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SCHEDA RISORSA
Transdisciplinare
Il risveglio della ragione: appello agli intellettuali di "Fermiamo la guerra".
Lingua:
Italiana
Destinatari:
Alunni scuola media inferiore, Alunni scuola media superiore, Formazione permanente
Tipologia:
Ipermedia
Abstract: Fermiamo la guerra Il risveglio della ragione 04 aprile 2003
Esistono momenti nella storia in cui le accelerazioni degli eventi, le tragedie e i conflitti culturali e identitari diventano senso comune, notizia, politica d'aggressione e verità di propaganda.
In questi momenti, i poteri forti hanno sempre cercato di addormentare la ragione, di oscurarne il cielo con nuvole di minacce, menzogne e paure perché non si potesse comprendere e giudicare. "Fanno un deserto e poi lo chiamano pace". Di fronte all'invasione dell'Iraq, nella più determinata (e mai tentennante) condanna della dittatura di Saddam Hussein e della sciagura che questa rappresenta per il popolo iracheno, per la sua storia e per il suo futuro, crediamo sia venuto il momento di cercare tutti insieme di tornare a fare prevalere la ragione.
La ragione che vi proponiamo, come comitato organizzatore della manifestazione del 12 aprile a Roma e che vi chiediamo di sostenere è quella che ci ha accompagnato in questi mesi dal Forum Sociale Europeo di Firenze, per molti tra noi, fino ad uno dei più larghi e impensabili schieramenti culturali dell'Italia contemporanea in occasione della manifestazione mondiale del 15 febbraio 2003.
Una posizione chiara di rifiuto della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti (nella difesa dell'art.11 della nostra Costituzione), di difesa del diritto internazionale e della democrazia dal basso (degli aiuti, della cooperazione e della solidarietà), della difesa "senza se e senza ma" dei diritti umani e dei valori democratici nei nostri comportamenti e nei nostri atti.
Ci battiamo contro lo "scontro di civiltà" e la "fine della storia" che vedono nella "guerra preventiva" lo strumento di difesa/offesa dei privilegi e delle democrazie occidentali. Almeno, "non in nostro nome".
E' venuto il momento di dire con chiarezza: "cessate il fuoco" e di "fermare le stragi e la tragedia umanitaria". Questa guerra non finisce nella presa di Baghdad, ha già aperto una crisi umanitaria, culturale e politica che rischia di non fermarsi più. Le stesse cose le dicevano prima dell'invasione. Purtroppo, ora, le riaffermiamo con la morte nel cuore e negli occhi.
La guerra in Iraq si fa contro il volere di grande parte delle popolazioni del mondo (e la grande maggioranza di quelle dei paesi in guerra). E' la prima volta che un movimento mondiale (la "nuova superpotenza" evocata da molti) riesce a riunirsi con chiarezza e coordinamento per un obiettivo così grande e impensabile fino a pochi anni fa.
Dobbiamo fare pesare tutte insieme le nostre voci, culture, differenze e idee, in un solo modo: chiedendo di cessare immediatamente le armi, di fare tornare l'Onu (e la sua Assemblea) in gioco, di lasciare spazio e terreno all'intervento umanitario.
Non vi chiediamo un atto di testimonianza, ma una lucida adesione all'unica strada possibile perché si risvegli la ragione in quante più persone possibili. Guardiamo al domani, con ancora la speranza di potere fermare la barbarie.
Per adesioni on line e contatti: ufficiostampa@fermiamolaguerra.it
http://www.fermiamolaguerra.it/
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