo, con una attenta disamina delle ingiustizie sociali di un'epoca ed un aspra critica ai poteri costituiti. Tutto ciò che Morgan fa e propone si limita a rendere più pratico, più comodo, più efficiente il modo di vivere da un punto di vista esclusivamente materiale.
La vicenda di Morgan si chiude con il suo ritorno al secolo da cui proviene in preda alla follia.


Personaggi
Morgan contemporaneo (narratore)
Morgan
Ser Kay (primo passante)
Ragazza
Uomo del Paese
Donna del paese
Uomo del castello
Clarence - Ragazzo del castello
Ser Lancillotto
Re Artù
Mago Merlino
Signora del Lago
Ser Kay
Ser Dinanan
Servi del castello
Uomini della rpigionr/uomini d'arme
Regina Ginevra
Lavoranti (scena VI), tre uomini
Sandina
La Cote Male Taile (uomo sandwich)
Fata Morgana
Ser Mardok (pubblicità)
Ser Ozana (pubblicità)
Monaco della Fonte
Abate della Fonte
Uomo del centralino
Strillone del giornale
Dowley, il fabbro
Dickon, il falegname
Conte Grip
Uomo con Conte Grip
Padrone degli schiavi
Altro uomo
Sorvegliante della prigione
Due uomini della piazza (scena finale)


SCENA I: (nel bosco e arrivo al castello)


MORGAN CONTEMPORANEO: Sono americano, nato e cresciuto a Hartford, nello stato del Connecticut; sono un uomo pratico: mio padre era un fabbro ferraio ed io lavoro in una fabbrica d'armi dove ho imparato tutto quello che c'era da sapere. So fare ogni tipo di arma e di macchinario, niente mi ferma: così sono diventato sovrintendente capo con circa duemila uomini sotto di me.
Però, durante un malinteso, sono stato menato da Ercole che mi ha steso a terra con una gran botta: il mondo è scomparso nell'oscurità e per qualche tempo non ho saputo più niente. Un giorno sono ritornato in me, stavo seduto sotto un albero in un paesaggio campestre; avevo addosso un'armatura di ferro, con un elmo sul capo, uno scudo ed una lancia prodigiosa.

SER KAY: (entrando come passante) Bel messere, tu vuoi giostrare?
MORGAN: (alzandosi in piedi) Che cosa?
SER KAY: Vuoi combattere per la tua donna, per la tua terra...
MORGAN:Vai via, torna al tuo circo o ti denuncerò!
SER KAY: Io faccio sul serio: da questo momento voi siete mia proprietà!
MORGAN: (tra sé e rivolto al pubblico) Sarà meglio assecondarlo...forse questo non viene dal circo, ma dal manicomio...

MORGAN CONTEMPORANEO: Camminai accanto al suo cavallo, attraversando radure e ruscelli che non ricordavo di avere visto prima.

MORGAN: Ci stiamo dirigendo ad Hartford?
SER KAY: Non ho mai sentito nominare questo luogo!
MORGAN: (indicando una vasta fortezza con torri e torrette) Bridgeport?
SER KAY: Camelot!
MORGAN: Camelot, Camelot...non ricordo questo nome. (rivolto al pubblico) Sarà quello del manicomio verosimilmente.

MORGAN CONTEMPORANEO: Era un tranquillo paesaggio d'estate: c'era profumo di fiori, ronzio d'insetti, cinguettio di uccelli; però non c'erano persone, né carri, né altro segno di vita. La strada era un sentiero tortuoso, con tracce di zoccoli e segni di ruote di carro.
RAGAZZA: (entrando in scena) Ma chi è questo messere? Non ho mai visto una persona così!
MORGAN: Chissà per quale motivo mi guarda in questo modo... mi sembra di essere in un sogno!

MORGAN CONTEMPORANEO: Man mano che ci avvicinavamo alla città comparivano i primi segni di vita: qualche misera capanna con il tetto di paglia, qualche piccolo orto coltivato. C'erano uomini muscolosi e donne vestite con della rozza tela ben sotto le ginocchia.

UOMO DEL PAESE: Mi chi è quell'uomo?
DONNA DEL PAESE: È arrivato uno straniero...chissà da dove viene!

MORGAN CONTEMPORANEO: Attraversando delle strette vie tra case in pietra arrivammo ad una altura dalla quale proveniva il suono lontano di una musica militare: vidi un enorme castello, il ponte levatoio venne abbassato, le grandi porte furono spalancate...

MORGAN: Ma guarda che grande corte, che torri, quanta gente... (si presenta l'uomo del castello) Scusi signore, amico, fatemi una cortesia: appartenete al manicomio o siete solo in visita?
UOMO DEL CASTELLO: Affè mia, bel messere, parmi...
MORGAN: Basta così, siete un altro paziente! Se potessi vedere il capo-infermiere per un attimo...
UOMO DEL CASTELLO: Te n'prego, non impedirmi...
MORGAN: Che vuoi?
UOMO DEL CASTELLO:Sono un sotto cuoco e non posso fermarmi a chiacchierare anche se mi piacerebbe proprio! Però posso aiutarti perché là c'è una persona che fa al caso tuo...
CLARENCE, RAGAZZO DEL CASTELLO: (stupito) Ma come sei vestito? Ma guarda che strani abiti? Ma da dove vieni? Ma chi sei? Sono nell'anno 513 e quante cose nuove devo ancora vedere!
MORGAN: (incredulo) Nel 513! Non è possibile...ho capito male!
CLARENCE: Ve lo assicuro!
MORGAN: Su ragazzo, sono straniero e senza amici: sii onesto e franco con me. Hai la testa a posto? E tutta questa gente ha la testa a posto? Non siamo in una manicomio, sai quel luogo dove si curano le persone matte?
CLARENCE: No, qui è tutto a posto!
MORGAN: Allora dove mi trovo?
CLARENCE: Alla corte di Re Artù ed oggi è il 19 giugno 528.
MORGAN: Non vedrò più i miei amici...no, non è possibile...

MORGAN CONTEMPORANEO: Qualcosa in faceva credere in lui, la mia coscienza, ma la mia ragione no, aveva bisogno di ulteriori testimonianze. Improvvisamente mi venne in mente un fatto: sapevo che l'unica eclissi totale di sole era avvenuta il 21 giugno 528 ed ero certo che nessuna eclissi di sole era prevista per il mio 1879. Quindi da pratico uomo del Connecticut quale ero decisi di attendere il giorno e l'ora indicati: se era proprio il sesto secolo, benone, mi sarei imposto all'intero paese entro tre mesi poiché giudicavo che avrei avuto un vantaggio di mille e trecento anni sugli uomini più educati del reame.

MORGAN: Come ti chiami?
CLARENCE: Clarence, se volete chiamarmi così.
MORGAN: (con curiosità) Chi è quell'uomo che mi ha condotto qui?
CLARENCE: Ser Kay, fratello di latte del nostro sovrano. Voi siete prigioniero di ser Kay e sarete abbandonato in una segreta con scarso cibo fin tanto che i vostri amici non vi riscatteranno. Comunque verrete presentato al Re ed ai Cavalieri e ser Kay si vanterà di avervi catturato dopo aver raccontato tutta la storia.
MORGAN: Poi che cosa succederà?
CLARENCE: Cercherò di venire a vedere di voi!


SCENA II: (al castello)


MORGAN CONTEMPORANEO: La sala era grande, c'erano dei musici, delle dame con abiti molto colorati; le pareti erano adorne di grandi arazzi che rappresentavano scene di battaglia. In mezzo alla sala c'era una tavola di quercia: la Tavola Rotonda! Il comportamento di quelle persone era gentile e cortese: si ascoltavano attentamente nonostante raccontassero della panzane incredibili.
Io non ero l'unico prigioniero presente: ce n'erano altri, in condizioni terribili di sofferenza e povertà...ma sopportavano, sopportavano...
La loro sopportazione era il risultato di un'educazione mentale, di una forza d'animo intellettuale, del ragionamento; è puro e semplice allenamento animale: sono degli indiani bianchi!
In genere i discorsi della Tavola Rotonda erano dei monologhi e ciò che veniva narrato non erano scorrerie intraprese per vendicare degli oltraggi, ma duelli tra persone perfettamente sconosciute, tra le quali non esisteva alcun motivo di offesa.

SER KAY: Una volta mi trovi a dover affrontare sette giganti per liberare quarantadue fanciulle tenute prigioniere. Ma ora ascoltiamo un grande cavaliere Ser Lancillotto...
SER LANCILLOTTO: Calata la note io indossai l'armatura di Ser Kay, presi il cavallo di Ser Kay e, andato in terre lontane, affrontai e vinsi sedici cavalieri in una battaglia campale e trentaquattro in un'altra.
MORGAN: (rivolto a Clarence) Ma com'è possibile che un uomo solo possa fare tutto ciò?
CLARENCE: Se Ser Kay avesse avuto il tempo di ficcarsi in corpo un altro otre di vino acido, il conto sarebbe raddoppiato!
(Entra in sala una persona anziana, con una veste nera.)
CLARENCE: Affè mia! Di nuovo! Ora sentiremo la stessa storia che ci ha già detto migliaia di volte e che deve raccontarci finché non morrà!
MORGAN: Chi è?
CLARENCE: Merlino, potente mentitore e mago, quanta noia suscita con la sua unica storia! Gli uomini lo temono perché comanda le tempeste e le folgori. Mio caro amico, te ne prego, chiamami per il vespro! (si rannicchia facendo finta di addormentarsi)

MORGAN CONTEMPORANEO: Il vecchio cominciò la usa storia: si addormentarono i cani, la corte, i servi e le file degli uomini d'arme. La voce ronzante continuò a ronzare e un lieve russare si levò da ogni angolo; i topi uscivano dai loro buchi a frotte prendendo tutta la roba da mangiare che riuscivano a trasportare.

MERLINO: ...così l'eremita esaminò le varie ferite del re e dopo tre giorni furono sanate. Prima di ripartire il re disse...
RE ARTU': Merlino, io sono senza spada!
MERLINO: Non importa, qui vicino troverai una spada! Arrivammo ad un lago ed in mezzo ad esso Artù vide una spada. C'era anche una damigella che camminava sul lago.
RE ARTU': Che è quella damigella?
MERLINO: È La signora del Lago!
RE ARTU': Damigella, desidererei tanto quella spada perché io non ne posseggo una!
SIGNORA DEL LAGO: Quella spada sarà tua in cambio di un dono quando te lo chiederò.
RE ARTU': Potrai chiedermi qualsiasi cosa ed in qualsiasi momento!
SIGNORA DEL LAGO: Bene, allora la puoi prendere (sparisce)
MERLINO:...arrivammo poi ad un villaggio dove raccontammo l'accaduto e tuta la gente fu felice di ascoltare un racconto così incantevole e di conoscere un condottiero abile come Artù...

MORGAN CONTEMPORANEO:
Il primo a svegliarsi dopo il racconto di Merlino fu Ser Dinanan, detto l'umorista, che decise di svegliare tutti con grida e strepiti, compresi i cani.

CLARENCE: Ser Dinanan è quasi peggio di Merlino: le sue beffe sono pietrificate!
MORGAN: Pietrificato mi va bene: anche io, quando devo classificare delle età venerande faccio riferimento ad ere geologiche.
CLARENCE: Ere geologiche? Che cosa vuol dire?

MORGAN CONTEMPORANEO: Mi resi conto che il ragazzo non comprendeva: allora mi posi come obiettivo quello di educare tutta la comunità: non c'è scopo di buttare via una cosa buona solo perché il mercato non è ancora pronto per essa.

SER KAY: Adesso vi parlerò della persona che ho incontrato in una lontana terra di barbari: egli indossa un abbigliamento opera di magia, ma ho annullato tale magia con la preghiera; aveva tredici cavalieri ma, in tre ore, li ho uccisi, catturando costui come mio prigioniero e risparmiandogli la vita. Ma i suoi abiti hanno poteri misteriosi.
MERLINO: Quegli abiti anno bruciati!)

MORGAN CONTEMPORANEO: (mentre parla sul palco dei servi vanno a prendere gli abiti di Morgan) Così mi tolsero gli abiti, mi gettarono in una cella buia, con paglia ammuffita per letto e tanti topi come compagnia.


SCENA III: (in cella)


MORGAN: Sono talmente stanco...che dormita! E che sogno ho fatto...tra poco suonerà la sirena della fabbrica, andrò in fabbrica e farà i conti con Ercole. (rumore di chiavi)
CLARENCE: Come, sei ancora qui! Vattene!
MORGAN: Il cavaliere...Ser Kay...Ser Lancillotto...che sogno...
CLARENCE: Continua pure! Non ho fretta! Ma di quale sogno state parlando?
MORGAN: Ma come...di quello in cui sono alla corte di re Artù, una persona che non è mai esistita!
CLARENCE: Allora non vi ricordate che domani sarete arso vivo?

MORGAN CONTEMPORANEO: Cominciavo a rendermi conto che la situazione era molto grave: essere arso vivo, seppure in sogno non era propriamente un complimento.

MORGAN: (impaurito) Clarence...aiutatemi a fuggire! Non abbandonatemi!
CLARENCE: (sottovoce) Mio caro, i corridoi sono perfettamente custoditi...non si può sperare di fuggire! Merlino poi ha tessuto un incantesimo attorno a questo torrione e non vi è uomo abbastanza temerario da osare di varcare confini con voi!
MORGAN: Merlino, quel vecchio impostore! (ride) Questa è la più sciocca stupidaggine del mondo!
CLARENCE: Le mura possono rovinare su di noi in ogni istante se dite così!

MORGAN CONTEMPORANEO: Alla fine mi venne in mente che quegli animali proprio non ragionavano: essi non mettevano mai insieme questo e quello e tutti i loro discorsi dimostravano che non si accorgevano di una discordanza quando la vedevano. Ricordai l'eclissi...

MORGAN: Vai dal Re e da Merlino e riferisci loro che tra non molto ci sarà un grande evento: io spegnerò il mondo interno nell'oscurità; cancellerò il sole ed esso non brillerà più; i frutti della terra marciranno per mancanza di luce, le genti della terra soffriranno la fame estrema e morranno fino all'ultimo uomo!
CLARENCE: (balbettando) Vado! (esce e poi rientra) Il Re è spaventato ed ha ordinato che siate liberato e vestito con abiti nuovi e alloggiato dove si conviene.

MORGAN CONTEMPORANEO: Vi è una benedetta risorsa nella natura umana perché, in momenti difficili, non appena la temperatura corporea scende ad un certo punto, avviene un'improvvisa reazione e l'uomo si rianima. La speranza riaffiora assieme al buonumore e allora egli è in buona forma per fare qualche cosa.

UOMINI D'ARME: Il rogo è pronto, vieni!
MORGAN: Ma questo è uno sbaglio...l'esecuzione è per domani!
UOMINI D'ARME: C'è un cambiamento di programma...spicciati!

MORGAN CONTEMPORANEO: Ero perduto...i soldati mi afferrarono, mi trascinarono fuori dalla cella e giunsi all'abbagliante luce del mondo esterno...ebbi una scossa...vidi il rogo e una moltitudine di gente attorno...c'erano anche il Re e la Regina.

CLARENCE: Sono stato io: ho spiegato al Re che il vostro potere poteva raggiungere il massimo solamente domani e ho convinto sua maestà ad anticipare la vostra uccisione...adesso tocca a voi: fate una oscurità, una piccola oscurità...vedranno che io ho detto il falso e vi libereranno. Però. Mio caro amico, non fare danno al sole!


SCENA IV: (nella corte del castello)


MORGAN CONTEMPORANEO: Il tempo passava ed io venivo incatenato al rogo... la gente mi fissava in silenzio...guardai il sole e quello se ne stava in cielo impietrito...attesi due o tre secondi e vidi un cerchio nero che iniziava a formarsi...non c'era ombra di dubbio: l'eclissi stava cominciando! (alza un braccio ad indicare il sole).

UOMINI: (della prigione) Appiccate il fuoco!
RE ARTU': Ve lo proibisco! Siate misericordioso, messere, non andate oltre affinché non avvenga un disastro! Stabilite anche un condizione, fossa anche metà del mio regno, ma risparmiate il sole!
MORGAN: Io non posso fermare un'eclissi...vi chiedo tempo per riflettere...un mezz'ora, sire!

MORGAN CONTEMPORANEO: (rivolto ad una persona del pubblico) In realtà io dovevo verificare la data, il giorno e il mese; chiesi ad una persona accanto a me che giorno fosse e mi sentii rispondere il 21...glielo chiese ben due volte e la risposta fu sempre la stessa...allora ero all corte di Re Artù, proprio così.

MORGAN: Ho riflettuto, Sire! Questa oscurità procederà fino al suo culmine, ma dipenderà da voi cancellare il sole per sempre o ripristinarlo. Queste sono le condizioni: voi resterete re con pieni poteri, ma mi nominerete vostro ministro e mi darete un certo reddito per i miei servigi.
RE ARTU': Che sia posto in libertà...obbeditegli, rendetegli omaggio ricchi e poveri poiché egli è divenuto la mano destra del Re! Gli siano dati vesti adeguate!

MORGAN CONTEMPORANEO: Il fatto di avere chiesto della vesti mi faceva guadagnare del tempo...ma ciò non bastava: dissi quindi che avrei aspettato ancora un po' per il ritorno della luce, per verificare se il Re rimanesse dello stesso parere.

MORGAN: Col suo silenzio il Re mantiene i patti, allora che l'incantesimo di dissolva (stendendo le mani) senza arrecare danno!

MORGAN CONTEMPORANEO: Dopo qualche istante l'orlo argenteo del sole fece capolino e la folla si scatenò in un immenso urlo.
Adesso ero il secondo personaggio del regno in fatto di potere politico e autorità, ero trattato con molta considerazione: avevo moltissimi servitori...ma non c'era zucchero, caffè o tabacco: per rendere la mia vita sopportabile dovevo inventare, fare piani, creare, riorganizzare le cose, mettere il cervello e la mani all'opera e tenerli occupati.
Pensate un po', nessuno sapeva leggere o scrivere ad accezione di poche dozzine di preti...e poi quella gente voleva un altro miracolo...sapevo che ci sarebbe stata una seconda eclissi, ma era troppo lontana così escogitai un piano.
Dal momento che Merlino spargeva cattive voci sul mio conto lo feci chiudere in prigione, usando i miei poteri: promisi che l'avrei liberato con il fuoco in cielo e quello sarebbe stato l'ultimo miracolo. Le cosa andarono in maniera splendida perché tutto il materiale preparato con Clarence e un forte temporale crearono un tale spettacolo che della torre di Merlino non rimase che qualche sasso. Non solo, ma le azioni di Merlino crollarono ed io lo...salvai proponendo al Re di aiutarlo quando la sua piccola magia fosse diventata insufficiente. In pochissimo tempo il mio potere era diventato enorme: io ero la sostanza del regno.


SCENA V: (nel castello)


MORGAN: Clarence, amico mio, questa nazione sta in piedi solo per essere prona davanti al Re ed alla Chiesa: la gente indossa stracci affinché quelli vestano stoffe preziose e gioielli, paga tesse affinché loro non le paghino, devono essere obbedienti perché loro possano sentirsi degli dei.
CLARENCE: Non capisco!
MORGAN: La gente pensa che tutti gli uomini senza un titolo, seppure dotati di ingegno, valgono quanto un insetto o una cimice: qui si può vedere il tremendo potere della Chiesa Cattolica Romana, che in qualche secolo ho convertito una nazione di uomini in una nazione di vermi. Ciò sembra mostrare come non vi sia nulla che non si possa accettare, sempre che vi sia stati educati.
CLARENCE: Le vostre parole mi sono del tutto nuove...ma a che cosa portano?
MORGAN: La prima cosa sarà aprire un ufficio brevetti perché un paese che ne è privo è come un granchio: le cose procedono solo lateralmente o all'indietro, mai in avanti. Poi organizzeremo una scuola ed un giornale.

MORGAN CONTEMPORANEO: In realtà feci molto di più: detti il via anche a della industrie, allo sfruttamento serio delle miniere e creai una "fabbrica di insegnanti". Volevo dimostrare che cosa si può fare quando si ha il potere facendo prosperare la civiltà del XIX secolo nel VI: aprii anche delle botteghe, ma il mio sogno era West Point, la mia Accademia Militare anche quella Navale.

MORGAN: Clarence, vi nomino mio amministratore capo e mio braccio destro e vi affido il compito di curare il giornalismo.
CLARENCE: Devo confessarvi che mi piace scrivere...vi ho già portato uno scritto...lo vorreste leggere?
MORGAN: Certamente (riceve un foglio e legge con attenzione)...incredibile...parlate da sesto secolo e scrivete da diciannovesimo!
CLARENCE: Non vi piace?
MORGAN: Certo che sì...avete appreso moltissimo! Ma ora vi parlo della mia nuova iniziativa: vorrei installare un telegrafo ed un telefono.
CLARENCE: Mi spiegate di che cosa si tratta?
MORGAN: La possibilità di trasmettere i suoni a distanza: ora voi procuratevi una mappa del regno e provvederemo a tracciare della linee che per il momento saranno riservate a comunicazioni di servizio; poi penseremo ad un servizio equo ed efficace.

MORGAN CONTEMPORANEO: Avevo fatto dei cambiamenti...ma era ancora poco: infatti avevo l'intenzione di mettere mano al sistema di tassazione; erano già stati apportati dei piccoli cambiamenti, ma non bastava.
Un giorno conobbi Sandina e...aggirandomi per il regno con lei...


SCENA VI: (all'esterno)


MORGAN: Chi sono quelle persone che ci vengono incontro?
SANDINA: Sono dei lavoranti che devono riparare la strada.
MORGAN: Possiamo fare colazione insieme?
UOMINI: Ma...non è possibile!
SANDINA: Ma che cosa dite? Preferirei mangiare con del bestiame!
MORGAN: Vorrei proprio capire: siete proprietà di qualcuno?
UOMO 1: No, noi siamo uomini liberi!

MORGAN CONTEMPORANEO: Era straordinario: uomini liberi! Quelli che costituiscono la vera nazione, tutto ciò che era utile e degno di essere rispettato. Ma come mai questo uomini avevano lasciato dei rifiuti sotto forma di Re, aristocratici, piccoli nobili oziosi e improduttivi, eccelsi nell'arte di sperperare e distruggere?

(si siedono e parlano)

UOMO 2: Noi siamo liberi, ma fino ad un certo punto: non possiamo lasciare il regno, non possiamo vendere la terra senza pagare tasse al Re, dobbiamo mietere gratis il grano. Non possiamo protestare quando un cavaliere calpesta il raccolto, dobbiamo parte del nostro lavoro alla Chiesa.
UOMO 3: Questa mattina, per esempio, stiamo riparando al strada gratis per il nostro vescovo e, di norma , lavoriamo gratis tre giorni al mese.

MORGAN CONTEMPORANEO: Pareva di sentire i fatti di Francia e dei francesi prima della Rivoluzione che spazzò via un migliaio d'anni in una sola rapide mare di sangue.

MORGAN: Accettate dunque di fare colazione?
UOMO 1: Va bene!
MORGAN: Potete immaginare una nazione che, con libero voto da parte dei cittadini, decreti che una sola famiglia e i suoi discendenti possano regnare su tutto e tutti, fossero questi ben dotati o sciocchi?
UOMO 2: Io penso che sottrarre una nazione alla sua volontà deve essere un delitto!

MORGAN CONTEMPORANEO: Questo è un uomo! Se ci fosse un numero sufficiente di persone con tale forza tenterei un colpo di stato per il benessere di questo paese, un radicale cambiamento di governo. Invece mi trovavo in un paese dove il diritto di dire come doveva essere governato era ristretto a sei persone su mille della popolazione. Era come essere azionista di una società in cui 994 persone lavorano e sei si autonominano membri stabili del consigli di amministrazione e prendono i dividenti.

MORGAN: Andate a Camelot con questo pezzo di corteccia che porta inciso un messaggio per un mio amico.
UOMO 3: Siete un prete?
MORGAN: Certamente no! Nessun prete può entrare nella Fabbrica d'uomini!
UOMO 1: Non siete un prete, mi mandate da una persona che non né un prete eppure sapete scrivere e leggere!
MORGAN: È la prima cosa che insegneranno anche a te.
UOMO 1: Darei il sangue del mio cuore per conoscere queste arti...diventerei vostro schiavo, vostro...
MORGAN: Non diventerai schiavo di nessuno...Clarence ti sistemerà assieme alla tua famiglia.

MORGAN CONTEMPORANEO: Nei fatti pagai ben tre pennies quella colazione: ne fui contento perché quella gente mi aveva offerto il cibo pur avendone già poco per sé. Veramente in quei giorni spendevo denaro allegramente...addirittura pensavo che avrei potuto cominciare a far circolare monete coniate nella mia zecca...ma non sapevo ancora che li avrei stupiti talmente...
UOMO 2: (tendendo le mani e porgendo degli oggetti) Vi diamo per il viaggio una pietra focaia e un acciarino.
MORGAN: Vi ringrazio e vi confesso che mi avete fatto venire voglia della mia pipa (accende la pipa).
UOMO 1: Che cosa state facendo! (saltando indietro per lo spavento)
MORGAN: Perché? Che cosa succede?

MORGAN CONTEMPORANEO: Quando videro una sbuffata di fumo uscire dalla mia bocca...

UOMO 2: Ma voi siete un drago!! Se vi vedrà Ser Lancillotto sarete finito poiché egli è un grande cacciatore di draghi.
(parlano tra loro animatamente)

MORGAN CONTEMPORANEO: Mi fu molto difficile spiegare loro la realtà dei fatti...comunque alla fine ci riuscii e, assieme a Sandina, salutammo quel gruppo di persone.

(si incamminano dopo essersi alzati)
SANDINA: Ora vi racconterò qualche cosa sui cavalieri.
MORGAN: Bene Sandina, desidero proprio sapere qualche notizia sui cow-boys!
SANDINA: Cow-boys? Che cosa avete detto?
MORGAN: Sì, volevo dire i cavalieri. Ma mi raccomando di essere..

MORGAN CONTEMPORANEO: Mi ero reso conto del mio errore troppo tardi: avevo aperto le cateratte e sarebbero passati trenta giorni prima che giungesse al fatto; solitamente cominciava senza prefazione e terminava senza conclusione. Dovevo interromperla perché qualsiasi uomo morirebbe sentendo quello stillicidio di parole.

SANDINA: (gesticolando) Allora i due cavalcarono in una grande foresta...
MORGAN: Quali due?
SANDINA: Ser Gawaine e Ser Uwaine. Incontrarono delle damigelle che iniziarono a tirare del fango...
MORGAN: (assorto) La più umile telefonista sarebbe più gentile ed educata!
SANDINA: Telefonista?
MORGAN: È una particolare ragazza...ma non chiedetemi spiegazioni perché tanto qui non ce l'avete.
SANDINA: Allora i cavalieri chiesero il perché di tanta cattiveria e le ragazze risposero che tempo prima avevano fatto conoscenza con un cavaliere molto violento che portava uno scudo come il loro. Immediatamente i cavalieri, dopo averne conosciuto il nome, balzarono in sella per andarlo a cercare perché l'onore dei cavalieri...

MORGAN CONTEMPORANEO: Non ci crederete, ma erano venute le tre del pomeriggio con quel racconto e la ragazza pensava di essere a buon punto...non bisogna darle fretta! Intanto stavamo avvicinandoci ad un castello: quello di Fata Morgana.

(per la strada incontrano un uomo sandwich)
MORGAN: Sapone Persimmon, usato da tutte le prime donne! Che idea ho avuto: per incivilire ed elevare questo disgraziato secolo avevo aperto una fabbrica di sapone e, per far conoscere il prodotto, oltre ad aver utilizzato le offerte promozionali, avevo fatto un po' di pubblicità "umana"...gli uomini sandwich.
LA COTE MALE TAILE: Quello è il castello di Fata Morgana, sorella di Artù e moglie di Uriens. Signore, non sono riuscito a vendere un solo pezzo di sapone!
MORGAN: Non preoccuparti, amico mio, tu hai comunque cervello, vedrai che...
LA COTE MALE TAILE: Mi sento meglio dopo aver ascoltato le vostre parole e continuerò a lavorare per voi. Andate al castello e a presto.

SCENA VIII: (all'esterno, verso la Fonte)


MORGAN CONTEMPORANEO: La mattina seguente eravamo nuovamente in viaggio e Sandina ricominciò il suo racconto.

MORGAN: Bene, vuoi procedere nel racconto dei cowboys? Io caricherò la mia pipa e cercherò di non interromperti questa volta.
SANDINA: (gesticolando e con enfasi) Dunque il cavaliere andò verso una foresta, armato di tutto punto, perché là doveva svolgersi la battaglia. Il cavaliere aspettò che i suoi rivali attaccassero, ma nessuno riuscì a colpirlo minimamente; quando attaccò lui cavallo e cavaliere avversario caddero a terra. Il cavaliere ferito chiese ai sopravvissuti di arrendersi e così tutti si inginocchiarono davanti al vincitore, promettendo di non diventare mai nemici di Re Artù. Ti dirò, mio signore, che le persone di cui ti ho parlato sono proprio quelle che tu hai mandato alla corte di Artù pochi giorni fa.
MORGAN: Non è possibile!
SANDINA: Se non dico il vero, mal me ne incolga!
MORGAN: La cavalleria errante è una professione terribilmente stupida, dura e noiosa, ma ci si può fare del denaro se si ha fortuna. Ma che cosa resta quando si tolgono le sciocchezze e si arriva ai fatti nudi e crudi?
SANDINA: Sebbene possa essere che la mia mante fallisca...che le parole sembrino venire impetuosamente e contraddittoriamente...
MORGAN: È inutile menare il can per l'aia...la cavalleria errante è peggio dei maiali perché, mal che vada, il maiale resta e qualcuno ne può beneficiare, ma un cavaliere ha per sé un mucchio di cadaveri e ferraglia.
SANDINA: (tenendosi il capo con le mani) La mia testa...
MORGAN: (confortandola) La tua testa funziona a dovere, ma tu non sai niente di affari e non puoi discutere di ciò che non sai.

MORGAN CONTEMPORANEO: Mentre avanzavamo ci venne incontro un cavaliere che portava un cartellone pubblicitario riguardante uno spazzolino da denti un'acqua dentifricia che stavo lanciando.

SER MADOK:Sono sfinito, ma sto cercando Ser Ossaise che presenta il lucido per stufe: lui è troppo gioioso e, dal momento che ancora non ci sono le stufe, deve essere più serio per preparare la gente a ciò che verrà.

MORGAN CONTEMPORANEO: Lasciato Ser Madok, incontrammo un altro cavaliere: dovete sapere che, girando il regno di Artù è molto facile imbattersi nei cavalieri che controllano i territori.

SER OZANA: Messere, vengo dalla Valle della Sanità.
MORGAN: Sono diretto anch'io da quella parte...che cosa sta capitando ai monaci che vivono laggiù?
SER OZANA: Messere, sono gravi le notizie che vi porto...anche voi pellegrini non proseguite e ascoltate ciò che ho da dirvi: un fatto molto grave ha colpito quella valle, una calamità si è abbattuta su quel sacro luogo.
MORGAN: La fonte ha cessato di scorrere?
SER OZANA: Proprio così: si pensa che si sia verificato qualche grave peccato, ma nessunO sa quale. La fonte è asciutta da nove giorni, la gente prega senza interruzione, ci sono processioni continue...ma niente. E' per questo che ti hanno mandato a chiamare, per provare la tua magia anche perché, interpellato Merlino, quello ha risposto tre giorni fa che l'acqua sarebbe ricomparsa...ma niente, anche se invoca i demoni...niente, nemmeno un soffio di umidità, se non fosse per il suo sudore.
MORGAN: (scrivendo su un pezzo di carta) Al Dipartimento Chimico: mandate due di prima misura, due del n.3...con accessori e persone specializzate.
Tenete, andate a Camelot e mostrate questo scritto a Clarence.
SER OZANA: (va via in fretta) Subito!

MORGAN CONTEMPORANEO: La mattina seguente ebbi un incontro con i monaci ai quali spiegai che non era possibile lavorare con tanta gente attorno; la folla era molto sfavorevole all'intervento di un mago, per quanto Merlino non intendesse operare in questo modo.

MONACO DELLA FONTE: La vostra presenza ci conforta e speriamo che la vostra magia dia i frutti cercati.

MORGAN CONTEMPORANEO: Le cose stavano più o meno come mi aspettavo: il fonte era un pozzo comune, rivestito in roccia comune con una costruzione attorno che portava sacre immagini, ricordi di antiche guarigioni operate dalle acque quando nessuno vedeva. Da Merlino ottenni il permesso temporaneo di entrare nella camera interna del pozzo: se anche lui ci fosse entrato avrebbe saputo curare il pozzo con mezzi naturali e farlo divenire una magia a tutti gli effetti: una parte considerevole del muro era crollata e le acque erano state deviate.

MORGAN: Sandina, oggi c'è una matinée?
SANDINA: Che volete dire?
MORGAN: Tengono aperto il pomeriggio o tagliano la corda a mezzogiorno? Tengono aperto o chiudono bottega?
SANDINA: (disorientata) Tagliano la corda? Chiudono bottega?
MORGAN: (spazientito) Ma non capite niente? Non ho mai visto una simile zuccona!
SANDINA: Vorrei potervi compiacere, messere ed è per me dolore e affanno non riuscirci...ma non sono istruita, essendo fin dalla culla non battezzata dalle acque profonde del sapere...
MORGAN: Va bene, ho capito. Vedrò che cosa posso fare. (va verso Merlino)
Buon giorno, socio!
MERLINO: Sto provando la più potente magia conosciuta dai principi delle arti occulte. Taci finché ho finito!
MORGAN: (guardando attentamente, prima tace e dopo un po' parla) Mi pare che sia fallita!
(entra l'abate della fonte)
ABATE DELLA FONTE: La maledizione è troppo forte...la fonte non sgorgherà più!
MORGAN: Voglio pozzo e dintorni per mezzo miglio completamente liberi fino al tramonto. Sul far della sera dei banditori si muoveranno annunciando l'imminente tentativo e la gente potrà radunarsi per assistere alla magia,
ABATE DELLA FONTE: Non avete paura di tentare?
MORGAN: Oh, si può fallire certamente, ma anche riuscire!
MERLINO: Ma voi sapete che per rompere l'incantesimo bisogna conoscere il nome dello spirito?
MORGAN: Certo, io lo conosco! Ora, per cortesia desidero rimanere solo.

MORGAN CONTEMPORANEO: I mie due specialisti arrivarono in serata e avevano portato tutto quello di cui avevo bisogno. Un'ora prima dell'alba avevamo aggiustato la falla e l'acqua fluiva normalmente. Io però dovevo compiere il miracolo: sistemai una gran numero di razzi di ogni genere e di ogni colore; avrei voluto creare una zona con biglietto d'ingresso a pagamento, ma non era il caso. Ero pronto...

MORGAN: (con enfasi)
Constantinopolitanischerdudelschaft! Mettamuselmannenmassenmenchenmacher!
Un minuto ancora e l'incantesimo sarà spezzato...l'essere che si è impossessato della fonte vomiterà tutti i fuochi infernali che ancora restano in lui...il suo terrificante nome è BGWJJILLIGKKK!

MORGAN CONTEMPORANEO: Potete immaginare il seguito...fuochi, scoppi, il cielo illuminato a giorno: eh sì, gli effetti della polvere da sparo e dei fuochi artificiali sono proprio grandiosi...quando mi avvicinai alla folla tutti si fecero da parte per farmi passare...i monaci contemplavano quella fonte come se fosse un vero e proprio miracolo. Fu una nottata grande, immensa! La mia autorità nella Valle della Santità era qualche cosa di prodigioso. Ora avevo un'altra idea che mi premeva: Sandina era esausta per le cure prestatemi e decisi di lasciarla al convento delle monache per riposarsi, mentre io decisi di travestirmi da uomo libero di classe contadina per girovagare per il regno per qualche settimana. Durante una passeggiata...

UOMO AL CENTRALINO: Pronto, centralino! Siete voi Camelot?
MORGAN: (stupito) Ma da quanto tempo è impiantato questo ufficio?
UOMO DEL CENTRALINO: Solo dalla mezzanotte, messere!
MORGAN: Per piacere, devo parlare con Clarence!
CLARENCE: Eccomi, vi sento.
MORGAN: Che c'è di nuovo?
CLARENCE: Ho saputo che il Re e la Regina con molti cortigiani stanno partendo per recarsi nella valle della fonte! Inoltre il Re ha avuto una illuminazione: ha cominciato a reclutare un esercito ed un reggimento è già completo di soldati e ufficiali.
MORGAN: (stizzito) Diavolo, volevo strutturarlo io quell'esercito!
CLARENCE: Non stupitevi, ma non c'è nessun allievo di West Point...tutti sono stati scelti tra le famiglie nobili.

MORGAN CONTEMPORANEO: Nonostante le notizie non proprio buone, ero quasi commosso dalla tecnologia che stava diffondendosi: però mi resi anche conto che anch'io stavo abituandomi al vuoto, raccapricciante aspetto dell'epoca in cui mi trovavo, agli effetti ottundenti della schiavitù sulle capacità di percepire la realtà: continuavo a vivere in un mondo di schiavi e proprietari; vedevo un'aristocrazia che altro non è che una banda di schiavi sotto altro nome; osservavo la vecchia ed innata abitudine del proprietario di considerarsi come un essere superiore. Persino la monarchia meglio governata è sempre indietro rispetto alla migliore condizione che il suo popolo può conseguire.

(arriva Re Artù)
MORGAN: (inchinandosi) Sire, ben arrivato!
RE ARTU': Ho sentito dire che intendete mettervi in viaggio...verrei molto volentieri con voi...
STRILLONE: L'Osanna Settimanale e il Vulcano Letterario di Camelot, ultima "irruzione" per due soli cents...tutto sul grande miracolo della Valle della Santità!

MORGAN CONTEMPORANEO: (con il giornale in mano) Io ero l'unico tra tutti che capisse il significato di quella potente voce...un giornale! (apre il giornale) Era un giornalismo tipico dell'Arkansas, comunque Clarence aveva fatto un buon lavoro. La grammatica era fallosa e la costruzione piuttosto zoppicante, ma (rivolto al pubblico) questi sono anche i miei difetti abituali e non dobbiamo criticare gli altri su un terreno in cui non riusciamo a rimanere ritti noi stessi.

RE ARTU': (guardando il foglio, ma non capendo) Potete darmi qualche spiegazione?
MORGAN: (anche lui con il giornale in mano) È un giornale pubblico...è una cosa da leggere...non è scritta a mano, ma stampata...sono stati stampati un migliaio di questi fogli...tutti uguali...per darli alla gente.
RE ARTU': (serio) Un portento, davvero un portento!
MORGAN: Re è ora che voi mi seguiate perché, nel mio appartamento, vi spiegherò tutti i dettagli sul nostro viaggio, sempre che non abbiate cambiato idea. Inoltre dovrete cambiarvi di abiti, tagliarvi i capelli, baffi e basette in modo da non essere riconoscibile.
RE ARTU': Quanto partiremo?
MORGAN: All'alba! Dovrete seguire attentamente i miei insegnamenti perché altrimenti il vostro atteggiamento tradirà la vostra identità.
RE ARTU': Voi dovrete prevenire i miei pensieri!
MORGAN: Ma come faccio a leggervi nel pensiero?
RE ARTU': Credevo che tu fossi grande come Merlino e nella magia sicuramente lo sei, ma Merlino è un profeta!
MORGAN: Sire, ci sono due tipi di profezie: una predice ciò che si avvererà a breve distanza, un'altra i fatti che distano da noi secoli, epoche intere. Secondo voi quale dei due doni è più straordinario?
RE ARTU': Il secondo.
MORGAN: Merlino lo possiede?
RE ARTU': In parte sì, predisse i misteri sulla mia nascita e sulla mia futura sovranità a distanza di vent'anni.
MORGAN: È mai andato oltre questo periodo?
RE ARTU': Non credo che egli pretenda di fare di più.
MORGAN: Ma io posso!
RE ARTU': Sentiamo...
MORGAN: Bene, tra quattrocento anni...

MORGAN CONTEMPORANEO: Da quel momento arrischiai profezie a tutto spiano: il Re aveva gli occhi sbarrati a furia di ascoltarmi e sembrava che non gli bastasse mai. In vita mia avevo fatto cose sconsiderate, ma quella di farmi passare per un profeta fu sicuramente la peggiore. Però devo ammettere che la professione del profeta è molto riposante: un profeta non ha bisogno del cervello, se non per le cose quotidiane...basta lasciare andare le mandibole!
Al di là di questo fatto, arrivai ad una risoluzione: il Re doveva essere addestrato perché altrimenti anche i gatti avrebbero riconosciuto in quell'uomo travestito un imbroglione e niente affatto un contadino.

SCENA IX: (in una stanza, poi all'esterno)


MORGAN: Sire, fra i vostri abiti e il vostro viso va tutto bene, ma fra i vostri abiti e il vostro contegno va tutto male, c'è discordanza; la vostra andatura militaresca, il vostro nobile comportamento sono fuori luogo. Le cure d'un regno non incurvano le spalle, non fanno ricadere il mento, non abbassano l'alto livello dello sguardo: voi dovete imparare i marchi di fabbrica della povertà, della miseria, dell'oppressione e di tutto ciò che rende un uomo un suddito leale, approvato con soddisfazione dai padroni. Guardate...(mima quanto descritto prima)
RE ARTU': Ora ci provo...(lo imita)
MORGAN: ("aggiustando" il Re) Abbastanza bene...di nuovo...adesso sì...però c'è qualcosa che non va, devo guardarvi meglio...non capisco...eppure...ho trovato! Vedete, quel che manca è l'autentico avvilimento, tutto quello che ha rapporto con l'illusione è perfetto, solo che non illude.
RE ARTU': Che cosa devo fare per riuscirci?
MORGAN: (pensieroso) Lasciatemi pensare...la pratica, dunque seguitemi.

MORGAN CONTEMPORANEO: Feci allenare il re per tutto il giorno facendolo camminare su radici e terreno sassoso per rompere l'andatura maestosa. Poi...

MORGAN: Adesso siamo giunti davanti ad una capanna. Chiedete da bere e da mangiare.
RE ARTU': (con voce ferma) Servo, porta un sedile e delle vivande.
MORGAN: Ah, maestà, così non va: i servi non si chiamano tali l'un l'altro.
RE ARTU': Allora come devo dire? Villano? Buon uomo?
MORGAN: Villano no perché potrebbe essere un uomo libero; buon uomo già meglio. Potreste anche dire fratello o amico.
RE ARTU': Ad un tale sudiciume? Va bene, dirò fratello porta un sedile e delle vivande!
MORGAN: Avete parlato solo per voi...ma devo dirvi proprio tutto?

MORGAN CONTEMPORANEO: Il re non era un peso massimo di intelligenza: la sua testa era come una clessidra, poteva racchiudere un'idea, ma doveva farlo un grano alla volta, non tutta l'idea di colpo.

MORGAN: C'è ancora un particolare: saremo noi ad entrare nella casa e prenderemo il cibo assieme agli altri, tutti sullo stesso piano di uguaglianza. Riprendiamo...curvate le spalle...non vogliono piegarsi...del resto hanno portato solo il peso della nobile cotta di ferro.
RE ARTU': Visto che l'armatura è nobile, datemi il sacco senza discussioni!
MORGAN: Ora fate credere anche che siete pieno di debiti, senza lavoro, vostra moglie è malata e i vostri bambini piangono perché hanno fame.

MORGAN CONTEMPORANEO: Ah, le mie non erano che parole e non significavano assolutamente niente per lui: le parole non vi dicono nulla se non avete sofferto sulla vostra persona e nella vita quello che le parole cercano di descrivere. Ci sono tante persone che parlano con compiacimento delle classi lavoratrici, pensando che il lavoro manuale sia ben poca cosa rispetto a quello intellettuale e che la rimunerazione più elevata abbia ragione d'essere. Io so tutto di tutt'e due e nulla potrebbe indurmi a brandire un piccone per trenta giorni, ma svolgerei il più arduo lavoro intellettuale per una cifra vicina allo zero. È una legge simile a quelle trasparenti imposture che sono la nobiltà e la regalità ereditarie.

RE ARTU': Guardate quelle persone.
MORGAN: Andiamo via, stanno fuggendo anche loro.
RE ARTU': Non è probabile che il loro signore li abbia messi in libertà, perché fuggono?
MORGAN: Avranno le loro buone ragioni.
RE ARTU': Se sono fuggiti è nostro dovere acciuffarli e riconsegnarli al loro signore, perché non è conveniente che uno della sua condizione debba soffrire un oltraggio da gente di così bassa qualità.

MORGAN CONTEMPORANEO: C'eravamo daccapo! Egli non riusciva che a vedere un lato della questione: era nato così, educato così, le sue vene erano piene di sangue ancestrale reso marcio da una specie di inconscia brutalità. Catturare degli uomini senza prove e affamare le loro famiglie non era un male perché loro erano dei semplici contadini soggetti al volere ed al piacere del loro signore.

MORGAN: Un incendio!
RE ARTU': Dove? Ma non cambiate discorso!

MORGAN CONTEMPORANEO: In realtà ero molto interessato agli incendi perché avevo impiantato anche una compagnia di assicurazioni e stavo addestrando cavalli, costruendo pompe antincendio, istruendo un corpo di vigili del fuoco. Tutto quello che facevo era legato ad un mio sogno cui, almeno per il momento, non volevo rinunciare: la monarchia sarà modificata fino alla fine dei giorni di Artù, poi la distruzione del trono, la caduta della nobiltà, il suffragio universale, il governo nelle mani degli uomini e delle donne...
MORGAN: Un paese dove ci sono caste e ceti non può giungere al pieno sviluppo.

MORGAN CONTEMPORANEO: Lo spirito profetico che è in me mi faceva guardare lontano... Camminando incontrammo un fabbro...

DOWLEY, IL FABBRO: Ho ascoltato quanto avete detto: parliamo di salari.
MORGAN: Quanto guadagna un mastro contadino?
DOWLEY, IL FABBRO: Venticinque milrays al giorno, un carpentiere cinquanta milrays al giorno, mezzo cent! Viva il protezionismo, abbasso il libero scambio!
MORGAN: Quanto pagate una libbra di sale? Oppure della carne di montone e le uova?
DOWLEY, IL FABBRO: Oggi le uova cinquanta milrays la dozzina, il sale cento...
MORGAN: Noi venti per le uova, trentatré per la carne: che cosa è successo degli alti salari che sembrate percepire?
RE ARTU': Non capisco dove volete arrivare.
MORGAN: Non è solamente questione di quanto alti sono i salari, il problema è che cosa si compera con il denaro; salari alti o bassi può non voler dire nulla se non si riuscirà a scoprire chi compra di più! In un quarto di secolo i vostri salari sono aumentati del trenta per cento, mentre il costo della vita del cento.
RE ARTU': (perplesso) Non vi seguo: c'è una legge che stabilisce che i salari devono aumentare un poco alla volta attraverso i secoli...
MORGAN: Ma la gente fa sempre più fatica...

MORGAN CONTEMPORANEO: Mentre discutevamo si erano avvicinate anche della altre persone.

DICKON, IL FALEGNAME: Se le vostre teorie fossero vere...
DOWLEY, IL FABBRO: Forse sto cominciando a capire...
MORGAN: Chi è che stabilisce quali devo essere i salari in un certo anno?
RE ARTU': Un magistrato fissa i salari.
MORGAN: Avete mai chiesto ad uno di quei poveri diavoli di aiutarlo?
RE ARTU': (stupito) Che idea! Il padrone che deve sborsare i soldi è colui al quale spetta il diritto di questa faccenda.
DICKON, IL FALEGNAME: Fino ad ora è sempre stato così.
MORGAN: I padroni sono questi: nobili, ricchi, benestanti in genere, questi non lavorano affatto e fanno lega assieme per obbligare il loro fratello più misero a prendere quel che piace loro di dare. Verrà un'epoca in cui l'uomo sarà proprietà di sé stesso, non del magistrato o del padrone...
DOWLEY, IL FABBRO: Che la perdizione colga quell'epoca! Un mondo di cani, senza rispetto per l'autorità...

MORGAN CONTEMPORANEO: Mi ero accordo di essere andato un po' troppo in là, ma il mio pubblico era troppo oppresso e sospettoso per reagire. Tuttavia sentivo che la situazione iniziava ad essere difficile e proposi al Re ad andarcene... Mentre ci alzavamo sentimmo il latrare dei cani liberati e capii che non ci rimaneva altro che fuggire di corsa...per fortuna vidi un grande albero con un grosso ramo sul quale riuscii a tirare su il Re.

(in alto, come se fossero sull'albero)
RE ARTU': Stanno ancora cercando, conosco i segni.
MORGAN: Avete ragione, in questo caso siete più esperto di me. Avevo sperato meglio.
RE ARTU': Rimaniamo immobili in attesa si sviluppi. Mi pare che delle persone stiano cercando di salire sull'albero.

MORGAN CONTEMPORANEO: Sentivo delle voci di persone che stavano discutendo sul da farsi: ad un certo punto vidi del fumo causato dal fatto che avevano appiccato il fuoco alla base dell'albero per stanarci.

RE ARTU': Seguitemi e combatteremo! (scendono)
UOMINI: Fermi o siete morti!
CONTE GRIP: Che cosa state facendo a questa gente? Che razza di idee state cercando di diffondere?
UOMO 1: Sono dei pazzi, nobile signore! Sono stranieri e nessuno sa da dove vengano.
MORGAN: Siamo pacifici stranieri e stiamo viaggiando per le nostre faccende. Vi ringraziamo per averci salvato da questa gente.
CONTE GRIP: Portate dei cavalli e fate montare questi uomini.

MORGAN CONTEMPORANEO: Arrivammo ad una locanda nel cuore della notte...(vengono ammanettati)clic, il Re ed io ci trovammo ammanettati insieme.

RE ARTU': Ma che cosa significa! È forse uno scherzo?
CONTE GRIP: Metteteli all'asta come schiavi!.
MORGAN: Noi siamo uomini liberi!
UOMO 1: Dovete dimostrarlo! Dateci delle prove.
RE ARTU': Lasciate perdere, è meglio che loro provino che non siamo uomini liberi.
MORGAN: Lasciateci solo il tempo di mandare qualcuno alla Valle della Santità.
UOMO 2: Ci vorrebbe troppo tempo e l'attesa causerebbe un disagio ingiustificabile al vostro padrone.
RE ARTU': Padrone? Mai! Io non ho nessun padrone perché...
MORGAN: (mettendogli un mano sulla bocca per farlo tacere) Zitto, per favore.

MORGAN CONTEMPORANEO: Fummo venduti e questa vicenda mi ricordò una stessa legge infernale esistita nel sud dell'America più di mille e trecento anni più tardi: centinaia di uomini liberi, che non potevano dimostrare di essere liberi, erano stati venduti in schiavitù senza che la circostanza mi avesse fatto una particolare impressione. Ma nel momento in cui tale legge e la pedana dell'asta divennero esperienza personale, ciò che prima mi era sembrato scorretto divenne infernale.
Un mercante di schiavi ci comprò per poco, ci incatenò costringendoci a seguire un corteo. Che cosa strana: scoprii che in un re, tutto sommato, non vi è nulla di più divino di quanto ci sia in un vagabondo, è una meschina e vuota artificiosità quando non si sa che è un re, ma rivelatene il grado e, Dio mio, vi sentirete mancare il fiato a guardarlo. Siamo tutti buffoni!
Passò del tempo e le mie riflessioni mi portarono a concludere che persino quell'ottuso mercante di schiavi era in grado di vedere che può esistere una cosa come uno schiavo che tale resterà fino alla morte e di cui si potranno spezzare le ossa , ma non la virilità.

MORGAN: (sorpreso) Maestà, abolirete la schiavitù?
RE ARTU': (incerto) Ma...non so, forse si deve proprio rivedere questo aspetto...vedremo...


SCENA X: (a Londra, in prigione, fuori dalla prigione)


MORGAN CONTEMPORANEO: Un giorno ci portarono a Londra. Tra la gente vidi Sandina che immagino andasse cercandomi. Udii la voce di uno strillone di giornali e ciò mi diede la prova che Clarence continuava l'opera iniziata. Vidi anche un filo che si estendeva da colmo a colmo dei tetti e capii che si trattava del telefono o del telegrafo. In cuor mio ero molto soddisfatto. Un giorno...

PADRONE DEGLI SCHIAVI: (indicando gli schiavi) Sono stanco di mantenere questi due: datemi ventidue monete per questo (Morgan) e vi allego anche l'altro...
ALTRO UOMO: Potrei pensarci.
PADRONE DEGLI SCHIAVI: L'offerta è valida fino a domani sera.
RE ARTU': (arrabbiato) Io li faccio ammazzare...
MORGAN: (serafico) Calma, vostra grazia, stanotte saremo liberi.
RE ARTU': Ah, come?
MORGAN: Ho rubato questo aggeggio per tagliare le catene: incateneremo il sorvegliante della notte e fuggiremo.

MORGAN CONTEMPORANEO: Venne la notte ed agii come avevo pensato...solo che ci fu un controllo anche del padrone. Nonostante il tentativo di estrema difesa le cose si misero male e fummo arrestati. Fummo portati in prigione e lì, nonostante la sorveglianza, riuscii ad arrivare in una stanzetta dove c'era il telegrafo.

MORGAN: (tappando la bocca al sorvegliante) Se apri la bocca se davvero morto. Attaccati all'apparecchio e chiama Camelot.
SORVEGLIANTE DELLA PRIGIONE: Come mai uno come voi sa di queste faccende?
MORGAN: Chiama Camelot, altrimenti lo farò da me!
SORVEGLIANTE DELLA PRIGIONE: Voi? Chi devo chiamare...Clarence chi?
MORGAN: Non importa! Chiama Clarence!
MORGAN: (clic) Bene, ora fammi posto...il re è qui ed è in pericolo; siamo stati catturati come schiavi, non siamo in grado di provare la nostra identità, mandate un telegramma al palazzo reale di qui.
CLARENCE: Non sanno niente del telegrafo, la linea di Londra è recente.
MORGAN: Allora manda cinquecento cavalieri scelti con Ser Lancillotto al comando e mandali di corsa.
CLARENCE: Partiranno tra mezz'ora.

MORGAN CONTEMPORANEO: Inutile dire che il mio ritorno in cella fu avventuroso: in diversi momenti pensai di essere sul punto di rovinare tutto. Il giorno seguente fummo portati in piazza per essere esposti alla folla prima dell'esecuzione e...

RE ARTU': Io sono Artù, Re di Britannia e tutti voi sarete puniti per tradimento se mi torcerete un solo capello.

MORGAN CONTEMPORANEO: La gente rise fragorosamente...

UOMO 1: Lasciatelo parlare! Il Re! Il Re! I suoi umili sudditi hanno sete e fame della parole di saggezza che escono dalla sua bocca, Serenissime e Sacra Cenciosità!
UOMO 2: Forse costui è il vostro ministro?
MORGAN: Proprio così, io sono il Principale e domani udrete da Camelot che...

MORGAN CONTEMPORANEO: Mentre stavano iniziando le impiccagioni ... avevano già bendato il Re...eccoli che arrivano: cinquecento cavalieri rivestiti di armatura in bicicletta! Uno spettacolo grandioso quello sterminato corteo di ruote raggiate.

SER LANCILLOTTO: In ginocchio, tutti voi furfanti e salutate il Re! Chi non lo fa stanotte cenerà all'inferno!

MORGAN CONTEMPORANEO: Ero immensamente soddisfatto. Tra la folla vidi Clarence in persona...

CLARENCE: Che po'po' di sorpresa, non è vero? Sapevo che vi sarebbe piaciuta. Da un pezzo allenavo i ragazzi e non vedevano l'ora di mettersi in mostra.

MORGAN CONTEMPORANEO: Inutile dire che ci fu un combattimento per ristabilire l'ordine e poi tornammo tutti a Camelot. Il giornale riferì puntualmente sull'accaduto ed io divenni il campione del buon senso e della ragione dei più schietti. Si tennero dei giochi per festeggiare l'esito positivo della vicenda ed io ebbi modo di stupire tutti ancora una volta: durante un gioco usai una tecnica tipica dei cow-boys, la presa con la fune, e, si sa, la novità è la cosa più popolare di questo mondo.

MORGAN: Che i cavalieri sfidanti vengano messi in ordine: Ser Hervis, Ser Lamorak, Ser Galahad e, per finire, anche Ser Lancillotto.

MORGAN CONTEMPORANEO: Inutile precisare che li vinsi tutti; con somma gioia potei affermare che...

MORGAN: (con enfasi) La vittoria è assoluta e, dal momento che nessuno si arrischierà più contro di me, la cavalleria errante è morta!

MORGAN CONTEMPORANEO: La marcia della civiltà era cominciata, in un modo o nell'altro tutte le volte che la magia della fandonia si misurava con al magia della scienza, la magia della fandonia faceva una figuraccia.
Passarono ben tre anni e, una volta spezzata la spina dorsale della cavalleria errante, non mi sentii più obbligato a lavorare in gran segreto: così resi pubbliche le mie scuole, le miniere, il sistema di officine e i vari stabilimenti; vale a dire che sottoposi il diciannovesimo secolo all'esame del sesto.

MORGAN: (con enfasi) La schiavitù è morta e sepolta, tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge, le tasse sono state eguagliate. Il telegrafo, il telefono, il fonografo...
CLARENCE: ...la macchina da scrivere, la machina per cucire sono in tante case. Possiamo disporre anche del vapore e dell'elettricità, di navi da guerra a vapore...
MORGAN: Ci stiamo preparando alla scoperta dell'America!

MORGAN CONTEMPORANEO: La mia idea era quella di attirare la cavalleria e la nobiltà, di renderle utili e di metterle nell'impossibilità di combinare pasticci: infatti, il capotreno dell'espresso delle 4.33 era un duca...e tutti i cavalieri erano adibiti a buoni impieghi. Restavano due altri compiti difficili da svolgere: rovesciare la Chiesa Cattolica e introdurre il suffragio universale alla morte di Re Artù: una repubblica con me presidente... che ambizioso!

MORGAN: Una vera repubblica popolare...
CLARENCE: Sì, ma con una famiglia reale ereditaria come suprema autorità! Tutti gioiscono nel venerare una famiglia reale!
MORGAN: Ma i re sono pericolosi se sono come quelli che conosciamo.
CLARENCE: Ma la monarchia costituzionale può migliorare!

MORGAN CONTEMPORANEO: Tuttavia sapevo che avrei dovuto trovare il modo di far sfogare gli ardori della ex cavalleria: il loro radicato spirito di emulazione mi convinse ad organizzare dei tornei di baseball: formai le squadre, differenziammo le armature ed organizzammo la prima partita.
MORGAN PROCLAMA: "Dal momento che il re è morto e che non ha lasciato eredi è mio dovere continuare il potere esecutivo di cui sono stato investito fino a che un governo non sarà stato creato e potrà funzionare. La monarchia è decaduta e non esiste più e il potere è ritornato alla moltitudine della nazione. Non c'è più una nobiltà, una classe privilegiata, non più una chiesa costituita; tutti gli uomini sono diventati rigorosamente uguali, la religione è libera. Una repubblica è con questo mezzo proclamata, tale essendo lo stato naturale delle cose quando ogni altra autorità viene a cessare".

FINE


Scuola Media Statale di Pasian di Prato, sezione associata di Pozzuolo del Friuli - UD
Coordinatrice prof.ssa Tiziana Cavedoni

tiziana@adriacom.it

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