E POI DICI LA SFIGA!

itis - Conegliano (TV)

Personaggi

Bepi
Toni
Manlio Augulio, il suicida
Luigi, il travestito (Rosy)
Marocchino
Pier Giulio Policarpo, il banchiere
Michelle Loca, l'amante del banchiere
Ludovica SeiBec, la moglie del banchiere
Il Commissario La Tortora
L'agente Beretta
L'agente Borgia Luana, corteggiata da tutti
L'appuntato Speedy, quello che batte a macchina velocemente
Il mago Astrusus
La moglie di Manlio Augulio, amante del mago


PRIMA SCENA


(Un ponte in un luogo di periferia con un cartello sul quale c'è scritto: "Ponte dei suicidi".
Due spazzini stanno scopando.
)

TONI: Varda qua, Bepi, che schifo, mondisie, mondisie, e 'ncora mondisie.
BEPI: Eh, caro Toni, fin che l'e mondisie va tut ben! Le pedo quando che che te trova certe schifezze!
TONI: Quai shifezze?
BEPI: Gat neri morti, par esempio! Ieri, proprio qua ghe n'ho trovà un … Te sà che no bisogna tocarlo: porta sfiga! Ho fat i scongiuri. (Toccandosi.)
TONI: Porca scoasera! E cosa voeo dir? (Alterandosi) Mi, gat morti ghe no vist tanti, in tuti 'sti ani e son 'ncora vivo!
BEPI: Eh, te scherza col fogo ti! Mi son pi previdente, so tute e formue del manual: OCI E MAEOCI.
TONI: Stupidade! Se te vese da starghe drio a tut.! Par esempio: Atù vist come ch'el se ciama 'stò pont?
BEPI: Che domande? Come se fuse a prima volta che vegne qua a netar! (Mostrando il cartello e scandendo bene le lettere) Se ciama: PONTE DEI SUICIDI (Piano a Toni in disparte) L'é un posto maedeto! I se ha butà in tanti … o ià tentà de butarse: zent sfigada, desgraziada (Piano a Toni in disparte) PERICOLOSA
TONI: Senti senti, satu qualcossa par caso?
BEPI: Eh, qualcossa so …(Con fare misterioso) …che centra co 'stò posto, nà storia che fa vegner i grisoi o i cavei dreti! Ho sentì mì, coe me rece quando che son 'ndat a far puisie pal comisariato!
TONI: Sentin, dai!
BEPI: L'era anca n'articol ieri in tel zornal, pensa el parla de un che se ciama MANLIO AUGULIO, sa el nome lè tut un programa. (Si tocca in modo significativo)
TONI: Tute stupidade!
BEPI: Ti le te par tute stupidade, inveze, te varie da saver che chealtra sera, proprio qua …

(Si abbassano le luci, escono i due spazzini.
A lato del ponte c'è un travestito che fuma. Arriva sulla scena correndo Manlio Augulio, con al collo una corda con una pietra: ha gli occhi sbarrati, viso stravolto, capelli arruffati.
)

MANLIO AUGULIO: Datemi un ponte: che mi voglio buttare! (Si affaccia al ponte e considera) Beh, vediamo, c'è solo questo? Non è un granché: l'acqua è bassa e al massimo mi posso spaccare la testa. Che sia meglio qui oppure lì? Là no, c'è già un cadavere, là c'è una bella roccia! Si sembra proprio il posto giusto! (Assumendo aria pensosa) Dunque, vediamo … mi sembra di aver fatto tutto. (Enumera)
1° La famiglia è avvertita.
2°Il cane l'ho portato a fare pipì.
3° Il gas l'ho chiuso.
4° Ho fatto abbonamento per venti messe in suffragio alla mia anima al convento delle suore delle anime del purgatorio.
5° La lapide è già stata scolpita.
Mi sembra sia tutto a posto. Bene! Posso farla finita. (Si sporge dal parapetto).
TRAVESTITO: (Verso il pubblico) Ah no! Anche stasera uno che si uccide! E si che devono ancora venire a raccogliere i pezzettini di quello che si è buttato l'altro ieri.
(Rivolto al suicida) Vai via, che mi impressioni i clienti! Vai a morire da un'altra parte!
MANLIO AUGULIO: Lasciami stare! Un poveraccio non può neanche morire in pace, dove e quando vuole?
TRAVESTITO: Eh no! Poi arriva la polizia, bloccano la zona … e io vado in bianco! Oppure me li dai tu i soldi che perdo?
MANLIO AUGULIO: Ma cosa vuoi che me ne importi dei soldi! Voglio solo morire!
TRAVESTITO: Ok carino, ma trova un altro modo e lontano da qui.
MANLIO AUGULIO: Eh, fosse facile … Le ho provate tutte: ho tentato di impiccarmi ma la corda si è spezzata, ho provato a gettarmi sotto al tram ma questo ha deviato, mi sono attaccato alla presa della corrente ma l'E.N.E.L. me l'aveva già staccata, ho bevuto mezzo litro di varechina ma mi hanno fatto un clistere mi hanno salvato e ora tu vorresti impedirmi quest'ultima possibilità.

(Nel frattempo arriva in scena un extracomunitario di colore che dice al suicida)

MAROCCHINO: Vù cumprà?
MANLIO AUGULIO:Ma cosa vuoi che compri? Sto per uccidermi.
MAROCCHINO: No, no, tu prima compra e poi muore!
TRAVESTITO: Hai per caso un braccialetto di perle?
MAROCCHINO: Si, si, io avere tutto! (Si abbassa per guardare nel borsone) cosa tu vuole? Io tenere tappeti, libri pose kamasutra, accendini, calzini solo destri, dentiere usate, pannoloni usati ma ancora buoni … (mentre elenca tira fuori un tavolino pieghevole e inizia l'esposizione).Allora cosa tu vuole?
TRAVESTITO: No, no non mi interessa più.

(Il marocchino intanto si abbassa verso il suo borsone, poi alza di scatto la testa e fissa il suicida.)

MAROCCHINO: (Rivolto al suicida) Ma io ti conoscere! Tu bruciato mia borsa l'altro giorno quando volere provare accendino! Tu mi deve soldi!

(Per terra rimane per sbaglio un pane di marijuana.)

MANLIO AUGULIO: Ti ho già detto che non ho soldi, lasciami in pace, che mi devo ammazzare!
MAROCCHINO: Va bene: allora quando tu morto io prendere tuoi vestiti.
TRAVESTITO: Ma poi perché ti vuoi accoppare? Sei così carino! Potremmo quasi quasi fare società. Io ti farei entrare ... nel settore e tu mi daresti una percentuale del tuo guadagno.
MANLIO AUGULIO: Tu non sai con chi hai a che fare! Nel giro di questa settimana non solo i tuoi clienti ma anche questa strada non esisterebbero più!
TRAVESTITO: Ma perché? Non riesco a capire, spiegati!
MANLIO AUGULIO: Tu non sai come sta la mia vita! Io sono un insegnante ma non ho mai avuto una sede fissa perché è sempre crollata o ha preso fuoco! I colleghi mi evitano o mi salutano con una mano sola perché l'altra (Mette la mano visibilmente sui punti bassi) Gli scolari in mia presenza si muniscono di svariati amuleti da quella volta in cui la lavagna cadendo addosso ad un mio allievo gli ruppe la spina dorsale! Mia moglie ed i miei figli non possono avere rapporti sociali perché tutti fuggono alla loro vista come avessero la peste. I vicini spargono chili di sale sul pianerottolo di casa e hanno firmato petizioni per farmi andare via. Persino i gatti neri mi attraversano la strada esitanti!

(Durante il discorso entra in scena un signore distinto con una donna al seguito)

TRAVESTITO: (Con aria impaurita) Beh va bene … a…auguri, mi… mi sono ricordato che devo aspettare un … un cliente importante (E si accosta al ponte).
BANCHIERE: Ma cosa sta dicendo? Vuole suicidarsi? Non sia così pessimista! La vita è fatta di momenti duri e difficili ma con l'impegno e la buona volontà si supera tutto. (Con atteggiamento fiero). Guardi me. Mi sono fatto dal nulla e ora sono diventato il maggiore azionista della più importante banca della città diventando ricco sfondato.
AMANTE: Certo tesoruccio. Io posso ben dirlo. Guardi che bei regali mi ha fatto! Mi mantiene pure in un lussuoso attico, e mi tratta meglio di sua moglie!

(Suona il telefonino del banchiere e questo risponde.)

BANCHIERE: Come? Alla borsa di Tokyo le azioni sono crollate? Sono … rovinato?
AMANTE: Come? E io? Cosa faccio? Chi mi paga i gioielli?
BANCHIERE: Sono i rischi del mestiere. Domani tutto si aggiusterà. Chiamo il mio azionista
MANLIO AUGULIO: È colpa mia, anche questa volta! Non dovevate incontrarmi!
BANCHIERE: È solo una coincidenza.

(Arriva inscena una donna agitata, un po' accigliata, grassoccia, brutta, con una pelliccia.)

DONNA: Ah, finalmente vi ho beccato! Brutti schifosi! Ecco dove sperperi tutti i nostri soldi! A lei tutte le pellicce di visone, a me una ecologica che non vale na tega!
È da un pezzo che vi tenevo d'occhio, ma io vi trascino in tribunale!
(Rivolta all'amante) E tu brutta strega schifosa, dammi la pelliccia!(Le due donne rimangono in disparte sulla scena a darsele mentre il banchiere cerca di dividerle)
MANLIO AUGULIO: Glie l'avevo detto, è tutta colpa mia.
BANCHIERE: Be, effettivamente … (fa gli scongiuri.)

(Arriva l'agente Beretta)

BERETTA: Seo drio far chè quà? "Chi disturba la quiete pubblica?" (Detto in maniera altalenante) Ve moe dentro tuti in preson?

(I personaggi iniziano una zuffa) No è stato lui, no è colpa sua, io non centro nulla volevo solo uccidermi …

(Poi Beretta inciampa nel pane di marijuana, si china e lo raccoglie esaminadolo.)

BERETTA: Eo cosa sto qua? Hmm, pararie fun, (lo esamina) dovaria eser anca bon! (Se la nasconde con fare circospetto sotto la giacca) Ve sbato tuti dentro par spaccio di fun, ehm, voee dir stupefacenti!


SECONDA SCENA


(Ufficio del Commissario. Ci sono le freccette, un attaccapanni, delle sedie, un cestino con delle carte, un ferro di cavallo, cornetti di varie dimensioni.
Il commissario sta leggendo il giornale, mentre l'appuntato batte a macchina.
Indossa delle pantofole con i coniglietti.
Durante tutta la scena c'è un uomo delle pulizie che fa finta di pulire e assiste attentamente a quello che accade nel commissariato.
)

COMMISSARIO: Vediamo cosa mi riservano gli astri quest'oggi. Io comunque non ci credo! (rivolto all'appuntato) Per quanto, sai, in questo periodo la congiunzione tra Giove e Venere forma un pericoloso angolo astrale, di 117° con la normale sull'eclittica.
SPEEDY: Chi vuoli diri chistu cummissà?
COMMISSARIO: Come non lo sai? Questa è una condizione particolarmente sfavorevole!
SPEEDY: Picc' hì?
COMMISSARIO: Ma naturalmente per i segni di acqua e di terra … lasciami leggere! (seccato)
(Legge a voce alta). Ma guarda un po', nonostante tutto oggi il mio oroscopo è piuttosto favorevole:
LAVORO - Incontri interessanti daranno una svolta positiva alla vostra carriera, abbiate fiducia non lasciatevi condizionare dalle apparenze.
AMORE - …
(Bussano alla porta)
Avanti!

BERETTA: (In dialetto veneto) Qua fora ghe ne' un poca de zent da interrogàr sior comisario!
COMMISSARIO: (Con aria radiosa) Chi sono? Il solito albanese col carretto o la banda della Dyane 2 CV? Quella mi sta (gesto significativo) un po' qua, ma oggi mi sento ben disposto di fronte a tutti, il mio oroscopo parla chiaro.
BERETTA: No, se tratta de spacciatori. Le un gruppo proprio ben assortio, ghe ne un banchier, un oc impeicià, na femena beca, un puttano, na puttana, no so gnanca mi! E … un tipo che no ho mai vist! Ma la na faccia da beccamort! No so cosa chel centre co che altri, ma par no sbaiar ho portà via anca lù!
COMMISSARIO: Va bene, procedi pure col primo. (Continua a leggere l'oroscopo)
SPEEDY: Mizzica ci staiu ancora travagghiannu!

(Beretta entra con il travestito, che cerca un approccio con questo.)

TRAVESTITO: Ciccino, quando stacchi stasera? Ho un appartamentino qui all'angolo molto soft dove possiamo bere qualcosa insieme…
BERETTA: No aseme star.
TRAVESTITO: (Si avvicina all'appuntato) Ma vedo qui un bel morettone.
SPEEDY: Dichiari le sue generalità, nome, cognome, sesso, indirizzo, codice fiscale…anzi, favorisca un documento valido.
TRAVESTITO: Mi chiamo Rosy … (dà un documento)
SPEEDY: C'à stà scrittu Luigi!
SPEEDY: È un 'erruri di stampa?
BERETTA: Ma no tea ancora capì che l'e un travestì.
SPEEDY: (Rivolto a Beretta) Ma per una volta parla in italiano. Dove si trovava ieri sera intorno alle ore 22.05.
TRAVESTITO: Tesoro mi puoi trovare sempre al ponte dei suicidi, 5° palo a sinistra, dalle 21.00 in poi, però, sai ho molti clienti affezionati e se mi vuoi ti devi prenotare per tempo. (Con fare confidenziale) Gli affari mi vanno proprio bene, a parte questa sera: sono andata in bianco e mi hanno anche arrestato.
SPEEDY: Ma allora incensurato iè.
TRAVESTITO: Tutta colpa di quel tipo…

(Il travestito si siede su una sedia e accavalla le gambe e si lima le unghie.
Beretta entra con il banchiere, la moglie e l'amante che si tirano i capelli.
)

BANCHIERE: (Rivolto al commissario) È un sopruso! E' questo il modo di trattarmi: tutta la notte su una sedia rotta, con tutto quello che ho da fare! Guardi è quasi mezzogiorno! Voi non sapete chi sono io! Posso arrivare molto in alto.
SPEEDY: Allura cancia a lamparina. (Facendo il gesto col braccio) Dia piuttosto le sue generalità che mi staiu rumpennu (Fa il gesto) Cu è vascenza?
BANCHIERE: (Con aria superba) Io sono Policarpo PierGiulio, il commendator Policarpo PierGiulio.
SPEEDY: (Tra sé), chi nomi di fissa.

(Il banchiere ha una reazione.)

COMMISSARIO: (Si alza di scatto dando una botta sulla testa all'appuntato) Speedy, sta buono, va a prendermi due caffè. Oh signor commendatore, che fortuna averla qui. (Verso il pubblico) Lo diceva l'oroscopo che oggi era un giorno fortunato!
Mi dia dei consigli su un possibile investimento in azioni.
BANCHIERE: Cosa vuole che ne sappia…
MOGLIE: (Si avvicina al commisario) Lo arresti, commisario, è un bigamo, un uomo senza morale, è come Pinc Jagger quello che ha mille donne!
AMANTE: Ma quali mille donne, io basto e avanzo, mi ha guardato bene commissario!?! (Sfila davanti al commisario mostrando le sue qualità. Nel frattempo rientra Speedy con due caffè, uno lo appoggia sul tavolo, e l'altro lo rovescia addosso al banchiere)
BANCHIERE: Anche questa! Non so che cosa mi stia capitando stasera. Non vorrei crederci, ma le circostanze mi inducono a pensare che quel tizio lì fuori porti veramente jella.
COMMISSARIO: (Rivolto a Beretta) Ma di chi sta parlando?
BERETTA: Le drio parlar de un qua fora che là na croda picada al col, a vederlo me par un tipo strano: paido, magro, alt, che col te varda el te fissa con do occiet tondi che te fa vegner i grisioi
COMMISSARIO: Non sarà mica uno Jettatore come mio cugino che fu quello che mi presentò mia moglie, non che io ci creda però … fu lui che augurò a mia moglie figli maschi, quando era incinta, sapendo che tanto io quanto lei preferivamo il maschio.
BERETTA: Eora?
COMMISSARIO: Come allora? Mia moglie ne scaricò tre … ma di femmine. E non poteva essere altrimenti perché le disse tre volte: "figli maschi, figli maschi, figli maschi".
BERETTA: E figurarse se l'avese continuà.
COMMISSARIO: Quello ce l'aveva scritto in fronte che era uno jettatore. Stai tranquillo che quando accusavi un malessere e non sapevi cosa fosse, era lui (fa le corna con le mani) che da lontano, inosservato ti guardava.

(Suona il telefono)

COMMISSARIO: Pronto? Sono io, Carla… Come chi? Tuo marito … Gesù, che anime gemelle io e mia moglie … Questa dopo 27 anni di matrimonio ancora non conosce la mia voce … Pinuccia che fa? Sta giocando a guardie e ladri con il figlio del portiere? … Chi va a prendere Teresa a scuola? … Beh ci posso mandare Beretta. Arrivederci … Come chi parla? Ma sono io tuo marito! (Riattacca il telefono) Beretta, fammi il piacere, vammi a prendere Teresa a scuola perché mia moglie non può. Chiedi all'agente Borgia che faccia entrare quel tipo là fuori.
BERETTA: Eora mi vae!
POLIZIOTTA LUANA: (Entra con Manlio Augulio. Si atteggia a vamp. Si rivolge a Beretta) Proprio buone queste sigarette che mi hai dato!
BERETTA: Tasi su, che l'é roba che scotta e fuma. (Rivolto al pubblico) Stasera se troven, e te fae provar quea che ho sequestrà chealtro dì.
POLIZIOTTA LUANA: (Dandosi arie) Ho altri impegni…io.
SPEEDY: (Mentre scrive) Certo, idda stà cu mia. Cui l'omini veri.

(Beretta esce)

SPEEDY: Favorisca le proprie generalità. Ma dassi ù documentu.
MANLIO AUGULIO: Quali documenti? Chiede i documenti a un morto lei!
SPEEDY: U' muorto? (Fa un gesto scaramantico) Ci vuole il certificato del medico necroforo, deve andare a farsi fare l'autopsia. Ma … vascenza comu muriu?
COMMISSARIO: Ma non vedi che è vivo? Si accomodi, mi dica, cos'è questo sasso che porta al collo?
MANLIO AUGULIO:Mi serviva per buttarmi dal ponte.
COMMISSARIO: (Si rivolge alla poliziotta Luana) Ma questi non sono stati arrestati per droga?
POLIZIOTTA LUANA: (Appoggiata alla scrivania, sta leggendo una rivista di moda) Ma cosa vuole che ne sappia commissario! Ho altro a cui pensare.
COMMISSARIO: Ma tutte a me capitano queste galline? Almeno porti fuori questa gente che mi fa una testa!

(La poliziotta Luana esce con gli altri e inciampa sulla gamba dello jettatore rompendosela. Segue un po' di confusione, la poliziotta viene aiutata ad uscire da Speedy che poi rientra.)

MANLIO AUGULIO: Ha visto commissario, è colpa mia, facevo bene a buttarmi!
COMMISSARIO: Ma non dica scemenze. (Tocca i cornetti) Mi dica come si chiama.
MANLIO AUGULIO: Augulio.
COMMISSARIO: Augulio di cognome?
MANLIO AUGULIO: Precisamente.
COMMISSARIO: E il nome?
MANLIO AUGULIO: Manlio.
COMMISSARIO: Manlio?
MANLIO AUGULIO: Manlio: Manlio Augulio.
COMMISSARIO: (Lo fissa) Come?
MANLIO AUGULIO: Anche lei come gli altri (Si porta le mani sul volto, come per contenere uno scoppio di pianto) Lo so cosa ha pensato. Manlio Augulio, cioè malaugurio, cioè jettatore, cioè colui che con la sua presenza, con la sua parola è apportatore di disgrazia: Gufo, civetta, porta sfiga, veda lei.
COMMISSARIO: (Facendo gli scongiuri) Facciamo presto, dove è nato?
MANLIO AUGULIO: All'inferno.
SPEEDY: E in che via?
COMMISSARIO: Ha famiglia?
MANLIO AUGULIO: Ho avuto tre mogli, tutte morte tragicamente: alla prima è caduto in testa il lampadario della chiesa subito dopo aver pronunciato il fatidico "si", la seconda è scivolata dagli scalini della chiesa il giorno delle nozze, la terza è vissuta un po' di più: si è soffocata mangiando la torta nuziale. La quarta non so perché ancora soppravvive.
COMMISSARIO: (Sempre più preoccupat) Qual è la sua professione?
MANLIO AUGULIO: Vedo nei suoi occhi che ha paura! Qualche goccia di sudore freddo comincia a scenderle lungo la schiena. Mi sono accorto che mentre parlavo faceva gli scongiuri! Certo avrà in tasca una batteria di ciondoli: un gobbetto, la ruota portafortuna, il cornetto di peperoncino, un ferro di cavallo.
COMMISSARIO: Ma si immagini! Io che faccio gli scongiuri! (Si gira e ripete gli scogiuri)
MANLIO AUGULIO: Lei si, e tanti altri come lei! Dicono di non credere alla Jettatura, ma se andiamo a vedere nelle loro tasche …
COMMISSARIO: Ma cosa dice!?! Vuole telefonare a casa? …Magari la vengono a prendere…magari!
MANLIO AUGULIO: Non ho telefono. Lo avevo poi… scoppiò, come son scoppiate altre cose. (Dall'interno si sente un forte scoppio.)
COMMISSARIO: Speedy va a vedere cosa è successo!
SPEEDY: Subito coomissario Esce.
MANLIO AUGULIO: Lo sapevo (Con tono rassegnato.)
BERETTA: (Rientra) Sior comissario son tornà ma so fia Pinuccia me par che non la stie tant ben , so femena la messa in let par prudenza, la na scianta de fievera, 37.1; Che altra so fia ….
Non so come che a se ciama, a si Teresa lae 'ndata fora na cavicia intant che l'era drio zogar coa corda; l'ho fata medegar in infermeria prima de'ndar a casa!
COMMISSARIO: (Mettendosi le mani nei capelli e guardando Manlio) Che disgrazia tutte a me capitano oggi: Cunegonda con la febbre a 38 e mezzo, Maria con la gamba rotta.
SPEEDY: (Rientra) Cummissà u bottu di prima era a quarara: SCOPPIATA! (Si risiede alla scrivania e ritorna a scrivere tranquillamente)
COMMISSARIO: La quarara?
SPEEDY: Si, come diciti, a … caldaia!
MANLIO AUGULIO: Glielo avevo detto commissario, cosa vuole che ci faccia, è così (E si siede sconsolato)
COMMISSARIO: Stia zitto lei che non c'entra proprio niente Si tocca gli amuleti di nascosto.
BERETTA: Comisario alo altri ordini par mi?
COMMISSARIO: Non mi infastidire che oggi non è giornata: Pinuccia con la febbre a 42, Teresa paralizzata (Beretta esce)
MANLIO AUGULIO: Tutta colpa mia vero? Tutta colpa mia vero?!
COMMISSARIO: Non dico questo… ma le circostanze… le coincidenze… (Squilla il telefono) Pronto? Carla sei tu? Ho saputo da Beretta... Pinuccia è ancora viva? Teresa ce l'ha la gamba? Quanto ci potrà costare la protesi? Potrà più ritornare a camminare? Come chi parla? Sono io, tuo marito. Questa non mi riconosce mai. (Riattacca e si rivolge a Manlio) Sa, io non vorrei crederci ma tutto sommato … mi sembra che lei potrebbe anche essere quello che dice. Con tutto il rispetto sa, non voglio mica offenderla. Lei saprà che nella storia ci sono stati illustri precedenti. Luigi XVI per esempio, si dice che quando nacque avvennero fatti che impressionarono per la loro stranezza. Il servo che doveva portare la notizia a Parigi, cadde da cavallo e morì sul colpo. Il prete che doveva battezzarlo cadde fulminato da una paralisi nel castello di Versailles. Lui stesso come è morto: ghigliottinato.
MANLIO AUGULIO: Sa cosa credo commissario? Che la suggestione stessa crea la jettatura al punto che diventa la realtà, io stesso ci credo. Si attribuiscono le cause dei propri problemi all'immaginario influsso malefico di un povero "Tizio" o "Caio".
COMMISSARIO: Forse le cose stanno come lei dice. Ma a volte, sa, può servire un piccolo aiuto per uscire da una situazione come la sua.
MANLIO AUGULIO: Cosa vorrebbe dire? Potrebbe esserci forse qualcuno in questo mondo in grado di aiutarmi? Non ci credo!
COMMISSARIO: So che mia moglie ascolta sempre su radio MAGIA una trasmissione che va in onda circa a quest'ora, tra l'una e venti e l'una e mezza. Speedy tu per caso l'hai mai sentita?
SPEEDY: (Continuando a battere a macchina) Vuoli diri u programma du mago Astrusus? Chiddri ca "non rientra nello schedario dei maghi truffatori!"
COMMISSARIO: Proprio lui, mia moglie dice che è esperto in tutto: amore, denaro, salute e… casi come il suo. Aspetti che guardo se casualmente ho il suo numero di telefono (Tira fuori due agende e le sfoglia) Dunque vediamo: mago Casanova, mago Otelma, mago San Girolamo ah ecco… mago Astrusus.
MANLIO AUGULIO: Tanto è tutto inutile.
COMMISSARIO: Ma no! Non sia così pessimista. Qui siamo tutti sulla stessa barca. Anch'io sa dopo averla incontrata non mi trovo mica in una bella posizione… il mago potrebbe darmi qualche consiglio per evitare una brutta influenza.
MANLIO AUGULIO: Ma no, non si disturbi.
COMMISSARIO: Insisto invece! (E compone il numero di telefono. )

(L'occhio di bue illumina solo il commisario lasciando in ombra il resto del palcoscenico dove viene portato un tavolo con una sedia; al sesto squillo di telefono si illumina il tavolo dove siede il mago Astrusus.
Luci in sala.
Il mago ha le gambe appoggiate sul tavolo e sta bevendo una tazza di caffè. Risponde con voce contraffatta.
)

MAGO: Questa è la segreteria telefonica dell'eccelso inimitabile potentissimo mago Astrusus. In questo momento l'eccelso è impossibilitato a svolgere mansioni così vili come rispondere al telefono, confidate comunque poiché egli è in ogni luogo e sente le vostre invocazioni.
Tariffe: Per consulenze telefoniche L. 9.900 al min. +iva allo scatto.
Per consulenze personali pregasi digitare n° conto corrente e fornire adeguata documentazione riguardo beni mobili ed immobili posseduti dal richiedente. Lasciate il vostro numero di telefono e forse sarete richiamati.
COMMISSARIO: Potentissimo mago Astrusus, scusi se disturbo le sue meditazioni trascendentali, ma avrei un caso difficile da sottoporle… Parla il commissario La Tortora…

(Il mago fa un sobbalzo, e gli va il caffè di traverso. )

MAGO: Grazie ai suoi poteri telepatico-telefonici, il mago l'ha ascoltata. (Assume un tono servile e untuoso) come va carissimo Commissario, posso fare qualcosa per lei? Gratis s'intende, per una persona influente come lei, questo ed altro: Vuole uno speciale bracciale callifugo, ultimo modello, da sera o un amuleto da usarsi contro le visite del fisco? Oppure avrei anche da offrirle l'ultima edizione rinnovata e aggiornata delle più potenti formule magiche e degli elisir di lunga vita. Vuole forse che io le predica il futuro? È una delle mie specialià, lo posso fare con le carte, con i fondi di caffè, con le budella di zanzara…
COMMISSARIO: No, no carissimo, non le telefono per me, ma per un mio… amico.
MAGO: (Cambia tono di voce) Poteva dirlo subito, in questo caso la faccenda cambia, soprattutto il lato economico. Il suo amico è al corrente delle tariffe da me applicate?
COMMISSARIO: Pensavo che trattandosi di un mio amico … e poi indirettamente la cosa riguarda anche me…
MAGO: Si spieghi meglio.
COMMISSARIO: Si tratta di una persona dal nome un po'… non saprei come definirlo…
MAGO: Dica pure, non abbia timore di confidarsi! Il mago Astrusus è preparato ad ogni evenienza, egli può!
COMMISSARIO: Beh, insomma, si chiama Manlio Augulio.
MAGO: Un caso interessante di persona con evidente presenza di influssi malefici! E come si manifestano tali influssi?

(Arriva una donna abbigliata in maniera provocante che si siede sulla scrivania.
Il mago copre la cornetta del telefono perché non senta
)

DONNA: Pipino, vieni in cucina che ti ho preparato un pranzetto, dai che dobbiamo festeggiare l'avvenimento: finalmente tua!
COMMISSARIO: Diceva, prego?
MAGO: Si, mi esponga con chiarezza il problema.
COMMISSARIO: No, guardi, le passo il diretto interessato, così le potrà spiegare meglio.

(Il commissario passa la cornetta a Manlio Augulio.)

MANLIO AUGULIO: (Con tono sepolcrale) Pronto.
MAGO: Lei è fortunato sono qui per risolvere i suoi problemi. (Sottovoce, rivolto alla donna) Controlla a quanti scatti siamo.
DONNA: Una ventina solamente.

(La donna si siede sulle ginocchia del mago e lo accarezza. )

MAGO: Soltanto?! Devo parlare più lentamente (Tra sè e sé) Innanzitutto si calmi, e mi dica quando è nato.
MANLIO AUGULIO: Due Novembre, il giorno dei morti.
MAGO: Data decisamente poco favorevole, quindi mi lasci indovinare … lei è dello scorpione. E in che anno è nato?.
MANLIO AUGULIO: Nel 1960.
MAGO: Dunque vediamo, mi lasci indovinare lei nel 2000 avrà 40 anni. Adesso si rende conto delle mie possibilità?
MANLIO AUGULIO: Senta tagliamo corto! Lei non è certo il primo a cui mi rivolgo, so come funziona la cosa. Lei ha sicuramente a fianco a sé un contascatti!
MAGO: È vero ma si tratta di un contributo per gli ectoplasmi senza assistenza sociale.
MANLIO AUGULIO: La racconti ad un altro! Io non ho più fiducia: siete tutti quanti dei ciarlatani!
MAGO: Come si permette di offendere la mia illustre categoria, lei merita di sprofondare nella più nera delle disgrazie!

(Nel frattempo il commissario che si è avvicinato a Manlio Augulio si rende conto della brutta piega che sta prendendo la conversazione, e interviene, prendendo in mano la cornetta)

COMMISSARIO: Non badi a quello che dice, sa l'abbiamo trovato mentre stava per suicidarsi, non c'è da stupirsi se è un po' pessimista.
MAGO: Va beh, se le cose stanno così, vedrò di aiutarlo, leggendo il suo futuro chissà che non ci sia qualcosa di positivo che possa dargli speranza, vediamo un po', iniziamo con i fondi di caffè.

(Il commisario ripassa la cornetta a Manlio Augulio.
Il Mago mette lo zucchero nel caffè che gli versa la donna, mescola un po', la agita la tazzina, e beve
).

MAGO: Hmm, buono, ehh scusi, si, il suo futuro sarà buono si buono, un po' amaro forse, (La donna mette un altro cucchiaino di zuchero) Ora a guardar meglio mi sembra più dolce. Ci andrebbe un po' di correzione magari (La donna gli versa della grappa)
MANLIO AUGULIO: (Con aria poco convinta) In che senso correzione?
MAGO: Nel senso che dovrebbe correggere la sua mentalità che la rende poco recettiva agli influssi magnetici che provengono dal cosmo. Comunque, per essere più precisi, meglio consultare anche le carte.

(La donna mescola le carte e le distribuisce. Comiinciano a giocare. La donna inizia a vincere)

MAGO: (Con aria stizzita) Secondo le carte il suo futuro non si presenta roseo, (La donna prende punti) ANZI! Si sta mettendo sempre peggio! Anche i denari ora!
MANLIO AUGULIO: Ecco lo sapevo anche quei pochi risparmi in banca…
MAGO: Il re, sì un punto!
MANLIO AUGULIO: Re!? Come farò a diventarlo?
MAGO: No, volevo dire, REcandosi a casa troverà forse dei basTONI.
MANLIO AUGULIO: Anche quelli!
MAGO: No, no vincerà delle coppe.
MANLIO AUGULIO: Ma come, se io non sono uno sportivo!

MAGO: Le vincerà … SPADE!
MANLIO AUGULIO: Ci capisco sempre meno. Guardi lasciamo perdere.
MAGO: No, no, le carte stanno cambiando, forse vedo uno spiraglio per lei… Anzi vedo un futuro radioso.
MANLIO AUGULIO: Ma come se finora mi ha sempre detto il contrario.
MAGO: No, mi sbagliavo, a volte le carte vanno interpretate, mescolate, fatte girare…
MANLIO AUGULIO: Ma cosa vede esattamente.
MAGO: NAPOLI! Vedo un viaggio a Napoli, (La donna paga la vincita) dove lei vincerà tanti soldi…(La donna si alza e lo bacia) E tanto amore.
MANLIO AUGULIO: Ma io sono già sposato!
MAGO: Ecco appunto, sua moglie avrà per lei un ritorno … di fiamma. AL FUOCO (riattacca)

(Si vede del fumo, delle fiamme e il mago e la donna che gridano aiuto, aiuto.
Si chiude la luce nel settore del mago
)

COMMISSARIO: Che c'è?
MANLIO AUGULIO: Ma, non capisco, deve essere successo qualche cosa.

(Si riapre la luce sul palcoscenico)

COMMISSARIO: E allora, cosa le ha detto il mago?
MANLIO AUGULIO: Ma non so, parlava di coppe, spade, denari, Napoli, e… fuoco.
COMMISSARIO: Le avrà detto qualcosa sul suo futuro?
MANLIO AUGULIO: Si, mi ha detto che andrà bene, che le cose si stanno sistemando, sia in amore che dal lato economico. Parlava di certe fiamme però…non ho capito bene.
COMMISSARIO: (Rinfrancato e fregandosi le mani) Ah, meno male! L'avevo detto io che il mago Astrusus avrebbe risolto tutti i suoi problemi! Vede, vede lei che era pessimista!
MANLIO AUGULIO: In effetti mi sento un po' sollevato.
COMMISSARIO: Vede, basta avere fiducia, "Aiutati che il mago t'aiuta". Anch'io, sa a dir la verità mi sento già meglio. La cosa in fondo riguardava anche me.
MANLIO AUGULIO: Come anche lei?
COMMISSARIO: Sa, non voglio dire che io sia superstizioso, ma ogni caso mi…tocca personalmente (Toccando il cornetto) … vero Speedy?
SPEEDY: Certamente cummissario, aiu a mettare a verbale anche chistu?
COMMISSARIO: Ma cosa dici Speedy. Lo scusi sa…

(Entra Beretta)

BERETTA: Commissario, i ne ha pena ciamà e i ne ha dita che le suces na desgrazia. La ciapà fogo na casa in via Capricorno n° 13, na bea paca! Ghe né do cadaveri.

(Nel frattempo è arrivato il fax alla scrivani di Speedy)

SPEEDY: Commissario, posso pubblicamente dare lettura del seguente fax arrivato in questo preciso istante.
COMMISSARIO: Si, leggi pure, tanto siamo allegri noi, vero caro Manlio, niente ci può più turbare (Lo prende sotto braccio)
SPEEDY: Addì, ore 13.58 la lussuosa villa del mago Astrusus, sita in via Capricorno n°13, è esplosa, causa incendio di natura imprecisata. Il mago Astrusus, proprietario dell'abitazione e la donna che era in sua compagnia, presunta amante, identificata dai documenti trovati come Giuseppina Brusà, in Augulio, sono entrambi deceduti.
MANLIO AUGULIO: Come? Mia moglie amante del mago?! Allora la vita per me è veramente finita!

(Prende la rincorsa e si lancia fuori dalla finestra.)

BERETTA: Mamma mia, el se ga butà! .

(Beretta esce correndo)

BEPI: Speta che vegne anca mi a veder!

(Bepi esce seguendo Beretta. Speedy ed il commisario si alzano affacciandosi alla finestra.)

COMMISSARIO: Che fine ingiuriosa!
SPEEDY: È atterato su un carro funebre!

(Breve silenzio.)

COMMISSARIO: Forse il malocchio esiste solo nella mente di chi ci vuole credere.

(Silenzio, i personaggi continuano a guardare giù dalla finestra.)

SPEEDY: Certo che chiamarsi Manlio Augulio.

(Tutti e due contemporaneamente e molto vistosamente si toccano…)

COMMISSARIO: Magari avrebbe potuto evitare di buttarsi. Poteva approfittare delle sue doti, mettersi … in affari.

SPEEDY: Chi vuoli riri chistu cummissà?
COMMISSARIO: Ma si, farsi pagare per causare disgrazie. Pensa a quanti sborserebbero qualsiasi cifra … magari per far cadere la suocera dalle scale … o per far diventare muta la moglie.
SPEEDY: Perbacco cummissà! Nun ci avevo pensato.
COMMISSARIO: Vedi caro, se non sbaglio c'è una commedia di un tale … Pirandello mi sembra che descrive un caso simile. La scena è ambientata nello studio di un giudice, il giudice D'Andrea, che aveva convocato un certo "Chiarchiaro", conosciuto dalla gente come jettatore, per convincerlo a ritirare una querela contro due ragazzi che al suo passaggio avevano fatto gli scongiuri di rito. Ecco, ti spiego, spieghiamo anche a loro: (Rivolto verso il pubblico) Io interpreto la parte del giudice D'Andrea.

(Rimane illuminato dall'occhio di bue solo il commissario, che nel frattempo si è seduto alla scrivania a scrivere. Speedy rimane in disparte ad assistere alla scena, si riaccendono le luci, ritorna Manlio Augulio vestito da Jettatatore, antello nero, occhiali scuri e cappello. Appena il giudice vede lo Jettatatore fa un balzo sulla sedia)

GIUDICE: Ma fatemi il piacere! Che storie sono queste? Vergognatevi!
JETTATORE: (Impassibile) Lei dunque non ci crede?
GIUDICE: Ma fatemi il piacere! (Si alza e gli mette una mano sulla spalla.)
JETTATORE: (Salta indietro di scatto) Non mi tocchi, se ne guardi bene o potrebbe diventare anche cieco!
GIUDICE: (Si allontana e rimane freddo) Vi ho mandato a chiamare per il vostro bene. Là c'è una sedia, sedete. (Lo jettatore si siede.)
JETTATORE: Per il mio bene, oh bella, lei pensa di fare il mio bene dicendo che non crede alla jettatura.
GIUDICE: Volete che vi dica che ci credo? E vi dirò che ci credo! Va bene ora?
JETTATORE: Nossignore, lei deve crederci sul serio e deve dimostrarlo istituendo il processo.
GIUDICE: Vede questo sarà difficile. Ma perché ha deciso di intraprendere questa via? Non sarà sicuramente in questa maniera che lei potrà giungere in buon porto. E poi, si guardi, prima cita due giovani che dinanzi a lei fanno gli scongiuri ed ora mi si presenta qui davanti così vestito pretendendo che io creda alla sua jettatura! Non le sembra una contraddizione?
JETTATORE: (Scuotendo la testa) Mi sembra che lei signor giudice non abbia capito niente!
GIUDICE: (Guardando sbalordito l'altro) Questa probabilmente è una verità sacrosanta! Ma abbia almeno la bontà di spiegarmi cosichè io possa capire!
JETTATORE: Ebbene vi spiegherò, in modo che lei possa capire che tentando di fare il mio bene altro non fa che danneggiarmi!
GIUDICE: Danneggiare lei?
JETTATORE: Sì, sì. Lo sa che i due giovani hanno deciso di farsi assistere dall'avvocato Manin Baracca? Ebbene io stesso sono andato da costui per fornirgli prove valide che da più d'un anno dalla gente sono considerato Jettatore. Fatti, testimonianze che provino la mia fama!
GIUDICE: Voi, ma siete pazzo? Ci capisco ancor meno di prima! Avete dato praticamente l'assoluzione a quei ragazzi. È come se vi foste querelato da solo.

(Lo Jettatore stizzito si alza in piedi e allarga le braccia).

JETTATORE: Ma non vuole capire che io voglio un riconoscimento ufficiale della mia fama, della mia potenza (Alza le braccia al cielo) Oramai questa è rimasta il mio unico capitale.
GIUDICE: Capirai! Bel capitale hai! E che te ne fai di questa (Detto in maniera altanenante) TUA FAMA.
JETTATORE: Cosa me ne faccio? Scusi, lei signor giudice per poter esercitare questa professione, anche così male, non ha dovuto prendere la laurea forse?
GIUDICE: Sì, è vero.
JETTATORE: Ebbene anch'io voglio un riconoscimento per questa mia qualità, voglio la patente. La patente di Jettatore, con tanto di marca da bollo e riconoscimento dalla repubblica.
GIUDICE: E poi che cosa se ne farà?
JETTATORE: Signor giudice, non mi è rimasto più nulla, mi hanno licenziato da dove lavoravo, mia moglie è paralitica, devo mantenere tre figli, e lei mi chiede che cosa ne voglio fare? La farò fruttare, la gente pagherà per evitare la mia presenza, mi daranno denaro per augurare disgrazie altrui. Se lei non crede nella mia potenza e non istituisce il processo mi rovina. Mi aiuti, faccia in modo che io possa ottenere ciò che voglio
GIUDICE: La patente?
JETTATORE: Sì, la patente. (Con solennità rivolto verso il cielo)

itis g.galilei Conegliano -TV-
pamy82@libero.it

   è una iniziativa didaweb/graffinrete