Fratelli d'Italia
Tre atti ed un epilogo per la Costituzione Italiana
Francesco Paolo Catanzaro

Alunni, alunno ribelle, Rivoltosi, Insegnante, Dante, Virgilio, Totò, Casimiro, Nino Bixio, Garibaldi, soldati della 1 guerra mondiale, Donne recitanti, Ragazzo 1, Ragazzo 2, Uomo, Messaggero, Orchestra, Donna, Cantante,

Atto 1
Scena I
L’apertura della scena è anticipata da inno nazionale in versione ridotta e soffuso. Si apre in un’aula scolastica con tre banchi 6 alunni una cattedra un’insegnante.
Alunno ribelle- E che è, questa musica? E’ diversa da quella che noi, nuova generazione, siamo abituati ad ascoltare!
Insegnante- Buon giorno, ragazzi, oggi parleremo della nostra storia, della storia d’Italia.
Alunno ribelle- A posto siamo! Sarà una mattinata di storia o di noia? Ma professore, a cosa serve questa storia?
Insegnante-E caro mio! E’ facile chiedere a cosa serve la storia se ogni giorno devo registrare che non la vuoi conoscere! Devi sapere, dovete sapere, cari ragazzi, che noi siamo il frutto della storia nel bene e nel male.
Alunno ribelle- Più nel male che nel bene! Mio padre è disoccupato! E fa fatica a portare il necessario per vivere! Ed io devo rimanere a scuola….
Insegnante-E no, caro mio. Tu che vieni a scuola e vorresti evitarla, per poi fare che cosa?, tu che sei libero di scegliere, sai, sei il frutto del bene della storia. E tuo padre lo sa. Ecco perché ti manda a scuola perché vuole renderti libero e capace di pensare con la tua testa.
Alunno ribelle- in che senso, professore?
Insegnante- Nel senso che l’inno che tu non hai apprezzato, la tua libertà di essere nel mondo e capirlo, di saper leggere e scrivere, di essere indipendente nelle tue decisioni, nel tuo pensiero sono il frutto di tanti sacrifici, di tante persone che hanno lottato affinché i propri figli potessero vivere in un mondo migliore, democratico nel rispetto dei diritti e doveri di ognuno di noi.
Alunno ribelle- Ora si che comprendo!
Suona la ricreazione. L’insegnante esce e l’alunno mangia. Tutti mangiano. Si addormentano sul banco per dieci secondi Si svegliano Entra Dante.
Dante-O che tu fai? Dormi? Mentre l’Italia si arrovella a trovar la soluzione per uscire dalle sue crisi? Tu che fai, garzoncello , sogni? Elevati ad altezzosa visione, cosi imparerai che la terra s’ha da amare e da onorare, che la bella donna che Italia si nomea, è da coccolare per le sofferenze patite in questi secoli passati, per le preziosità ricevute e per ottenere alfine quel documento di alta democrazia che s’appella Costituzione.
Tutti- Dante? E da dove vieni?
Un ragazzo- E Beatrice, Beatrice dove l’hai lasciata? Dammi il numero di telefonino che la chiamo.
Dante-Eh cari miei, io vengo dal profondo della coscienza della vostra italianità! Dove il telefonino era solo un’utopia. Suvvia, allora, dato che vi vedo finalmente curiosi e desiderosi di apprendere, fatemi essere vostra guida come il Sommo poeta Virgilio lo è per me e poi la Beatrice tanto amata. Vi farò vedere, cari virgulti d’uomo, che cosa è successo nella storia. Entreremo negli episodi più importanti, con piccoli flashback per farvi capire perché noi siamo così, anche in crisi economiche e politiche momentanee, anche in stato di disoccupazione, ma sempre liberi di autorealizzarci secondo le nostre vocazioni.
Virgilio- Libertà che amo come poeta e filosofo e amiamo tutti indistintamente, libertà di trovare la strada che crea e porta alla nostra società civile, giunonica donna di accesi colori, verde bianco e rosso, colori che accendono alla libertà, miscellanea di sani principi come la rettitudine, l’onestà e la legalità, rispetto reciproco delle varie individualità, dell’accoglienza, dell’inclusione e soave brezza di musica del cuore e d’amore.
Ragazzi- Si andiamo, ti seguiamo
Gli alunni seguono Dante e Virgilio e si accomodano nella prima fila come spettatori mentre la scena si chiude.
Si chiude l’atto, cala la tela




Atto 2

Scena I


La scena si apre in un tumulto con due barricate che guardano verso al pubblico: una contro gli austriaci, l’altra contro i Borboni. Da una parte Milanesi rivoluzionari Casimiro e donne, dall’altra siciliani rivoluzionari Totò e donne che inneggiano alla libertà
Tutti prima barricata- A morte i Borboni, Via dalla nostra terra. Vogliamo la libertà
Tutti seconda barricata- Andate via dalla nostra terra. austriaci prepotenti.
Casimiro-Amici, la patria è una, i nemici molti. Combatteremo, perché i nostri figli siano liberti di camminare sul suolo natìo.
Totò- Picciotti, semu omini o quaquaraquà. Combattiamo per un fine comune. Patria, nazione e Libertà.
Tutti assieme.- W la rivoluzione, viva L’Italia, W la Libertà

Scena II
Smettono gli scoppi della guerra.
Garibaldi e Nino Bixio si incontrano al centro della scena.
Garibaldi- Il Meridione è ormai in mano nostra.
Nino Bixio- E tutto il Settentrione respira italiano.
Garibaldi- La storia è fatta. Con l’annessione degli ultimi territori l’Italia è nata.
Bixio- Che si formi il parlamento italiano L’Unità è raggiunta.
Garibaldi- Ora saranno i politi a trasformare i regionali in uomini della Nazione. Impareranno a leggere e scrivere e si chiameranno Italia.
Nino Bixio con altri uomini che si aggregano- W l’Italia, L’italia s’è desta, dell’elmo di Scipo s’è cinta la testa.

Si intona l’inno d’Italia. Si riapre subito dopo Applauso di Dante dalla prima fila e dei ragazzi.


Atto III
Scena I
Inizio con effetti sonori e apertura della tenda dopo 1 minuto
https://www.youtube.com/watch?v=FiY_VFC5bcU
due soldati , con assalto circospetto ed armi, entrano nel sipario arrivando dalla sala

Scena seconda
La scena si apre in una trincea al buio e al suono dei cannoni, sacchi come riparo 3 soldati, uno è donna, si vestono, uno viene colpito, le grida il silenzio il pianto…il soldato rimasto è a terra ed è in guardia e rivolge al pubblico la propria arma.
Attrice, vestita da soldato che recita lentamente con alterne vibrazioni della parole quasi cantasse, muove le mani contorcendosi dal dolore: consultare
https://www.youtube.com/watch?v=Gq3kd3nI5KU

I VEGLIA
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un’intera nottata
Buttato vicino
A un compagno
Massacrato
Con la bocca
Digrignata
Volta al plenilunio
Con la congestione
Delle sue mani
Penetrata
Nel mio silenzio
Ho scritto
Lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
Attaccato alla vita.
Arrivano dei soldati e dalla trincea un soldato.
Donna -AltolàI
Di che reggimento siete
Fratelli?
Parola tremante
Nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
Involontaria rivolta
Dell’uomo presente alla sua
Fragilità
Fratelli

Soldato 1, alzandosi dalla trincea- SONO UNA CREATURA

Come questa pietra
Del S. Michele
Così fredda
Così dura
Così prosciugata
Così refrattaria
Così totalmente
Disanimata
Come questa pietra
È il mio pianto
Che non si vede
La morte
Si sconta
Vivendo.

Donna, teatralmente

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
È il mio cuore
Il paese più straziato

Soldato 2
In nessuna
Parte
Di terra
Mi posso
Accasare
A ogni
Nuovo
Clima
Che incontro
Mi trovo
Languente
Che
Una volta
Già gli ero stato
Assuefatto
E me ne stacco sempre
Straniero
Nascendo
Tornato da epoche troppo
Vissute
Godere un solo
Minuto di vita
Iniziale
Cerco un paese
Innocente

Tutti i soldati-
Si sta come
D’autunno
Sugli alberi
Le foglie.
E cadono colpiti dalle pallottole, gridando- W l’Italia!

Soldato, guarda lo scempio erimasto in trincea, alzandosi- Tutto è finito per far volare la nostra libertà. Ma il mio sacrificio, il sacrificio di tutti, essere sepolti in una trincea e combattere, combattere per difendere la mia patria, per difendere la libertà di ognuno di noi, oh figli, è il riscatto al nostro sacrificio.
La patria, la bandiera, la terra, la libertà sono i valori di tutte le generazioni. Anche di quelle che dimenticheranno il loro valore, di quelle che dimenticheranno il colore caldo della loro presenza e vivranno ancora se non rispetteranno la vita il freddo dell’assenza nei nostri cuori. Saremo militi ignoti, dentro le fosse , dentro queste cicatrici della terra, saremo polvere tra le macerie, macerie di una generazione che non ha saputo dialogare… ma da noi, dalla nostra resistenza nasceranno nuovi mondi e tutti nella pace polvere che calcheranno vivranno i nostri figli, tesori gioielli che custodiranno nei cuori con la libertà, con l’inno che inneggia al nostro valore e ai diritti e ai doveri di ognuno di noi tra la storia ed il presente, tra la vita ed il futuro. Fratelli.
L’orchestra intona la Primavera di Vivaldi
Si chiude l’atto, cala la tela

Atto IV
Inizia boogie oggi e di “In The mood”, 2 coppie di ballerini 3ragazzi 3 ragazze anni finen quaranta + due ballerine ballano con capriole .

Una donna entrando velocemente in scena, grida - È finita la guerra.
Ballo.
Entrano due ragazzi
Ragazzo 1 - Ora bisogna decidere se rimanere con la monarchia e la repubblica.
Ragazzo 2- Sì, indiciamo un referendum. E così sia.
Entra un messaggero
Un messaggero- oggi è nata la Repubblica. Il Re va in esilio. E un'assemblea costituente lavorerà alla Costituzione.
Ragazzo 1-E che cos'è?
Entra un uomo in giacca e cravatta.
L’uomo spiega - Ma la legge fondamentale del nostro Stato
Ragazzo 1, ancora curioso- E che vuol dire legge fondamentale del nostro Stato?
Uomo- In parole povere sono le regole della nostra vita, democratica e civile.
Ragazzo 2 -E Come si arriva alla Costituzione?

Uomo- Be', non è affatto una cosa scontata. Ogni organizzazione statale ha sempre avuto una costituzione, intesa, in senso lato, come insieme di regole che sovrintende al suo funzionamento. Altro è, però, il concetto moderno di Costituzione, che si afferma a seguito del lunghissimo processo storico di transizione dallo stato assoluto allo stato democratico. Ci si accorge gradualmente, e non certo in modo indolore, che conviene dividere l'unico potere statale già concentrato in un unico soggetto (il monarca) in tre sottopoteri: legislativo, esecutivo e giudiziario, affidati a soggetti diversi. Al contempo la Costituzione assurge al ruolo di presidio della libertà e dei diritti dei cittadini: la suddivisione della Costituzione italiana in due parti (diritti e doveri dei cittadini, ordinamento della Repubblica) non è casuale ma ricalca proprio quest'impostazione.
Bambino 1- E oltre a questo, il nostro inno, la nostra bandiera saranno il simbolo della nostra unità raggiunta con il sangue l'onore e l'amore per la patria.
Orchestra intona inno d'Italia.

Ragazzo 2, con la bandiera in mano- E non è finita!

Entrano un finanziere, un poliziotto, un carabiniere, un pompiere, un vigile urbano, un marinaio, un soldato

Ragazzo1 - Le nostre forze dell'ordine, delegate alla sicurezza dello stato, brinderanno alla giustizia e alla libertà

Ragazzo 2 Libiam, libiam per il 70 esimo della nascita della nostra Costituzione
Altra esecuzione dell'orchestra in onore della costituzione

Si chiude l’atto, cala la tela


Atto V

Orchestra intona il Nabucco

Scena 1

Si riapre con la classe iniziale.
Dante ritornando in scena con i ragazzi, che prendono posto.- Oh Ecco ragazzi, ogni tenzone, ogni sacrificio sono alfine giunti al compimento. Ecco come si è raggiunta la nostra libertà, quella bella donna che è con noi. Ecco come si è pervenuti a questa nostra costituzione italiana, unica garanzia di democraticità.

Virgilio-La lingua, l'onore i valori di giustizia e legalità animeranno i nostri comportamenti in un paese che è madre di noi tutti e della nostra libertà

Il ragazzo ribelle- Ora si che ho una visione più reale dei fatti! Avevo sbagliato a non impegnarmi a scuola. Quello che è un mio diritto, lo avevo mortificato e ferito. Avevo creduto che tutto fosse stato un bel gioco. Ora ho capito, invece. La mia libertà inizia nel momento in cui io decido di essere libero e m'impegno con onestà per il bene comune.
Libertà , libertà….W la libertà e W la costituzione.
Suona la campana della fine ricreazione
Dante e Virgilio vanno via e ritorna il professore

Scena 2

Professore- allora ragazzi, oggi parleremo della Costituzione e dei suoi articoli.
Un alunno- Sì delle regole della nostra convivenza civile.
Alunno 2, alzandosi-Articolo 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione

Alunno 3- articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese

Alunno 4 articolo 34
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Professore- Oè ragazzi, che è successo? Avete studiato prima che io vi spiegassi la lezione?
Alunno ribelle, - E si, caro professore, abbiamo studiato perché abbiamo visto.
Parte la musica de La mia libertà di Giorgio Gaber
Il ragazzo ribelle canta con il coro delle ultime strofe di tutti i presenti sulla scena
Tutti- W la Libertà, la Repubblica e lo Stato Italiano

Cala la tela





   è una iniziativa didaweb/graffinrete