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Dalle auto alle scatole di tonno: proposta di riconversione produttiva per la Fiat di Termini Imerese.

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma
Tipologia: Utilità e strumenti

Abstract:

Nuova proposta di riconversione produttiva per Termini, mentre la Fiat chiede altri soldi alle banche
Manifesto 21 novembre 2002  -  PAOLO ANDRUCCIOLI


La proposta che circola per la riconversione produttiva di Termini Imerese riguarda il tonno. Gli operai che fino a oggi hanno prodotto le automobili, se riusciranno a salvarsi dalla disoccupazione, potrebbero avere di fronte due destini: mantenere il loro posto di lavoro con salari però ridotti rispetto agli altri operai degli altri stabilimenti italiani, oppure mantere il posto di lavoro cambiando però missione produttiva. Potrebbero essere riconvertiti a inscatolare pesce azzurro. L'idea - ma si tratta solo di indiscrezioni - è venuta in mente all'advisor Roland Berger che (per remunerazioni molto succulente) sta elaborando le proposte da portare al tavolo governo-sindacati. D'altra parte in Sicilia il mare c'è, il tonno arriva con facilità e lo stabilimento potrebbe essere aggiustato qua e là. Alla faccia dello sviluppo e della valorizzazione delle risorse industriali e umane. Quel tavolo del governo ci sarà comunque presto. Nei prossimi giorni, conferma il ministro delle attività produttive, Antonio Marzano che ieri ha anche ammesso di non dormire più la notte pressato com'è dalla preoccupazione di dover trovare una soluzione per il caso Fiat. «Affermare che il governo è latitante nella gestione della crisi Fiat - è lo sfogo del ministro - è una bugia». «Ma quale latitanza - dice Marzano - io non ci dormo la notte. La verità è che da sinistra non è venuta nessuna proposta». E mentre il ministro e il suo governo attendono suggerimenti da sinistra, l'unica cosa concreta che emerge dai question time e dalle dichiarazioni ufficiali, è la disponibilità dell'esecutivo ad attivare contratti di programma nelle aree interessate alla crisi determinata dalla Fiat. Marzano, parlando alla camera, ha giustificato le difficoltà del suo governo dicendo che ci sono «due limiti e due obiettivi». Tra i limiti ci sarebbe il rispetto dell'autonomia imprenditoriale dell'azienda e il divieto dell'Unione europea di erogare aiuti di Stato alle singole imprese, «mentre gli obiettivi prioritari per il governo sono il rilancio del settore auto e la minimizzazione dell'impatto occupazionale».

Il ministro Marzano ha detto che lo strumento principale per arrivare a un qualsiasi risultato è proprio il tavolo di negoziato con i sindacati e con la Fiat. Non si è capito invece quale sarà la sede del nuovo negoziato a tre governo-azienda-sindacati. Le notizie, almeno fino a ieri sera, erano abbastanza contraddittorie perché qualcuno parla di una trattativa al ministero delle attività produttive (ex ministero dell'industria), altri di un tavolo al ministero del welfare (ex ministero del lavoro). Altri ancora suggeriscono palazzo Chigi. Si saprà la sede quando il negoziato prenderà avvio, mentre il ministro Maroni si lamenta che la Fiat fa notizia e clamore, mentre ci sono decine di altre crisi occupazionali di cui non si parla e per le quali il ministero non riesce a trovare soluzioni. «La struttura che abbiamo al ministero - ammette Maroni - non è in grado di intervenire ovunque». Troppe aziende, è il grido d'allarme del ministro, sono escluse dagli ammortizzatori sociali.

In attesa della riapertura del tavolo di confronto governativo, si registrano grandi manovre sul fronte dell'alta finanza. Ieri a Milano c'è stato l'incontro annunciato tra i vertici della Fiat e le banche creditrici. All'incontro erano presenti Paolo Fresco e Gabriele Galateri. Il presidente e l'amministratore delegato hanno lasciato la sede di Edisono in Foro Buonaparte senza rilasciare dichiarazioni. Stesso identico discorso per quanto riguarda i banchieri. Giovanni Bazoli e Corrado Passera hanno partecipato alla riunione per BancaIntesaBci, Alessandro Profumo e Carlo Salvatori per Unicredit, Cesare Geronzi per Capitalia e Alfonso Iozzo per San Paolo Imi. Anche loro nessuna dichiarazione. Il tema è troppo delicato visto che si è discusso di soldi freschi che Gabriele Galateri ieri ha chiesto di nuovo alle banche per salvare la Fiat.

Il problema di Galateri è molto semplice. E lo ha spiegato ieri il giornale MF . Alcune dismissioni stanno segnando il passo, in particolare quelle che riguardano Comau perché le offerte non sarebbero convenienti. Oltre questo si è creato un fabbisogno di liquidità per la ricapitalizzazione Italenergia-Edison e forse anche per Fiat auto holding. Bisogni di liquidità che evidentemente non erano stati messi in conto dai vertici Fiat che ora chiedono appunto altri soldi alle stesse banche che in settembre hanno erogato il 70% (2,1 miliardi di euro) dei 3 miliardi di prestito convertendo.

Oltre alle banche che ieri erano rappresentate all'incontro di Milano, altri 0,9 miliardi sono stati già concessi da Bnl, Mps, Abn Amro, Bnp Paribas. Il quotidiano finanziario milanese ha anticipato ieri anche la possibile richiesta di Galateri in termini di ulteriore esposizione per le banche. La situazione è a questo punto davvero molto delicata perché per la Fiat si aprono continuamente nuovi fronti di esposizione finanziaria.

E a proposito di soldi, c'è anche chi li trova. I pensionati della società operaia Paolo Balsamo di Termini Imerese si sono autotassati (mille euro) per aiutare gli operai dello stabilimento che a novembre avranno una busta paga di 100-200 euro.



http://www.ilmanifesto.it/



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