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Biologia
Tutti vogliono le nostre impronte.  Scotland Yard vuole schedare i bambini irrequieti, gli Usa tutti i passeggeri in volo. E anche per entrare a Disney World c'è un riconoscimento biometrico.

Lingua: Italiana
Destinatari: Formazione post diploma, Alunni scuola media superiore, Insegnanti
Tipologia: Documentazione

Abstract:

Tutti vogliono le nostre impronte

Scotland Yard vuole schedare i bambini irrequieti, gli Usa tutti i passeggeri in volo. E anche per entrare a Disney World c'è un riconoscimento biometrico.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-03-2008]

Scotland Yard vuole le impronte dei bambini
Uno dei lettori in funzione al Centro Epcot di Disney World

La mania di raccogliere le impronte digitali, come mezzo per prevenire e reprimere i crimini, sta contagiando un po' tutti, a giudicare dalle notizie che si vanno assommando in questo periodo.

Il premio per la miglior opera di prevenzione va però al direttore della scientifica di Scotland Yard, Gar Pugh, che ha ideato un sistema rapido per individuare i criminali: identificarli fin da piccoli.

La proposta è semplice: prendere le impronte digitali a quei bambini (fin dai cinque anni) che mostrino comportamenti sospetti. Ovvero comportamenti che possano far pensare ai loro insegnati ed educatori che da grandi diventino dei criminali.

"Se abbiamo un sistema primario per identificare le persone prima che commettano crimini, allora i benefici a lungo termine dell'individuazione dei più giovani sono estremamente grandi", ha detto Pugh.

È Pugh stesso ad ammettere che la sua proposta ha sollevato una gran quantità di obiezioni, sia da parte dei genitori, sia da parte degli insegnanti, che diverrebbero una sorta di sorveglianti deputati a prevedere il cammino dei loro alunni.

Se un insegnante può immaginare grazie all'esperienza quale sarà il futuro dei propri ragazzi, il loro lavoro è supportarli, non schedarli, dice Chris Davis, della National Primary Headtechers' Association

Il Regno Unito già possiede il più vasto database biometrico in Europa, che conta 4,5 milioni di campioni genetici; la polizia, però, ritiene che servano molti più campioni per ridurre il crimine.

"Il numero dei crimini insoluti ci dice che non abbiamo abbastanza campioni della gente giusta", sostiene Pugh. E ricorda che non viene raccolto il Dna di tutti solo per questioni di costo e di logistica, ma secondo lui sarebbe la cosa migliore.

Intanto, in America il Dipartimento di Sicurezza Interna ha sciolto un dubbio e fatto sì che si sollevasse una protesta.

Secondo le leggi vigenti è obbligatorio raccogliere le impronte dei 33 milioni di stranieri che ogni anno entrano negli Stati Uniti, ma nessuno ha specificato chi debba svolgere il lavoro sporco; il Dipartimento (che se ne è occupato finora) ha deciso che dovranno farsene carico le compagnie aeree.

La International Air Transport Association ha fatto notare che si tratta di un compito del governo, non dei privati; senza contare che prendere le impronte di tutti (si impiega circa un minuto per ogni persona) significa creare lunghe code e potenzialmente ritardare tutti i voli.

I capi del programma di raccolta delle impronte digitali invece dicono che si tratta di una pratica essenziale, specialmente per coloro che stanno lasciando il Paese, così da monitorarne gli spostamenti e scoprire per tempo eventuali trame terroristiche.

Le compagnie aeree sarebbero dunque le più indicate per questo lavoro, visto che forniscono già al governo le liste dei passeggeri.

Douglas Lavin, della Iata, ribatte: "Se pensate che il processo di viaggio vada male già adesso, vedrete in futuro" e ha etichettato la proposta come "follia".

Infine, sembra proprio che la mania dell'identificazione abbia contagiato anche il parco di divertimenti Disney Word: ora all'ingresso si può scegliere se farsi riconoscere usando una foto o facendosi prendere la forma della punta di un dito (non l'impronta digitale, ma siamo lì) dai lettori appositi.

Lo scopo di questa pratica è impedire che i visitatori vendano o condividano un singolo biglietto, identificandone univocamente i possessori.

 

Matteo Schiavini - Olimpo Informatico



http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=7137&numero=999



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